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Post n°1018 pubblicato il 27 Giugno 2013 da resistenzabianconera
Un altro passo importante nell’approdo di Carlos Tevez alla Juventus. Dopo le visite mediche, l’attaccante argentino ha potuto scoprire lo Juventus Stadium. E in sala stampa ha tenuto la sua prima conferenza stampa ufficiale. Accompagnato da Giuseppe Marotta e Fabio Paratici, l’Apache ha dimostrato subito di avere le idee chiare. Ecco le sue dichiarazioni. La Juve ha dimostrato di volermi. «La Juventus è un grande club e questo è uno dei motivi che mi ha spinto a venire qui. Ma soprattutto questo è l’unico club che ha dimostrato di volermi fortemente, ha parlato chiaro con me e i miei collaboratori. Andrea Agnelli, Marotta e Paratici hanno sempre dimostrato di volermi portare a Torino». Un lungo corteggiamento. «La Juve mi aveva già cercato nel 2011, ma allora non ci furono i presupposti per chiudere la trattativa. Ora invece le condizioni sono cambiate e i dirigenti mi hanno fatto capire quanto mi volessero». Nessuna promessa al Milan. «Galliani si sente tradito? Non so perché abbia detto questo. L’ultima volta che ho parlato con lui è stato l’anno scorso quando il Milan voleva ingaggiarmi. Da allora non ci siamo più sentiti. Io sono contento di essere qui alla Juve». Progetti ambiziosi. «Quattro anni fa, ho scelto il Manchester City per i suoi obiettivi. Voleva arrivare a giocare la Champions e vincere un campionato dopo tanti anni. Nella Juve ho visto la stessa ambizione. Vuole continuare a primeggiare in Italia, come ha fatto negli ultimi due anni, e aspirare a vincere la Champions. Questo ha sicuramente facilitato la mia scelta». Che onore la numero 10. «So quali responsabilità ci siano indossando questa maglia. L’ho già provato al Boca Juniors quando mi hanno dato la 10 che fu di Maradona. Qui alla Juve in passato l’hanno avuta grandi campioni. Come Del Piero, che di questa squadra è stato capitano e simbolo. Sarà un onore per me continuare questa tradizione». Quanto affetto dai tifosi. «Ieri i tifosi bianconeri mi hanno subito dimostrato tantissimo affetto e per questo li ringrazio. La Juve è una grande squadra e so che i suoi sostenitori sono molto calorosi. Ma a dire il vero non sono sorpreso da questo calore, gli italiani in questo sono molto simili agli argentini». Conte e il campo. «Con il mister ho parlato solo una volta e non abbiamo ancora fatto cenno alle questioni tattiche. Avremo tempo di parlarne tanto durante il pre-campionato. Io sono pronto a mettermi a sua disposizione. Sono sicuro che andremo d’accordo, forti un grande rispetto reciproco, fondamentale in ogni rapporto». Esperienza e qualità. «In questi anni la Juve ha dimostrato di essere una grande squadra, da parte mia proverò a portare esperienza e qualità. Qui ci sono grandi campioni come Buffon e Pirlo, con cui sono sicuro che sarà molto facile giocare insieme. Prima la squadra. «Quello che mi interessa più di tutto è la squadra. Per questo non penso alla classifica cannonieri. Se la squadra gioca bene e vince, di conseguenza sarà più facile anche per me raggiungere obiettivi personali». Il calcio italiano? Un sogno. «Ho sempre desiderato venire qui in Italia. Qui si gioca uno dei campionati più difficili e questo mi dà molte motivazioni. Dovrò abituarmi ai nuovi ritmi, avrò modo di capire tanto durante il pre-campionato». Pellegrini e il City. «Appena è arrivato a Manchester, ho parlato con il nuovo mister. Gli ho detto che ritenevo che chiuso il mio ciclo lì. Lui mi ha detto che gli stava bene e che non c’erano problemi a farmi partire. Comunque ringrazio il City e tutti i suoi tifosi per i quattro anni passati insieme». Dare tutto in campo. «Un messaggio ai tifosi bianconeri? Prometto di dare tutto sul campo e di fare ogni sforzo per continuare a far vincere la Juventus». |
Post n°1017 pubblicato il 20 Giugno 2013 da resistenzabianconera
