NONNA RACHELEI ricordi di nonna Rachele |
Sono Nonna Rachele, e se fosse per me il Blog finirebbe qui.
Ma seviziata da giorni da mia figlia e da mia nipote, sono costretta a raccontarmi qui sopra. La mia unica colpa è stata quella di imparare a mandare gli SMS ... Da quel momento sono stata sopravvalutata e da lì ho dovuto imparare ad usare il video-registratore e defunto lui, il lettore DVD (maledetto!!!) e chattare la domenica da casa di mia figlia con mia nipote (il mio nick è:Befi-08... da Befana, soprannome affettuoso di casa).
Da domani, comincerò a scavare nei miei ricordi, dubbiosa che questi possano interessare a qualcuno, e con tanta pazienza li trasporterò qui sopra.
Nonna Rachele
BANCA DELLA MEMORIA
Stamattina, Nonna Rachele ha ricevuto la visita di due giornalisti della BANCA DELLA MEMORIA. Un portale che raccoglie le esperienze e i racconti di vita delle persone nate prima del 1940, sotto forma di "racconti" di 10 minuti.
In attesa dell'intervista video, che potrete vedere su www.bancadellamemoria.it pubblichiamo una foto dell'evento.
Video di Nonna Rachele: "Una nebbia provvidenziale" clicca qui
Video di Nonna Rachele: "la Tredicesima" clicca qui
Video di Nonna Rachele: "Il mio rapporto con il computer" clicca qui
AREA PERSONALE
NONNA RACHELE A FESTA ITALIANA
CONFIDENZE
01 ottobre 2008
Sul Confidenze di questa settimana un articolo su NONNA RACHELE.
Potete dare un'occhiata al PDF qui.
La foto accostata all'articolo di Nonna Rachele non raffigura Nonna Rachele.
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ASPETTANDO LA BELLA STAGIONE...
Il mio verde paradiso ...
Appena verrà la bella stagione vi scriverò da qui!
Dalla finestra della mia camera vedo questa meraviglia...
Gelso con more dal sapore delicato e dolce
Albero di cachi ... ne và ghiotta mia nipote Veronica
Cachi sotto controllo ... non ancora maturi!
Questo vaso insieme a tanti altri che circondano la casa,
li comprò mio padre 65 anni fa.
Fanno ancora la loro bella figura vero?
![](http://farm4.static.flickr.com/3663/3389833835_ea233eb0d0.jpg?v=0)
Mimino curioso.
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Post n°89 pubblicato il 26 Maggio 2009 da marineblue
Qualche giorno fa ho salutato amici e conoscenti, avvisandoli che andavo in campagna in cerca di un improbabile fresco. Chi mi conosce sa della mia insofferenza al caldo; la mia prostrazione è totale: quando la colonnina sale io scendo a terra e non solo adesso ma anche quando ero giovane, il mio male è congenito. Mi sono sentita rispondere: beata te, che hai una casa tra il verde e mi sono sentita privilegiata. Alla meta sono arrivata stanchissima per aver fatto le valigie, desiderosa di buttarmi su una sdraio sotto un albero! Vado per aprire la porta, non si apre. NONNA RACHELE |
Post n°88 pubblicato il 11 Maggio 2009 da marineblue
Avevo già scritto questo post, ma ho pensato di renderlo anonimo, per non urtare la sensibilità dei nipoti che questa nonna adorava. Diciamo il peccato ma non il peccatore! Era una donna simpatica, intelligente, buona, e spiritosa; raccontava lei stessa le avventure che le capitavano per la sua distrazione e ci rideva su allegramente. Famosa per questo suo difetto che non si poteva nemmeno definire tale, tanto era spassoso, io la conobbi appena sposata perché veniva spesso da mia suocera, la quale mi aveva spiegato che era così anche da giovane. Quando avevano tutte due i bambini piccoli, la domenica l'andava a prendere per uscire insieme, ma lei non era mai pronta, però alle sue rimostranze, la rassicurava che avrebbe fatto prestissimo a prepararsi. Prendeva le scarpe del bambino, ma mentre si procurava le calze, le depositava nel cassetto e lo chiudeva e per parecchio tempo non riusciva a ritrovarle, mentre mia suocera sbuffava. Per me però la distrazione più grossa fu quando, arrivata a un semaforo rosso in bicicletta frenò, ma dimenticò di appoggiare i piedi a terra, con le immaginabili conseguenze. NONNA RACHELE
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Post n°87 pubblicato il 05 Maggio 2009 da marineblue
Quando sento parlare di università della terza età, sorrido: per me sarebbe proprio inutile perché dopo alcuni giorni mi dimenticherei tutto e da una indagine presso i miei coetanei, pare non sia la sola. Ci saranno indubbiamente dei superdotati che non hanno questo difetto, beati loro. Io invece istituirei dei corsi di sfurbimento per vecchi e non. L’età è certo a favore dei pataccari, che non si fanno scrupolo di approfittarne. Ricevo qualche giorno fa una telefonata da una gentile signorina che mi dice: "signora, vedo qui che lei ha un contratto molto vecchio, adesso potrebbe averne uno molto più vantaggioso, avrebbe la possibilità di fare tutte le telefonate che vuole spendendo molto meno" . NONNA RACHELE |
