Creato da lost4mostofitallyeah il 04/03/2009
CON QUEL TRUCCO CHE MI SDOPPIA LA FOCE
 

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Messaggi di Dicembre 2014

Il Tragitto Vol.68

Post n°252 pubblicato il 19 Dicembre 2014 da lost4mostofitallyeah

 





Con calma, e con una voce serena e profonda, proseguì :"Nessuno credeva nella violenza e v'era una certa solidarietà pure per una Città di medie dimensioni. Gli scontri con i Nani Briganti hanno incattivito tutto e reso evidente la voglia di forca, gogna, pestaggi e giustizia sommaria. Dispiace dirlo, ma quello che rappresentava Zsa Zsa Murena con la sua utopia socialista e le tante speranze, è andato a finire su per la cappa del camino." Frankie lo squadrò con attenzione :"Ma è accaduto un fatto che ha capovolto Tutto, Romario: la Guerra è finita, ora è in vigore la Tregua. Perché la Gente di qui non vuole darsi una speranza?". "Semplicemente non si fidano. Voi magari non lo sapete ma è l'ottava tregua dall'inizio della Guerra, sei anni fa. Il Popolo ha sempre visto ricominciare gli scontri e ora è stanco, non ha più voglia di illudersi e anzi teme che sia solo una manovra dei Nani Briganti per preparare una sanguinosa incursione quando le armi saranno apparentemente abbassate. è così che va, purtroppo. Per questo è consigliabile che mettiate le gambe in spalla e vi portiate alla stazione per levarvi di torno fin tanto che c'è ancora un po' di smarrimento a Selawille e il Sindaco vi protegge." molti avrebbero voluto replicare ma la complessione pacifica ma carismatica di Romario Li dissuase. Capivano in un solo istante che il gigante buono aveva ragione e che non valeva la pena di spendere altro tempo in recriminazioni o filosofia spicciola.  Stavano allestendo le loro carabattole quando dalla Cripta emerse Bishop insieme a Kruderhof , Randall e Gomez trasportando una lettiga dentro cui era adagiata Zsa Zsa Murena dietro una tenda a ossigeno. "La portiamo dentro". mormorò Bishop, dal cui viso era sparita ogni traccia di allegria. Louise si avvicinò, arrestò per un attimo la piccolissima processione e prese la mano che spuntava dall'armamentario ospedaliero. La strinse fortissimo e poi la baciò.
Quindi, con un rapido cenno di saluto, gli Infermieri sparirono oltre il portone della Chiesa. "Siamo Finiti". Biascicò Rabail, e le sue parole caddero come sassi nella neve. Vi fu un attimo di silenzio generale da cui emerse un gesto nervoso di Tyner :"Non cominciamo a dire stronzate: preparatevi e Io e Watson vi faremo strada. Mettete insieme le vostre cose e Tu, Frankie, caricati Pearson sulle spalle. Non può correre e sarebbe solo un impaccio trascinarcelo dietro a piedi. A un mio cenno usciamo con passo veloce. Romario e Dorsey vi faranno da Ali mentre il Colonnello Strano rimane in Chiesa. Ormai ha deciso di stabilirsi qui ed è inutile coinvolgerlo. Tutto chiaro?". I Viaggiatori annuirono gravemente e ultimarono i preparativi salutando senza trasporto il Colonnello Strano. Non era mai stato veramente parte del loro gruppo: Se l'erano strascicato da una parte all'altra senza che da parte sua ci fosse un vero coinvolgimento. Aveva in testa solo il suo acquartieramento e le sue scartoffie, così non ci furono rimpianti né scene madri al momento della separazione. Accadde semplicemente così, come si spegne un fiammifero. Poi tutti si disposero accanto all'enorme portone della Chiesa e attesero il momento opportuno. Quando le strade parvero desolate e deserte il Sindaco schioccò le dita e il corteo uscì alla spicciolata sulla strada. Frankie ne rimase come abbagliato: l'Idea di potere finalmente mollare quella trappola gli sembrava talmente straordinaria per essere vera, e per un istante venne avvolto dal capogiro per riprendersi, comunque, in pochi secondi e unirsi agli altri nel passo veloce. Senza alzare gli occhi
e girarsi indietro percorsero i cento metri fino al Municipio e lo aggirarono lancia in resta. Dorsey e Romario tentavano di tenere il più possibile coperti i Viaggiatori allargando le braccia con finta noncuranza, mentre Tyner e il Reverendo impugnavano saldamente la Sommità come fossero impegnati in una festa civile. Si inoltrarono lungo il Corso Makaroff e poi girarono verso il lungofiume. Era un'idea di Tyner e un tragitto lievemente più dispersivo per portarsi alla stazione. Ma era anche una possibilità in più per evitare le stradine a gomitolo del Centro e la possibilità di fare incontri indesiderati. Mentre costeggiavano il corso d'acqua alcuni pescatori erano impegnati nella Loro attività e Li degnarono appena di uno sguardo concentrandosi nel loro passatempo preferito. "Cazzo, forse ce la facciamo." Imprecò gioioso Rabail, cercando di stringere Louise a sé e iniziando quasi a correre. Dal gruppo di pescatori si levò una testa nascosta da un cappello a larghe tese. Sotto vi balenò un sorriso. Eugenia Purdy stava osservando sardonica i suoi peggiori nemici darsi alla fuga come dei ladri.