L’Italia soffre ma vince con Giovinco: è semifinale ITALIA (4-3-2-1): Buffon 7; Maggio 5 (15’ st Abate 5,5), Barzagli 6, Chiellini 6,5, De Sciglio 5; De Rossi 7, Pirlo 5, Montolivo 5; Aquilani 5 (30’ pt Giovinco 6,5), Giaccherini 6,5 (22’ st Marchisio 6,5); Balotelli 6,5. ct Prandelli 5,5 GIAPPONE (4-2-3-1): Kawashima 6; Uchida 5,5 (28’ st Sakai 6), Yoshida 5, Konno 6, Nagatomo 6,5; Hasebe 6 /46’ st Nakamura), Endo 6,5; Okazaki 7, Honda 6,5, Kagawa 7; Maeda 6,5 (32’ st Havenaar sv) ct Zaccheroni 7 Arbitro: Abal 5 Reti: pt Honda su rigore, 33’ Kagawa, 41’ De Rossi. st 5’ autogol di Uchida, 7’Balotelli su rigore, 24’ Okazawa, 41’ Giovinco Ammoniti: Buffon, De Rossi, Hasebe Spettatori: 35 mila circa Di risultati ingannevoli ne abbiamo visti tanti. Il 4-3 dell’Italia sul Giappone entra nella lista dei top ten perché se c’era una squadra che meritava la vittoria per quantita e qualità di gioco era quella asiatica, che ha subito da Giovinco il gol del 4-3 quando da mezz’ora stava martellando la difesa italiana con un pericolo dopo l’altro. Appena prima di subire la quarta rete, la squadra di Zaccheroni aveva colpito il palo e la traversa nella stessa azione e poi ancora un palo, con gli azzurri messi all’angolo. L’Italia va in semifinale e vince dopo 13 anni la seconda partita di una grande competizione (l’ultima fu con il Belgio agli Europei del 2000) ma il giudizio non è positivo. Tolta la parte centrale del match con la rimonta da 0-2 a 3-2, la Nazionale è stata dominata dalla velocità e dall’intraprendenza dei giapponesi senza saper imporre il gioco, il palleggio, la personalità. Immaginiamo che in Italia, chi era rimasto in attesa fino a mezzanotte dopo 10’si fosse pentito di non essere andato a letto. Anche gli azzurri dormivano e giocava soltanto il Giappone con una facilità quasi irridente. Questa volta Prandelli non può raccontare che l’Italia era impiombata dal superlavoro come a Praga o sfasata dal fuso come contro Haiti: al massimo potevano incidere le mattinate in spiaggia a Barra de Tijuca ma non crediamo neppure a questa versione dolcevitesca perchè quando c’è stata la scossa, sul finire del primo tempo, i giocatori hanno reagito. Insomma non abbiamo spiegazioni da proporre al lungo blackout che si è concluso quando il Giappone era già sul 2-0, forse discutibile per come era arrivato ma meritatissimo nella sostanza. Di certo, non funzionavano i due cambiamenti apportati da Prandelli alla formazione che aveva battuto il Messico. Aquilani era più abbattuto di Marchisio, Maggio faceva rimpiamgere Abate, lasciando spazio a Kagawa, a Nagatomo, insomma a chiunque infilasse la sua zona. Ci sono due questioni da porre. La prima è che non si può insistere su una squadra con cinque centrocampisti veri, lasciando a Balotelli l’onere esclusivo dell’attacco: se il ct pensa di utilizzare due trequartisti, devono esserlo veramente e non dei mediani arrangiati nel ruolo. Con l’ingresso di Giovinco al posto di Aquilani sono cresciuti gli sbocchi in attacco e lo juventino è stato anche sfortunato nel colpire il palo al 45’, sul 2-1. Inoltre bisogna che i centrocampisti, di già che ci sono, lavorino. Per mezz’ora la superiorità netta dei giapponesi era dovuta in parte alla loro brilantezza asservita a un gioco che Zaccheroni ha saputo costruire con grande bravura ed equilibrio tattico. Ma contribuiva l’atteggiamento di gente che non ne azzeccava una nel far gioco e mostrava uha mollezza bizantina nel lanciarsi sulla palla, sempre due attimi dopo gli avversari. Male Montolivo, a vagare per il prato Giaccherini, impreciso Pirlo, fuori tempo De Rossi. In un paio di volte si vedevano i giapponesi attaccare in cinque e gli italiani a difendere in tre senza nessuno che rientrasse a coprire in aiuto a quel poveraccio di Chiellini, che fino al raddoppio di Kagawa, giocava quasi da solo contro tutti. Il Giappone impegnava Buffon al 5’ sul colpo di testa di Maeda, poi al 17 sul tiro di Kagawa e arrivava al vantaggio su un rigore molto generoso per l’entrata di Buffon in tackle su Maeda. A tutti è sembrato che il portiere toccasse prima la palla, l’arbitro argentino no. Va detto che è la terza partita consecutiva che l’Italia concede il penalty e la seconda in cui la condanna la leggerezza di un difensore: Barzagli con il Messico, un frastornato De Sciglio con il Giappone. Soltanto il raddoppio di Kagawa, in mezzo