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Messaggi del 25/05/2023

 

Indagine al buio (10)

Post n°3072 pubblicato il 25 Maggio 2023 da paperino61to

Riassunto: Le indagini sul corpo senza vita ritrovato sulle sponde del fiume Po stanno prendendo una direzione. Sul corpo unico segno per cercare di risalire a chi fosse è un tatuaggio con la scritta Adua. Berardi  e i suoi colleghi con non poche difficoltà deducono che potrebbe trattarsi di un ex militare impegnato in quella battaglia e sicuramente di avere riconosciuto qualcuno che non avrebbe dovuto e per questo ucciso. Il commissario sa per certo che questa persona è la stessa che è venuto nella sua stanza di ospedale mentre era in convalescenza a domandargli aiuto, purtroppo Berardi essendo cieco non ha potuto fermare quest'uomo che è scappato via subito. 

inoltre a convincerlo ad indagare nonostante la sua infermità sono stati due biglietti anonimi messi in tasca a insaputa del commissario, la scrittura risulta essere di mano femminile. Le solo due donne imparentate con i soldati deceduti ad Adua e residenti a Torino sono Rossella Trevisan e Clara Rista, quest'ultima lavora all'ospedale dove Berardi era ricoverato. 

 

Come vorrei essere con i miei colleghi a porre le domande a quelle donne e invece…ancora una volta maledico il destino. Sento i passi della signora Desio: “E ‘l’ora della medicina commissario”.

Dopo cena io e Maria facciamo un giro nelle vie adiacenti alla nostra abitazione, la temperatura è piacevole e il vociare delle persone in strada è gradevole, immagino i bambini che giocano a rincorrersi in piazza o a palla.

“Allora Marco la prossima settimana hai la visita dal dottor Sommi se non sbaglio”.

“Si! Venerdì prossimo…ti prego solo non domandarmi come sto…”.

“Non te lo chiederò, però non puoi togliermi la speranza”.

“Non lo farò Maria, non sarebbe giusto però bisogna mettere in conto anche il peggio”.

“Credi che non ci abbia mai pensato? Ma mi rifiuto che tu non possa più vedere, faremo di tutto e se necessario andremo anche in America, ho sentito dire che in quel paese ci sono validi dottori”.

“Faremo come dice la canzone: mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar”.

“Sei…sei sciocco…ma adorabile”.

Il telefono squilla e domando alla signora Desio se può rispondere.

“Sono i suoi colleghi, vorrebbero parlarle, aspetti che l’aiuto”.

“Buongiorno commissario, sono Tirdi, abbiamo alcune notizie interessanti”.

“Ti ascolto”.

“La Trevisan non ha nessuna fotografia del cugino con i suoi commilitoni e nemmeno ha mai sentito parlare di Vettini e Ciardi. Non ha ricevuto molte lettere dal cugino, e quelle poche erano datate un paio di mesi prima che morisse”.

“Per la Rista?”.

“Qui la cosa cambia, ha una lettera del marito nomina in cui nomina il tenente Vettini e il suo attendente Ciardi. Usa parole sprezzanti come: vigliacchi, imboscati e altre ancora di questo tenore”.

“La signora ha delle foto?”.

“Si, me le ha mostrate. Suo marito è con un gruppo di militari, tra loro vi sono anche le due persone su cui stiamo indagando”.

“Sul personale che lavora all’ospedale cosa sa dire?”.

“Ovviamente non può conoscerli tutti, e alla domanda precisa se ha sentore che Vettini e Ciardi possano essere presenti in ospedale, ha abbassato lo sguardo e si è chiusa nel silenzio”.

“Credi che abbia avuto paura?”.

“Si! Ne sono sicuro, bisogna ora vedere se loro sanno chi è la donna”.

“Bravo Tirdi, ora per essere sicuro che sia la Rista la persona che mi ha scritto i biglietti, cerca di trovare delle lettere scritte da lei così facciamo il confronto”.

