la bradipessa

Sempre di corsa (ieri spesa, piscina e ben 2 volte in centro per far vidimare il registro della ketamina; maledetta burocrazia...), ma al piacere di mangiare ogni sera qualcosa di speciale nn rinuncio.

Ingredienti: 600g di alici aperte a libro, 1kg di erbette, 1 cipolla, 2 uova, 50g di parmigiano grattuggiato, sale, pepe, olio, maggiorana, pangrattato

Preparazione: lessate le erbette in acqua bollente salata, poi strizzatele e tritatele. Affettate sottilmente la cipolla e fatela imbiondire in un po' d'olio; unitevi le erbette e fate saltare; regolate di sale, pepe e profumate con la maggiorana. Disponete metà delle alici in una pirofila leggermente unta d'olio, coprite con la verdura a cui avrete mescolato le uova sbattute e il parmigiano. Completate con le rimanenti acciughe, spolverizzate con il pangrattato e condite con un filo d'olio. Infornate a 180° per 30 minuti e servite tiepido o freddo.

Per M. la montagna è evasione dalla vita frenetica delle città; perciò ama il Trentino con i verdi altopiani e i dislivelli spesso contenuti e se c'è la possibilità di un pranzo in rifugio, ancora meglio!
Per Fausto invece la montagna è sfida con se stesso. Ama i dislivelli massacranti e gode nel confrontare i tempi riportati con quelli impiegati, spesso più bassi.
Per G. la montagna è gioco; nn conta la meta, ma si parte al crepuscolo con le torce per visitare alpeggi abbandonati e i tronchi dei larici abbattuti dal fulmine diventano draghi.
Per me la montagna è innanzi tutto la metafora della vita. Perciò è importante avere una meta da raggiungere, spesso con fatica; per questo amo le valli scoscese della val d'Aosta. E' anche la ricerca del tempo e del passato, calcando vecchie mulattiere ormai in disuso. E' la meraviglia della natura.

Quattro persone, quattro modi diversi di percorrere i sentieri. Eppure i monti sono sempre gli stessi, mondo di pinnacoli e creste, di verticalità e di silenzi, di boschi ombrosi e alpeggi assolati. "In montagna c'è posto per tutti", diceva Guido Rey. Una cosa però ci accomuna: la montagna, con i suoi torrioni e la calda accoglienza dei rifugi, ci dona le ali per realizzare i nostri sogni.

Domenica ancora in montagna, alla scoperta di una delle cime più importanti della Valle Cervo, zona fuori dalle rotte turistiche ma che ha saputo sorprendermi e che merita una visita. E' una montagna a cui puntavo da un po', ma per una serie di motivi avevo continuato a rimandare. Ne valeva la pena.

Regione: Piemonte, provincia di Biella

Località di partenza: Uscita A4 Carisio, si raggiunge Biella e dalì si seguono le indicazioni per Andorno e la Valle Cervo che si risale interamente fino a Montesinaro (1032m), frazione di Piedicavallo

Meta: Monte Bo (2556m)

Dislivello: 1524m

Punti di appoggio: Poco sotto la vetta è posto il bivacco Antoniotti. Ristrutturato di recente, è sempre aperto e dispone di una decina di posti letto. pare che da lassù si possa assistere a un'alba spettacolare. No acqua nelle vicinanze, ma quando sono passata io qualcuno si era premurato di portar su una grossa tanica.

periodo:l'itinerario è percorribile da giugno a ottobre. Io l'ho fatto domenica 26-8-07

tempo di percorrenza: 3h40 solo salita

Tipo di percorso: A/R per la stessa via su sentiero e tracce ben segnate

cartografia: IGN

difficoltà: E/EE (dislivello importante, tratto su pietraia, cresta leggermente esposta)

