"Istruitevi perchè avremo bisogno

della vostra intelligenza.

Agitatevi perchè avremo bisogno

del vostro entusiasmo.

Organizzatevi perchè avremo bisogno

di tutta la vostra forza"

(Antonio Gramsci)

 

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Chi non ha memoria, non ha futuro

 

...Ogni cosa è illuminata

dalla luce della storia...

 
Creato da: Rebeldia il 26/05/2006
Morte al fascio, oggi più che mai! Ora e sempre, RESISTENZA!!!

 

 

caruso

Post n°123 pubblicato il 27 Agosto 2007 da litigioso

il problema grave dell' itali è che si dà la possibilità a gente come Caruso di aprire bocca..... va in televisione a fare processi alla gente, a innalzarsi come paladino della giustizi quando gente come lui devastava Genova qualche anno fa..

in piu se ci mettiamo che abbiamo fatto entrare in parlamento un transessuale......

ma come pretendiamo di andare avanti??!!!

 
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        ya basta!!!!!!!!

Post n°122 pubblicato il 11 Agosto 2007 da Lobozap

Ora basta! ne ho pieni i coglioni di essere buono!

Ogni qual volta un qualsiasi esponente della sinistra (quella vera) apre bocca per stigmatizzare problemi reali, collusioni mafiose, per criticare l'operato di un incapace esperto del lavoro come Biagi è stato, ecco la levata di scudi ipocrita e vergognosa da parte della nuova democrazia cristiana in accordo con il nuovo partito fascista. Fini, Berlusconi, Bossi, Dalema, Prodi, Veltroni , Fassino,Mastella, Dipietro, Rutelli: lascio scegliere a voi chi tra questi è democristiano o fascista, ma la scelta è difficile.

Biagi non era un assassino, ma ha fatto una legge assassina, su questo non ci piove. e chi ha un minimo di capacita critica sà benissimo che Caruso questo intendeva.

Mentre invece inviterei tutti ad analizzare molto bene tutto il frasario leghista vomitato dai leader di questa grandissima palla di merda che è la lega nord.

Pulizie etniche verso gli omosessuali, cannoneggiamenti ai barconi di clandestini, molotov nei campi rom, incendi alle moschee, un radicato odio verso il sud, immigrati definiti Bingo-bonghi da un ministro.

Il tutto passato nelle cronache di certi media come goliardate di un gruppo di simpaticoni.

Merde, siete merde, e merde sono anche chi vi vota, dal primo all'ultimo.Finti rivoluzionari da salotto,votati da patetici celebrolesi vestiti da celti o da cornuti.

Un'accozzaglia di ignoranti che pensano che il plurale di dito sia la mano, migliaia di mezze seghe che raggiungono l'erezione una volta all'anno a Pontida, e qui mi fermo per non diventare offensivo.

Hasta la victoria compagno Caruso

 
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Post N° 121

Post n°121 pubblicato il 10 Agosto 2007 da Rebeldia

Punti di vista

Va bè, dai... Francesco Caruso è Francesco Caruso. Vuol dire che ogni tanto se ne deve uscire con qualche nuova trovata.

Come quella di piantare la maria nelle fioriere di Montecitorio.

Che poi alla fine non era neanche una cattiva idea... Pannella sarebbe stato felicissimo.

Comunque, dicevo, Caruso è uno che fermo non ci sta. Gira, come una trottola. E in fin dei conti cosa ci potevamo aspettare dall'esponente del Movimento?

Poca serietà? Ma andiamo! Caruso è uno che non vedremo quasi mai incravattato. Lui rappresenta ciò che pensa, non come certi elementi dai capelli prestati che si fanno vedere sempre belli, col sorriso, sempre bravi, come appena usciti da una di quelle riviste patinate con un sacco di fotografie ma senza contenuto e che poi ce lo mettono in quel posto.

Caruso dirà sempre quello che gli frulla per la testa. Che sia giusto o sbagliato... quello è da vedere.

Simpatizzo per Francesco, anche stavolta che Franco Giordano s'è tanto incazzato.

In effetti dare degli assassini al defunto Biagi e all'ancora vivente Treu è stata una mossa un pò azzardata, ma in fondo non è questo che pensano in gran segreto la maggior parte dei militanti  di estrema sinistra? In fondo ha dato solo voce alla marea di pensieri di migliaia di noi. Noi, el pueblo, che arriviamo strozzati alla fine del mese, a volte costretti a cercare gli spiccioli nel vecchio giacchetto di jeans o nella borsa che non si porta da un pò, nella segreta speranza di trovare magari 5 euro... che sono nostri, solo che ce li siamo dimenticati lì da chissà quanti mesi ma che sembrano regalati! Siamo mica brigatisti, noi.

Sì, lo so, sono parole dure, ma mi chiedo dov'erano gli esponenti della nostra sinistra quando è stata approvata la riforma Biagi sul lavoro? Perchè non si sono incazzati tanto quanto adesso?

Eppure mi risulta che parecchi di loro, quando erano giovani, nutrivano le file di Potere Operaio e Lotta Continua.

Sicuramente non abitano in periferia, nella bettola del sig. Mario Rossi (o John Smith, se preferite) che ha tre figli ed è costretto ad andare avanti con un lavoro da fame che non sa se avrà il mese prossimo, quando gli rinnoveranno il contratto... Non raccimolano spiccioli dal giacchetto di jeans...

 
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Post N° 120

Post n°120 pubblicato il 06 Agosto 2007 da Rebeldia

Petizione urgente!

Queste donne hanno bisogno di noi. Non lasciamole sole.

Per le donne di Ciudad Juarez
  
Rete Nuestras Hijas Italia, 2 agosto 2007



   
Dal 1993 a Ciudad Juárez, città di frontiera tra Messico e Stati Uniti, sono stati ritrovati centinaia di corpi di giovani donne, torturate e violentate. Si parla di seicento, settecento, di migliaia di vittime del femminicidio. In città, in corrispondenza di una triste mappa che ne segna i ritrovamenti, sono state piantate croci rosa che l'amministrazione vuole buttar giù, perché rischiano di infangare il buon nome della città che conta infiniti night club per gringos.
 
Nonostante le promesse da parte del governo centrale e locale, e la legge General de Acceso a las Mujeres a una Vida Libre de Violencia, la maggior parte dei casi non sono stati chiariti, né identificati i colpevoli. Sono morti rese invisibili dall'impunità, mentre non sembra aver fine il ritrovamento di cadaveri: solo dall'inizio del 2007, la cifra ufficiosa - come se ne esistesse una ufficiale - sfiora il centinaio tra cadaveri e desaparecidas.

  Complici tutti: la condizione di frontiera di Ciudad Juárez; gli investimenti imprenditoriali senza etica; l'illegalità e l'intimidazione del narcotraffico; la fallibilità e la corruzione di giudici, polizia, alti funzionari ed imprenditori.

Un oltraggio che percuote la memoria delle donne uccise, e che colpisce anche le altre vittime di questi crimini: i figli, che rimangono a fare i conti con la foto sbattuta in prima pagina della propria madre con i pantaloni alle ginocchia e i
capelli stopposi di sangue, sperma e deserto.
 
