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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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« SANREMO: POCO E NIENTE! | PROVE TECNICHE DI AUTONOMIA » |
Le scene che ci giungono dalla Sardegna in questi ultimi giorni, mi hanno mortificato. La grande sfida lanciata dagli allevatori sardi ai produttori del latte destinato al consumo e alla manifattura casearia, è tosta, è molto diffusa e non tenderà a perdere vigore nell'immediato. Avete visto tutti il latte versato a fiotti per strada e in campagna: ettolitri ed ettolitri del loro prodotto, il risultato del loro lavoro quotidiano che purtroppo non trova pace. Pagare a meno di 0,60 centesimi al litro il latte è troppo poco, gli allevatori non ci stanno più e le imprese fanno cartello per i loro affari. Quello sardo, in particolare quello ottenuto dagli ovini, serve per produrre il famoso pecorino che si esporta in tutto il mondo: quello è il vero affare, chi produce ricarica il prezzo di mercato in modo sfacciato e quindi lo pagano a poco e lo vendono a molto! La battaglia questa volta è seria, dura e violenta e condividendo la lotta degli allevatori, ammetto la contestazione affinché trovino le soluzioni eque e convenienti per tutti e magari, con l'aiuto promesso dal governo. Sono con loro e la protesta è sacrosanta, ma è come la realizzano che purtroppo mi lascia molto perplesso. E' vero che uno sciopero, una protesta, una manifestazione fatta da lavoratori in genere, se non è esasperata e sferzante, non ottiene la svolta sperata. Fateci caso, se una discesa in campo non tocca i cittadini nelle loro attività quotidiane, nessuno fa caso a chi grida la sua insofferenza. Allora bloccare un treno, un bus, una piazza, una intera città, rende belve tutti perché sono punti sul vivo, se uno sciopero non colpisce gli interessi della gente, allora non sortirà mai niente di importante per coloro che manifestano. Ecco il mio grido: tutto quel latte buttato e sciupato per protestare è uno schiaffo all'indigenza totale, alle popolazioni affamate e senza viveri. Il latte è un alimento basilare, una sostegno per tutti, specie per i bambini che sappiamo essere a centinaia di migliaia sparsi in quei paesi ridotti alla miseria. Perché buttarlo? Perché disfarsene in tal guisa? Perché non destinarlo (perso per perso) a chi ne abbia bisogno? Capisco la rabbia e le buone ragioni, sono al loro fianco per le loro richieste, ma il latte che defluisce verso le fogne, proprio no, non riesco ad accettarlo! Spero si trovi un modo per fare una battaglia civile e sostanziosa, ma senza dover ricorrere al latte versato: io ci piango su!
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