Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi di Ottobre 2020

LA RAI VEDE...ROSSO!

Post n°3717 pubblicato il 31 Ottobre 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Ammettiamolo, anche se ci costa vittime, ci procura problemi e ci riporta alle condizioni gravissime di grandi crisi sociali e politiche vissute nel passato, il covid a qualcosa è servito, anzi a tempo debito, ricorderà a chi ne avrà bisogno, come la sua presenza violenta e tragica, sia servita a svelare, sgamare e portare alla luce, i vari "guasti" di questo paese con i quali abbiamo convissuto e per i quali mai si sarebbero prese misure necessarie e urgenti. Smascheriamo il carrozzone RAI, uno dei peggiori esempi insieme all'Alitalia, dove la politica ha sguazzato alla grande, dove gli amici e gli amici degli amici, si sono piazzati alla grande facendo crescere nell'anima del povero Checco Zalone, il fascino indiscreto del posto fisso! L'Alitalia ormai, per dna appartiene ancora all'Italia e resterà sempre un ricco baraccone per piazzare gli amici, mentre la RAI...pure! Ecco, questo virus ha procurato danni dappertutto, ha mietuto vittime che lamentano bilanci in rosso sin d'ora e difficilmente chiuderanno l'anno con un cambio di passo. Star sotto di milioni è un problema e venirne fuori rincarando il solito "canone" che da una mano a chi si impadronisce del giocattolo RAI, è un classico del recente passato: bastava ogni anno qualche ritocchino e via alla grande. Tra introiti pubblicitari e canoni corposi, la situazione era "sotto controllo", l'unica cosa per la quale gli italiani si siano sempre battuti, non era il canone da abolire o da far calare, ma l'invito all'ente di procurarci almeno buona qualità, servizio pubblico e soddisfazione generale. Quest'anno invece "grazie" al covid, lo sport e le trasmissioni sportive sono calate con lo share e si pensa già di mollare visto che altre emittenti, molto potenti e con tanti soldoni, hanno preso in mano il comando e gli ascolti depongono a loro favore. Invece, RAI5 e RAI Storia, potrebbero essere accorpati per ascolti bassi e poco redditizi. Troppo comodo mettere pezze a casaccio cari signori, noi paghiamo il canone anche e soprattutto per avere canali specifici e dedicati; RAI 5 offre un palinsesto che amano in tanti: opere liriche, concerti di musica classica, teatro e programmi culturali molto interessanti. RAI Storia ci insegna, ci informa e ci arricchisce il sapere, con trasmissioni riguardanti la storia in generale del nostro paese e del mondo. Certo, procurare 200/300 mila spettatori non è da primato, ma per questi specifici canali è abbastanza: è gente che vuole sapere, che si appassiona e quindi decide di saltare il trash dei canali che fanno audience, per starsene tranquilli e seguire trasmissioni più congeniali ai loro desideri. La smettano di pensare ai tagli e alle pendenze di canali che non rendono quanto vorrebbero i piani alti della RAI. Tagliassero invece i compensi eccessivi, cerchino di non imitare le tv commerciali e puntino sulla qualità. Siete servizio pubblico e come tali badate a proteggerci più che a salassarci. Basta con le produzioni esterne caratterizzate dal commerciale, basta con gli appalti alle società esterne che richiedono costi altissimi perché mangiano in tanti. Risparmiare si può, tagliare si può, smobilitare e azzerare canali fondamentali, non si può. Cultura e storia non si barattano e non si pesano su bilance fasulle che pendono solo dalla parte dello share e dei consumi pubblicitari. Sono canali per pochi intimi che pagano il canone e che meritano di essere rispettati per i loro gusti. E' in corso una petizione in tal senso, firmate: esigete i vostri diritti!

 
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SE C'E' DA MAGNA'...ALLORA SE MAGNA TUTTI!