a un nugolo di azzurri paralizzati scuoteva l’Italia. Il pubblico brasiliano sbeffeggiava gli italiani, i giapponesi li irridevano con il torello. Un po’ troppo da sopportare. C’era uno scatto di orgoglio, il gioco superava appena la sufficienza ma almeno si vedeva la Nazionale mettere pressione e alla rete di testa di De Rossi sul calcio d’angolo di Pirlo, al religiosissimo Prandelli scappava un’imprecazione. Forse la partita stava cambiando. L’avvio di ripresa lo confermava. Prima l’autogol di Uchida che anticipava Balotelli (bravo Giaccherini a levare la palla a Yoshida a fondo campo) poi il rigore concesso per un mani di Hasebe (inesistente) ribaltavano la situazione. Segnava Balotelli che anche nei momenti bui aveva cercato qualche spunto. Sembrava che l’Italia avesse trovato gli anticorpi per andare a vincere. Invece ci sarebbe stato ancora moltissimo da soffrire, dopo il pareggio di Okazawa. |
Post n°1016 pubblicato il 20 Giugno 2013 da resistenzabianconera
Kwadwo Asamoah e' a tutti gli effetti un giocatore della Juventus. Il club campione d'Italia, infatti, sul proprio sito internet ha comunicato di "aver risolto a proprio favore l'accordo di partecipazione in essere con l'Udinese relativo al diritto alle prestazioni sportive del calciatore Kwadwo Asamoah. Il corrispettivo per la risoluzione e' stato fissato in 9 milioni che saranno pagati nei prossimi tre esercizi. Il contratto sottoscritto con il calciatore ha durata fino al 30 giugno 2017". Inoltre Juve e Udinese hanno rinnovato fino al 30 giugno 2014 gli accordi di partecipazione relativi a Mauricio Anibal Isla e Cristian Pasquato. Infine la Juventus "ha concluso altre tre operazioni di mercato: rinnovo dell'accordo di partecipazione con l'Atalanta per James Troisi; risoluzione dell'accordo di partecipazione con il Pescara per Luca Del Papa, ora tutto della Juventus mentre Riccardo Maniero e' adesso tutto del Pescara. Kwadwo Asamoah, da oggi a tutti gli effetti della Juventus che ha riscattato a proprio favore l'accordo di compartecipazione con l'Udinese, è al settimo cielo. "Sono molto orgoglioso di essere al 100% bianconero - scrive su Twitter -. E ho fame di altri successi con la nostra Vecchia Signora. Forza Juve". |
Post n°1015 pubblicato il 07 Giugno 2013 da resistenzabianconera
Una raccolta speciale di figurine, realizzata sotto l'egida ufficiale del club bianconero, che raffigurano calciatori, staff tecnico, stadio, immagini salienti e festeggiamenti di una stagione indimenticabile per la Vecchia Signora La Panini ha deciso di celebrare il recente trionfo juventino e ha realizzato una raccolta speciale - sotto l'egida ufficiale della Juventus stessa - sull'ultima stagione bianconera e sui suoi protagonisti. La collezione si intitola "Juventus Campione - Le figurine ufficiali" e contiene tutte le 72 figurine adesive, da incollare su un album di 16 pagine, ricco di informazioni sulla trionfale cavalcata bianconera. Vi trovano infatti spazio le immagini salienti e le statistiche del campionato appena concluso, i momenti più emozionanti della festa scudetto, oltre a tutti i protagonisti della squadra Campione d'Italia. In ognuna risalta lo scudetto tricolore con il numero "31" e con sotto le tre stellette. |
Post n°1014 pubblicato il 04 Giugno 2013 da resistenzabianconera
Cesare Prandelli ha scelto i 23 giocatori per la Confederations Cup. Sciolta la riserva sulle condizioni di Andrea Barzagli che fara' parte della spedizione brasiliana. |
Post n°1013 pubblicato il 01 Giugno 2013 da resistenzabianconera
LO SLOGAN PER LE MAGLIE - "Fino alla fine". E' questa la frase che sarà impressa sulle maglie della Juventus nella stagione 2014-2015. La società bianconera ha reso noto l'esito della votazione caratterizzata da oltre 6000 proposte dei tifosi. In finale sono arrivate 5 frasi: 'Fino alla Fine' ha trionfato su 'Bianco che abbraccia il nero', 'Writing history, chasing victory', 'We live our lives in color, but Dreams are Made in black & white' e 'Storia di un grande amore'. |
Post n°1012 pubblicato il 01 Giugno 2013 da resistenzabianconera