 
 
 

Fletcher LXIX

Post n°251 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da lost4mostofitallyeah

 







"Scommetto che girava per caso da queste parti e aveva voglia di oceano" disse Fletcher. "Centrato in pieno. A volte mi piace mettermi in stand-by e percorro tutta la litoranea per staccarmi a forza i pensieri dalla testa. Grazie alla salsedine. Girare a zonzo e non farsi troppe domande e nemmeno, ovviamente, pretendere risposte." Affabulò il dottore. Nel frattempo anche Christine e Peter erano scesi dall'utilitaria. "Allora non si sarà fatto domande nemmeno sulla nostra ragione per essere da queste parti." Percace aprì un pacchetto di caramelle dopo averlo estratto dal taschino e offrì in giro. Tutti presero per gentilezza il cadeau. "Vede, Fletcher, quando mi rilasso lo faccio seriamente, e non c'è nulla, sottolineo Nulla, che mi possa far barcollare o tornare agli impegni di lavoro. ci fossero anche ottocento pattuglie di Divise a darvi la caccia per me sarebbe indifferente." "Non è vero, bugiardo!" Berciò Peter, puntandogli contro l'indice. "Toh, il piccolo Peter! Non ce l'avrai mica con me per la storia della tua fidanzata?". "Verrò a riprendermela, bastardo!". "Accomodati. Il mio Centro è aperto a Tutti. Mi può fare solo piacere che tu ti faccia vivo a visitarlo." E Percace  tornò nuovamente a sorridere, questa volta storcendo leggero le labbra quasi avesse gustato qualcosa di un po' spiacevole. "Ma cosa stiamo qui a fare?" riprese, tornando al pieno controllo di sé "andiamo in spiaggia e godiamoci la bellissima giornata. vi sono tanti di quei richiami e divertimenti a Redmond". "Io con lei non ci vengo." S'incupì Peter e cominciò a spostarsi lungo il muretto che delimitava la striscia di sabbia, dando le spalle anche alla sua compagnia. "Cattivo umore, a quanto sembra" Mormorò Percace. "Beh, si metta nei suoi panni." Interloquì Fletcher "La prima cosa che riesce a fare con lui è mostrargli il braccialetto regalato da Rihanna. Non è uno sfoggio di grande sensibilità per uno psichiatra." "Ha bisogno che qualcuno gli dia un cazzotto ideale nello stomaco. Peter è ancora un bambino." "Non è una ragione sufficiente per ferirlo. Lei tratta a ceffoni i bambini riottosi?". "Non ancora. quando ne avrò, penso che potrò permettermelo." "Magari da Rihanna?" Si inserì Christine. Il Dottore illuminò gli occhi "Nulla è impensabile. Ha mai riflettuto, Christine, sul fatto che con il procedere degli anni finiamo con il diventare esattamente l'opposto di quello che eravamo da fanciulli? A me, perlomeno, è capitato così." "A me no, Dottore. Non sono diversa rispetto a quando avevo dodici anni." "Potrebbe essere un peccato." "O la mia salvezza." Fletcher era frastornato e ascoltava il veloce scambio di battute tra i due con profonda costernazione. "Devo riprendere Peter." Mormorò a un certo punto e si avviò sulle tracce del ragazzo lasciando i due a scambiarsi frecciate. "Non ci abbandoni, Fletcher!". Gli urlò dietro il Dottore. Ma Fletcher stava già percorrendo nervosamente il lungo oceano cercando di orientarsi nella folla di turisti, vacanzieri, freaks ed esibizionisti. Schivò diverse persone, ne spostò altre mentre con gli occhi indagava la folla alla ricerca di Peter. Finalmente, quando già stava per rinunciare, lo trovò seduto su una panchina con un palmo della mano appoggiato sotto il mento e le orecchie attente alla risacca delle onde. Fletcher si accomodò al suo fianco e appoggiò la testa al legno della panchina. "Ci vuole solo innervosire." Pronunciò lentamente alla fine. "Sarà. Ma c'è riuscito molto bene. Almeno con me." "Andiamo, Peter, la starà montando a farmaci e quant'altro. Quella ragazza non è più responsabile di sé stessa." Il ragazzo sputò con lentezza nella sabbia "Mi chiedo come faccia ad essere così sicuro che non lo strangoli. O che non lo sequestri per riavere Rihanna e scapparcene in Congo. Quello che mi infastidisce e mi sconvolge è la sua tranquillità e sicumera. A volte ho veramente paura che sia invincibile o disumano. Nessuno può essere in grado nemmeno di sfiorargli la corazza." "Illusioni. è un individuo che conosce le debolezze degli uomini e delle donne, e sa come sfruttarle. Questo glielo riconosco: è un fine e acutissimo psicologo, più che uno psichiatra, e c'ha messo tutti nel mazzo." Peter sospirò amaramente e si alzò in piedi :"Avanti, Fletcher, leviamoci. Non serve a nulla restare qui a recriminare. Torniamo da lui e dalla tua donna. Se li lasciamo soli non te la ritrovi più. Come tutti i serpenti quel medicastro sa quando il momento di far trillare i sonagli e quando è il momento di ingoiare la preda." L'Uomo annuì e si sollevarono nello stesso istante. Li attendeva la spiaggia e un po' di lezioni di vita del Dottor Percace.




