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Post N° 80

Post n°80 pubblicato il 30 Dicembre 2006 da canepaz

Saddam, le reazioni all'esecuzione

Per Washingtion si tratta di "una tappa importante" nel cammino verso la democrazia, per il Vaticano di "una notizia tragica"
WASHINGTON
L’esecuzione di Saddam Hussein ha suscitato reazioni contrastanti in tutto il mondo: per Washingtion si tratta di «una tappa importante» nel cammino verso la democrazia, per il Vaticano di «una notizia tragica». Molti paesi hanno «preso atto» dell’impiccagione dell’ex presidente iracheno, pur ribadendo la loro contrarietà alla pena di morte.

STATI UNITI - L’esecuzione di Saddam Hussein è «una tappa importante nel cammino verso la democrazia in Iraq, paese che può autogovernarsi, essere autosufficiente e difendersi da solo, essere un alleato nella guerra contro il terrore», ha dichiarato il presidente George W. Bush in un comunicato. L’impiccagione di Saddam «segna la fine di un anno difficile per il popolo iracheno e per le nostre truppe», ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca.

VATICANO - L’esecuzione del presidente iracheno Saddam Hussein è «una notizia tragica», ha detto padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. L’impiccagione dell’ex presidente iracheno «è una ragione di tristezza anche se si tratta di una persona che si è resa colpevole di gravi offese». «La posizione della chiesa cattolica, che è contraria alla pena di morte in qualsiasi circostanza, deve essere nuovamente ribadita», ha detto il direttore della sala stampa vaticana. «La messa a morte di un colpevole non è la via per ricostruire la giustizia e riconciliare la società».

GRAN BRETAGNA - Saddam Hussein «ha pagato» le proprie colpe, ha detto il capo della diplomazia di Londra, Margaret Beckett, ricordando però che «il governo britannico non sostiene il ricorso alla pena di morte in Iraq né in alcuna altra parte». Un portavoce di Downing Street ha precisato che Beckett si è «espressa per il governo nel suo insieme, compreso il primo ministro», lasciando intendere che Tony Blair non reagirà personalmente.

FRANCIA - «La Francia, che è favorevole come tutti i suoi partner europei all’abolizione universale della pena di morte, prende atto dell’esecuzione di Saddam Hussein», ha dichiarato il ministero degli Esteri. Parigi invita gli iracheni «a guardare al futuro e lavorare alla riconciliazione e all’unità nazionale».

ISRAELE - «Giustizia è stata fatta», ha dichiarato un alto responsabile israeliano. «Parliamo di un uomo che ha messo il Medio Oriente a fuoco e a sangue varie volte, che ha anche utilizzato armi chimiche contro il suo popolo e che è responsabile della morte di molte migliaia di persone».

IRAN - Teheran ha salutato l’esecuzione di Saddam Hussein come una «vittoria degli iracheni». «Gli iracheni sono i vincitori, come lo sono stati quando ha perso il potere», ha dichiarato Hamid Reza Assefi, vice ministro iraniano degli Affari Esteri.

RUSSIA - Il ministero degli Esteri russo ha espresso il suo rammarico per l’esecuzione di Saddam Hussein. «Sfortunatamente, i numerosi appelli dei rappresentanti di diversi Paesi e organizzazioni internazionali, affinché le autorità irachene rivedessero la sentenza alla pena capitale, non stati ascoltati», ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri. «L’esecuzione di Saddam Hussein potrebbe condurre a una degradazione della situazione politico-militare e a un inasprimento della tensione settaria», ha affermato in un comunicato il ministero degli Esteri russo. «La Russia, come numerosi altri Paesi, si oppone all’uso della pena di morte per principio, indipendentemente dalle ragioni che (hanno condotto a) una tale decisione», ha aggiunto il ministero.

HAMAS - L’esecuzione di Saddam Hussein è «un assassinio politico» e «viola tutte le leggi internazionali», ha affermato il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum. «Gli Stati Uniti hanno oltrepassato tutte le linee rosse», ha aggiunto.

LIBIA - Tripoli ha deciso di decretare tre giorni di lutto nazionale per «il prigioniero di guerra Saddam Hussein». Annullate tutte le celebrazioni per la festa dell’Eid al Adha.

GIAPPONE - Tokyo ha preso atto dell’esecuzione. «Si tratta di una decisione del nuovo governo iracheno, in conformità con lo stato di diritto. Noi la rispettiamo», ha detto un portavoce del ministero degli Affari Esteri.

AUSTRALIA - Sydney, che si oppone alla pena di morte, «rispetta» però la decisione delle autorità irachene, ha detto il ministro degli Esteri Alexander Downer, secondo cui il processo e la procedura d’Appello sono stati «equi».

MALAYSIA - L’esecuzione di Saddam Hussein rischia di innescare una nuova spirale di violenze in Iraq, dove il governo ha la necessità di restaurare rapidamente un clima di fiducia, hanno reso noto fonti ufficiali di Kuala Lumpur.

INDIA - Nuova Delhi, che aveva instaurato buone relazioni bilaterali con Saddam, ha condannato «un avvenimento doloroso». «Avevamo già espresso la speranza che l’esecuzione potesse essere fermata. Siamo rammaricati», ha detto il ministro degli Esteri Pranab Mukherjee.

HUMAN RIGHTS WATCH - «Saddam Hussein si è reso responsabile di numerose, terribili, violazioni dei diritti dell’uomo, ma questi atti così brutali non possono giustificare la sua esecuzione, una punizione crudele e disumana», ha detto un portavoce dell’organizzazione per la tutela dei diritti umani, Richard Dicker. Il processo, ha aggiunto, è stato «profondamente irregolare».

UNIONE EUROPEA - «L’Ue condanna i crimini commessi da Saddam e anche la pena di morte», ha detto la portavoce dell’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera e di Sicurezza Javier Solana, Cristina Gallach.

 
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Commenti al Post:
canepaz
canepaz il 30/12/06 alle 11:56 via WEB
un altro testimone chiave dei misfatti USA in medio oriente è stato fatto tacere.... nel pieno rispetto delle abitudini imperialiste di est e ovest, le persone che possono spiegare al mondo ciò che realmente succede, diversamente da quello che la televisione politica ci vuol far credere, vengono fatte tacere... grave errore che costerà al mondo intero altri anni di sangue...
(Rispondi)
 
Lobozap
Lobozap il 30/12/06 alle 14:03 via WEB
il nostro compito, nel piccolo delle nostre possibilità, è quello di informare il popolo di queste interruzzioni di democrazia fatte in nome del dio danaro, sopprusi subiti in primo luogo da noi, semplici cittadini inermi davanti al mostro creato dal capitale.
(Rispondi)
 
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