Presenza di acqua lungo il percorso: presenza di numerose sorgenti

Itinerario: Parcheggiata l'auto nei pressi del cimitero, si inizia a camminare su una sterrata chiusa da una sbarra. Dopo un paio di tornanti, prendere a destra un'antica mulattiera (segnalazioni per il Monte Bo, segnavia E70) che, attraversato gli insediamenti rurali di Pianlino e la Pianazza recentemente ristrutturati, prosegue nel bosco con pendenze moderate fino all'Alpe le Piane (40'). Qui il traccitao si fa più erto, supera un paio di torrenti e per pascoli si porta all'Alpe Finestre (1731m) dove si ignora un bivio sulla sinistra per la bocchetta della Ronda. Poco oltre però si lasci la mulattiera per prendere a destra il sentiero E74 (segnavia su un masso) che con un tratto pianeggiante giunge all'Alpe Giasset (1920m; 2h10). Quindi ancora in salita fino all'Alpe Balmone (2177m; 25'), il più alto della valle. Da qui il terreno si fa più accidentato. Incontrata la scritta "ultima acqua", si inizia a salire per pietraia. Si raggiunge la conca della Piazza d'Armi affollata di ometti e si raggiunge il filo di cresta. facendo attenzione ai passaggi esposti, si guadagna infine la vetta.
Discesa per la via di salita.

Ancora una ricetta solare per salutare quest'estate che se ne va...

Ingredienti: 1 cespo di insalata riccia, 1 peperone, 1 confezione di cuori di palma, 200g di asiago, 300g di fave già sgusciate (anche surgelate), olio, ale, paprika, chiodi di garofano

Preparazione: in una ciotolina stemperate la paprika con l'olio, unitevi qualche chiodo di garofano e lasciate marinare per mezz'ora. Nel frattempo scottate le fave in acqua bollente salata. In una capiente insalatiera riunite l'insalata spezzettata, le fave, i cuori di palma a rondelle, il peperone a striscioline, il formaggio a cubetti. Regolate di sale e condite con l'olio aromatizzato.

Finalmente ecco il racconto dell'escursione più importante dell'estate! Inutile dire che da lassù il panorama è bellissimo e che la soddisfazione è stata immensa. Indimenticabile.

I GIORNO: SALITA AL RIFUGIO GNIFFETTI
Regione: Val d'Aosta
Località di partenza: Uscita autostrada Pont St Martin, si risale la valle di Gressoney fino a Staffal dove si parcheggia nell'ampio piazzale degli impianti di risalita. Quindi con 2 tratte di cabinovia si raggiunge il Colle dei Salati (2971m) al confine con la Valsesia, risparmiando così circa 1400m di salita.
Meta: rifugio Gniffetti (3647m)
Dislivello: 700m circa
Punti di appoggio: Rifugio Gniffetti: appartenente al CAI di Varallo, dispone di 250 posti letto (15 nel locale invernale) ed è aperto con servizio di alberghetto in aprile-maggio e da giugno a settembre; 0163-78015. Cena buona (ricordate però che a quelle quote nn bisogna mangiar troppo), standard di pulizia discreti (a parte i bagni: nn c'è l'acqua nei water...)
Rifugio citta di Mantova: appartenente al CAI di Mantova dispone di 85 posti letto (15 nel locale invernale); 0163-78150
Periodo:l'itinerario è percorribile da giugno a settembre; io l'ho fatto martedì 14-8-07
tempo di percorrenza: 3h solo salita
cartografia Kompass
Tipo di percorso: itinerario d'alta montagna su sentieri e tracce abbastanza ben segnate
Difficoltà: EE/EEA (tratti attrezzati; in certe condizioni utile la picozza e i ramponi)
Presenza di acqua lungo il percorso: no
Itinerario: Si inizia la salita dietra alla stazione di arrivo della cabinovia, salendo con strette serpentine fino a raggiungere il filo di cresta che, con l'aiuto di alcune corde fisse e alcuni saliscendi, si segue fino a Punte Indren (3260m) dove si trova la vecchia stazione della funivia. Quindi si passa sotto gli impianti di risalita ora in disuso con un ampio giro, su massi e nevai, fino a raggiungere il ghiacciaio omonimo. Lo si attraversa seguendo la traccia e, quando questa si biforca, tenere quella alta. Si supera un tratto attrezzato con corde e scalini in legno in un canalino e ci si trova poco a monte del rifugio Città di Mantova. Il rifugio Gniffetti è alla nostra destra e lo si raggiunge in breve attraversando un tratto del ghiacciaio di Garstelet e risalendo l'isola rocciosa su cui è posto grazie a corde fisse e gradini metallici.

