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Messaggi di Gennaio 2022

 

Avemus Praesides

Post n°2882 pubblicato il 31 Gennaio 2022 da paperino61to

Avemus papam…no, avemus Praesides, ovvero abbiamo il Presidente della repubblica (delle banane). Uno nuovo? Macchè, sempre lui, oddio non che cambi molto averne un altro, l’unica cosa che sanno fare è Firmare legge Vergognose (vedi la cancellazione art.18), non far rispettare la Costituzione (Diritti inalienabili sulla Casa, Studio e Lavoro, sull’Apologia di Fascismo), intascarsi il lauto compenso circa 239 mila euro, una media di 18.300 euro al mese. Direi non male per andare in televisione e dire ai cittadini le parole: Sacrificio e Coesione.

Tralascio la sua “ridicola” giustificazione a farsi altri sette anni al Quirinale, per non parlare della sua “Incoerenza” (Non mi chiedete di candidarmi perché non ci penso proprio), ma si sa davanti a certi stipendi, coerenza e dignità si possono mettere da parte.

Dei partiti che dire? Al di là che sono oramai un’accozzaglia di Ruba stipendi, lontani dai veri problemi del Paese e dai suoi cittadini, ancora una volta hanno dimostrato la loro Incapacità, hanno prevalso i loro beceri scopi personali. Anche se, ho qualche riserva sull’Incapacità.

Nel senso che se andava Disaster Man (ovvero l’uomo che ha Affossato la Grecia e che viene da tutti e dalla maggior parte dei media il Migliore) al Quirinale, avrebbero dovuto esserci le Elezioni o altrimenti ci sarebbe stato un Governo tecnico alla Monti tanto per intenderci. Non essendoci più nulla da distruggere nel mondo del lavoro ecco che Disaster Man rimane al suo posto. Molto peso lo ha avuto il dio Vitalizio, ovvero se cadeva il governo, bye bye soldi e molti di questi cialtroni non avrebbero più avuto il Vitalizio oltre che lo stipendio Esagerato di cui godono con annessi Privilegi.

Le elezioni, bella parola, ma siamo sicuri che i partiti gli vogliono? Io credo di no e non solo per il motivo citato sopra ma anche perchè Nessuno di loro rischierebbe di mettere sul tavolo carte non buone. Fateci caso, tutti a strillare, a gridare ma poi alla fine rientrano tutti nella cuccia scodinzolando. Eppure basterebbe togliere la fiducia, alzarsi dalla poltrona ed uscire dal parlamento.

Indubbiamente un peso per eleggere il Presidente Inutile sono stati anche i cosiddetti Poteri Forti, ovvero BCE, l’UE e il mondo imprenditoriale.

Poco mi importa se il Barabba leghista ha fatto la solita figura di caccola (voglio essere buono) e che il PD è un concentrato di persone senza spessore e senza spina dorsale, per non parlare dei Cinque Stelle dove un ex “bibitaro” cerca di fare le scarpe a un onesto e volenteroso avvocato di nome Conte. Tutti quanti a parlare di una svolta, un Presidente donna…infatti a parlare ma poi davanti ai fatti, la cara Casellati è stata “trombata”, la cosa ironica è che la persona che l’ha trombata (in senso figurativo, almeno spero per lei) è la stessa persona per cui anni addietro era sulla scalinata del Palazzo di Giustizia di Milano a protestare contro le inchieste volute dalla Boccassini e da Davigo.

Invece il caro Pinocchio di Firenze, pur non contando in termini di percentuale su eventuali elezioni, ha un penso non indifferente in parlamento e infatti lui ha “trombato” la Belloni diplomatica ora alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Pure il Barabba era d’accordo (caso strano) con il PD e il M5S, ma mai fare i conti senza l’oste(Renzi).

In ogni caso per noi cittadini cambia nulla, gli aumenti di luce e gas continuano ad esserci alla faccia dello sbandierato intervento di governo, l’Incapacità di gestire la crisi del mondo del lavoro continua (fabbriche chiuse o dislocate) con lavoratori licenziati dall’oggi al domani. Stendiamo un velo pietoso sulla Gestione del Covid con il Gran Mogol sempre più penoso assieme alle “Stelle del camice bianco” nella parte pessimi di emuli di Pinocchio. Che altro dire? Auguri Presidente che almeno i 239 mila euro annuali che lei prende la facciano dormire sonni tranquilli senza pensare a chi faticosamente raccoglie patate e pomodori a 2/3 euro al giorno dormendo in baracche o tende fatiscenti.