Nonostante il procuratore del montenegrino ribadisce il gradimento del suo assistito per i bianconeri, il club gigliato insiste nella sua richiesta, 30 milioni cash, che non prevede contropartite tecniche. Il dg Marotta non dispera: "Non sono ancora maturi i tempi, ma..." TORINO - La Fiorentina allontana Jovetic dalla Juve. Durante l'incontro di oggi con i vertici del club viola, l'agente dell'attaccante montenegrino, Fali Ramadani, ha ribadito la preferenza del giocatore per la Signora, pronta a versare a Jo-Jo 4 milioni a stagione più bonus fino al 2018. La Fiorentina, però, non sembra affatto intenzionata a venire incontro ai carissimi nemici bianconeri, ai quali chiede il pagamento dell'intera clausola rescissoria: 30 milioni cash. Un modo per dire un primo no alla Juve - che al momento non va oltre la proposta di 18 milioni più Marrone - e attendere altre offerte, meglio se provenienti dall'estero. |
Post n°1011 pubblicato il 21 Maggio 2013 da resistenzabianconera
SAMPDORIA (3-5-2): Da Costa; Mustafi, Gastaldello, Castellini; De Silvestri, Obiang, Palombo (21' st Munari), Poli, Estigarribia (39' st Berardi); Eder (35' st Sansone), Icardi (22 Romero, 32 Berni, 4 Rodriguez, 6 Maresca, 10 Maxi Lopez, 15 Poulsen 21 Soriano,93 Savic). All. Delio Rossi La Sampdoria batte la Juventus 3-2 in rimonta e per la Juventus si rinnova l’incubo doriano. Bianconeri in vantaggio al 25’ con Quagliarella: eccezionale nell’arpionare un lancio millimetrico di Pirlo che elude il fuorigioco della Sampdoria, tiro sul primo palo e Da Costa superato. Vantaggio che dura appena 5’ perché al 31’ Eder trasforma su rigore il gol dell’1-1. Penalty concesso da Gervasoni per una presunta trattenuta di Chiellini su Icardi in area. Al 12’ della ripresa, la Sampdoria ribalta la situazione andando in vantaggio con De Silvestri bravo ad anticipare Isla di testa e beffare Storari sotto l’incrocio. La Juve attacca e costruisce ma al 30’ la Sampdoria chiude il match con Icardi che raccoglie da due passi un coast to coast di Estigarribia. Nel finale Conte perde Bendtner (entrato per Giovinco) per un infortunio al polso ma la Juve in dieci non molla e trova il gol, bellissimo e inutile, con Giaccherini al 45’ La Juve che perde dopo essere andata in vantaggio e incassa tre gol in trasferta: mai successo in questo campionato. Antonio Conte battuto ma nemmeno troppo abbacchiato. Cose possibili solo a fine campionato, con lo scudetto già in tasca. Delusioni che chi ha in testa solo la vittoria accetta unicamente perché ha già la pancia piena e dietro l’angolo vede le meritate vacanze. «Potevamo vincere noi, potevano farlo loro - è il commento del tecnico bianconero dopo il ko subìto dalla Samp -. Ci è andata male ed è una sconfitta che lascia un po’ di amaro in bocca. Solo per il risultato, però. Perché la prestazione, visto anche il nostro massiccio turnover, mi ha soddisfatto in pieno». Tre a due ieri sera a Marassi, due a uno all’andata allo Stadium. Stranissimo, ma vero: in questo campionato la Juve campione ha mollato 6 punti su 6 ai blucerchiati che hanno fatto un solo altro en plein, con il Pescara, ultimissimo della A. «Ma firmerei subito per lasciare altri 6 punti alla Samp l’anno prossimo se in cambio fossi sicuro di vincere il terzo scudetto di fila», sorride Conte che si fa serissimo quando il discorso cade sull’incontro con la dirigenza bianconera che nei giorni scorsi ha sancito la prosecuzione del rapporto, dopo i dubbi seminati nelle settimane precedenti. «Ci tengo a chiarire che io avevo già un contratto fino al 2015 e che tale è rimasto, senza prolungamenti né tantomeno aumenti di ingaggio. Ho letto cifre fantascientifiche, ma la questione non erano certo i soldi. Ci siamo confrontati sui progetti, c’è stata unione di intenti e adesso scatta l’ora di mettersi al lavoro per centrare gli obiettivi che ci siamo posti per continuare a vincere». Del futuro juventino di certo non farà più parte Nicklas Bendtner, punta danese in prestito dall’Arsenal che ieri ha finito di stravincere l’oscar della iella. S’era già portato avanti a metà dicembre strappandosi la coscia in Coppa Italia. E’ rimasto fuori 5 mesi e ieri sera è rientrato a un quarto d’ora dal termine. Una manciata di minuti e, cadendo male dopo un contrasto aereo in area doriana, ha di nuovo fatto crack. Frattura scomposta del polso sinistro: oggi finirà sotto i ferri a Torino per poi tornarsene a casa. Senza aver lasciato traccia apprezzabile. Avendo solo fatto il pieno di sfortuna. |
