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L'importante è lasciarsi dietro un segno, un qualcosa per farsi ricordare, non importa che sia scritto per sempre su un libro di storia o solo un giorno su un ascensore.
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« Messaggio #1776 | C o r p o » |
E' ora di combattere la triste tradizione italiana del malcostume nelle strade.
No, non le mignotte: parlo del traffico. E’ una vergogna. Avrete notato come gli automobilisti abusino di male parole quando sorgano piccole controversie: un linguaggio, una gestualità, una maleducazione indegna di un paese nobile e colto come il nostro. Faccio un esempio: ieri, viaggiando a tutta velocità, poiché ero in ritardo, a bordo della mia potente vettura, mi son visto costretto ad accelerare sulle strisce, correndo così il rischio di asfaltare un incauto anziano pedone. Ebbene, costui non solo non mi ha chiesto scusa di aver comunque attentato, seppur involontariamente, alla franchigia della mia già costosa assicurazione. Ma ha persino cominciato a urlare termini irripetibili, il cafone. E che sarà mai. Sono pure riuscito a scansarti, mica ti ho ammazzato. Se hai paura delle auto, stai a casa, o vai vivere in campagna, non in città. E non è tutto. Quando suono lungamente il clacson al principiante sulla macchina della scuola guida davanti a me, spesso l'istruttore si sporge dal finestrino facendomi segno di passare con la mano. Ma il suo gesto è stizzito, scortese, quasi rabbioso. Insomma, ci resto male. Perché tanto rancore? E perché non andate ad insegnare da un’altra parte anziché intasare le pubbliche vie? Maleducati. La casistica è ricca: mi capita sovente di lasciare la macchina sui passi carrai o davanti alle saracinesche dei garage altrui. Sapete com'è, succede: questa è l’era delle urgenze e della fretta, non sempre si ha il tempo di cercare un vero parcheggio. Magari devo risolvere una commissione, magari le commissioni diventano due, in mezzo ci prendo un caffè al bar, quattro chiacchiere con la cassiera, la lettura del giornale, eccetera. Nulla di divertente, anzi. E tuttavia, quando torno sul luogo della sosta, dopo ore e ore, mi capita di trovare qualcuno che protesta furiosamente per la lunga attesa. E mi copre di contumelie, bestemmie e minacce verbali o persino fisiche. Insomma, in giro c’è troppa gente che urla, si lamenta, sbraita, eccede nel turpiloquio.Eppure basterebbe poco per essere gentili.
Che peccato.
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