 

 
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Serata Tommy Castro

Post n°2881 pubblicato il 29 Gennaio 2022 da paperino61to

 

 Stasera vi presento un artista di nome Tommy Castro (nato a  San Josè , 15 aprile 1955, California, Stati Uniti) è un chitarrista e cantante statunitense di blues e R&B e rock. Registra dalla metà degli anni '90. La sua musica lo ha portato dai palchi locali alle tournée nazionali e internazionali. La sua popolarità è stata segnata dalla sua vincita nel 2008 del Blues Music Award. 

Secondo  il The Chicago Sun-Times, Castro suona "R&B intriso di soul di Memphis... blues di prim'ordine". Tom Callahan dei Blurt ha aggiunto: "Castro ha una voce piena di sentimento, una chitarra ardente ed è un eccellente cantautore e cantante. Se chiudi gli occhi sarai convinto che stai ascoltando Otis Redding che canta nel 1967. Buon ascolto e buon fine settimana a tutti voi.

 

 

 

             

 

 

 

 

               

 

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

 

 

         

 


 

 

 

 

 
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Il visitatore misterioso (13 capitolo)

Post n°2880 pubblicato il 28 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto:  Il commissario Berardi con molta fatica e fortuna riesce a risolvere le due indagini che seguiva parallelamente. La prima non ufficiale era scoprire il misterioso visitatore di un'anziana donna: Dora Cattaneo. Dopo varie indagini scopre che questa persona è il marito di una sua nipote: Ambrogio Sovena. L'uomo ha preso il cognome della madre per scoprire e vendicare la morte del padre: Paolo Cremonte. Quest'ultimo indotto al suicidio per una truffa ai suoi danni del marito della Cattaneo: Aldo Borrini e dai suoi complici Madia e Torrisi, i quali hanno confessato com'era stata articolato il piano per fregare Cremonte. Berardi scopre anche una busta contenente degli scritti dove Borrini ammette la truffa. La seconda indagine invece viene risolta grazie a una soffiata di un informatore. Egidio Testa ladro di appartamenti è stato ucciso dal suo socio e amico Franco Liverio, proprietario di una piola. L'assassino lo ha ucciso per divergenze sulla spartizione della refurtiva, come prova gli agenti hanno trovato il portafoglio con i documenti della vittima a casa di Liverio. Messo alle strette l'uomo ha confessato. Per sdebitarsi con il commissario la signora Cattaneo invita quest'ultimo e Maria al locale Bicerin, e mentre sono intenti a festeggiare il programma radiofonico viene interrotto per un annuncio del Governo Badoglio: La resa incondinzionata agli Alleati. 

 

 

 

   Il silenzio cala sul locale, l’unica cosa che siamo in grado di fare è di guardarsi l’uno con l’altro. La mia previsione si è avverata purtroppo, nel tornare a casa Maria si tien stretta a me e le poche persone che incontriamo per strada camminano in fretta a testa bassa.

“Marco, e ora che succederà?”.

“Non lo so Maria, non lo so davvero, ma credo che la guerra non finirà con questo annuncio. I tedeschi si sentiranno traditi e purtroppo sappiamo di che pasta sono fatti, poi come complici avranno sicuramente le milizie del Duce…”.

Ricevo le telefonate di Tirdi e poi di Perino, sono preoccupati per me e per ciò che può accadere nei giorni seguenti.

“Tranquilli ragazzi, sto bene. Ci vediamo domani mattina in ufficio”.

Due giorni vengo convocato dal questore, accanto a lui c’è il podestà.

“Si segga commissario, l’ho convocata qui perché il podestà deve riferirle alcune cose, dopo l’annuncio dell’altra sera alla radio del capo del governo…ma prego signor podestà a lei la parola”.

“Buongiorno commissario, come saprà Badoglio ci ha venduto agli alleati tradendo di fatto il nostro alleato tedesco. Ora come può immaginare, ci troviamo in un serio problema, o rimanere fedeli a un governo traditore o continuare l’alleanza con i tedeschi”.