Post n°1010 pubblicato il 21 Maggio 2013 da resistenzabianconera
L'ex fuoriclasse bianconero scherza su vari temi, dalla mancata presenza alla festa scudetto al suo erede con il numero 10: "Tevez, Higuain o Jovetic? Magari si tengono il loro numero...". Sul giocatore a lui più simile in Italia: "Non saprei, portano tutti la cresta" TORINO - "Chi vedo meglio con la mia maglia bianconera numero 10 tra Tevez, Higuain e Jovetic? A parte il fatto che magari decidono di mantenere i numeri che indossano nelle loro squadre, stiamo comunque parlando di tre grandi calciatori". Lo ha detto in una simpatica non risposta Alessandro Del Piero, a margine dell'inaugurazione nel pieno centro di Torino di ADPLOG, uno spazio multifunzionale su tre piani che ospiterà mostre, incontri, eventi e conferenze legati allo sport, ma anche all'arte, alla musica e alla fotografia. Fuori, ad accogliere l'ex capitano bianconero, un centinaio di suoi fedelissimi premiati con una sessione di foto-ricordo e autografi. |
Post n°1009 pubblicato il 16 Maggio 2013 da resistenzabianconera
Un lungo vertice per continuare il matrimonio perfetto, poi una stretta di mano davanti alla foto del primo scudetto, al piano terra della sede. «Abbiamo pianificato la stagione 2013-14 » dice Andrea Agnelli. «Per continuare a costruire» aggiunge il tecnico Antonio Conte dopo l’incontro durato oltre tre ore. Al summit, anche l’amministratore delegato Beppe Marotta, il direttore sportivo Fabio Paratici e il consigliere Pavel Nedved. |
Post n°1008 pubblicato il 11 Maggio 2013 da resistenzabianconera
Juventus (3-5-2): Storari, Barzagli (14' Caceres), Bonucci, Chiellini, Isla, Vidal, Marrone, Marchisio, Giaccherini, Matri (25' st Quagliarella), Giovinco (5' st Vucinic). (1 Buffon, 34 Rubinho, 11 De Ceglie, 13 Peluso, 26 Lichtsteiner, 20 Padoin, 18 Anelka). All. Conte. No record no party? Neanche per sogno, la Juventus non vince, ma festeggia eccome lo scudetto numero 29, il secondo di fila. Il pareggio con i sardi impedisce infatti alla squadra di Antonio Conte di battere il record di punti (91) stabilito dalla Juventus di Capello nella stagione 2005-’06 (titolo poi revocato per Calciopoli). Con il Cagliari finisce 1-1 e per 50 minuti i bianconeri sono stati anche sotto, colpiti dalla corsa e dall’esplosività di Ibarbo. Nella ripresa, al 16’, il pareggio di Vucinic per un risultato che sta bene a tutti, al di là di record più o meno prestigiosi da raggiungere. È il giorno della festa scudetto e anche Conte, per una volta, può accontentarsi nonostante non siano arrivati i tre punti. Tante le novità in formazione, tra i pali ancora Storari con Buffon in panchina, poi la difesa titolare e a centrocampo, out Pirlo e Pogba, spazio a Marrone in regia con Giaccherini e Isla sulle fasce, quindi Marchisio e Vidal unici titolari del reparto. In attacco Giovinco affianca Matri. Di fronte una squadra che non ha nulla da chiedere alla classifica, ma che non vince da un mese e vuole chiudere in bellezza, magari con una vittoria di prestigio. Pulga e Lopez si affidano al 4-3-1-2, sulla trequarti c’è Nainggolan e non Cossu, in attacco la coppia prescelta è Pinilla-Ibarbo, va in panchina Sau. Il clima di festa si avverte, i ritmi sono lenti, ma c’è voglia di divertirsi anche tra i giocatori. Vidal non è ancora sazio di gol ed è il primo a cercarlo impegnando Agazzi in angolo. Sul corner successivo Ibarbo parte dalla sua area, nessuno lo pressa, Barzagli e Marchisio provano a fermarlo, ma il primo è già out per infortunio (chiederà il cambio subito dopo), il secondo non lotta più di tanto e per il colombiano è un gioco da ragazzi battere Storari, peraltro per nulla reattivo. Cagliari avanti e per Ibarbo un gol da ricordare. Comprensibilmente tra i bianconeri, che festeggiano da domenica scorsa, non c’è la solita furia agonistica. Tra i più propositivi