L'informazione rappresenta una grave minaccia per chi sguazza nell'impunità. Le madri, i familiari, i sostenitori che lottano per chiedere giustizia, pagano a suon di minacce di morte, la denuncia di corruzione dei funzionari pubblici e del coinvolgimento nei casi di femminicidio di gruppi di narcotraffico. È di pochi giorni fa la richiesta dell'associazione delle madri Nuestras Hijas de Regreso a Casa, che dopo gli interventi internazionali ha ricevuto nuove intimidazioni, di
azioni urgenti a tutela della propria incolumità.

  Marisela Ortiz Rivera, tra le fondatrici dell'associazione NHRC, ha portato lo scorso maggio la propria testimonianza, prima a Cagliari, poi a Torino e a Roma, e ha incontrato a Palazzo Montecitorio un gruppo di parlamentari, che hanno chiesto a Romano Prodi di esortare il presidente messicano Felipe Calderón, in visita in Italia ai primi di giugno, ad attivare azioni di contrasto nei confronti della criminalità organizzata. È di pochi giorni fa la presentazione di una risoluzione proposta dalle stesse parlamentari, tra le quali l'on. Amalia Schirru, alla ommissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, in cui si invita il Governo a rinnovare il suo impegno "affinché vengano messe in atto le misure possibili per porre fine a questa ininterrotta e tuttora impunita catena di omicidi".
 
La Ortiz ha spiegato durante la sua visita in Italia, come si ritiene che dietro queste assurde morti, vi sia forse un rito d'iniziazione riservato ai componenti delle bande del narcotraffico, che scrivono la loro missiva sul corpo di giovani donne attraverso mutilazioni, torture e violazioni, marcando il territorio con
decibel di urla e dolore.

  La verità è che non solo sono state uccise. Non solo sono state violentate ripetutamente con oscena brutalità. Ma torturate per settimane dai loro carnefici,in un'altalena di dolore al limite della sopportazione: 5 infarti prima di morire,la pelle strappata via a pezzetti, le labbra e i seni mutilati a morsi, per un trofeo che celebra la crudeltà e la sevizia. Quanto più il carnefice riesce a prolungare il martirio della sua giovane vittima (sono numerose le bambine) tanto più può vedersi riconosciuto il suo glorioso status di malavitoso. Una promozione,firmata su un cranio reso convesso a botte.
 
Eppure queste giovani donne sono arrivate a Ciudad Juárez per lavorare, per pochi dollari al giorno, nelle grandi fabbriche di assemblaggio che pullulano nel territorio urbano, las maquiladoras. Queste scatole industriali sono il risultato di un accordo economico per frenare l'immigrazione messicana verso gli Stati Uniti.

  Un efficace muro di confine che, assieme al filo spinato, è capace di stroncare a forza di turni massacranti quel desiderio di benessere e riscatto, che sbatte il muso qui, proprio sull'orizzonte dell'American dream. Sono lavoratrici spesso irregolari, senza altre alternative che queste fabbriche, sfruttate da
investimenti imprenditoriali che ributtano sui nostri mercati quei televisori in offerta sul volantino, così economici, chissà perché.
 
Allora basta. Non una di più. Si accolga l'appello di azioni urgenti e la petizione online contro il femminicidio e contro le intimidazioni che subisce chi lotta instancabilmente per chiedere giustizia.
 

  Firma la petizione:
http://www.mujeresdejuarez.org
Rete Nuestras Hijas Italia.

Per informazioni: nhrc.italia@gmail.com  

 
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Post N° 119

Post n°119 pubblicato il 01 Agosto 2007 da Rebeldia

Ricongiungimento familiare...

A Gargnano il sindaco ha deciso di rifare la pavimentazione di piazza e strade.

Per i lavori hanno chiamato una ditta siciliana.

Così sulle coste del Garda sono giunti una quarantina di ragazzi provenienti da ogni parte della Sicilia. Posatori, muratori, manovali... Gran lavoratori, testa sempre bassa, velocissimi. 10 ore al giorno a 5 euro l'ora. Sono rimasti da noi per più di un anno e alcuni di loro non sono neanche tornati a casa per Natale.

Se anche solo una volta questi ragazzi si fossero azzardati a parlare di "ricongiungimento familiare", sarebbero stati licenziati e cacciati a calci in culo.

Eppure, a ben pensarci, ne avrebbero avuto tutto il diritto: tanti hanno lasciato in Sicilia mogli appena sposate, dei figli...

Poi arriva uno stronzo "udicino", un Onorevole tale Cosimo Mele, che non so quanti milioni di vecchie lire guadagna al mese, che sta via di casa un paio di giorni, si toglie lo sfizio di una scopata clandestina e subito si grida allo scandalo. Eh sì, perchè se questo signore avesse avuto la moglie vicina, non sarebbe caduto in tentazione, capito?

In pratica la colpa è del sistema che costringe i nostri politici ad un lavoro logorante e inumano, lontani da casa e quindi facili prede di futili bisogni carnali! Poi figuriamoci, con lo stipendio da fame che prendono, non potrebbero mai permettersi di portarsi appresso le mogli! Non lo sapete che viaggiare costa?!?

Chiedetelo ai muratori siciliani che ne sanno qualcosa...

 
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Post N° 118

Post n°118 pubblicato il 31 Luglio 2007 da Rebeldia

Arrivederci, compagno Visone

La vita di Giovanni Pesce sembra quella del protagonista di un romanzo. Sembra, perchè spesso le vite sono talmente incredibili da sembrare inventate.

Non è un'esagerazione definirlo eroe. Giovanni Pesce lo era. Ancora minorenne andò a combattere in Spagna, contro la sanguinaria dittatura di Franco, poi, tornato in Italia fu comandante partigiano dei Gap a Torino e Milano.

Senz'altro con Giovanni Pesce se ne va un'altro pò di quel periodo Resistente che con tanta veemenza i nostri politici di oggi stanno cercando di "revisionare".Chissà cosa pensava, lui, di tutto questo. Sicuramente non ha mai smesso di lottare, neppure ieri, quando la morte se l'è portato via all'età di 89 anni.

Arrivederci, comandante Visone.

Morte al fascio e Hasta la Victoria Siempre!

 

 
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Post N° 117

Post n°117 pubblicato il 27 Luglio 2007 da Lobozap

scale, scalini, scaloni

Finalmente un argomento che mi trova competente e ferrato: GLI SCALINI.

Proprio così, io sò tutto sugli scalini, sono il mio lavoro.

Da oramai 5 anni ogni giorno in un'officina sulle rive del Garda, io costruisco scalini. Li saldo con una bellissima saldatrice che in queste fredde  giornate di Luglio mi scalda la pelle,  ne limo amorevolmente le saldature che  sostengono i pioli per poi passarle con uno straccio imbevuto di diluente al nitro che per le mie mani è meglio della crema nivea, e dopo avanti con la verniciatura, perchè un buon scalino deve essere ben verniciato: e cosa può esserci di meglio di uno smalto Eposidico bicomponente dato a spruzzo? Sì è vero, 8 ore con una maschera di gomma con filtri al carbonio e ogni singolo poro intasato dalla vernice a qualcuno possono dare fastidio, ma sono sciocchezze, IO SONO CONTENTO.

