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Le vacanze al mare (parte 7)

Post n°241 pubblicato il 07 Luglio 2008 da dimaio3d
 

Quando arriva il momento di tornare a casa la tristezza pervade tutta la nostra allegra famiglia. Dopo giorni passati ad abbrustolirsi al sole, con annesse scottature e ustioni, a mangiare come maiali, perdendo la cognizione spazio temporale, perchè non si sa che ore siano e che giorno sia della settimana, ecco che giunge inaspettata l'ultima giornata da trascorrere in vacanza e da godere a pieno prima di tornare ai ritmi normali. Tutto quello che non è stato fatto per 3 settimane deve essere concentrato nelle ultime ore.

Si decide di passare l'ultima giornata al mare, per godersi fino all'ultimo raggio di sole. Di solito, non si sa per quale arcano motivo, coincide anche con il giorno che il mare è agitato e sull'acqua galleggia di tutto: dalle buste e alle bottiglie di plastica a tonnellate di alghe secche, dalla schiuma dei depuratori a qualcosa di forma oblunga, color marrone, molto simile a ciò che è stato prodotto dalla nonna in bagno qualche giorno prima. E così solo i più temerari decidono di fare il bagno, mentre il resto della truppa rimane sotto l'ombrellone a lamentarsi con i vicini del fatto che siano finite le vacanze.

Per quanto riguarda le cibarie si è ad un bivio. Può succedere che si debba consumare tonnellate di roba conservata nel frigo e così a colazione ti tocca il peperone ripieno avanzato il giorno prima, oppure non si compri più nulla per cui ci si arrangia con quello che c'è: due fette di pane carrè spalmate di burro e marmellata da dividere equamente. Praticamente ci si "puzza" di fame.

L'ultima sera poi ci si riduce a comprare i regalini per gli amici e parenti. E si comprano sempre le stesse strunzate: la cornice di cuoio, il posacenere con le inziali, la brocca in terracotta da 10 cc, la bambolina vestita con i tipici abiti del luogo. Tutta roba che verrà puntualmente buttata appena ricevuta.

La mamma chiaramente non si deve far sparlare dietro per cui passe le ultime ore di villeggiatura e pulire la casa e lavare i panni. Non ci si può muovere per casa senza beccarsi una sua cazziata: "Eh che miseria! Non lo vedi che ho appena lavato per terra?" "Eh non andare in bagno! Non vedi che l'ho appena pulito?" Bisogna trasferirsi in macchina ed attendere che giunga l'ora della partenza.

E quando la mattina seguente ci si mette di buon'ora in macchina per partire, arriva l'ultima scaricata di mazzate per i bambini perchè stanno temporeggiando e rallentando la tabella di marcia. Poi parte il viaggio della speranza.
Se all'andata ci si impiega 10 ore non ci fa caso nessuno; ma al ritorno al primo leggerissimo rallentamento il padre parte sempre con le solite invettive: "E muoviti! E che aspetti! E si, TU stai in vacanza e dobbiamo aspettare i comodi tuoi! Qui c'è gente che deve andare a lavorare! E' bello a stare senza far niente eh?" Non ricordandosi che solo il giorno prima per fare 2 chilometri con la macchina ci aveva impiegato 1 ora, tanto non aveva un cazzo da fare.

Dopo un viaggio allucinante, costellato di incidenti, acquazzone, lampi, tuoni, fulmini e saette, bestemmie, lotte all'autogrill per l'ultimo panino ecco arrivare finalmente a casa. Di solito la mamma appena arriva nelle vicinanze di casa spara sempre la solita frase: "finalmente a casa... mi ero stancata a stare in vacanza" mentre il padre sentenzia: "Eppure ogni volta che torniamo.. ecco, non so come spiegarlo.. ma stu paese fa sempre cchiù schifo!" Due ore per trovare le chiavi di casa e annessa litigata tra genitori e poi tutti a scaricare i bagagli.

E il giorno dopo avviene la classica scenetta. La mamma mentre stende i panni parla con la vicina. "Eh, signora mia, beata voi che andate in vacanza! La verità? Io mi so stancata! Sono un'uccisa ste ferie!" Come se fino a qualche ora prima era in miniera a picconare...

 
 
 
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