Giaccherini e Giovinco, quest’ultimo al 34’ colpisce la traversa con una punizione alla Del Piero (il grande assente ovviamente sugli spalti), mentre il primo nel finale mette in mezzo l’ennesimo pallone e per poco Vidal non trova il gran gol. La Juve non ci sta a perdere, Conte al 7’ della ripresa inserisce Vucinic per Giovinco, mentre il Cagliari perde i due terzini (Murru e Perico) e Pulga e Lopez devono inventarsi qualcosa. Entra Cossu, Nainggolan arretra a centrocampo, Dessena in difesa. È Giaccherini il trascinatore e al 9’ è lui a impegnare in angolo Agazzi e, al 16’, è sempre lui ad avviare l’azione del gol del pareggio, proseguita da Marchisio, quindi da Vidal che serve un assist solo da spingere in rete a Vucinic che, a porta vuota, non ha difficoltà a siglare l’1-1. È la scintilla per riscaldare ancor di più l’atmosfera, il popolo bianconero, in fondo, aspetta il triplice fischio e la vera festa, mentre in campo i giocatori il gol della vittoria lo vogliono. Dentro anche Quagliarella (fuori Matri), ma a provarci è Isla che sfiora la traversa dalla distanza. Possesso palla, ma poco movimenti tra i bianconeri che hanno anche il problema di stare attenti alla corsa e alla tecnica di Ibarbo, bravo palla al piede e immarcabile in velocità. I minuti scivolano via veloci tra i cori dei tifosi juventini, sempre più impazienti di vedere il trofeo dello scudetto alzato al cielo e di celebrare uno per uno i campioni d’Italia e il loro condottiero: Antonio Conte. Suoni e immagini a iosa per la festa bis. Ovazioni del pubblico, con le eccezioni per Maurizio Beretta, presidente delle Lega che riconosce 'solo' 29 scudetti, e Zlatan Ibrahimovic, al centro di un coro razzista E' qui la festa-bis, con il suo corollario di suoni e immagini: i fischi a Beretta, presidente di quella Lega che riconosce "soltanto" 29 scudetti alla Juventus; la sfilata della squadra, con i boati speciali per Chiellini, Pirlo, Vidal e Conte; fino all'ingresso trionfale di capitan Buffon che, raccolto il testimone lasciato da Del Piero, alza al cielo il trofeo dello scudetto. Un'esplosione di coriandoli, stelle filanti e fontane luminose incornicia il secondo tricolore consecutivo conquistato dalla squadra di Conte. Poi l'inno sociale, le foto-ricordo e il giro di campo con tanto di figlioletti al seguito. Tra i molti volti sorridenti ci sono anche quelli degli alti comandi bianconeri: da Andrea Agnelli a John Elkann, fino ai consiglieri Pavel Nedved e Beppe Marotta. Nessuna invasione, questa volta: il popolo ha raccolto e rispettato l'appello del suo tribuno Conte. Dopo la consegna della Coppa tricolore e dopo i festeggiamenti, l'allenatore bianconero: "Tutto bellissimo, ma ora voglio riposare e sarà dura ripetersi ancora. La mia squadra come quella dell'ex ct, ma siamo unici come organizzazione. Il paragone? Con la squadra di Lippi" Antonio Conte, archivia la festa per il secondo scudetto e - di fatto - si conferma alla guida della Juve: "Se qualcuno pensa che mi accontento di questi due scudetti si sbaglia. L'anno prossimo voglio gente feroce, cattiva e determinata. Io voglio arrivare ai nastri di partenza con l'ambizione di provare a vincere. Al di là del mercato, sarà importante avere la stessa fame, la stessa voglia di lavorare, sacrificarsi e di sudare. Una data precisa per sciogliere la riserva sulla mia permanenza? Non devo sciogliere io la riserva. Se ci sono tutte queste cose allora si continua, si va avanti. Se mi dovessi accorgere che latita qualcosa, sarebbe dura andare in battaglia". Il portiere si gode la festa scudetto, ma pensa al futuro: "Conte ha sangue bianconero, prima di rinunciare a questa panchina ci penserà a lungo". Sulla Champions: "Bisogna migliorare per arrivare a livello del Bayern" TORINO - Gianluigi Buffon celebra la festa per lo scudetto con l'orgoglio del capitano: "Quando diventi capitano di una squadra vuol dire che è passato un po' di tempo, Io sarei contento se i tifosi della Juve fossero orgogliosi che io li possa rappresentare. Io sono felice di poter stare ed essere un uomo importante per questa squadra". Il portiere non ha dubbi sulla permanenza di