Finalmente quei buontemponi del quasi Partito Democratico che ricoprono i più importanti incarichi di governo parlano di mè.PARLANO DI SCALINI.

E pensate che culo: il mio non è un lavoro usurante, che bello , un sollievo veramente. Da ignorante io ho sempre pensato il contrario.

Da ignorante ho anche sempre pensato di non riuscire ad arrivare alla pensione, ed invece -colpo di scena- ci arriverò CON LO SCALINO: piano- piano ovviamente, perchè i pioli di uno scalino possono essere ripidi e scivolosi, fidatevi, io me ne intendo, l'incidente è sempre lì pronto dietro l'angolo, nascosto in una lastra di marmo che ti schiaccia, oppure in un ponteggio non a norma che ti fà precipitare al suolo, o meglio ancora in una pressa idraulica che oggi ha deciso di pressare tè.

oggi 5 operai sono morti sul lavoro, 1036 nell'arco dell'anno 2006, più di 3 al giorno, operai che non hanno avuto il tempo di gridare "vi faccio vedere io come muore un italiano": sono morti e basta, nessun titolone sul Corriere Della Sera; Giornale ipocrita ed asservito ai potentati che và in orgasmo ogni qual volta un testa di cazzo come Montezemolo vomita vigliaccate di classe. Il rampollo di casa Agnelli, nonchè Presidente di Confindustria ha recentemente definito chi rivendica il diritto ad andare in pensione prima dei 60 anni "FANNULLONI".

Ma io sono contento, limo e dipingo scalini e non mi usuro.

 
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Post N° 116

Post n°116 pubblicato il 17 Luglio 2007 da Rebeldia

Se l'intelligenza si comprasse al mercato...

Noi del circolo di Rifondazione Comunista di Gargnano ogni anno, alla fine di giugno, organizziamo una festa. Per non chiamarla "Festa di Liberazione" l'abbiamo battezzata "Festa Zapatista" e, a detta di molti, abbiamo adottato scelte molto coraggiose: in pratica nessuna consumazione ha un prezzo fisso, il tutto è a offerta libera.

Il ricavato di ogni festa va in Chiapas e quest'anno era destinato ad un progetto di vaccinazione per la zona nord dove i bambini muoiono per una semplice influenza o per un'infezione. Per questo ci appelliamo al buon senso delle persone che assistono alle serate, mangiano, bevono e si divertono ascoltando la musica dei gruppi che abbiamo invitato. Tanti sono stati generosi, elargendo cifre ben oltre le nostre aspettative, altri invece hanno mangiato e bevuto a sbafo, prendendoci pure per il culo. 

Uno di questi è stato il nostro sindaco (Forza Italia).

Più o meno si è svolta così:

Saranno state circa le 18.30 e l'ho visto arrivare corredato di assessori. Ha passato tipo una mezz'ora abbondante predicando con il compagno Lobozap, mentre la compagna Playslow con smorfie di ribrezzo passava oltre, lamentandosi di quanto siamo stronzi a pubblicare "cose non vere" sul nostro giornalino, cercando di fargli credere quanto lui in realtà sia bravo, buono, comprensivo e saggio. Poi ha ordinato delle birre, qualcosa da mangiare ed è andato a sedersi.

Uno degli assessori, con una decina di euro, voleva dare il suo contributo alla festa. Solo che non è riuscito ad arrivare alla cassetta delle offerte.

Con uno scatto felino indegno della sua mole, il sindaco è scattato in avanti prendendo il poveraccio per un braccio, e dicendogli "Lasa star, lasa star!" (Che in dialetto gargnanese significa "Lascia stare"). 

L'assessore s'è lasciato trascinare per qualche metro, poi, con una botta di responsabilità che francamente non avrei mai sospettato, seminato il sindaco e assicurandosi di non essere visto, è tornato indietro per lasciarci ugualmente la sua offerta (e per questo lo ringrazio non dieci, ma cento volte).

La cosa mi ha piuttosto scosso anche se, a detta di tanti, avrei dovuto aspettarmela. Un sindaco di Forza Italia (specialmente come lui) non può lasciare soldi a dei cani comunisti. E fin qui mi starebbe anche bene, ma impedire pure all'assessore di lasciare qualcosa...

E poi, alla fine, lo sgarbo non l'ha fatto a noi, ma a quei bambini che moriranno di malattie che qui, nell'opulento Occidente, sono ridicole. Sì perchè la verità è che quest'anno non siamo riusciti a raccogliere niente da mandare in Chiapas. E questo lo dobbiamo a tutte le persone come il nostro sindaco, che se ne sono fottute, che non hanno lasciato niente e ci hanno deriso.

La scelta di fare offerta libera è coraggiosa, è vero, ma la nostra festa era destinata ad essere alla portata di tutti coloro che non hanno soldi da sprecare, che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e che comunque hanno diritto di divertirsi.Grazie al nostro sindaco e a quelli come lui, dall'anno prossimo saremo costretti a mettere un prezzo fisso per ogni consumazione.     

 

 
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Post N° 115

Post n°115 pubblicato il 14 Luglio 2007 da Rebeldia

La bilancia della giustizia

Scusate, c'è qualcuno che sa aggiustare bilance? No, perchè quella della giustizia italiana si dev'essere scassata da un pezzo...

Ormai sappiamo che l'Italia è al paradosso, che siamo uno dei Paesi più corrotti d'Europa e che la giustizia  (uguale per tutti, ovvio) è ormai solo il fantasma di sè stessa... ma quando ti sbattono in faccia certe cose non ce la fai proprio a stare zitto.

Mi è successo ieri sera, mentre guardavo il tg e ho appreso la notizia dell'assoluzione di tutti gli imputati implicati nel processo del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia. Ve la ricordate?

Era l'ottobre del 2002 e dopo una scossa di terremoto sotto le macerie persero la vita 27 bambini e una maestra. 27 bambini, capito? Praticamente una generazione distrutta.

Immediatamente si disse che l'edificio non era stato costruito secondo le norme di sicurezza - quel giorno fu l'unico a crollare - ma reso ugualmente agibile senza tener conto dei rischi e i pericoli. Per questo erano stati imputati per omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni colpose l'ex sindaco del paese Antonio Borrelli (che tra l'altro sotto la scuola perse anche una figlia), il progettista della sopraelevazione della scuola ingegner Giuseppe La Serra, il geometra del Comune Mario Marinaro e i costruttori Giovanni Martino, Carmine Abiuso e Giuseppe Uliano.

Assolti perchè il fatto non sussiste.