“Ho capito dove vuole andare a parare, ma noi siamo poliziotti, garanti della giustizia. Da parte mia e dei miei uomini continueremo a svolgere con dedizione e fedeltà il nostro lavoro”.

“Questo mi fa piacere, ma il punto è un altro, lei e i suoi colleghi sarete anche fedeli ai tedeschi?”.

Guardo il questore che con gli occhi mi implora di non dire come la penso veramente, mi conosce da troppo tempo per sapere già la risposta.

“Come ho detto prima saremo fedeli alla Regia Polizia dello Stato Italiano. Se verrà dato un ordine compatibile con il nostro giuramento lo eseguiremo fedelmente dopo prove certe e schiaccianti verso chi si macchia di gravi delitti”.

“Ha mai pensato di fare il politico caro Berardi? Lei ha risposto evasivamente alla mia domanda…ciò non toglie che lei e i suoi uomini d’ora in avanti prenderete ordine da me e dalla persona che ora vi presento. Credo di essere stato abbastanza chiaro!!”.

“Herren, vi prego, credo che il kommissar Berardi ci offrirà la sua più totale collaborazione, non ho dubbi. Permette che mi presenti, Oberstleutnant Hugo Kross capo dei reparti divisione SS-Leibstandarte Adolf Hitler di stanza nella vostra città. I miei reparti al completo arriveranno entro la giornata di oggi e spero che i cittadini della vostra città saranno collaborativi con noi. Conto su di voi kommissar e sui vostri uomini perché ciò accada. Ecco l’elenco delle nostre sedi, il mio grazie va al podestà e al prefetto che hanno individuato questi luoghi”.

 

Prendo la lista e con notevole stupore vedo che Torino è di fatto in mano ai nazisti, i comandi militari e la gendarmeria tedesca sono in Corso Oporto numeri 16 e 33, il comando della polizia delle SS è situato nell’albergo Nazionale in via Roma 254 e l’Ufficio di propaganda tedesca in Corso Moncalieri 56, la polizia di pronto intervento delle SS in Corso D’Annunzio 70 mentre gli ufficiali alloggiano all’albergo Principi di Piemonte in via IX Maggio 15.

Consegno la lista senza dire una parola.

“Ora può andare commissario e si attenga a quanto le ho detto, non accetto insubordinazioni di nessun genere”.

“Credo che il kommissar lo farà senz’altro” il tedesco sorrise a questa frase. Avrei voluto toglierglielo a suon di sberle quel maledetto sorriso, ma so che avrei esposto non solo me ma anche Maria e i miei uomini a rischio di una rappresaglia.

“Come è andata la riunione commissario?” domanda Perino.

“Lascia perdere, di fatto siamo agli ordini dei tedeschi, e della peggior specie… le SS!! E come non bastasse il podestà ha dato chiari ordini di collaborare con loro!”.

Il volto di Perino sbianca ed esce dall’ufficio sconvolto.

Poche settimane dopo fu nominato dai tedeschi un nuovo prefetto: Angelo Tollini e il partito fascista rinato con il nome di Partito Fascista Repubblicano sotto l’ordine della Repubblica di Salò. Il restante della città finì sotto le mani delle milizie repubblichine.

 

                                                        Fine

 

Un grazie di cuore a voi che avete seguito l'ennesima indagine del commissario. I personaggi ovviamente sono tutti inventati tranne due: il colonello delle SS Hugo Kross e il prefetto Angelo Tollini, voluto espressamente dai tedeschi, come sono reali i luoghi dell'insediamento tedesco. 