Post n°86 pubblicato il 24 Aprile 2009 da marineblue
Rapallo ci ha accolto con la solita profusione di fiori e di colori: traboccava di glicine e le aiuole ci stordivano col profumo intenso dei giacinti. Io e mia cugina abbiamo passato nove giorni di sole e di clima primaverile, abbiamo fatto lunghe passeggiate e respirato un’ aria impagabile; poi c’è stata una giornata di pioggia, vento e grandine, ma possiamo accontentarci perché gli ultimi giorni sono stati discreti. E’ stata veramente una vacanza che ci voleva perché ci ha risanate entrambe e ci ha risollevato lo spirito. Tutto bene? Non precisamente dato che un diavoletto dispettoso ha giudicato che fosse troppo per noi e si è attivato per procurarci qualche imprevista noia. Il viaggio di ritorno è stato……. ve lo racconto… giudicate voi. Sono venuti a prenderci Eros e Valeria ( genero e figlia di mia cugina ) due persone carine e gentili. Hanno preso la macchina grossa per farci viaggiare comode in quanto mia cugina Mariola ha comprato parecchie cose visto che i prezzi sono più convenienti che da noi. Domenica alle 14,30 siamo partiti. Io che ho paura delle gallerie e non vedo l‘ora di uscirne vedo che Eros rallenta e non capisco perché. Appena fuori accosta il più possibile e la macchina si ferma. Valeria indossa rapidamente il blusotto giallo e di corsa va a posizionare il triangolo. Poi cominciano a consultare le istruzioni che in teoria dovrebbero risolvere il problema; staccano tutti gli oggetti metallici dal portachiavi: niente da fare. C’era traffico, per fortuna non viaggiavano i camion, ma i pullman si. Finalmente il motore sembra rinsavito. Veloce corsa di Valeria a recuperare il triangolo e si parte. Io sempre più spaventata di rimanere in galleria, dato che la padrona dell’ albergo mi aveva raccontato che venti giorni prima era bruciato un mezzo in galleria e aveva coinvolto alcune macchine. Non c’erano stati né morti né feriti, ma la macchina di sua nuora era andata in fumo. Facciamo dieci chilometri e siamo di nuovo fermi: Valeria corre a rimettere il triangolo . Togli la chiave, rimetti la chiave, aspetta un po’ ….si parte. NONNA RACHELE |
Post n°85 pubblicato il 25 Marzo 2009 da marineblue
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Post n°84 pubblicato il 16 Marzo 2009 da marineblue
I Rossi erano due coniugi entrambi medici, lontani parenti ma soprattutto grandi amici dei miei genitori. Quando ebbero un figlio,Alberto, assunsero una Tata che lo allevasse perché erano occupatissimi nel campo della ricerca. La Tata era simpaticissima ed amava i bambini; così era felice quando andavamo a tener compagnia al suo adorato tesoro (eufemismo in quanto era un gran birichino ). Ricordo che a Carnevale ci offriva montagne di intrigoni con panna montata e si faceva una gran baldoria. Non so se per scarsa avvenenza o per affezione verso Alberto, non si sposò. Noi ormai grandi continuavamo a frequentare la casa e a godere anche della benevolenza della Tata. Appena il suo cocco si iscrisse a giurisprudenza, la Tata continuò a dargli del tu, a redarguirlo e a dargli anche qualche scappellotto, ma lo chiamò rigorosamente: avvocato. Quando il suo tesoro sedeva in salotto a leggere lei fingeva di riordinare e gli svolazzava intorno chiacchierando ininterrottamente. I suoi discorsi risultavano dei monologhi, in quanto Alberto interloquiva a intervalli regolari con poco compromettenti: ah, si ? Un giorno però, pur non ascoltando capì che qualcosa in quei discorsi non quadrava. Depose il libro: cosa dici ? Dico che le mie braccia sono diventate troppo corte. Ma troppo corte per cosa? Per leggere. Lui scoppiò a ridere: hai bisogno di un paio di occhiali e domani andiamo a comprarli. NONNA RACHELE |
Post n°83 pubblicato il 06 Marzo 2009 da marineblue
Passando davanti ad un negozio di filati ho visto in vetrina un magnifico poster con una cascata di bozzoli di bachi da seta. Ho sorriso e mi sono tornati vivi i ricordi di quando ero bambina. A quei tempi le donne si industriavano moltissimo per portare a casa un po’ di denaro che permettessero loro anche qualche extra. Verso la fine d’aprile andavano tutti a dormire al piano terra, in cucina o nel fienile; liberavano le camere al primo piano e vi sistemavano dei graticci appesi al soffitto. Andavano poi nel giorno convenuto in paese ad acquistare i bacolini neonati da un uomo che arrivava su un calesse pieno di scatole coperte da fitti veli, li portavano a casa e li sistemavano sui graticci cosparsi di foglie di gelso tritate. NONNA RACHELE |