Che vergogna... Ma la cosa più schifosa è stata che la notizia riguardante la scuola di San Giuliano era associata ad un altro terribile fatto che, a detta della signorina del tg sopracitato, era grave oltre ogni previsione:

il video girato con un telefonino, pervenuto alle autorità e mostrante il martellamento di un crocifisso sul banco di una scuola per mano di uno squinteriato studente. Orrore e sdegno! 27 bambini morti passino, ma vedere il Cristo preso a mazzate no! E così la giustizia italiana si è mossa pesantemente. Individuato il responsabile, i carabinieri di Rovigo lo hanno denunciato per atti vandalici e blasfemia per poi condannarlo ad alcune ore di servizio sociale ogni mattina, per tutta la durata del prossimo anno scolastico. Non potendo più frequentare le lezioni diurne, il ragazzo sarà costretto ad iscriversi ad un corso scolastico serale.

E tutto per aver bastonato un crocifisso. Poi pazienza se lo stesso studente, con degli amici, aveva maltrattato un compagno portatore di handicap. Può succedere, sono ragazzi.

Pazienza per gli altri atti di teppismo che lo avevano visto protagonista e il danneggiamento di mobili e oggetti sempre all'interno della scuola... può succedere, sono ragazzi.

Ma il crocifisso no!

Che tristezza...

P.S. Volevo riportare in questo post una copia del video incriminato apparso per la prima volta su you tube... ma su tale sito non esiste più alcuna prova della sua esistenza!   

 
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Post N° 114

Post n°114 pubblicato il 13 Luglio 2007 da Rebeldia

Dico... cus, ma non mi sposo lo stesso!

Prima li abbiamo chiamati "pacs", poi "dico" e ora  sono diventati "cus"... ma il significato resta sempre lo stesso e così i problemi che si trascinano dietro.

Cus, letteralmente contratti di unione solidale per consentire alle coppie che non si sono unite in chiesa di definire "famiglie" anche le loro... con tutti i vantaggi che ne conseguono. Il nuovo testo sulle unioni civili è stato presentato al comitato della commissione da Cesare Salvi (presidente della commissione di Giustizia del Senato) e ancor prima di sapere con precisione di cosa tratti, da parte della Casa delle Libertà è già polemica (del resto cosa potevamo aspettarci dal partito degli ipocriti?).

I cus di Salvi saranno possibili anche tra persone dello stesso sesso e saranno stipulati come una dichiarazione congiunta davanti a un notaio o al giudice di pace che dovrà inserire in un apposito registro sia gli atti firmati in sua presenza sia quelli redatti dagli studi notarili. Tale contratto potrà essere sciolto da entrambi i conviventi o da uno dei due soltanto, sempre a mezzo notaio o giudice di pace.

I diritti che ne deriveranno saranno simili a quelli dei coniugi sposati e se l'unione solidale sarà registrata da almeno nove anni, le coppie di fatto potranno ereditare i beni alla morte del convivente (per tale operazione Salvi ha introdotto una quota legittima: un quarto del totale se il convivente deceduto aveva figli, fratelli o sorelle; la metà se aveva parenti fino al sesto grado; l'intera somma negli altri casi). Il patto prevede anche il diritto di successione nel contratto di locazione. Le coppie di fatto potranno avere l'assistenza sanitaria e potranno decidere sulla donazione degli organi e sulle celebrazioni funerarie in caso di morte del convivente.

Pare meglio di niente se si sorvola sul fatto che, a mio avviso, nove anni di "contratto" per avere diritto ad una parte dell'eredità mi sembra un pò eccessivo, quando a una coppia regolarmente sposata in chiesa basta un giorno... Inoltre, cosa ancor più importante, è ancora da vedere come sarà in caso della nascita di eventuali figli...

Un passo avanti o una nuova formula per spillare soldi a una coppia che pretende "soltanto" alcuni privilegi che le spetterebbero di diritto? Meditiamo compagni, meditiamo...

 
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LABORATORIO PER UN MONDO FORTIFICATO

Post n°113 pubblicato il 11 Luglio 2007 da playslow

L'ho trovata un'analisi veramente lucida.

Coinvolge gli appassionati di economia, di fantascienza...peccato sia realtà

p.s.

di NAOMI KLEIN

The Nation

Gaza nelle mani di Hamas, con militanti mascherati seduti sulla poltrona del
presidente; la West Bank sull'orlo del collasso; accampamenti dell'esercito
israeliano allestiti frettolosamente sulle alture del Golan; un satellite
spia sopra Iran e Siria; la guerra con Hezbollah a un tiro di schioppo; una
classe politica rovinata dagli scandali che fronteggia la totale perdita di
fiducia da parte dell'opinione pubblica.

A prima vista, sembra che le cose non vadano bene per Israele. Ma ecco
l'enigma: come mai, in mezzo al caos e alla carneficina, l'economia
israeliana cresce come se fosse il 1999, con un mercato azionario ruggente e
tassi di crescita vicini a quelli della Cina?

Thomas Friedman ha recentemente esposto sul New York Times la propria
teoria. Israele "coltiva e ricompensa l'immaginazione individuale" e perciò
la sua gente produce in continuazione ingegnosi progetti ad alta tecnologia,
a prescindere dai disastri provocati dai suoi uomini politici. Dopo aver
analizzato i progetti degli studenti di scienze ingegneristiche e
informatiche della Ben Gurion University, Friedman si produce in una delle
sue azzardate enunciazioni: Israele "ha scoperto il petrolio". Questo
petrolio, ovviamente, si troverebbe nelle menti dei "giovani innovatori e
imprenditori israeliani", che sarebbero troppo impegnati a fare grandi
affari con Google per lasciarsi trattenere dalla politica.

Ecco invece un'altra teoria: l'economia israeliana non sta crescendo a
dispetto del caos che riempie i titoli dei giornali, ma proprio grazie ad
esso. Questa fase di sviluppo risale alla metà degli anni '90, quando
Israele era all'avanguardia nella rivoluzione informatica, essendo tra le
economie mondiali quella più dipendente dal settore tecnologico. Dopo
l'esplosione, nel 2000, della bolla delle dot.com, l'economia israeliana si
ritrovò devastata, affrontando il proprio anno peggiore dal 1953. Poi arrivò
l'11 settembre e d'improvviso nuove prospettive di profitto si dischiusero
per qualsiasi compagnia che affermasse di essere in grado di identificare
terroristi in mezzo alla folla, rafforzare i confini contro gli attacchi ed
estorcere confessioni da prigionieri con le labbra serrate.

Nell'arco di tre anni, gran parte dell'economia tecnologica israeliana era
stata radicalmente riconvertita. Per dirla in termini friedmaneschi: Israele
era passato dalla produzione di strumenti di connessione per il "flat world"
alla vendita di reticolati per un pianeta ridotto all'apartheid. Molti degli
imprenditori di successo israeliani utilizzano la condizione del proprio
paese di stato-fortezza, circondato da furiosi nemici, come una sorta di
esposizione permanente, un esempio vivente di come si possa godere di
relativa sicurezza anche nel mezzo di una guerra costante. Il motivo della
supercrescita di Israele è che le sue compagnie stanno ora laboriosamente
esportando questo modello nel resto del mondo.