 

 
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Il visitatore misterioso (12 capitolo)

Post n°2879 pubblicato il 27 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto:  Il commissario Berardi indaga sula morte di un ladro di appartamenti, purtroppo  non vi sono indizi ne testimoni che possano portare a chi ha commesso l'assassinio. L'altra indagine non ufficiale riguarda Dora Cattaneo un' anziana signora. Il suo alloggio è fatto visita di un misterioso visitatore, entra ed esce a suo piacere non portando via nulla. Il commissario capisce che questa persona sta cercando qualcosa. Una notte però la donna viene aggredita alle spalle. Berardi intuisce che possa esservi un passaggio tra l'alloggio adiacente e quello della donna. La sua ipotesi viene confermata dal geometra che ha disegnato le piante dei due alloggi. Lo stupore di Berardi e del suo collega è grande quando scoprono che la chiave  dell'alloggio attiguo in dotazione al portinaio non è quella originale e per entrare hanno bisogno di un fabbro. Berardi scopre la porta che unisce i due alloggi. Tornato in ufficio da ordine di indagare sul marito della vedova: Aldo Borrini e scopre che dei due soci: De Angelis e Cremonte, quest'ultimo si è suicidato per degli investimenti sbagliati. Inoltre Borrini e sua moglie hanno due nipoti sposate. Berardi decide di indagare anche sui mariti delle due nipoti. in questura convoca due persone legate a Borrini: Madia e Torrisi. I due confessano di essere stati partecipi alla truffa contro Cremonte. La signora Cattaneo rivela un episodio che vedeva coinvolto il marito al commissario. Finalmente i due poliziotti trovano quello che il visitatore cercava: una busta con dentro gli scritti della truffa fatta da Borrini ai danni di Cremonte. Il commissario concepisce un piano per trarre in inganno il visitarore misterioso ed arrestarlo. L'arrestato è Ambrosio Sovena, marito di una delle due nipoti della signora Cattaneo. 

 

 

Nell’ufficio, l’uomo non apre bocca, nonostante sia stato preso in flagrante.

“Signor Sovena, so il motivo per cui è entrato nell’alloggio della vedova Borrini. So anche cosa ha fatto questa persona nei confronti di suo padre”.

Solo a quelle parole alza la testa e mi guarda: “Quindi sa perché volevo quel dannato documento?”.

“Si, e se può consolarla sia Madia che Torrisi ambedue complici della truffa, sono stati arrestati e andranno a processo”.

“Che siano maledetti, devono pagare per quello che hanno fatto a mio padre e alla mia famiglia”.

“Conosce un certo Egidio Testa”?

“No chi è? Un altro complice del Borrini?”. Dal tono della domanda capisco che dice la verità.

“L’unica cosa che non capisco è come ha fatto lei a venire a conoscenza di quel documento?”.

“Un giorno andammo a trovare la zia di mia moglie la signora Cattaneo e lei accennò al marito e ai documenti lasciati in eredità. La cosa finì lì, ma io avevo capito che tra questi poteva trovarsi il documento della truffa perpetrata ai danni di mio padre. Il proprietario dell’alloggio a fianco è un mio amico e mi aveva invitato a vederlo, e notai subito la porta comunicante. Quando ritornai dissi al portinaio che volevo vederlo, mi diede le chiavi, lui si allontanò per un’urgenza e io scambiai le chiavi. Sarebbe stato un gioco da ragazzi entrare ed uscire senza farmi vedere. ”.

“Poi però una sera qualcosa andò storto ed aggredì la signora”.

“Si, e me ne pento ancora adesso, la zia di mia moglie è diversa dal marito…non so cosa mi sia preso, mi sono spaventato, era di spalle e l’ho colpita”.

“Poteva ancora cavarsela con poco, ma aggredire una persona…”.

“Sono pronto a pagarne le conseguenze, l’importante che i complici di Borrini paghino per ciò che hanno fatto hanno fatto alla mia famiglia”.

“Mi dica quando ha sposato sua moglie sapeva che suo zio era il defunto Borrini?”.

“No glielo giuro, l’ho scoperto solo dopo quando siamo andati a trovare la vedova, in una fotografia riconobbi l’uomo che causò la morte di mio padre. Mia moglie non sapeva nulla di tutto questo. Quando morì mio padre, decisi di prendere il cognome di mia madre, avevo giurato di vendicarlo e potevo farlo non con il mio vero cognome”.

Un attimo dopo entrò la signora Cattaneo accompagnata dalla domestica. Era venuta per domandare se c’erano novità, rimase stupita nel vedere il marito di sua nipote. Spiegai che era lui il misterioso visitatore notturno e anche perché l’aggredì.

“Ambrogio, perché non me lo hai detto subito? Non immaginavo il male che ti aveva fatto mio marito. Solo dopo avere letto il documento che cercavi ho capito cosa aveva combinato…perdonami se puoi”.