Post n°3716 pubblicato il 30 Ottobre 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Tanta è la confusione, tante sono le incomprensioni e anche su certi orari e luoghi...deputati, ci sarebbe da discutere. Dopo il DPCM dell'altro giorno, sappiamo tutti come i locali pubblici abbiano subito una stretta vigorosa al loro orario di apertura e chiusura. Ebbene, il decreto avrebbe dovuto coinvolgere tutti indiscriminatamente e la legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma guarda un po' la fortuna, il ristorante della Camera non era coinvolto e si chiacchierava di un orario dalle 7 alle 21. Il partito della Meloni, venuto a conoscenza della attività straordinaria del ristorante, ha mosso un'interrogazione al Presidente Fico, affinché quel luogo fosse messo alla pari di tutti i locali pubblici senza distinzione. Mi sarebbe piaciuto osservare se FDI (stando al governo), avrebbe fatto comunque l'interrogazione preoccupandosi dei diritti e delle discriminazioni in atto. Tuttavia, Fico venuto a conoscenza del "qui pro quo", ha ritenuto giusto ribadire e stabilire che il locale interno rispettasse gli orari del DPCM, quindi una chiusura alle 18 come tutti in Italia. Bene, l'altra sera, al contrario di quanto stabilito, il ristorante con un sms comunicava alla "gentile clientela" (eufemismo sprecato) che avrebbe mantenuto un "orario mensa" dalle 19 alle 21. Embè, "fatta la legge, trovato l'inganno", poiché con il termine mensa si smantellava il dpcm contiano, in quanto le mense non rientrano nelle norme attivate: "O porcaccia miseria, ma allora stiamo giocando qui..." avrà pensato qualcuno sempre del partito meloniano. Nuovo avvertimento a Fico il quale improvvisamente lasciava il suo scranno pregiato e spariva dall'aula. Si reca a controllare la situazione e nota che il locale era chiuso, mentre all'interno c'era gente che cenava: magari in modo frugale, tipo...mensa dei poveri! Beh, tra un tira e molla e puntigliose raccomandazioni, alla fine il locale ha fermato i flussi: chi era dentro ha finito di mangiare e poi è andato via, mentre chi voleva accedere per farsi "un panino" (sic), ha dovuto rinunciare perché il locale doveva tassativamente chiudere. Altro che "magna, magna" qui siamo alla comiche di Villaggio e Pozzetto: un non capirsi, poiché come sempre accade alle istituzioni, si parla politichese e chi vuol intendere non intende, mentre altri intendono sì, ma male. Cari onorevoli, de magna' se magna', ma a panini dovete andare avanti e possibilmente, acquistati dalla salumeria all'angolo di Montecitorio. Sono molto buoni, provare per credere!

 
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UNA TV ORMAI TUTTA SPOTTIZZATA

Post n°3715 pubblicato il 29 Ottobre 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

L'ultima in ordine di tempo, è stata Paola Perego. E chi se l'aspettava? Ieri, mentre aspettavo il mio primo tg su Canale 5 all'ora di pranzo, mi sono imbattuto nella signora Perego presente nella trasmissione "Forum". La Paola non fa tv da tempo, il marito Lucio Presta potente manager televisivo, riesce a imbucare "chicche e sia" in tv, ma la moglie purtroppo, dopo alcune esperienze non al massimo, non viene ripescata. Allora, cosa ha dovuto fare la signora Perego? Nulla, ha passato mesi raccontando sui giornali, in tv e ovunque fosse ospite, le sue ombre del passato, ciò che ha dovuto subire, ecc.ecc. Vabbè, devono campare tutti e quindi lei, come decine e decine di personaggi noti e famosi, ma in bilico su strade accidentate, ha fatto ricorso al passato più o meno recente: e giù tante storie e racconti che non vedo come possano interessare il pubblico che di problemi ne ha da vendere. Comunque, lo ha fatto e poiché gli spiccioli non sono mai abbastanza, che cosa ha pensato di fare? Scrivere un libro! Come fanno tutti ormai. Non ditemi che non ve ne siete accorti dei libri che escono a caterve e sono scritti da tutti: tutti scrittori, tutti al battesimo in tv per inaugurare no una nuova carriera letteraria, ma solo per raccimolare qualche altro spicciolo. Da un bel po', questa è la nuova tendenza della tv in genere: si invita un ospite, dice qualche cazzata, poi casualmente tira fuori un libro appena scritto e via allo spot che rende....forse. Ma come? In Italia si legge pochissimo e questi scrivono libri? E' un martiro quotidiano: passano in tv in tanti, partecipano alle ospitate vaganti e improvvisamente, tirano fuori il famigerato libro appena scritto e fresco di stampa. Mi spiace aver citato la Perego, è stata l'ultima in ordine di apparizione da me notata, ma potrei all'uopo, fare elenchi nutriti e ricchi di personaggi che hanno presentato e avranno ancora da proporre i loro primi...libri. E del dolore ne vogliamo parlare? Quanto si macina in tv sul dolore? Quanti razzolano da un canale all'altro per parlare di violenze subite, stupri, pressioni stressanti, malesseri ingestibili? Un tormento anche questo, le presentatrici piangono con loro, si compenetrano e formano un'unica valle di lacrime. Tutti a caccia di lavoro, ovvio che debbano frequentare e passare da tutti quei canali che abbiano bisogno di fare ascolti. Comincio a credere veramente che ci sia un pubblico sadico e pervertito, pronto a far suo il male degli altri: se ne appropria per conformarlo alla propria personalità sconvolta e lo configura come un suo dolore vissuto in prima persona. Non vedo altre spiegazioni e la conferma di tutto ciò, la si ha puntando quei canali o quelle trasmissioni che campano su questo andirivieni. Avete il pollice valgo? Nessun problema: seguite "RealTime" e prima poi si parlerà anche del famoso pollice che...vale tanto! Ciccia e obesità vi dannano la vita? Sempre "RealTime" e via con i pareri professionali che vi aiutano a star...peggio!!! Problemi di brufoli? Bulimia? Anoressia? Gomito del mouse? Raga' tranquilli, per tutti i mali, bussate e vi sarà aperto! Siamo prede inconsapevoli o solo distratte? Siamo ancora in possesso delle nostre facoltà intellettive o vaghiamo ormai come zombies alla ricerca dell'isola che non c'è?  