Conte: "Io credo che il mister abbia il sangue bianconero e prima di rinunciare alla panchina della Juve ci penserebbe tante, tante, tante volte". Per Champions League, pronto un nuovo assalto: "Per vincere la Champions in questo momento, sia noi ma anche tutte le altre potenze europee, debbono migliorare per arrivare al livello del Bayern. Una squadra che è due gradini sopra tutti. Ora che hanno l'imperativo di vincere cercheranno di migliorare l'ulteriormente, perchè è nella filosofia, nella tradizione di queste società e quindi l'impresa è molto difficile" "Per vincere competizioni come la Champions possono, però, anche valere fattori o episodi fortunati, come un sorteggio, una parata in piu o in meno". Infine, Gigi Buffon conferma che la sua carriera in Italia si concluderà in maglia bianconera. "In Italia non c'è dubbio, perchè non avrebbe nessun senso prendere in considerazione altre squadre, anche perchè per l'età che comincio ad avere, poi, non interesso neanche tanto". Marchisio invece è rammaricato per non aver vinto con il Cagliari e per i record sfumati: ''Volevamo vincere per chiudere quest'annata davanti al nostro pubblico che anche oggi ci ha sostenuto e per il record di punti ma questo pareggio non toglie i meriti di questa squadra che da due anni sta facendo grandissime cose''. La testa anche per lui è già proiettata verso la prossima stagione. ''Abbiamo iniziato a vincere l'anno scorso e abbiamo continuato alla grande anche quest'anno, ci aspettiamo ora di confermarci in Italia e diventare ancora più importanti in Europa'' Chiellini si sofferma sul futuro di Conte: " "Per fortuna nulla è scontato. E' stato un campionato straordinario fatto di grandi sacrifici e grande abnegazione. Anche quando abbiamo giocato in Champions, non abbiamo mai perso di vista quello che era il nostro obiettivo: vincere in Italia e continuare a farlo per più tempo possibile. Sono convinto che il mister resterà perchè è l'artefice di questo successo. Siamo nel pieno di questo ciclo, adesso stiamo crescendo ed è bello crescere insieme". |
Post n°1007 pubblicato il 09 Maggio 2013 da resistenzabianconera
Basta un gol di Matri, stesa l’Atalanta Atalanta (3-5-1-1): Consigli 5,5; Scaloni 6, Stendardo 5,5, Canini 5,5; Raimondi sv (7' Giorgi 5), Carmona 6 (23' st Moralez 5), Cigarini 5,5, Biondini 6, Del Grosso 6 (35' st Parra sv); Bonaventura 6; Denis 6,5. A disp.: Polito, Capelli, Ferri, Bellini, Contini, Brivio, Radovanovic, Troisi, De Luca. All.: Colantuono 6 La Juventus continua la rincorsa al record di 92 punti in campionato. I bianconeri hanno battuto l’Atalanta per 1-0 nonostante una sfida che sulla carta poteva creare anche qualche problema ai campioni d’Italia, reduci dalla sbornia scudetto e in campo con una formazione molto rimaneggiata. Come annunciato, era previsto un minuto di raccoglimento per la recente scomparsa del sette volte Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, ma silenzio e applausi sono stati ampiamente sostituiti da bordate di fischi giunte da tutti i settori dello stadio. La gara è stata funestata anche da continui lanci di oggetti tra opposte tifoserie che hanno continuato all’interno dello stadio la guerriglia già cominciata fuori. Scambi di «cortesie» che al 28’ del primo tempo hanno costretto l’arbitro Guida a sospendere per circa 7-8 minuti la gara. Nonostante lo scudetto vinto domenica scorsa, la Juventus non ha cambiato atteggiamento ed è entrata in campo per «far male». Anche Conte non ha mostrato alcuna diversità di atteggiamento, le urla e i gesti sono stati quelli ormai consolidati, ha richiamato continuamente i suoi e ha spinto la manovra col suo fare tipico, come se fosse in campo. Più quieto Contantuono che, invece, ha dovuto subito modificare qualcosa al suo modulo di gioco per l’infortunio occorso nei primi minuti a Raimondi. Al 18’ del primo tempo la Juventus è passata in vantaggio con un’azione capolavoro firmata Pirlo-Matri: il talento bresciano ha inventato un lancio millimetrico per il compagno, l’attaccante ha agganciato di destro e ha poi battuto di sinistro un Consigli leggermente fuori dalla porta, preso in