“Signora, non ha nulla da farsi perdonare, sono io che le chiedo scusa, ero accecato dalla vendetta. Pensavo che lei fosse complice, solo adesso scopro che lei era all’oscuro di tutto”.

In fondo quest’uomo mi fa pena, guardo la donna il quale mi domanda cosa rischia Sovena.

“Credo che qualche annetto di galera non glielo toglie nessuno, ma io nono un giudice”.

“Senta commissario e se io rinunciassi alla denuncia? In fondo non ha rubato nulla”.

“Dimentica l’aggressione?”.

“Quale aggressione? Sono caduta da sola…vero Adele?”.

La povera domestica mi guarda sorpresa e non sa cosa rispondere.

“Signora Cattaneo, se questo è il suo volere ne prendo atto. Lei è libero signor Savona, ma ricordi che la vendetta non porta mai a nulla di buono. Ci pensa la giustizia a colpire i delinquenti”.

L’uomo si alza e abbraccia la donna, e poi si volta verso di me stringendomi la mano: “Grazie commissario…mi ha ridato una nuova vita!”.

Tirdi non dice nulla, mi domanda solo del verbale cosa farne, gli dico di strapparlo.

“Ora dobbiamo concentrarci sul delitto”.

Il destino che sovente si diverte a sparigliare le carte della vita decide di scendere in campo. Un paio di giorni dopo, Perino con Giannuzzi entrano nell’ufficio con un uomo ammanettato, era Liverio, il proprietario della piola.

“Che ha combinato stavolta?”.

“E’ lui che ha ucciso Testa!” risponde Perino.

“Tu come lo sai?”.

“Ci è arrivato una soffiata, e siamo andati nel suo alloggio, abbiamo trovato della refurtiva rubata. Tra questa abbiamo trovato un portafoglio con dentro la carta di identità di Testa.

 Siamo andati alla piola e lo abbiamo arrestato, dapprima ha cercato di negare tutto ma poi ha confessato che la roba rubata gliela aveva consegnato il Testa. Hanno litigato sul come dividersi il malloppo e non trovando un accordo lo ha ucciso”.

“Come ha fatto a portarlo dal parco al luogo dove lo abbiamo ritrovato?”.

“Ha preso il furgone, a quell’ora la gente dorme, poi lo ha portato nel cortile di via Belfiore, conosce bene quel cortile perché rifornisce di vino un negozio. Ha scaricato il corpo di Testa e lo ha pugnalato per essere sicuro che non parlasse”.

“Bene Liverio, la patria galera ti aspetta di nuovo per abbracciarti e stavolta ne passerà di tempo prima di essere di nuovo libero!”.

Vado dal questore per riferirgli dell’arresto dell’assassino.

“Bravo come sempre Berardi”.

Il suo volto denota preoccupazione, alla mia domanda se qualcosa lo angustia non risponde.

 “Commissario Berardi? Sono la signora Cavalli, lei e la sua signora siete invitati al Bicerin da parte della mia amica Cattaneo. Vuole sdebitarsi per quello che ha fatto per lei e per il marito della nipote…si domani va benissimo, vi aspettiamo”.

Maria è contenta di ritornare al Bicerin.

“Bentornato commissario, signora Maria che piacere rivederla. Venite la mia amica è seduta a quel tavolo, c’è anche Adele con lei”.

Veniamo accompagnati al tavolo e dopo la presentazione di Maria alle due donne ci sediamo. Dopo qualche minuto si aggiunge anche la Cavalli. La conversazione è piacevole, nessun accenno da parte della Cattaneo alla sua disavventura e la proprietaria del Bicerin non domanda nulla, è una donna molto discreta e lo apprezzo.

La musica della radio fa da sottofondo, noto che i piedi di Maria battono il ritmo delle canzoni. Guardo l’ora, il tempo è volato, sono già le diciannove e trenta quando alla radio arriva questo annuncio:

Interrompiamo il programma per trasmettere il messaggio alla nazione da parte del capo governo Badoglio: «Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.

La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.

Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza».