Post n°82 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da marineblue
Questo racconto è una postilla al precedente: LA MIA FAMIGLIA. Vi narrerò qui uno scherzo che ideò mio padre insieme al cugino con l’inconscia crudeltà dei 15 o 16 anni. Nelle famiglie patriarcali di quei tempi vigeva l’abitudine di assoldare due volte l’anno per una quindicina di giorni un sarto che veniva ad aggiustare gli abiti e sistemava quelli dei figli grandi per i più piccoli. Questo compito era ambito, considerato una specie di vacanza; dormivano e mangiavano ( bene ) alla tavola dei loro datori di lavoro che non si sognavano nemmeno di spronarli e li pagavano con generosità, almeno in casa di mia nonna. In un sonnolento pomeriggio estivo papà e Ettore idearono qualcosa che almeno per loro era divertente. Tenete presente che non c’erano né Radio né TV, si ballava poche volte l’anno e i divertimenti più grossi, solo quando c’era la Fiera in paese, era: La giostra trainata da un somaro e il tiro a segno. Il sarto dormiva in una camera col letto a baldacchino che era l’ideale per ciò che avevano inventato. Il lavoro era un po’ complicato e andarono a chiamare Marigildo, figlio dei contadini e loro grande amico, sempre pronto ad aiutarli nelle loro malefatte e molto abile nei lavori manuali. Dal padre gli fu dato il permesso di assentarsi perché disse che quelli che allora venivano chiamati i padroni avevano bisogno di lui. Andarono in solaio e con un trapano a mano fecero quattro buchi nel pavimento vi infilarono delle corde e le passarono in una carrucola fissata ad una trave. Si recarono poi in punta di piedi nella camera del sarto e annodarono bene le corde al letto. NONNA RACHELE |
Post n°81 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da marineblue
Di persona non ho mai conosciuti i nonni paterni, erano morti da parecchi anni quando nacqui, però attraverso i racconti di papà li ho molto amati e li ricordo ancora con affetto. Mio nonno era un signorotto di campagna che viveva di rendita. La nonna Paolina e sua sorella si erano sposate ed erano andate a stare insieme coi mariti in una grande villa nella bassa Reggiana. Nella casa rurale abitavano i contadini ,una ventina di persone che lavoravano un vasto appezzamento di terreno. Mio padre (con me nella foto) ![]()
NONNA RACHELE |
Post n°80 pubblicato il 03 Febbraio 2009 da marineblue
Per accontentare Veronica racconterò qualche trovata che ho avuto da giovane. In verità non ne ho fatti molti e non certo elaborati come quelli di mia figlia Marina, che sembrano sanciti da un provetto regista. Vediamo…può darsi che qualcuno ve l'abbia già raccontato in un altro post, portate pazienza! Ne ho fatto uno a mamma, che aveva tanto criticato un profumo francese che mi aveva regalato il mio fidanzato. Diceva che era troppo intenso, poi quando andava in visita dalle amiche si cospargeva a iosa. Lo travasai in un’altra boccetta che nascosi e lo sostituii con acqua. Papà era una buona spalla e lo pregai di dire a mamma quanto fosse profumata, infatti al suo passaggio lo sentii declamare : oh ! ma si scuotono cespugli di rose! Dopo ci facemmo matte risate . Un ‘altro, sempre ai danni di mamma: mi ero accorta che ispezionava i miei cassetti; preparai un pacchetto legato con tanto di nastrino e sulla carta disegnai due cuori intrecciati. Naturalmente non seppe resistere alla tentazione e ci trovò dentro un biglietto con scritto : ai curiosi caschi il naso ! Ripristinò il tutto e non mi disse niente. In questo modo ebbi un posto sicuro per i miei piccoli segreti ; non lo toccò più. Io e papà le sostituivamo i sonniferi coi confettini acquistati in drogheria , ma questo era solo perché esagerava a somministrarseli e a lungo andare le avrebbero fatto male. Il difficile era non ridere quando c’era il rito serale ; ho così constatato come possa essere efficace l’ effetto placebo, andava a letto tranquilla e dormiva . Povera mamma non lo seppe mai ….A scuola invece c’era il solito pezzo di creta lanciato al soffitto; quando si seccava cadeva in testa al malcapitato. Ormai non faceva più ridere, però è uno scherzo che è sopravissuto