BLOGGO NOTES

Buongiorno caro, un sorriso per questo fine settimana!

Concordo con te, per questo giro senza ombrello :)

Quando ero più giovane, entravo in un negozio in centro per un acquisito in una giornata di pioggia. Come al solito, davanti all'entrata c'erano uno o più portaombrelli per evitare di trattenersi con l'orpello gocciolante. Riponevo quindi il mio ombrello insieme agli altri e procedevo. Dopo aver fatto il mio acquisto, mi avvicinavo all'uscita, riprendevo l'ombrello...no il mio, ma il migliore che adocchiavo tra tutti quelli deposti e andavo via. Mia madre mi diceva : ma come fai a cambiare l'ombrello ogni volta?". Non le ho mai spiegato il trucco, il mio costava poche lire e quelli che prendevo erano tutti griffati!!!!!! Se non sai vivere a questo mondo...... Bye Cass.

Ma no, è un tuo pensiero. Desiderano essere utili...in caso ti azzoppi per strada all'imprivviso, cadendo...buon venerdì Cass!!

non mettermi http.. mi danno sempre, per l'ultimo, ad esempio: La ricerca di - https://blog.libero.it/presidente/13445879.htm - non ha prodotto risultati in nessun documento.

Il filosofo Friedrich Nietzsche sviluppava le sue idee passeggiando, e non lasciava mai casa sua senza il suo ombrello rosso. L'ombrello lo accompagnava sempre, come bastone da passeggio o come mezzo di riparo, quando Nietzsche si addentrava negli spazi ancora inesplorati del suo pensiero. Il racconto di Hürlimann segue il camminatore e il suo ombrello dalle montagne engadinesi fino a una piazza di Torino, dove Nietzsche si gettò al collo di un cavallo da tiro maltrattato dal cocchiere e coperto di ferite. Fu il punto del non ritorno. Nietzsche si abbandonò alla sua follia, al punto da credere, a volte, di essere dio, e lasciò scritti solo pochi appunti scarabocchiati. L'ultimo recita: "Ho dimenticato il mio ombrello".

Oppure quello di essere ritrovati...

Soprattutto quando diluvia, mai quando li portiamo con noi nelle giornate nuvolose