Le discussioni sul commercio di armamenti militari in Israele si focalizzano
di solito sul flusso di armi che arriva nel paese. Gli Stati Uniti
fabbricano i Caterpillar usati per abbattere le case nella West Bank e le
compagnie britanniche forniscono le parti per gli F-16. Si sorvola sul
business delle esportazioni di Israele, che è enorme e in continua
espansione. Israele fornisce adesso 1.2 miliardi di dollari in prodotti per
la "difesa" agli Stati Uniti, un incremento gigantesco rispetto ai 270
milioni di dollari del 1999. Nel 2006 Israele ha esportato 3.4 miliardi di
dollari in prodotti per la difesa, oltre un miliardo in più di quanto abbia
ricevuto in sovvenzioni statunitensi. Ciò fa di Israele il quarto maggior
esportatore di armi del mondo, superiore perfino all'Inghilterra.

Gran parte della sua crescita è dovuta al cosiddetto settore della
"sicurezza interna". Prima dell'11 settembre la sicurezza interna, come
industria, esisteva a malapena. Entro la fine di quest'anno le esportazioni
israeliane in questo settore raggiungeranno gli 1.2 miliardi di dollari, con
un incremento del 20%. I prodotti e servizi più importanti sono le barriere
ad alta tecnologia, i droni teleguidati, i sistemi d'identificazione
biometrica, gli strumenti di sorveglianza audio e video, i sistemi di
schedatura dei passeggeri dei voli aerei e d'interrogazione dei prigionieri.
Precisamente gli strumenti e le tecnologie che Israele ha utilizzato per
isolare i territori occupati.

Ecco perché il caos a Gaza e nel resto della regione non rappresenta una
minaccia per gli introiti di Tel Aviv e potrebbe anzi incrementarli. Israele
ha imparato a trasformare una guerra infinita in una fonte di reddito,
presentando lo sradicamento, l'occupazione e la segregazione del popolo
palestinese come un anticipo di mezzo secolo della "guerra globale al
terrorismo".

Non è un caso che i progetti dell'Università Ben Gurion, che tanto
impressionano Friedman, abbiano titoli come "Nuova Matrice di Covarianza per
il Rilevamento di Bersagli in Immagini Iperspettrali" e "Algoritmi per il
Rilevamento e l'Aggiramento di Ostacoli". Trenta nuove compagnie che
producono articoli per la sicurezza interna sono state aperte in Israele
solo negli ultimi sei mesi, grazie in buona parte a generosi sussidi
governativi che hanno trasformato l'esercito israeliano e le università del
paese in incubatrici di progetti per nuove armi e sistemi di sicurezza (una
cosa da tenere a mente nei dibattiti sul boicottaggio accademico).

La settimana prossima le più solide fra queste compagnie verranno in Europa
per l'Esposizione Aeronautica di Parigi, che per l'industria degli armamenti
è l'equivalente della Settimana della Moda. Una delle compagnie israeliane
che partecipano all'esposizione è la SDS (Suspect Detection Systems) che
presenterà il suo Cogito1002, una specie di chiosco bianco, dall'aspetto
fantascientifico, che chiede ai passeggeri dei voli aerei di rispondere a
una serie di domande generate da un sistema computerizzato, tarate sul paese
di provenienza, facendo loro tenere la mano su un sensore di "biofeedback"

.
L'apparecchio rileva le reazioni del corpo alle domande e un certo tipo di
reazioni servono a etichettare il passeggero come "sospetto".

Come accade per centinaia di altre aziende di sicurezza israeliane, la SDS
si vanta di essere stata fondata da veterani della polizia segreta d'Israele
e di aver testato sul campo i propri prodotti sui palestinesi. Non solo la
compagnia avrebbe sperimentato i terminali di biofeedback ai checkpoint
della West Bank; essa afferma anche che "il progetto è sostenuto e
arricchito dalla conoscenza acquisita e assimilata dallo studio di migliaia
di casi di attentati suicidi in Israele".

Un'altra star dell'Esposizione Aeronautica di Parigi sarà il colosso della
difesa militare Elbit, che ha in programma di presentare i suoi velivoli
senza pilota Hermes 450 e 900. Stando a ciò che riferisce la stampa, in
maggio Israele avrebbe utilizzato questi droni in missioni di bombardamento
su Gaza. Una volta testati sui territori, essi vengono esportati all'estero:
l'Hermes è già stato utilizzato al confine tra Arizona e Messico; alcuni
terminali Cogito1002 sono all'esame di un ignoto aeroporto statunitense; e
la Elbit, una delle compagnie che hanno contribuito a progettare la
"barriera di sicurezza" intorno a Israele, si è associata alla Boeing per
costruire, su richiesta della Homeland Security americana, una barriera di
confine "virtuale" intorno agli Stati Uniti per la cifra di 2.5 miliardi di
dollari.

Da quando Israele ha iniziato a segregare i territori occupati con muri e
posti di blocco, gli attivisti per i diritti umani hanno spesso paragonato
Gaza e la West Bank a delle prigioni a cielo aperto. Ma nel corso della mia
ricerca sull'esplosione dell'industria per la sicurezza interna in Israele
(argomento che affronterò in maggior dettaglio nel mio prossimo libro The
Shock Doctrine: The Rise of Disaster Capitalism [La Dottrina dello Shock:
l'Ascesa del Capitalismo del Disastro, NdT]), mi ha colpito il fatto che
essi siano anche qualcos'altro: laboratori nei quali i terrificanti
strumenti dei nostri stati di polizia vengono testati sul campo. I
palestinesi, che vivano nella West Bank o in ciò che i politici israeliani
chiamano già "Hamasistan", non sono più semplici bersagli. Sono cavie.

Perciò, in un certo senso, Friedman ha ragione: Israele ha trovato il
petrolio. Ma il petrolio non è l'immaginazione dei suoi imprenditori
tecnologici. Il petrolio è la guerra al terrorismo, la condizione di paura
costante che crea una domanda senza fine di apparecchi per sorvegliare,
spiare, contenere e identificare i "sospetti". La paura, a quanto sembra, è
l'ultima arrivata fra le risorse rinnovabili.

 
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Post N° 112

Post n°112 pubblicato il 08 Luglio 2007 da Rebeldia

Storia lombarda a fumetti... o revisionismo leghista?

Nel marzo scorso le scuole dell'obbligo lombarde hanno ricevuto "in dono" dalla regione un preziosissimo tomo dedicato, appunto, a bambini e adolescenti. Il titolo è "Storia lombarda a fumetti"... e fin qui nulla di male, amo i comics, li ho studiati e mi ci dedicherei per lavoro se non fosse che di lavoro nel campo non ce n'è... ma questo è un fumetto "strano". "Diverso".

Si dice che la Storia sia scritta a grandi lettere e che ciò che è stato non si può cancellare (semmai è possibile non ripeterlo), ma allora perchè in questo fumetto, che appunto di Storia dovrebbe parlare, sono stati omessi o addirittura travisati certi fatti che a parer mio costituiscono le basi su cui si regge la nostra realtà? "Una polemica sterile e priva di fondamento" dice Ettore Albertoni (Lega Nord) che è il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia.

