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La bella addormentata a Napoli

Post n°257 pubblicato il 24 Luglio 2008 da dimaio3d
 

Molto tempo fa, in un regno molto lontano, una bella principessa era imprigionata in una torre difesa da un drago. Era sotto un incantesimo e si sarebbe svegliata dal sonno eterno solo dopo un bacio di vero amore.
Fu così che un Principe, saputa della dolce pulzella, decise di partire per andare a salvarla.
Dopo un lungo viaggio il Cavaliere si trovò bloccato con suo cavallo sulla Napoli – Salerno nel traffico causato dagli eterni lavori; quando ad un tratto vide il cartello che gli indicava la giusta direzione dove era imprigionata la Principessa: “Torre Annunziata”.
Arrivato dopo mille peripezie al castello, tra posti di blocco e bidoni della spazzatura, si trovò davanti il ponte levatoio e rimase in attesa che si aprisse. Fu avvicinato da un losco individuo, l’Uomo Nero, che gli disse: “Capo, accattatevi i fazzolettini.. L’accendino? ‘O ventaglio che fa caldo con quell’armatura..” Il cavaliere, spazientito, rispose: “No, grazie. Non mi serve niente.” Ma l’Uomo Nero insistette: “Ja, capo, accattatevi qualcosa. Tengo sette figli. ‘O biglietto per entrare al castello ce l’avete?” E fu così che il Cavaliere fu costretto a comprarsi il biglietto di ingresso del castello alla modica cifra di 50 monete d’oro.
Scattato il verde al ponte levatoio ed entrato dentro le mura, il Cavaliere entrò fiero e possente sul suo stupendo cavallo bianco. Gli si avvicinò un piccolo omuncolo vestito in un modo buffo e strano che, tirandolo per una gamba, gli disse: “Uè, bello, lasciatemi pure le redini del cavallo. Ve lo parcheggio io. State tranquillo. Ve lo metto al fresco. Sono 3 monete d’oro all’ora.” Era Posteggialo, il nano parcheggiatore abusivo.
Ma ora lo attendeva il compito più difficile: sconfiggere il drago e liberare la principessa. Si apprestava ad arrivare sotto la torre quando all’improvviso, tra vampate di fuoco e odore di zolfo, ecco comparire il drago cattivo. “Oh.. bellillo. E tu chi sei? Io sono Peppe ‘o Drago! Se non te ne vai subito ti do una capata in bocca, un calcio dint’a panza, ti sputo in faccia, scasso tutto.. Hai capito o no?”
Ma il Cavaliere impavido, senza nemmeno pensarci due volte, estrasse la sua spada e la infilzò nella pancia del drago che si accasciò a terra morente. Fu proprio in quel momento che da dietro una colonna spuntò fuori Gigi D’Alessio che si avvicinò al drago e gli disse: “Senza ‘e te finisce Napoliiii… soltanto tu te la sai difendereeee.. pecchè tu sei papàvavavava!”
Il Principe Azzurro, sconfitta la belva, corse lungo le scale della torre, ma fu fermato da un nuovo imprevisto: la mamma della Principessa, che lo bloccò: “Giovanotto! E che state facendo? Non lo vedete che con quell’armatura mi state facendo una chiavica a terra? Io mo mo ho lavato a terra! Jame belle, toglietevi ‘sta armatura e mettetevi le babbucce… poche storie.”
Il Cavaliere, ormai ridotto in calzamaglia azzurra aderente, finalmente giunse davanti la porta della principessa. La aprì e vide lei, bellissima, distesa su un freddo marmo bianco attorniato di candide rose. Si avvicinò alla donna, la guardò in viso e le diede un bacio di vero amore.
La principessa aprì lentamente gli occhi, tra frizzi e lazzi, vide il suo salvatore e gli disse: “Oh, bello! Leva le mani da dosso! Non ti permettere più! Questo arriva fresco fresco e fa ‘o rattuso (depravato). Se mi vuoi baciare un’altra volta dobbiamo prima decidere la data del matrimonio!”
L’uomo, stupito, rispose: “Ma io sono il Principe Azzurro! Sono venuto da lontano; ho affrontato mille peripezie per te, ho ucciso il drago cattivo e ti ho svegliato dal lungo sonno. Sono qui per salvarti!”
Ma la Principessa non la pensava nello stesso modo: “Veramente? E chi cazzo te lo ha chiesto? Mo stai a vedere che devo venire nel tuo castello a lavarti e stirarti l’armatura, a fare da mangiare per te e per tutta la tua corte.. Ma vattènne! Io sto così bene qui: a pranzo mi devo vedere Uomini e Donne e Centovetrine e la sera sto davanti alla televisione a vedere gli Amici di Maria De Filippo! Vattenne va.. non ci scassare ‘o cazzo!”
Fu così che il cavaliere, depresso e triste, andò via. Ma quando arrivò ai piedi della torre, invece di trovare il cavallo vide un pizzino sul quale era scritto: “Se vuoi vedere il tuo cavallo ci devi dare 100 monete d’oro. Questo è il cavallo di ritorno. Firmato Mariuolo, il nano ladro.”

E vissero tutti felici e contenti, anche il cavaliere, perché visto che indossava la calzamaglia azzurra, ne approfitto per fare un salto al San Paolo per vedersi la partita del Napoli…..

 
 
 
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