negli anni , perché in seguito lo fecero anche mia figlia e i suoi compagni. Per variare ne inventai uno che però mandammo in porto una volta sola, per prudenza. Avevamo un Prof che era il vero artista sempre trasognato e avevo notato che come arrivava appoggiava le mani aperte sul piano della cattedra ( che era nero ) , poi si sedeva e si prendeva il viso tra le mani . Allora fregando la mina di grafite di una matita sulla carta vetrata fabbricammo della polvere nera che spargemmo sul piano della cattedra. Era un abitudinario: arrivò,e tutto procedette come il solito, solo che quando si alzò sembrava un indiano sul sentiero di guerra . Trattenerci dal ridere fu un’ impresa epica, tanto che Corrado per aiutarci fece finta di cadere dal banco e ci fu la scusa per sfogarci . Durante l’intervallo sentimmo i suoi colleghi sghignazzare e chiedergli cosa avesse fatto, mentre intanto noi pulivamo tutto alla perfezione, perché per quanto distratto ,qualche dubbio avrebbe potuto venirgli. Un altro sempre in ambiente scolastico : tutte le mattine compravamo nel forno vicino un pezzo di gnocco squisito, però una volta, forse avevano pulito gli ingranaggi dell’impastatrice col petrolio ed era immangiabile. Ci giocammo un po’ a calcio poi lo infilai nella bocca di un mascherone di gesso . Il giorno dopo si svolgeva un concorso di disegno e venivano ragazzi dalle altre scuole . Non si poteva uscire fino alle 14 , noi ci eravamo portati un panino , ma gli altri ignari della cosa, già a mezzogiorno sbadigliavano per la fame…Ebbi un’idea e aiutata dai miei compari , andai a ricuperare lo gnocco, lo spolverai, lo divisi in 4 parti che vennero avvolti in carta immacolata. Tirammo a sorte e toccò a Corrado andarlo a vendere ai vaneggianti per la debolezza . Lo comprarono ….al doppio del prezzo pagato, ma noi avevamo lavorato…. Ci ringraziarono e placarono di gusto i morsi dello stomaco senza fare nessuna obiezione . Non me ne ricordo altri , allora abbiamo riso molto, ma sono conscia che non possono certo competere con quelli di Marina . NONNA RACHELE |
Post n°79 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da marineblue
Si è vero! Mi sono resa conto che è vero, spesso lo siamo…..Sono molto obiettiva e ho cominciato ad analizzare me e i miei coetanei. O ci mancano gli argomenti o non conosciamo il senso della misura. Così quando gli amici mi hanno infastidita con le descrizioni dettagliate delle anamnesi riguardanti la loro salute, quella dei parenti o di persone che nemmeno conosco; poi medici consultati, terapie e medicinali, mi sono ridimensionata, ho solo accennato al male di cui soffrivo e se ho notato che rompevo le scatole ho tagliato corto. Mia figlia è stata danneggiata: è diventata il mio capro espiatorio, perché con qualcuno devo sfogarmi ! Però se decido di essere boy scout per un giorno, la risparmio in modo da non dovere poi andare a recuperarla a CHI L’HA VISTO. La frequentazione coi miei giovani amici blogger ha cambiata la mia ottica. Osando potrei dire che sono migliorata ? No, sono diventata una disadattata. Mia figlia ride quando dico che sono troppo giovane per la mia età, ma è così. Quando con pazienza ascolto un mio coetaneo che non ha avuto il mio ardire o meglio la mia presunzione e saggiamente non si è buttato nella mischia dei giovani e mi racconta tutti i dettagli di malattie e di morti, ne esco distrutta, sbuffante come la ventenne che non sono. Insomma sono un ibrido né carne né pesce e non ho una collocazione ideale. Per quanto la mia volontà di migliorare, sono troppo vecchia per i giovani e troppo giovane per i vecchi. Ma quando mai ebbi la dabbenaggine di credere che sia possibile invecchiare più lentamente ? Anche perché se dentro mi sento mi sento giovane, fuori c’è un incarto che denuncia l’età meglio di un documento. Mi sono rimaste due amiche che sarebbero in grado di seguirmi e avventurarsi nell’ informatica, ma non sono così pazze per farlo. Ne ho altre che invece mi angosciano, ci sono solo in apparenza, dicono cose strane,una parla del marito morto da parecchi anni e brontola perché è già buio ed è ancora fuori con questo freddo. Un’altra non sa più telefonare, una non sa leggere e si giustifica dicendo che non ci vede….una se esce di casa non sa più tornare. Dio mio! Sarò così anch’io fra poco? Meglio non pensarci e vivere alla giornata. Mi congratulo con me stessa….perché quest’ ultima frase è basilare. NONNA RACHELE |
Post n°78 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da marineblue