Cerco di capirlo, il povero Albertoni, in fondo che male c'è se tra quelle pagine un padre della lingua come Alessandro Manzoni è appena menzionato? E Garibaldi? Che due palle con quello! Gli sta così antipatico, che bisogno c'era di metterlo nel suo fumetto? Meglio toglierlo del tutto, come se non fosse mai esistito.

Per Attilio Fontana, che ha ricoperto per anni il ruolo che ora è di Albertoni, il libro è bellissimo e soprattutto ha un'impostazione diversa, non "agiografica e noiosa tipica della sinistra".

Rifletto a lungo sul concetto di "agiografia" (che poi scopro essere semplicemente un insieme di scritti riguardanti le vite dei santi) e poi penso che forse anche questo Fontana ha ragione: in fondo non è il caso di continuare ad elencare certi fatti e situazioni che potrebbero pericolosamente annoiare i giovani studenti... Meglio inserire alcune pratiche innovazioni! E così nel "prezioso" fumetto la strage di Piazza della Loggia a Brescia e quella di Piazza Fontana a Milano vengono attribuite al movimento studentesco e a quello operaio.

 "A me a scuola hanno detto che le foibe non esistevano" Si difende Fontana. E allora avanti con le menzogne, tanto ci hanno sempre raccontato un sacco di balle!

"Il libro è rivolto ai ragazzi, quindi arguto, semplice, diretto" Dice Pietro Macchione che è l'editore dell'opera. Infatti è così arguto che i Galli invadono le terre nemiche cantando "We are the Padan cocks". Sarà mica un omaggio politico? E poi "cocks" può essere interpretato anche come  "uccello"?!?! Ma allora... Ooooops! 

Che questo sia uno scabroso omaggio al loro membro più affezionato che per hanni hanno definito "duro"? Mah!

Non so voi, ma dopo queste perle di saggezza generosamente distribuite in più di 10mila copie (105.600 euro a carico dei contribuenti, ovvio), mi viene spontaneo dedicarmi davvero ad una bella agiografia... che sarà senz'altro più fedele alla Storia.  

 

 
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Post N° 111

Post n°111 pubblicato il 06 Luglio 2007 da Rebeldia

"Sì, sapevamo già, grazie"

Finalmente vengono portate in tribunale le telefonate fatte al 113 la notte tra il 21 e il 22 luglio 2001 a Genova, mentre era ancora in corso il G8. Ci sono voluti sei anni e migliaia di accuse, appelli, processi e menzogne, valanghe di menzogne... La verità riemerge a fatica e ci viene somministrata con il contagocce...

Dunque oggi sappiamo che il 21 luglio alle 23.50 precise il signor Scotto, che abita vicino alla scuola Diaz, telefona al 113. Dice: "Venite subito perchè qui dabbasso se le danno di santa ragione". Si riferiva al pestaggio che la polizia aveva attuato nei confronti dei manifestanti che dormivano nella scuola. Gli viene risposto: "Sì, sapevamo già, grazie".

Certo che sapevano. Qualche ora prima, non molto distante dalla morte di Carlo Giuliani, alla radio con un collega sta scherzando una poliziotta e si riferisce proprio a Carlo. Dice: "Uno a zero per noi, speriamo che muoiano tutti".

Quella sera c'è parecchia confusione e i diretti interessati della vicenda al momento della ricostruzione dei fatti si contraddicono, sbagliano nell'aggiudicarsi ruoli e responsabilità, dicono di essere dove non erano. Anche questo riemerge dalle registrazioni delle telefonate.

Lorenzo Murgolo è il Vicequestore incaricato della gestione dell'ordine pubblico davanti alla scuola Diaz e Vincenzo Canterini invece è capo del reparto Mobile di Roma, solo che si è sempre attribuito la funzione di Murgolo. Perchè? Forse per sottrarsi a certe responsabilità? Dalle chiamate al 113 emerge infatti che Canterini partecipa alla produzione di referti medici e documenti che serviranno poi la mattina dopo, il 22 luglio.

Alle 3.05 Canterini chiama l'allora capo della Digos Spartaco Mortola per sapere se "qualcuno s'è fatto male eccetera..." e poi aggiunge "...io adesso sto facendo fare dei referti e domani mattina te li mando". Risposta di Mortola: "Falli mandare su direttamente allo Sco, alla squadra mobile" e poi, sottovoce, rivolto a qualcuno che è con lui, dall'altro capo del filo "Oh ragazzi, le molotov non lasciatemele qui". Ecco un prezioso riferimento alle famose "molotov della Diaz" inizialmente attribuite ai manifestanti, e invece introdotte nella scuola dalla polizia stessa.

Francesco Colucci -questore di Genova- si fa sentire più volte per essere informato. Dalla questura telefona anche ad Alfredo Fabbrocini che in quel momento si trova alla scuola Diaz, mentre il pestaggio volge al termine o è già finito. Colucci vuole sapere chi è presente sul posto e cosa succede. Fabbrocini è confuso: "Ti direi una bugia, non lo so, c'è un tale caos..." risponde e poi aggiunge "C'erano tutti, c'era il funzionario della Digos, il funzionario della Mobile. C'era anche Ciccimarra e c'era Gratteri (capo dello Sco). Loro hanno disposto il servizio e noi abbiamo fatto la manovalanza."

La situazione è parecchio grave. Alle 3.42 la Centrale Operativa chiama il posto di polizia dell'ospedale S. Martino. Vuoce maschile: "Volevo sapere la situazione dei malati...". Qualcuno dall'altra parte risponde che non c'è nessuno di grave, tergiversa un pò, quasi prende tempo, poi alla fine dice: "Solo teste aperte a manganellate".

Alle 3.55 arriva una delle ultime telefonate al 113. Anche lì voci senza nome. "Ma senti un pò, ne è morto un secondo? C'è un collega che stava piantonando uno dei fermati, uno di quelli raccolti dalle parti della scuola e praticamente era in una pozza di sangue. Il collega che lo piantonava all'ospedale se ne voleva andare via perchè diceva che tanto questo è morto". Risposta: "Ma figurati!". 

Sono solo brandelli di conversazioni, alcune tra l'altro volutamente disturbate ma comunque tutte preziosissime. Quasi ci si stupisce che tali registrazioni non siano andate "perdute" (per usare un termine tanto caro quando si cercano le prove di qualche misfatto di livello internazionale...).

Infine vorrei ricordare che tutt'oggi per i soli fatti della Diaz sono imputati per lesioni, falso e calunnia 29 tra funzionari e agenti.

Pagheranno caro, pagheranno tutto.

 
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COME NON ADERIRE???

Post n°110 pubblicato il 03 Luglio 2007 da playslow

Quando ci chiamano alla partecipazione popolare ragazzi....non possiamo non aderire....

L'8 settembre sarà il giorno del Vaffanculo day, o V-Day. Una via di mezzo tra il D-Day dello sbarco in Normandia e V come Vendetta. Si terrà sabato otto settembre nelle piazze d’Italia, per ricordare che dal 1943 non è cambiato niente. Ieri il re in fuga e la Nazione allo sbando, oggi politici blindati nei palazzi immersi in problemi “culturali”. Il V-Day sarà un giorno di informazione e di partecipazione popolare.

