PEZZIDILIQUIRIZIA

Il Mio Nuovo DOVERE

<< Buongiorno Padre,

ho ritrovato il tuo indirizzo mail nell'elenco e non ho potuto fare a meno di scriverti.

Come stai? Sei in Italia ora? Il viaggio che hai fatto nello Zambia a primavera è andato bene?

Come vedi, nell'elenco delle mail della R.  ci sono anche io. Si, "privandomi" di lui ho sentito forte il bisogno di aiutare, dare, fare qualcosa per me, per me sola. Anche amare ed accudire lui era per me un gran piacere, ma non salutare, e se mancavo erano problemi.... Può sembrare un inizio egoistico, ma io, che non ho mai fatto nulla per me, solo così potevo iniziare un cammino di volontariato senza collocare anche quello, in un dovere. Ho deciso e scelto io di fare qualcosa per "qualcuno". Io ho amato tantissimo lui, ed ancora è radicato dentro il mio cuore, non ne uscirà mai credo! Ma lui non mi amava, o almeno lo faceva come sapeva fare, mentre io lo adoravo accudendolo ....... o lo accudivo adorandolo?

Non era un buon rapporto, no! Si c'è nostra figlia da amare ed accudire, ma lei sta crescendo, è sempre più indipendente, e pur donandole amore incondizionato e garantendole la mia costante e preziosa presenza sempre e comunque, vorrei fare qualcosa per me (e, come esempio, anche per lei!)

Sembro serena e lucida, ma non lo sono. Ho tirato la corda per troppo tempo. Sono in piena depressione.
Piango spesso e .... volentieri!

Ho grossi problemi al lavoro.
A volte mi sembrano difficilissimi i rapporti con la mia adorata ADOLESCENTE.
Mia madre sta invecchiando.
Ho gravi problemi economici.
Mi manca la famiglia.
Eppure procedo, vado avanti nonostante tutto; questa è la vita, questa è la mia vita!

Ieri pomeriggio sono andata dal mio medico di famiglia, gli ho parlato del momento che vivo, del sonno disturbato, dello stomaco a pezzi, dei pianti continui; mi ha  confermato quanto temevo: c'è bisogno di un piccolo aiuto farmacologico. Io sono restia a prendere medicine in genere, figuriamoci aiuti per il cervello. VOLEVO farcela ancora una volta da sola, come sempre. Poi lui mi ha fatto veder le foto dei ragazzi del villaggio Peruviano dove è stato questa estate con Medici Senza Frontiere, mi ha parlato dei disagi delle donne in quei posti, mi ha letto la lettera di un collega disperato perchè lì ha il minimo indispensabile in medicinali, ma certamente non antidepressivi, invece di casi ce ne sono, altrochè, e quelle donne non hanno scampo. In un primo momento il mio rifiuto alla cura si è rafforzato: di fronte a tanta disperazione io mi permetto di deprimermi????

Poi il mio dottore ha posto la questione sotto un altro punto di vista: " In tutto il mondo ci sono diversi modi di vivere, realtà diverse, non è colpa tua se non vivi in un piccolo povero villaggio sperduto. Non DEVI farti una colpa anche di questo e, tu che puoi curarti, HAI IL SACROSANTO DOVERE di usufruire di quello che la tua società ti offre. HAI la possibilità di curarti e DEVI farlo. PER TE e PER tua figlia, DEVI! non puoi scegliere. Visto che hai sempre fatto quel che dovevi nella vita proprio ora che DEVI ti tiri indietro? e mandi all'aria tutto? La depressione può diventare cronica e NON PUOI PERMETTERTELO; tu che hai la possiiblità di curarti in quel

piatto non ci sputerai, io non te lo permetterò".

Il discorso non fa una piega, vero Padre ?

Stamattina ho iniziato.

Comunque ce la farò.

E non è detto che, un giorno, quando mia figlia sarà grande e indipendente, non possa aiutare quella gente che ha bisogno. Portare loro l'aiuto di cui io ho usufruito.

Ti voglio bene Padre , mi fa bene sapere che c'è gente in giro come te, e che ogni tanto posso scriverti.

Stammi bene mi raccomando.

Un abbraccio, un saluto.

Fa>>