L’uomo più buono e gentile che ho conosciuto. Arrivò da noi 40 anni fa a fare il contadino;veniva dalla montagna e non so se aveva fatto la terza elementare. Quello che è certo è che sapeva far tutto ed era molto intelligente. Se mio marito gli chiedeva di fare una cosa, la faceva immediatamente anche se non gli era stata fatta nessuna fretta. Naturalmente lavorava bene la terra e teneva un bellissimo orto, ma era esperto anche come falegname, muratore, meccanico, fabbro e lattoniere. Allevava poi animali da cortile con grande perizia. Parlava sempre in dialetto, ma esprimeva concetti che io apprezzavo molto;c’ era da assorbire da lui la grande saggezza del mondo contadino. Era un uomo premuroso e in estate quando mi alzavo trovavo sul tavolo di pietra davanti alla cucina la verdura e le uova fresche. Veronica forse lo ricorda ancora perché gli saliva sulle ginocchia e gli faceva lunghe chiacchierate .Lui sapeva che a lei piaceva lo zabaione, andava nel pollaio , le portava l’ ovetto appena deposto e lei che aveva imparato a farselo da sola se lo gustava. La sera in campagna si cenava fuori e mio marito lo invitava perché venisse a bere un bicchiere di vino con noi ; lui veniva, era sempre molto educato e si vedeva che gli piaceva essere considerato della famiglia. Mi ricordo la serenità di quei tramonti vissuti con le persone care che ora purtroppo non ci sono più. Quando fu costretto a letto , io leggevo la disperazione sul suo viso; aveva paura di finire in una casa di riposo, di abbandonare il luogo amava tanto e in cui si trovava così bene. Per fortuna aveva una moglie e un figlio che non avrebbero potuto essere migliori è che lo hanno curato con amore e abnegazione fino alla fine. Il momento in cui se ne andò ,per me e mio marito fu un grande dolore. Forse non dovrei ricordare queste cose che mi danno ancora un nodo alla gola. NONNA RACHELE |
Post n°77 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da marineblue
Erano venuti ad abitare in paese due persone piccole, marito e moglie o fratello e sorella, non so . Non erano due nani, ma perfettamente proporzionate ,solo che erano alte come me che avevo otto anni. Per andare a scuola passavamo davanti a casa loro e ci fermavamo a guardar dentro perché eravamo tutti affascinati a guardare dei deliziosi mobili che parevano fatti su misura per noi. Essendo falegname ,lui aveva creato un arredamento adeguato a loro. Lei era molto gentile e vedendoci a bocca aperta ci invitava ad entrare , ci faceva sedere in quelle belle seggioline, a volte ci offriva le caldarroste o un profumato biscottino appena uscito dal forno. Per noi era un tuffo nel paese dei balocchi, dove tutto era della nostra misura;c’era pure una graziosa libreria ed io le regalavo a volte uno dei miei libri di fiabe. Lo strano era che nei paesi dove tutti sanno tutto di tutti , di loro non si seppe mai niente,neppure da dove venissero. Lui era molto bravo e aveva sempre lavoro, lei sferruzzava tutto il giorno e faceva dei maglioncini che vendeva a prezzo equo. Erano di gran buon gusto e mamma ne comprava per lei e per me; io prediligevo quelli ricamati che formavano l’ ammirazione delle mie amiche quando andavo a trovarle in città. Le facevo da sponsor e le portavo delle clienti . Non so che nome avessero perché venivano chiamati la magliaia e il falegname. Salutavano ,erano gentili con tutti, ma non avevano fatto amicizie. Lui non andava all’ osteria per una partita a carte come tutti gli uomini del paese e lei non lavorava fuori dalla sua porta ma in casa o sul retro nell’orto giardino. Nel tempo libero leggevano, cosa inconsueta in quei tempi. Passò qualche anno e quando ormai la curiosità nei loro confronti era scemata, una sera lei si coricò e non si svegliò più. Dopo pochi giorni lui andò dal padrone di casa a pagare l’affitto, tornò con un carro trainato da un cavallo,vi caricò i mobili e se ne andò senza salutare nessuno. Non si seppe più niente di lui ed io che ero una lettrice accanita di fiabe ci fantasticavo e risolvevo il mistero attingendo le spiegazioni da Maghi e Fate. NONNA RACHELE |
Post n°76 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da marineblue