 
 
 

Fletcher LXVIII

Post n°250 pubblicato il 05 Dicembre 2014 da lost4mostofitallyeah

 





Salirono in macchina e presero a percorrere le strade a velocità di crociera. Si infilarono nella Città vecchia e scavalcarono senza un motto il mercato del pesce, tutti e tre guardandolo mentre sfilava al loro fianco. Fletcher bofonchiò :"Non dà l'impressione di essere un posto attraente. Direi che l'abbiamo scampata bella." Christine si stava guardando nel piccolo specchio per rifarsi il trucco e presa da un'improvvisa illuminazione urlò all'autista :"Portami verso l'oceano, Fletcher. è tanto di quel tempo che non lo vedo...." "Cosa sarà mai? Vista un'onda si sono viste tutte." "Non è vero, a
more mio. Il Pacifico conserva un'atmosfera tutta particolare. Poi la spiaggia di Redmond, con tutti quei fricchettoni, quei figli dei fiori e i culturisti." Fletcher espirò borbottando :"Andiamo, sono tutte pagliacciate. Se ti porto all'oceano andiamo a San Miguel. Quello sì che è un ambiente.
Rocce a picco, boschetti di faggi. tutto l'armamentario per una buona meditazione. riesci a sentire il volo di una mosca." "Ma è proprio quello che non mi interessa, al momento. Ho voglia di gente e casino, facce e musica." Replicò Lei. Fletcher che non voleva creare le basi per una prima lite dopo la scoperta del loro Amore mise la freccia e fece un'inversione a U finendo sul ghiaino accanto alla strada principale. Una macchina, immediatamente in coda, poco dopo fece la stessa manovra e gli si piazzò al culo. "Toh" Sorrise Fletcher "Un altro che ha cambiato idea e ha optato per la visione del grande Oceano." Peter, che era piazzato sul sedile posteriore, si girò e stette a lungo a rimirare l'auto sportiva. "Guarda che pezzo! Una Porsche Carrera GT grigio metallizzato, e anche il tipo che è alla guida sembra un gran figo. Mi suona persino familiare." Christine ridacchiò e rilassò il cervello sul poggiatesta mentre tutto intorno sfrecciavano palme, motel, saloni di massaggi e venditori di paccottiglia western e tortillas. guidarono per mezzora prima che a Fletcher si accendesse una piccola lampadina :"Cazzo. Sono chilometri che quell'imbecille non ci si schioda da dietro. Non so perché ma inizio a preoccuparmi." Christine si riscosse da un accenno di abbiocco e girò istintivamente la testa come già stava facendo Peter. "Può essere un caso, Fletcher. Sta facendo la nostra stessa strada fino all'oceano." "Già, ma con quel siluro avrebbe potuto superarci quando voleva." Fu in quel momento che serpeggiò una lieve inquietudine  tra gli occupanti dell'utilitaria e la sensazione sgradevole si consolidò quando dentro a Rocal si fermarono a un semaforo che fronteggiava tre corsie. Fletcher scelse quella di destra
mentre la Porsche nuova fiammate si piazzava al centro e una vecchia Lincoln per collezionisti