 (Continua)

 
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Il visitatore misterioso (11 capitolo)

Post n°2878 pubblicato il 25 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Le indagini che coinvolgono il commissario Berardi sono due: una ufficiale e riguarda la morte di un ladro di appartamenti, e che per ora non vi sono indizi ne testimoni che possano portare indicazioni di chi sia stato l'assassino. L'altra non ufficiale e riguarda, la signora Cattaneo, anziana signora. Il suo alloggio è fatto visita di un misterioso visitatore, entra ed esce a suo piacere non portando via nulla. Il commissario capisce che questa persona sta cercando qualcosa. Una notte però la donna viene aggredita alle spalle. Berardi intuisce che possa esservi un passaggio tra l'alloggio adiacente e quello della donna. La sua ipotesi viene confermata dal geometra che ha disegnato le piante dei due alloggi. Lo stupore di Berardi e del suo collega è grande quando scopre che la chiave  dell'alloggio attiguo in dotazione al portinaio non è quella originale e per entrare hanno bisogno di un fabbro. Berardi scopre la porta che unisce i due alloggi. Tornato in ufficio da ordine di indagare sul marito della vedova: Aldo Borrini e scopre che dei due soci: De Angelis e Cremonte, quest'ultimo si è suicidato per degli investimenti sbagliati. Inoltre Borrini e sua moglie hanno due nipoti sposate. Berardi decide di indagare anche sui mariti delle due nipoti. in questura convoca due persone legate a Borrini: Madia e Torrisi. Entrambi sono stati partecipi alla truffa contro Cremonte. La signora Cattaneo rivela un episodio che vedeva coinvolto il marito al commissario.

 

 

 

 

Il pendolo è coperto da un lenzuolo, Adele lo toglie poi aspetta sul pianerottolo.

Apro l’antina e a prima vista non vedo nulla, decido di aprire la finestrella dove vi è il meccanismo dell’orologio, niente anche qui.

“Tirdi siamo fregati, la mia ipotesi è svanita…”.

“Commissario, proviamo a girare il pendolo”.

Pur girandolo e controllando per bene non vi è nessuna apertura segreta.

“La Cattaneo ha detto che il marito si è adirato perché l’ha sorpresa vicino al pendolo se non sbaglio?”.

“Si! Ha detto che le è sembrato contrariato”.

“Non vi è nulla che possa far sì che una persona diventi contrariata richiudendo o aprendo un pendolo…a meno che …”.

“A meno che non abbia da nascondere qualcosa che la moglie non deve trovare”.

“Esatto! E tu che faresti se venissi sorpreso da tua moglie?”.

“Cambierei posto indubbiamente e se ho intenzione di lasciare il segreto nel pendolo troverei un altro posto, magari scomodo ma sicuro”.

“L’unico posto scomodo e sicuro e la base del pendolo. Hai notato che c’è lo spazio per infilarci una mano? Dammi una mano a inclinare il pendolo”.

Appoggiamo il pendolo al balconcino e mi inginocchio, noto una busta sorretta da del nastro attaccato alla base superiore.

“Ecco qua quello che cercavamo, andiamo dalla Cattaneo”.

Leggo i fogli contenenti nella busta, essi indicano come avverrà la truffa ai danni di Cremonte e di come i soldi andranno divisi tra i truffatori. Il tutto con le firme di chi vi ha partecipato, con questa prova Madia e Torrisi andranno a processo sicuramente. Nell’ultimo foglio le parole scritte svelano la vera natura di Borrini:” Se anche quello stupido di Cremonte dovesse uccidersi poco me ne importa, un uomo che si fa fregare non merita la mia compassione, né ora né mai!”.

Vorrei evitare di farla leggere alla vedova ma purtroppo questa mia intenzione è destinata a naufragare miseramente. La Cattaneo non è stupida per nulla anzi, e intuisce che abbiamo trovato il documento che il misterioso visitatore cercava.

“Commissario, pijà pas an gir questa povera donna. Ha impiegato troppo tempo, e questo significa solo una cosa, che ha trovato quello che cercava!”.

“Touchè signora, i miei complimenti. Si, ho trovato il documento e se non glielo dicevo è solo per non darle ulteriore dolore…”.

“Non si preoccupi, alla mia età sono abituata ai dolori e non solo quelli fisici. Me lo dia, la prego…devo sapere…”.