Forse non valeva la pena di dedicare un post a questi delinquenti. Io confesso ho avuto paura e penso che chi proclama di non averne sia un gran bugiardo. Il mio primo terremoto l’ho vissuto molto bene perché ancora non capivo perché mia madre mi avesse preso in braccio e fosse corsa in giardino. Il secondo ero una ragazzina, era estate e avvenne nelle prime ore del giorno; finimmo la notte sulle sdraie in giardino. Io però di soppiatto rientrai e portai fuori i miei vestiti ai quali tenevo molto. Mi riaddormentai e ricordo che quando aprii gli occhi la prima cosa che vidi furono i miei abiti illuminati dal sole ancora basso, attaccati al filo di ferro della vigna . Ne subii uno al ritorno da un lungo viaggio, ma ero così stanca o così giovane che gli occhi si richiusero subito e dormii profondamente. Un altro: ero in giardino, non sentii la terra muoversi ma l’ombrellone sotto il quale stavo, oscillava malgrado non vi fosse un alito di vento. Mio marito venne a prendermi e mi condusse in città per andare a controllare a casa; era caduta una bellissima statuetta che mi aveva regalato mio padre, che era appartenuta alla casa di Milano e che mi era molto cara. Tengo ancora i pezzi in un sacchetto e non riesco a gettarli. Adesso non usa più la scala Mercalli, forse per impressionare meno….però io ricordo bene quando ero in cucina, in città e mi capitò quello del settimo grado che mi fece fare le scale al volo insieme agli altri, che colti sul fatto non poterono affermare di non aver paura. Pensavo di aver già avuto la mia dose, quando debilitata e vecchia, mi è capitato questo, in un momento in cui dovevo risolvere altri guai e l’ho presa veramente male. Le scosse di assestamento non mi permettevano di dimenticarlo e mi condizionavano. Una sera ero perplessa, faccio il bagno o no? Fuggire avvolta in un telo non era piacevole. A parte il pudore avevo l’impressione che mi sarei congelata appena fuori dal portone di casa. Mi sono lavata velocemente ed è andata bene ! Il giorno di Natale alle 4 c’è stata l’ ennesima scossa, fu brevee non molto intensa….o mi stavo abituando? Ma che sono questi in confronto ai terremoti che ti vengono propinati e che ti devastano la vita sottraendoti le persone a te care? |
Post n°75 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da marineblue
Questo post ha le tinte del drammone ottocentesco, ma è accaduto realmente. Giorgio era l’imbianchino che bazzicava a casa nostra perché a mamma piacevano i muri puliti. Era bravissimo e ci sono ancora le rose che papà mi aveva fatto dipingere sapendo la mia predilezione per questo fiore. La moglie aveva un negozietto dove vendeva quaderni, matite e mille altre cosette che piacevano a noi bambini. Io la frequentavo molto perché tra le sue attrazioni c’erano dei rotolini di cartone che si chiamavano sorprese e che forse fabbricava lei stessa. Ci spendevo buona parte della mia paghetta per procurarmi una Pasqua continua, perché per me, come nell’uovo, l’importante era appunto la sorpresa. C’era dentro quanto di più inutile potesse esistere a parte 3 caramelline. Distribuivo poi tutto ai miei compagni di scuola in base ai loro gusti che conoscevo ed ero soddisfatta per aver appagata la mia curiosità e la loro che assistevano all’apertura a bocca aperta. La moglie di Giorgio la chiamavano la Giorgia, in onore al marito che era istruito ( si fa per dire ) ma molto intelligente senz’altro. Giorgio era cresciuto in un orfanotrofio essendo stato abbandonato alla nascita . Un giorno andò in città per procurarsi materiale per la sua attività ed incontrò Mario, compagno di collegio che gli disse stava andando in un paese dove c’era una signora che cercava il figlio. Lo pregò di accompagnarlo perché era molto timido. Presero un trenino locale e rintracciarono la sontuosa villa ove risiedeva questa signora. Furono introdotti dalla cameriera , Mario si presentò; la signora scosse la testa e lo lasciò senza fiato dicendo : mio figlio si chiama Giorgio Fabbi. Sono io Giorgio Fabbi !Se vi aspettate scene di baci , abbracci e lacrime, resterete delusi. Era una donna dura con l’abitudine al comando, gli intimò : torna domani da solo. Non ho avuto notizie di cosa si dissero, ma il tempo di cedere il negozietto e si trasferì con moglie e figlio in una casa vicino alla villa. Ebbe il posto di fattore con un ottimo stipendio e si mise ad amministrare con perizia la proprietà della madre. Si era procurato una datrice di lavoro molto generosa, ma non ebbe mai una mamma. Lei forse si sentiva in colpa, ma non riusciva a chiedergli perdono, né a giustificarsi. Gli dava del tu, era sempre gentile, ma mai affettuosa. Lui quando le parlava per affari evitava sia il lei che il tu. La Giorgia era trattata bene, riceveva regali e le si era