II GIORNO: SALIA ALLA CAPANNA MARGEHRITA
Località di partenza: Rifugio Gniffetti (3647m)
Meta: Capanna margherita (4559m)
Dislivello: 1000m circa
Punti di appoggio: capanna Margherita: posta sulla punta Gniffetti del Rosa, è la costruzione più alta d'Europa. Appartiene al CAI di Varallo, dispone di 80 posti letto (ma chi si è fermato per una notte garantisce che dormire a tale quota è praticamente impossibile...) ed è aperta con servizio di alberghetto da metà giugno a metà settembre
Periodo:l'itinerario è percorribile da metà giugno a metà settembre; io l'ho fatto domenica 15-8-07
tempo di percorrenza: 4h solo salita
cartografia Kompass
Tipo di percorso: itinerario alpinistico su ghiacciaio
Difficoltà: F (necessaria corda, picozza e ramponi)
Presenza di acqua lungo il percorso: no
Itinerario: dal rifugio, si sale alla cappellatta per poi discendere grazie ad alcuni gradini metallici sul ghiacciaio. Si inizia quindi a salire su dolci pendii fino a giungere al colle del Lys (4224m) da dove si vede per la prima volta la Capanna Margherita. Ma nn illudiamoci: siamo appena a metà strada! Si dicende brevemnte, si percorre un lungo traverso per poi affrontare le ultime 2 ripide salite che conducono al rifugio.
Discesa per l'itinerario di salita.

Dopo lo spavento che mi ha fatto prendere il Leo settimana scorsa, ho bisogno di coccole...

Ingredienti: 250g di zucchero, 120g di mandorle, 100g di farina, 5 uova, 2 mele, 1/2 cucchiaino di cardamomo

Preparazione: Sbattete i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso. Tostate le mandorle in un padellino antiaderente, poi frullatele con il cardamomo. Mescolatele con la farina e unitele al composto di uova e zucchero. Grattugiate le mele e unite anch'esse all'impasto. Completate con gli albumi montati a neve, poi infornate a 180° per 45 minuti.

Note: il cardamomo è una spezia originaria dell'India meridionale e dell'isola di Ceylon. E' molto pregiata, essendo la terza più cara al mondo dopo zafferano e vaniglia. Conosciuta fin dai tempi dei greci e dei romani che la utilizzavano per la preparazione dei profumi, trova ampio impiego nella cucina orientale. Il frutto è una capsula contenete dei semi neri o marroni che sono la parte utilizzata.

Dopo la Capanna Margherita (ebbene sì, l'ho fatta! Sono salita a 4500m; ma per quel racconto dovrete attendere ancora un po'...) ci voleva qualcosa di facile e nn troppo lungo.

Regione: Lombardia, provincia di Bergamo

Località di partenza: Uscita A4 Bergamo, si risale la Valseriana fino al Passo della Presolana. Si scende sul versante opposto per alcuni km, per poi prendere sulla sinistra la deviazione per Colere. Parcheggiata l'auto nel piazzale degli impianti di risalita, si può prendere la seggiovia fino a Malga Polzone (1571m), risparmiando più di un'ora di cammino. La seggiovia è in funzione tutti i giorni in agosto, nei we di luglio e i primi 2 di settembre, dalle 9 alle 17.30

Meta: Monte Ferrante (2427m) 

Dislivello: 850m circa

Punti di appoggio: Rifugio Albani (1939m): situato davanti alla suggestiva parete nord dell Presolana, appartiene al CAI di Bergamo, dispone di 70 posti letto (6 nel locale invernale) ed è aperto con servizio di alberghetto continuativamente da metà giugno a metà settembre e nei we da febbraio a novembre; 0346-51105
Chalet dell'Aquila (2250m): ristorante 0346-6270560

periodo:l'itinerario è percorribile da giugno a ottobre. Io l'ho fatto domenica 19-8-07

tempo di percorrenza: 2h15 solo salita

Tipo di percorso: A/R per la stessa via su sentiero ben segnato

cartografia: Kompass 104

difficoltà: E

Presenza di acqua lungo il percorso: al rifugio

Itinerario: dalla stazione di arrivo della seggiovia, ci si dirige verso sinistra passando nei pressi della malga. Qui si trovano le indicazioni per il sentiero 406 che con lieve pendenza si addentra nella pineta. Si lascia sulla sinistra un bivio per Colere e, per magri pascoli, si risale verso il rifugio con maggior pendenza. Si passa nei pressi delle baracche dei minatori e si è infine al rifugio (1h). Da qui si prosegue seguendo i segnavia bianco/rossi dell'Alta via delle Orobie. Si giugne allo Chalet dell'Aquila nei pressi della stazione alta degli impianti di risalita e si prosegue verso il rifugio Curò. Si passa poco sotto il Monte Ferrantino fino a un bivio: l'altavia prosegue a destra, noi invece prendiamo a sinistra risalendo la cuspide del Monte Ferrante.
Discesa per la via di salita

Voglia di dolce e poco tempo da passare in cucina? Io ho la soluzione!

Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia pronta, 3 peschenoci, 6 prugne, 1 cestino di mirtilli, 150g di zucchero, 1 manciata di biscotti secchi sbriciolati

Preparazione: Tagliate le pesche e le prugne e a spicchi e fatele cuocere per 5' in uno sciroppo ottenuto portando a ebollizione 2dl d'acqua con 100g di zucchero. Quindi scolatele e lasciatele raffreddare. Stendete la sfoglia, disponetevi sul fondo i biscotti, poi la frutta compresi i mirtilli. Spolverizzate con il rimanente zucchero e infornate a 180° per 30 minuti.

Il we dell'11 e 12 agosto sono stata invitata da un'amica di Fausto a Chiesa di Valmalenco. Sabato sera cenetta a base di sciatt e pizzoccheri e domenica nn poteva mancare un'escursione sotto lo sguardo severo dei ghiacciai del Ventina.

Regione: Lombardia, provincia di Sondrio

Località di partenza: Da Sondrio si risale tutta la valmalenco fino a Chiareggio (1612m).

Dislivello: 700m circa

Punti di appoggio: Rifugio Porro Gerli (1960m): appartenente al CAI MIlano, dispone di 92 posti letto (8 nel locale invernale) ed è aperto continuativamente con servizio di alberghetto da metà giugno a metà settembre, nei we da fine aprile a fine ottobre; 0342-451404, gestore 0342-556153
Rifugio Ventina: situato anch'esso nella conca dell'Alpe Ventina poco distante dal Porro-Gerli con cui condivide i periodi di apertura, è di proprietà privata e dispone di 46 posti letto; 0342-451458, gestore: 0342-451078

periodo:l'itinerario è percorribile da giugno a ottobre. Io l'ho fatto domenica 12-8-07

tempo di percorrenza: e se ammettessi di nn averne la più pallida idea? Essendo in compagnia, tra foto e chiacchiere nn ho guardato l'orologio...

Tipo di percorso: itinerario ad anello su sentiero e tracce ben segnati

cartografia: Kompass93

difficoltà: E/EE (breve tratto su pietraia)

Presenza di acqua lungo il percorso: sì

Itinerario: Da Chiareggio si attraversa il fiume su un ponte di legno e si imbocca la mulattiera sulla sinistra che sale nel bosco all'Alpe Zocche (1775m). Da qui per pascoli all'Alpe Pirola (2096m). Il lago (2283m) è poco sopra e lo si raggiunge in breve passando nei pressi della casa del guardiano. Si prosegue costeggiando il lago sulla destra idrografica e si sale, seguendo i bolli bianco/rossi, per pietraia tra rari larici alla bocchetta soprastante. Si scende sul versante opposto, dapprima su pietraia poi attraversando un bosco di larici secolari (sorgente) e infine di mughi (purtroppo devastati per allargare il sentiero, sic!) fino al rifugio Porro-Gerli. Infine per sterrata si torna a Chiareggio.

So di aver trascurato un po' il mio blogghino ultimamente, ma agosto per me è sempre un mese un po' convulso. In ogni caso mi sono presa qualche bella soddisfazione, sia in montagna che ai fornelli.
Cominciamo dunque da qui. Devo ringraziare Claudy7 che, nel forum dedicato alla cucina, mi ha fatto conoscere questo abbinamento.

Ingredienti: 1,5kg di fichi, 500g di zucchero, 100g di pinoli, 20g di cannella

Preparazione: Tagliate i fichi a pezzi e metteteli in una capiente casseruola con gli altri ingredienti. Fate cuocere per 20 minuti, invasate a caldo e fate raffreddare i vasetti capovolti su un piano di legno.