 
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MO' TE LA DO IO UNA MANO...

Post n°3714 pubblicato il 28 Ottobre 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Del lavoro casalingo maschile, non se ne parla molto: generalmente sono le donne, a prescindere dall'eventuale lavoro svolto fuori casa, che meritano complimenti, ammirazione e attestati di benevolenza. Ci sono poi i mariti, a prescindere se siano impegnati sempre per lavoro fuori casa, che danno più o meno una mano, secondo le inclinazioni personali e  le disponibilità. Ecco, quando ero giovanottino, mi stiravo i pantaloni: non permettevo nemmeno alla mia mamma di farlo, ero un cultore della piega (allora la piega ai pantaloni era un must) e mi applicavo con fogli di giornale e pezze umide. Poi con il lavoro, per quarant'anni non ho mai dato una mano a casa, tutto era svolto da mia moglie (lavorava anche lei) e le due nonne (mia madre e mia suocera). Con un copertura tale e un lavoro che mi impediva di stare troppo a casa, il nucleo funzionava e andava avanti. Ricordo di quei lunghi periodi, come spesso accada in famiglia, si indicassero parenti (uomini) che in casa facessero di tutto e di più: gli sguardi ammiccanti e trasfottenti spesso erano rivolti a me che notoriamente non facevo una mazza. Beh, quelle persone io le "odiavo": erano i modelli che avrei dovuto imitare per essere considerato un grande uomo. L'emulazione in tal senso non mi attirava e il lavoro per me, era una priorità assoluta. Le cose sono cambiate dopo il 2009, anno in cui ho cambiato (ahimè) la mia posizione sociale e sono passato a dedicarmi alla famiglia. Non vi nascondo che proprio l'essere libero da impegni professionali, mi ha indotto a trovarmi dei passatempi impegnativi: in primis e casualmente, poi con ardore e sentimento, ho scoperto la cucina alla quale mai mi ero interessato: pensate un po', io non sapevo fare nemmeno un uovo a tegamino. Ho impiegato due anni sul PC per realizzare un paio di classificatori pieni di ricette scelte accuratamente in rete. Indi poscia, sono passato ai fornelli e pian piano oggi, dopo oltre dieci anni, me la cavo e ho smesso di mangiare i soliti piatti che mi propinavano quando rientravo a pranzo. Poi dal 2010 ho mollato le ricette, ho scoperto LIBERO e poiché era una vecchia attività nata ai tempi della scuola, ho ripreso a scrivere e sono, purtroppo per voi, ancora qua! Bene, tutto questo per dirvi che provvedo a dare il mio modesto contributo al 51% e aiuto, poco, ma aiuto: piego le lenzuola (con lei), cucino, apparecchio e sparecchio la tavola e non faccio altro, tipo la signora della vecchia pubblicità: non lavo, non stiro e non pulisco i bagni! Non ho da odiare nessuno nel senso che non ho indicazioni per chi faccia meglio di me in famiglia, per cui siamo a una situazione tragicomica: mia moglie si lamenta di essere quella che lavora in casa e di essere il factotum assoluto, io non ricevo nessuno sberleffo per tutto ciò e se qualcuno si azzarda a dire che non le do una mano in casa, lo meno e lo faccio nero! Meno male che di parenti ne sono rimasti pochissimi e sono tutti più...piccoli di me. Non ditemi che sono un cattivo esempio, ma raccontatemi cosa fanno i vostri uomini, visto che vorreste criticare me. 