affezionata . Chi invece l’adorava era il bambino che aveva sempre invidiato un amico vicino di casa che viveva con la nonna che lui non aveva mai potuto avere dato che i nonni materni erano morti prima che lui nascesse. Era ricambiato oltre misura in quanto la signora con lui si trasformava nella nonna più affettuosa che potesse esistere. Andava da lei a fare i compiti e come arrivava le saltava al collo e la riempiva di baci. Quando l’età la costrinse a letto , la famiglia si trasferì da lei che accettò una volta tanto con riconoscenza. Il bambino ormai cresciuto continuò ad amarla tanto; faceva i compiti vicino al suo letto e si faceva aiutare col latino anche se non ne aveva bisogno perché con la sua sensibilità capiva che le faceva piacere. Per anni non ebbi più notizie, poi mi dissero che i due Giorgi avevano ereditato un grosso patrimonio e che lui visitava spesso orfanotrofi per aiutarli finanziariamente ma anche per portare un po’ d’amore. Queste figure del passato mi tengono compagnia nelle notti insonni e scacciano pensieri dolorosi e malinconie. NONNA RACHELE |
Post n°74 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da marineblue
Per farvi dimenticare la storia terribile, cerco di farvi stare allegri raccontandovi le mie vicende estive. Questo è il mio regalo di Natale e guai a non ridere, i vecchi sono permalosi…….Dunque in inverno esistono i giorni della merla, a luglio pare invece ci siano quelli della m…da. Già al mio arrivo in campagna ho avuto qualche preoccupante divergenza di opinioni col water e notavo che l’attrito si aggravava. Una mattina mi sono alzata e pareva una comune, noiosa giornata da passare nella beata pigrizia, finchè non sono andata in cantina e tutto si è improvvisamente vivacizzato. La m…da correva sul pavimento e ho avuto l’ impressione che lo facesse con compiacimento emanando effluvi concentrati che non avevano niente a che fare con CHANEL N. 5. Le parolacce che la distinta signora Rachele ha esternato, per fortuna solo fra i denti, facevano concorrenza a uno scaricatore del porto. ( Quando ce vò ,ce vò ! )Questo mio insolito linguaggio però non ha fermato il torrente. Meno male che posseggo un idraulico, anzi due perché ha un socio. Mi precipito e spiego il problema a una indifferente segreteria telefonica, fredda alla mia dissertazione. A mezzogiorno mi raggiunge la gentile consolante voce dell’ incauto che mi prometteva al più presto una sua graditissima visita. Intanto armata di ramazza, secchio e detersivo ho tentato di rendergli la visuale accettabile. Tutti sanno quanto sono schifiltosa e mi veniva voglia di buttarmi nel pozzo che c’è a poca distanza…..ma non avevo il costume. Ridete pure, non c’è comprensione per le mie ambascie! Se devo essere sincera, una volta a che tutto era tornato a posto, ero così contenta…. Strano che la felicità possa dipendere anche da un tubo di scarico ! NONNA RACHELE |
Post n°73 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da marineblue
C'era in paese una famiglia composta dalla madre, un figlio e una figlia. ( Del padre non ho mai sentito parlare, probabilmente era morto da tempo .) Erano talmente buoni che per definirli userò un eufemismo: erano strani. In campagna a quei tempi non si usavano i cognomi ma solo SCOC =MAI ( Soprannomi ) e quelle persone venivano chiamati: I BAMBASOUN dal dialetto, che mi dispiace tradurre, diciamo ingenui…… Abitavano in un piccola casa con un appezzamento di terreno adibito ad orto. La madre aveva alcune particolarità: preparava tutti i lunedì un pentolone di minestrone che doveva durare fino al sabato. Ve lo immaginate, non esisteva il frigo e d’estate non so…..La domenica veniva sempre santificata con un pezzo di carne e i quadrettini in brodo, il pane però lo cuoceva e poi lo nascondeva, in modo diceva, che duro se ne mangiasse meno. La casa era così pulita da far invidia ad una camera operatoria, i vetri talmente tersi che parevano inesistenti. Tutto il giorno, quando non coltivava l’orto, puliva e lustrava, però se non pioveva e anche se faceva freddo dovevano mangiare e lavarsi fuori casa, per non sporcare. Il figlio Pieretto lavorava come bracciante e tutti erano molto contenti di lui, era un po’ lento ma prendeva ciò che gli davano e ringraziava sempre. La figlia Teresa andava a giornata da tutti, veniva anche da noi ad aiutare quando c’erano le pulizie di Pasqua . La Tata era contenta, ma doveva spiegarle sempre cosa doveva fare poi ricordarsi di andarla a fermare perché