“D’accordo andrò subito, le dirò che ho bisogno di una sua deposizione…qualcosa mi invento di sicuro”.

Come avevo ipotizzato la scrittura è la stessa, la sconosciuta dei messaggi e Clara Rista sono la stessa persona.

“Il perito calligrafo non ha nessun dubbio”.

“Ora però bisogna convincere la signora a parlare, vai con Perino e portatela qui da me, vediamo se riesco a convincerla”.

Immagino già la faccia di Maria se viene a sapere che non solo sto indagando su un omicidio ma che addirittura porto un testimone in casa, il tutto nelle mie condizioni di salute.

Ci penserò a suo tempo, ora il problema è che la donna confessi di conoscere i due disertori.

“Buongiorno signora Rista, grazie per essere venuta. Come può notare io avrei avuto dei problemi non di poco conto a venire da lei”.

“Buongiorno commissario Berardi, nessun problema, so delle sue condizioni, faccio l’infermiera e le mie colleghe mi hanno accennato a cosa le è accaduto”.

“Benissimo, ho qui due biglietti, Tirdi per favore falli leggere alla signora”.

La donna prende i biglietti: “Non capisco”.

“Dice? Confronti la scrittura con quello che ha compilato ieri con il mio collega”.

“Non so, cosa dovrei vedere”.

“Che la scrittura è uguale per entrambi i biglietti. Cara signora Rista, lei è la mandante dei biglietti! E’ lei che mentre io stavo aspettando che arrivasse il dottore per visitarmi, mi infilava in tasca il secondo biglietto, non menta!”.

Sento la donna alzarsi ma Tirdi la invita a sedersi di nuovo.

“Senta signora, io sto indagando su un omicidio, la vittima, e ne sono convinto, ha riconosciuto le due persone di cui lei accusa di essere degli assassini e della morte anche di suo fratello a Adua”.

“Io…non so nulla, non sono io ad avere scritto i biglietti, mi scusi ma devo andare al lavoro”.

“Signora, se lei non ci aiuta i morti di Adua non verranno vendicati compreso suo marito. Chi sono queste persone? Ci dica i loro nomi…la prego”.

La donna si chiude nel silenzio e solo dopo diversi minuti decide di parlare.

“Va bene commissario, lo farò per il mio povero marito e per tutti quei poveri ragazzi. Non so dire i loro nomi che ovviamente non sono quelli veri. Tutto inizia un mese fa, facevo il turno di notte e vedo Vettini camminare nel corridoio con il carrello della spazzatura. Per me è stato uno shock vederlo, sapevo che era morto a Adua, che tutto il suo plotone era stato spazzato via. Decido di seguirlo, lui prende l’ascensore per andare nei sotterranei dell’ospedale. Io prendo le scale, non mi nota né mi sente, vedo che si incontra con un uomo, è Ciardi. Mi appoggio al muro per non cadere e soprattutto mi copro la bocca per non urlare. In quel momento capisco che i due hanno fatto credere a tutti che erano morti ma che in realtà erano vivi e vegeti, erano dei disertori”.

“Lei è sicura che i due siano Vettini e Ciardi?”.

“Come ora vedo lei e i suoi colleghi”.

“Ha provato a sapere i loro falsi nomi?”.

“Certamente, ma ho dovuto fermarmi, avevo paura di farmi scoprire. Avevo domandato al capo turno che gestisce le pulizie nel turno di notte in ospedale ma mi ha fatto mille domande”.

“A quel punto ha pensato bene di avvertire noi della polizia giusto?”.

“Si, dopo che ho letto della persona ritrovata a pochi passi dalle Molinette. Una collega ha visto la vittima uscire da una camera dell’ospedale in grande agitazione urlando frasi sconnesse. Immediatamente è stato sedato e messo in un letto, ma il giorno dopo era scomparso”.

 

“Cosa pensa sia successo?”.  

(Continua)

 
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