contropiede. Sfortunata l’Atalanta al 38’ con un destro al volo di Denis che si è stampato sul palo su un disimpegno sbagliato di Caceres. Nella ripresa è aumentato il pressing dei padroni di casa che si sono fatti vedere con più frequenza dalle parti di Storari, anche se l’ex milanista non è mai stato realmente impensierito, mentre la Juve ha risposto con infilate in contropiede forti e micidiali che però non hanno sortito alcun effetto. La più pericolosa al 15’ quando un bello scambio Matri-Isla-Matri non è stata finalizzata dalla punta che non è arrivata sul pallone messo in mezzo dal cileno. Nel finale Colantuono ha cercato di dare più sostanza all’attacco buttando dentro Moralez, ma a fare notizia è stato un fallo di mano in area di Marrone che l’arbitro Guida al 35’ ha giudicato involontario facendo proseguire il gioco e mandando su tutte le furie tecnico, giocatori e tifoserie atalantina. Sul capovolgimento di fronte è stato uno strepitoso Consigli a salvare con i piedi sul destro di un solissimo Vidal. La rabbia ha però lasciato spazio alla gioia quando, informati sul finale di Palermo-Udinese, a Bergamo hanno potuto festeggiare la matematica salvezza. Ultimi minuti in spinta per una buona Atalanta che però ha lasciato alla Juve l’ennesima azione pericolosa della gara: al 45’ Anelka ha servito Giaccherini che dalla sinistra a calciato sull’esterno della rete alla destra di Consigli. Bomba carta contro il convoglio di bus bianconeri. Lacrimogeni della polizia per riportare la calma Il convoglio dei pullman dei tifosi juventini (una decina), è stato preso d’assalto dai tifosi dell’Atalanta a circa un chilometro dallo stadio dove questa sera si gioca Atalanta-Juventus. I tifosi nerazzurri hanno lanciato una grossa bomba carta per cui i rivali bianconeri sono scesi dai pullman per affrontarli. La polizia ha sparato i lacrimogeni e dopo pochi minuti il convoglio dei tifosi juventini è ripartito alla volta dello stadio. Gli scontri sono poi continuati anche fuori dallo stadio. Prima di entrare nei varchi, gli juventini sono stati affrontati dai tifosi nerazzurri. Le forze dell’ ordine hanno fatto da cuscinetto, impedendo che la situazione degenerasse. Il clima resta di alta tensione: molti petardi sono scoppiati vicino alla polizia, che ha risposto con lanci di lacrimogeni. |
Post n°1006 pubblicato il 07 Maggio 2013 da resistenzabianconera
Questa è la storia di uno scudetto nato in estate quando Antonio Conte e la Juventus hanno capito che vincere significa lottare contro tutto e tutti e ricevere in cambio l’odio sportivo altrui.
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Post n°1005 pubblicato il 07 Maggio 2013 da resistenzabianconera
Dopo lo scudetto è ora di programmare il futuro. Il dg sul tecnico: ''Il rapporto con Antonio è ottimo, la società vuole che lui rimanga. Calciopoli? La storia non si cancella''. Mercato, Agnelli potrebbe scongelare parte del budget del 2014. Vucinic e Lichtsteiner gli unici titolari cedibili La festa-scudetto ha addolcito gli umori e alleviato i mal di pancia. Quelli di Conte, che oggi appare un po' più vicino alla sua Signora. "Lui ha voglia di rimanere", ha confermato durante una lunga intervista a Radio Anch'Io Sport l'ad bianconero Marotta, che già ieri, nel dopo partita di Juve-Palermo, metteva la mano sul fuoco in merito alla permanenza del tecnico alla corte bianconera. "Il rapporto tra Conte e la società è ottimo - sottolinea Marotta -, cordiale e quotidiano. Quando un professionista raggiunge traguardi programmati nel tempo in modo così veloce, diventa normale fare delle riflessioni, per amore del proprio lavoro, della professionalità e dell'azienda. Il tecnico ha voglia di rimanere, e la società vuole che lui rimanga, per ottenere sempre il massimo". |
Post n°1004 pubblicato il 06 Maggio 2013 da resistenzabianconera
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Inviato da: denis_darija
il 11/05/2013 alle 23:08
Inviato da: Grissom08
il 13/04/2013 alle 10:23
Inviato da: Grissom08
il 03/04/2013 alle 23:39
Inviato da: cuorejuventino2
il 11/12/2012 alle 06:52
Inviato da: cuorejuventino2
il 07/12/2012 alle 15:30