 
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QUEL CHE NON SI FA PIU'...

Post n°3713 pubblicato il 27 Ottobre 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

A voler cercare in questo particolare frangente, quel che non si fa più, non è facile. Ci siamo abituati in questi mesi alle azioni più semplici e più ricorrenti: non porgere più la mano per salutare, non avvicinarsi a meno di due metri dagli altri, nessun assembramento e uso perpetuo della mascherina. Sono ancora queste le regole principali e resteranno ancora fino a quando questa epidemia non sarà che un lontano  ricordo. Ebbene, pensandoci su, analizzando la nostra vita quotidiana e la gestualità di tutti noi, possiamo riconoscere quali siano gli atti e i gesti da non compiere, se vogliamo evitare i rischi del covid. La foto in alto credo possa già fornire una prima indicazione: il ballo, quello che piace tanto, ovvero impegnarsi in pista specie in balli di gruppo. E' un assembramento evidente quindi sarebbe da evitare, inoltre vi sarebbero i lenti, quelli che si sta in bilico tra una mattonella e l'altra e piacevano tanto a me...che non ballo da almeno quarant'anni. Come si fa a star stretti e non correre rischi? Anche una congiunta, magari garantita e sicura, potrebbe in un contesto affollato, creare problemi. A pensarci su, se ne trovano tante di azioni da evitare in questo momentaccio: dover mettere le mani in un piattino per prendere  un salatino mentre sorseggi un aperitivo al bar, oppure i fornitissimi buffet sempre affollati da gente che rigorosamente, resta davanti per prendere e mangiare perpetuamente, mentre dietro sostano gli altri che...vorrebbero cominciare a servirsi. Gli assaggi a tavola, magari porgendo qualcosa richiesta, senza usare alcuna cautela. La penna poggiata sulle labbra: pensierosi mentre scriviamo e/o vogliamo realizzare una frase da riportare. Mai mangiarsi le unghie e men che mai, umettare il dito per girare la pagina di un libro, un giornale o una rivista. L'ascensore, il contenitore bombastico dove due persone sono poche e tre sono assai. Toccare la faccia ai bambini, baciarsi sulle guance, quei contatti ritenuti innocenti, ma che potrebbero essere pericolosi. Pizzerie e ristoranti con i loro menù covi potenziali di microbi e virus. E' anche vero che ormai si sono organizzati quasi tutti, grazie al QR code, per trasferire sui cellulari della clientela i menù e quindi evitare il passamano.  Insomma, quel che non si fa più e che forse non si farà più nemmeno in un futuro più o meno lontano, fa parte del nostro vissuto, sbagliato e scorretto quanto si voglia e a prescindere dal covid, restano sempre gesti poco educati e corretti, quindi se riuscissimo grazie al virus maledetto, a dimenticare questi atti, saremmo fortunati e meno esposti ai rischi. A parte il ballo che problemi non ne crea in tempi di buona salute, tutto il resto andrebbe disciplinato a dovere. Per esempio, temo di non riuscire quando tutto sarà finito, a evitare il dito umettato per girare pagina: presumo avrò difficoltà! E voi come siete messi? Non mi parlate di ballo, specie il lento: son tornato a inserire la musica perché adoro "Quel che non si fa più" di Aznavour e l'ho trovato conciliante con il post e soprattutto con il pensiero del mio 51%. 

 
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