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Post N° 11
Post n°11 pubblicato il 17 Agosto 2006 da scurerossa
C.I.A.
David guardava l’uomo legato a terra i suoi occhi azzurri, la sua barba sporca di fango e grasso e sentiva il suo fetore. Gli occhi dell’uomo erano dilatati forse come i suoi, forse. Avevo riconosciuto quegli occhi, li avevi avuti addosso tanti anni fa quando le cose stavano diversamente. David si accese una sigaretta, ma non ne offrì al prigioniero. I piedi dell’uomo erano sporchi e puzzavano, come puzzava tutto di lui, anche l’anima, perché David era il giusto e lui l’uomo sbagliato. Le unghie del prigioniero erano lunghe e incrostate, l’indice destro dell’uomo era monco. Era stato quell’indice monco a ricordagli chi fosse quell’uomo. Aveva preso contatto con quel talebano durante l’invasione sovietica, avevano preso accordi per le armi e per l’appoggio dell’amministrazione al loro futuro governo. Lui gli aveva regalato un coltello con l’impugnatura d’osso. Portava sempre con lui quel coltello, gli era stato utile in molte occasioni. Essere un agente comportava i suoi rischi, ma dava molte soddisfazioni e non solo sul piano economico, David era un sadico di natura, anche se non aveva mia confessato questa cosa nemmeno a se stesso. Pensava al suo paese, alla gente che ora era seduta a tavola nel giorno del ringraziamento, a tutti i bravi americani che non volevano sapere. Gli occhi di quel prigioniero erano fissi nei suoi, quando levò il coltello dal fodero.
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Inviato da: cassetta2
il 06/12/2023 alle 16:24
Inviato da: ctthsoe
il 25/03/2009 alle 09:25
Inviato da: ctthsoe
il 25/03/2009 alle 09:10
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il 25/03/2009 alle 09:06
Inviato da: ctthsoe
il 25/03/2009 alle 08:37