Beppe Grillo

Per aderirehttp://www.beppegrillo.it/vaffanculoday/

 
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APPELLO! PETIZIONE URGENTE

Post n°109 pubblicato il 03 Luglio 2007 da playslow

Susiya il villaggio che esiste solo per qualcuno e, probabilmente, ancora per poco.

I pacifisti israeliani di Ta'ayush hanno messo online una petizione per Susiya.
Lo scopo e' raccogliere piu' e/mail (firme) possibili nel piu' breve tempo possibile per far vedere alle autorita' militari isareliane che c'e' attenzione dall'estero ed evitare cosi' la demolizione di Susiya.

Da sottoscrivere e divulgare entro il 6 luglio.

La petizione e' a questo indirizzo:

http://www.PetitionOnline.com/Susya67/

Susiya, un villaggio palestinese che tra pochi giorni non potrebbe piu’esistere

Il 6 giugno scorso, l’Alta Corte Israeliana ha dato 30 giorni di tempo ai palestinesi di Susiya per presenatre una mappa dell’abitato all’Amministrazione Civile Israeliana (DCO), l’ufficio militare dell’occupazione israeliana in Cisgiordania. Se la mappa non verra’ presentata entro il 6 luglio,
l’abitato potra’ essere distrutto.

Il 25 giugno I soldati israeliani hanno vietato agli ingegneri assunti dal villaggio nelle colline a sud di Hebron, di fare le rilevazioni per la mappa, con nelle mani un ordine militare firmato dal commando dell’Amministrazione Civile in Hebron.

Da anni, l’esercito israeliano persegue la distruzione del villaggio palestinese, ufficialmente per “motivi di sicurezza” per la colonia  israeliana di Susya che sorge a 500 metri dalle tende del villaggio palestinese di Susiya.
In realta’ chi necessita sicurezza e’ la comunita’ di pastori ed agricoltori palestinesi di Susiya, quotidianamente sotto violenza dei coloni israeliani nazional/religiosi di Susya, stanziatisi qua nel 1983 con l’obiettivo di annettersi la terra promessa e scacciare tutti i non ebrei che vi vivono.

Pestaggi di donne e vecchi, distruzione di raccolti e alberi di ulivo, uccisione di pecore. Tutto questo e’ monitorato e denunciato da anni dai pacifisti israeliani di Ta’ayush e Rabbini per i Diritti Umani e dai peacemakers di Christian Peacemake Teams e Operazioen Colomba. Tutto questo
e’ taciuto dai mass/media, per questo e’ come se Susiya non esistesse gia’ piu’. Come se non fosse mai esistita. Ecco perche’ tra una settimana i bulldozer potranno schiacciare le tende e riempire di sassi e terra le preziose cisterne dell’acqua mentre I soldati potranno spintonare via a forza le donne ed arrestare gli uomini che faranno resistenza nell’ultimo tentative di salvare le loro radici.

Dal 6 luglio, Susiya potra’ essere distrutta, come se non fosse mai  esistita.
E questo sara’ legale e giusto secondo lo Stato d’Israele.

 
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FESTA ZAPATISTA 29 - 30 GIUGNO - 1 LUGLIO

Post n°108 pubblicato il 28 Giugno 2007 da playslow
Foto di Rebeldia

Vi aspettiamo numerosi!

Abbiamo bisogno di Voi!!!!

 
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Post N° 107

Post n°107 pubblicato il 21 Giugno 2007 da Rebeldia

Le campane di De Gennaro

Sono un pò strana: quando leggo il giornale o vedo qualcosa alla tv che mi colpisce in maniera particolare, associo la cosa a titoli di libri o film particolarmente celebri. Così è accaduto anche per De Gennaro. Per chi suona la campana? Per lui, finalmente.

Gianni De Gennaro ha una carriera da sbirro di 30 anni e da un pò è capo della polizia... e lo era anche durante il G8 di Genova. Ora pare che proprio per quello sia indagato.

E' stato accusato di "aver avuto un ruolo nella falsa testimonianza resa dall'ex questore Francesco Colucci durante il dibattimento per la mattanza della Diaz".

Praticamente De Gennaro ha detto a Colucci cosa riferire in caso di un probabile interrogatorio. Molto probabilmente De Gennaro è anche responsabile di ciò che accadde la notte tra il 20 e 21 luglio per le strade della città (ricordate i pestaggi ingiustificati? Le aggressioni verso tutti coloro che erano vestiti semplicemente "un pò fricchettoni" e tante altre belle cose che stanno cercando di nascondere da sempre bombardandoci con notizie spazzatura? (Per l'appunto proprio oggi, sulla prima pagina de "Il Corriere della sera" il quotidiano più importante d'Italia, c'era la foto di Anna Falchi in lacrime nello studio di non ho capito che rete Mediaset...)

Comunque pare che De Gennaro si sia messo in guai seri, tant'è che a settembre sarà obbligato a dare le dimissioni. Solo la condanna per falsa testimonianza sarebbe stata sufficiente per farlo saltare dalla poltrona (in fin dei conti è il capo della polizia, non dimentichiamocelo) ma pare che se ne siano dovute aggiungere parecchie altre per sortire l'effetto "licenziamento"...

Che si stia andando davvero verso la luce?

 
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Post N° 106

Post n°106 pubblicato il 15 Giugno 2007 da Rebeldia

Michelangelo Fournier

il poliziotto che amava il suo lavoro

Il vicequestore Michelangelo Fournier era di turno la notte del 22 luglio a Genova. Il G8 era giunto praticamente al termine e Carlo Giuliani era morto il pomeriggio prima, con la testa spaccata sull'asfalto rovente.

Fournier entrò nella Diaz (la scuola dove i manifestanti dormivano) con un'idea in testa... e uscì come un altro uomo. Ciò che vide gli cambiò la vita.

"Una macelleria messicana"- ha dichiarato Fournier soltanto ieri-"Mi sono tenuto dentro questo peso per sei anni, ma ora è tempo di parlare".

La storia del vicequestore ha inzuppato tutti come una doccia fredda e qualcuno, penso, l'ha ricevuta come uno schiaffo. Finalmente, dopo sei anni, abbiamo un poliziotto che denuncia chiaramente cos'è successo alla Diaz e cos'ha visto fare da quelle bestie che considerava colleghi.

"Ho visto una ragazza a terra, con la testa spaccata, in un lago di sangue. Pensavo stesse morendo" e poi "Un poliziotto grasso mimava l'orgasmo davanti alla faccia di un'altra". Le dichiarazione vanno avanti e alcune sono troppo scabrose e crudeli per essere riportate su qualsiasi quotidiano.

L'idea che Fournier aveva in testa prima di varcare la soglia della scuola era molto chiara e semplice: fare il suo dovere con responsabilità e onestà, nient'altro... ma quello che ha visto è stato troppo pesante per farci una riga sopra e andare avanti come se niente fosse. Troppo schifoso, per lui, che appartiene ad una famiglia di poliziotti.

Vorrei solo che avesse parlato prima.

 
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Post N° 105

Post n°105 pubblicato il 07 Giugno 2007 da Rebeldia

E se...