altrimenti continuava a pulire il pulito. Ricordo ancora i MALEGRESA’ (accidenti ) che lanciava la Tata, che l’aveva dimenticata e lei erano due ore che lucidava i candelieri. Povera Teresa così buona, peccato non avesse un timer, perché una volta programmata sarebbe stata perfetta. Sono stata cattiva non ho rinunciato alla battuta ! Pieretto aveva molti amici della sua età ed era felice che lo accettassero anche se lo prendevano in giro, lui non era permaloso e se qualche adulto li sgridava prendeva la loro difesa. Gli facevano degli scherzi, ma sono certa che non avrebbero mai pensato che uno di questi potesse finire in tragedia . C’era una ragazza molto bella e molto capricciosa; figlia unica di contadini abbienti si divertiva a tenere sulla corda i pretendenti. Pieretto l’adorava, ma si accontentava di guardarla a bocca aperta e mai si sarebbe sognato di avvicinarla se i suoi amici d’accordo con lei non gli avessero detto che si era innamorata di lui e di farsi avanti. Balbettando per l’emozione cercò di parlarle. Lei stette al gioco per un po', ma poi si stancò e gli disse che aveva scherzato. Il giorno dopo quando Susanna aprì la finestra, lo vide impiccato a un albero. Questo per me era già tremendo, ma il seguito mi fa ancora più male. Il povero ragazzo venne fatto scendere dall’albero, caricato su una carriola e portato a casa da alcuni ragazzetti che ridendo salmodiavano imitando il prete ai funerali. Quello che mi indigna è che nessun adulto sia intervenuto a mettere fine a questo scempio…..ma avevano fretta di liberarsene. Ecco Ale, l’ho raccontato, però adesso sto male e sono passati più di settant’anni e questa storia non piacerà a nessuno. Allora perché l’hai fatto….? Perché vorrei essere assolta da voi. Io ho sentito i ragazzi cantare e mi sono arrabbiata perché pensavo facessero il funerale ad un animale e non sono andata a vedere non tollerando questo trattamento nemmeno per un cane o un gatto. NONNA RACHELE
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Post n°72 pubblicato il 22 Novembre 2008 da marineblue
NONNA RACHELE |
Post n°71 pubblicato il 13 Novembre 2008 da marineblue
Cara Nemesi, tu sei senz’altro una persona molto accurata nel selezionare ciò che mangi e mi sei anche molto simpatica, attenta però a non esagerare…perché si muore poi anche di fame! Una cosa però mi lascia perplessa, non parli mai di sigarette. Fumi ? Sono queste bombe a orologeria che mi hanno dato i più grandi dolori e mi hanno tolto tanto. Dico, mangiare, magari cercando di stare attenti è necessario …. Fumare NO! |
Post n°70 pubblicato il 10 Novembre 2008 da marineblue
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NONNA RACHELE SU SKY
Sky History Channel sostiene la Banca della Memoria.
Nonna preparati perchè presto ti si vedrà su Sky!!!
QUESTO BLOG.........
......... è nato per gioco, per unire in un progetto comune Madre, Figlia e Nipote.
A neanche 24 ore dal primo messaggio postato da mia nonna, il Blog si è riempito di visite e commenti e credo che se inizialmente poteva essere titubante e confusa nel partecipare a questo “gioco”, ora grazie a voi, ne ha preso consapevolezza e imparare ad usare il computer non la trova più un’idea così terrificante. (A parte ieri sera che nello spegnere il computer continuava ad apparirle un messaggio che le diceva che aveva una finestra aperta e l’ho sentita dire “ma come ????? Tutte le mie finestre sono chiuse !!!!” ).
Finchè lei ne avrà voglia continueremo questa avventura. Io che la conosco bene so che ha tante cose da raccontare interessanti, proprio perché a volte non è quello che si racconta, ma come lo si racconta.
Buona lettura.
Veronica, la nipote.
REGGIO EMILIA HA SCOPERTO NONNA RACHELE
Stamattina Nonna Rachele si è svegliata con una sorpresa!
Si è ritrovata insieme a sua nipote, (quella vera ) in prima pagina sul Resto del Carlino di Reggio Emilia.
Il primo tuffo al cuore è stato quando ha visto questa:
Il secondo tuffo al cuore è stato quando ha visto questo:
LIBRO DI MIA NIPOTE
Alla televisione mettono la pubblicità, sui giornali mettono la pubblicità, nella buca delle lettere mettono la pubblicità (che rabbia!!)
Perdonerete se metto sul mio Blogghino un po' di pubblicità pure io.
Per una giusta causa però!
Libro di mia nipote:
"Canto XXXV Inferno. Donne affette da Endometriosi" Di Veronica Prampolini
Edito da Mammeonline
www.donneaffettedaendometriosi.it
http://blog.libero.it/librodade/
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