si inseriva a sinistra. Il tettuccio della Porsche venne calato e un uomo elegante, con una leggera camicia di lino bianca a inserti azzurri apparve alla loro vista. Aveva dei baffi biondi leggeri e curatissimi, la pettinatura con scriminatura da una parte e la pelle bianchissima di chi fa una scelta e non si seppellisce in ufficio causa lavoro. Il polso al braccio sinistra sosteneva un braccialetto in oro bianco e alcuni morbidi ornamenti etnici, gli occhiali da sole a goccia ne celavano gli occhi che però si potevano immaginare in armonia con il resto del corpo. L'Uomo senza dare l'impressione di fare il minimo sforzo si voltò lentamente verso la macchina dei Fuggitivi e prese a sorridere con affetto e condiscendenza. Fletcher, che non l'aveva perso di vista per un secondo, ebbe un sobbalzo e si sentì le vene inondarsi di freddo, come un gelato all'amarena che si squagliasse in due secondi. "Oh, no" riuscì solamente a sillabare. Christine si sentì male e Peter tenne fissi gli occhi spalancati su quella visione deturpatamente angelica.
Poi il semaforo tornò verde e la vecchia Lincoln accelerò con uno stridio di gomma lasciandosi dietro un cattivo odore di pneumatici consumati e i suoi due vicini. Questi continuavano ad osservarsi destando l'impazienza della colonna che s'era andata formando. Ben presto cominciarono le strombazzate e gli insulti, finché Fletcher diede di gas e sentì entrare il cambio automatico. Era pallidissimo in viso, come se avesse ingollato un intera bottiglia di tequila con il verme dentro. Peter e Christine non dicevano motto ma continuavano a fissare la Porsche che ora si era rimesso nella loro scia. Per una buona ora nessuno parlò e quando arrivarono nei pressi di Redmond, Fletcher, con le mani scosse da un leggero tremolio, fece delle manovre di parcheggio particolarmente lunghe e laboriose perché nulla sembrava andargli per il verso giusto in quegli istanti. La Porsche, invece, in pochi secondi era già splendidamente piazzata di fronte all'Oceano. Fletcher rimase per un minuto buono con lo sguardo perso oltre il parabrezza e le mani abbandonate lungo i fianchi, poi, sospirando gravemente, aprì lo sportello e discese con lentezza esasperata. Nel frattempo il passo agile e deciso dell'altro individuo lo aveva portato nei pressi dell'utilitaria e sistemato non distante dalla traiettoria dell'Uomo che si metteva verticale sul asfalto del parcheggio. "Buon giorno, Fletcher, siamo particolarmente mattinieri oggi?". L'Uomo squadrò esangue il Dottor Percace e rispose con flebile cenno di assenso. "Sa com'è, Dottore, il mattino ha l'oro in bocca, oltre che sui polsi". "Ah intende questo? e sollevò il braccio mentre anche Peter lasciava l'automobile. "Non ci crederà, ma è un regalo di Rihanna". E sorrise seducente, come solo Lui poteva fare.





 
 
 
 
 

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