Consegno la busta alla donna che la apre, toglie il foglio e lo legge lentamente come se leggesse il rosario a bassa voce.

“Aldo…Aldo mio cosa hai mai fatto? Tu…” è sconvolta.

Mi riconsegna il tutto e chiedendo scusa si ritira nella sua camera. La domestica mi guarda perplessa e le chiedo di starle accanto.

“Bene commissario e ora che si fa? Il documento c’è ma il misterioso amico notturno no…”.

“Mi sta venendo in mente un’idea per attirarlo in trappola caro Tirdi. Sappiamo chi sia, ma bisogna prenderlo con le mani nel sacco, mentre torniamo in ufficio ti spiego il piano”.

Arrivati in ufficio telefono al mio amico redattore: “Fammi un grosso favore, ho bisogno che tu metta in risalto nella prima pagina che abbiamo arrestato il visitatore notturno che si aggirava nell’appartamento della signora Cattaneo e che quest’ultima è andata ad abitare da una sua amica per riprendersi”.

“Berardi, ovviamente immagino sia una notizia falsa, ti conosco troppo bene. Forza dimmi solo un motivo valido perché devo pubblicare questa bugia”.

Ho capito che ha diritto a sapere le cose come stanno.

“Tu credi che quella persona tenti di nuovo di entrare nell’alloggio?”.

“Ne sono più che sicuro, non ha trovato quello che cercava e sapendo che si trova ancora lì ritenterà”.

“Ma perché dovrebbe farlo? Oramai la faccenda è chiusa da anni”.

“Si, ma con quel documento avrà in mano i nomi dei complici superstiti ed otterrà la sua vendetta”.

“D’accordo, io ti pubblico quello che mi hai chiesto ma in compenso quando arresterai l’uomo mi darei in anteprima il resoconto completo dell’indagine?”.

“Promesso, parola di bravo commissario!”.

 

Adesso rimane solo da convincere la signora Cattaneo a trasferirsi da una sua amica o parente. Come sospettavo la donna fa una certa resistenza ma poi per fortuna cede.  Telefona a una sua amica chiedendole ospitalità.

“Commissario, e se quel tizio non si fa più vivo?”.

“Si farà vivo signora, ne sono sicuro. Sapendo che lei non è in casa, può entrare ed agire indisturbato nel cercare il documento”.

Con Tirdi e Perino organizziamo i turni per una sorveglianza.

“Stavolta va meglio ragazzi, saremo all’interno dei due alloggi”.

“Siamo solo noi tre commissario?”.

“No, portiamo anche Giannuzzi e Ricardi”.

“Quando pensa di andare?”.

“Nel momento che esce la notizia sul giornale, il mio amico ha promesso entro domani”,

L’indomani nella prima pagina della Stampa esce l’articolo sulla Cattaneo. Il titolo è in prima pagina con a seguire il resoconto nell’interno del quotidiano.

“Ragazzi, andiamo…credo che a breve il nostro amico ci farà visita!”.

Io, Perino e Ricardi entriamo nell’alloggio della Cattaneo, mentre Tirdi e Giannuzzi si trovano nell’alloggio attiguo: “Mi raccomando nascondetevi bene e soprattutto fate silenzio”.

L’attesa dura fino alle due del pomeriggio, poi sentiamo un rumore provenire dalla camera dove vi è la porta comunicante. I raggi del sole filtrano attraverso le imposte chiuse, ma l’ombra esile del misterioso visitatore si intravede lo stesso, i suoi passi sono leggeri e i movimenti lenti per non far rumore.

Lo vedo recarsi nello studio, un fascio di luce illumina la stanza, si è portato una pila.

Lo lascio lavorare per un decina di minuti, poi decido che è arrivato il momento di intervenire.

Faccio segno ai colleghi di seguirmi, Perino tira fuori la pistola. Accendo la luce dello studio ed esclamo:” Così vede meglio signor Sovena o dovrei dire Cremona?”.

L’uomo sobbalza al sentire la mia voce, tenta un gesto disperato tirandomi contro la pila ma per fortuna mi manca.

“Lei è in arresto, non conviene faccia resistenza. Perino metti le manette al signore!”.

 (Continua) 

 

 
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