(Ovvero, il gioco delle probabilità)

Dopo aver gironzolato per giorni lungo tutta l'Europa, il prossimo week-end Bush approda in Italia e arriva proprio durante il periodo del tormentato G8 di Rostock.

Viene a Roma mentre a livello mondiale infuria la polemica con Putin riguardo la costruzione di un certo scudo spaziale di cui le nostre televisioni non spiegano in maniera esauriente l'utilità...

Informandomi per vie traverse ho scoperto che lo scudo spaziale è solo una "scusa" e che la bega tra l'americano e il russo è scoppiata quando gli Usa hanno deciso di installare una base missilistica in Polonia... missili che, in caso di necessità, in pochi secondi potrebbero essere rivolti verso la Russia.

Adesso che mi è tutto più chiaro e ho capito che i due non si stanno facendo gli occhi brutti per uno scudo spaziale - perchè insomma, va bene tutto, ma l'epoca dello sbarco sulla Luna e le grandi sfide per chi, fra i due Paesi, era il più bravo, è finita da un pezzo - trovo che ci sia abbastanza carne sul fuoco per inventarmi una storiella...

Parto dal presupposto che gli americani da tempo controllino le sorti di parecchi Paesi (compreso il nostro)muovendo i fili dei vari tafferugli di piazza, scontri tra manifestanti e celerini, fino ad arrivare all'omicidio (ma sarebbe meglio dire "eliminazione") di vari politici scomodi.

Dunque, cominciamo: Bush viene in Italia e quelli del suo staff gliel'hanno detto in tutte le lingue che è pericoloso, che non è ben visto, che non si sa mai, che Roma è difficile da controllare... ma nonostante il rischio la Cia (che controlla realmente il potere in America) gli garantisce sicurezza, e poi questo è un viaggio troppo importante, così lui non cambia decisione.

La guerra in Iraq è stata un mezzo fiasco e ormai è palese che il Governo americano l'ha scatenata per fare un pò di soldi... e ormai il vecchio "Dabliu" è un personaggio scomodo, che non piace più ai suoi concittadini e che quindi sarebbe meglio "sostituire". Le elezioni americane sono lontane e comunque, anche se fossero domani, chi regge i fili del potere statunitense non permetterebbe mai ad uno sporco negro o a una donnicciola con un marito scandaloso di diventare il nuovo Presidente della nazione più potente del mondo... e così...

...se con l'arrivo di Bush in Italia si presentasse un'occasione troppo ghiotta da lasciar perdere?

In questi giorni infuria la polemica con la Russia, vecchia nemica che potrebbe tornare pericolosa, perchè non cogliere l'occasione?

Bush viene a Roma e disgraziatamente lo uccidono proprio mentre sta parlando da un palco (facciamo che gli sparano con un fucile di precisione, così omaggiamo anche il compianto J.F.K). Chi sarà stato? Gli autonomi italiani?

Si scatena il caos e per almeno una settimana Roma è messa a ferro e fuoco per scoprire il colpevole. Poi, siccome un capro espiatorio è sempre utile, colpo di scena! Da qualche galera dimenticata da Dio la Cia estrae un vecchio disgraziato russo dell'epoca della guerra fredda e lo incolpano dell'omicidio.

Gli americani si incazzano con i russi, installano la base missilistica in Polonia e li bombardano. l'Italia vorrebbe parteggiare per l'America ma non può dissociarsi dall'Unione Europea (che è contro il conflitto e quindi sta con la parte lesa: la Russia), così bombardano anche noi e scoppia la terza guerra mondiale.

Morale della favola: il Governo americano ottiene sempre ciò che vuole (in questo caso l'installazione dei missili in Polonia e un nuovo conflitto per fare soldi a palate) e noi lo prendiamo sempre in quel posto.

Fine

E non chiedetemi chi è il mio pusher perchè non ve lo dico!

P.S. Mi hanno detto che c'è un film che racconta della morte di Bush... Non l'ho visto ma credo che lo farò presto!

 
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Post N° 104

Post n°104 pubblicato il 04 Giugno 2007 da Rebeldia

La guerra di Rostock

Accendo la televisione e immediatamente vengo travolta dalle notizie in diretta dalla Germania. Rostock sotto assedio, Rostock messa a ferro e fuoco!

Il bollettino di guerra è impressionante: 300 agenti di polizia feriti! Vetrine frantumate, danneggiate le auto in sosta, distrutta la vetrina di una banca... posti di blocco ovunque, filo spinato che determina la famigerata "zona rossa", elicotteri che volano incessantemente sopra il cielo (che a questo punto immagino plumbeo) della città. Ommioddio!!!!! Quei cattivoni dei no global hanno colpito ancora!

Guardo la tv e non posso fare a meno di  riflettere che le conseguenze di ciò che ho appena visto e (ahimè) sentito colpiranno anche noi come una manganellata. Poco importa se è tutto vero o no. Sto rivivendo lo stesso clima del G8 di Genova e rivedo negli occhi della gente che legge il giornale lo tesso odio nei confronti dei manifestanti che vedevo anche allora... e non posso farci niente ma ogni volta mi torna in mente il titolo di un libro: "Cronaca di una morte annunciata" e penso che è proprio così. Questa è la cronaca della morte annunciata del Movimento, già duramente provato dopo Genova.

A Gargnano, piccolo paese dalla microcriminalità inesistente in cui se si esce di casa si può fare ancora a meno di chiudere la porta a chiave, noi che rappresentiamo la sinistra estrema veniamo chiamati "no global spaccavetrine" nonostante non ci sia mai venuto in mente di fare alcunchè e spesso ci guardano come se fossimo terroristi brigatisti...

Chissà che effetto otterremo, noi tutti della sinistra estrema, a livello nazionale? 

Mi risulta che a Rostock nessun italiano sia stato coinvolto nei fatti sopraccitati e che i nostri rappresentanti politici presenti con loro stiano facendo un ottimo lavoro.Tra gli arrestati ci sono 16 stranieri, fra cui tre spagnoli, due francesi e un greco, nessuno dei nostri. Ma quanta importanza avrà una volta che saranno tornati a casa?

Nonostante questo il presidente del sindacato della polizia, un certo Konrad Freiberg ha detto al giornale scandalistico "Bild" che sono stati fortunati a non aver avuto poliziotti uccisi, per poi spiegare che un manipolo di "facinorosi, per lo più arrivati da Italia e Grecia, si sono lasciati andare a violenze inaudite". Dall'Italia, il direttore dell'antiterrorismo Carlo De Stefano ha negato la presenza di black block italiani in Germania: "Non ha trovato conferma dai vertici della polizia tedesca, nè dai funzionari dell'Ucigos presenti in Germania - ha spiegato De Stefano - quanto detto dal capo del sindacato di polizia, Konrad Freiberg".

Ora, tralasciando il fatto che al signor Freiberg, chiaramente razzista, spaccherei volentieri la finestra di casa sua, le prospettive non sono delle migliori... Insomma, vedo già Berlusconi che si frega le mani (il pensiero non fa rabbrividire anche voi?) 

 
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