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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

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VELTRONI ED IL PASSATO

Post n°285 pubblicato il 29 Giugno 2007 da albert.z
 

VELTRONI DA GIOVANE SI ISCRISSE AL PCI. RIMASE COMUNISTA FINO ALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO. RIMASE NEL PDS E NEI DS, QUANDO CI FU LA SVOLTA DA COMUNISMO A LIBERISMO.

VELTRONI FU VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO NEL GOVERNO PRODI DAL 1996 AL 1998, QUANDO CADDE PER OPERA DI BERTINOTTI.

IN QUEL PERIODO FU PORTATA AVANTI LA PRIVATIZZAZIONE DI TELECOM IN MANIERA SCRITERIATA: SI PASSO' DA MONOPOLIO STATALE A MONOPOLIO PRIVATO!!!

DA WIKIPEDIA VEDIAMO COME.

Il riassetto e la fusione STET - Telecom Italia [modifica]

Il riassetto prevede la fusione delle cinque società del gruppo IRI-STET operanti nel settore telefonico: SIP, IRITEL, Italcable, Telespazio e SIRM. Dalla fusione nasce Telecom Italia.

Nel 1995, con una scissione parziale dalla casa madre, nasce Tim (Telecom Italia mobile) il cui capitale è controllato per il 63,01% da Telecom.

Per massimizzare l'incasso dalla prevista privatizzazione viene deciso nel 1997 di portare avanti il piano cosiddetto della SuperSip, ovvero la concentrazione di tutte le attività operative nella società da mettere in vendita. La Holding STET e Telecom Italia vengono fuse: la nuova società prenderà il nome di Telecom Italia.

Contestualmente Seat (l'editore delle Pagine Gialle) viene scissa da Telecom Italia e nel 1996 viene portata a termine la privatizzazione a favore di Ottobi, cordata formata da De Agostini (maggior azionista), Telecom Italia (20%), Comit e Investitori Associati.

La privatizzazione [modifica]

Sotto la presidenza di Guido Rossi, il 20 ottobre 1997 viene attuata dal governo la privatizzazione della società: dalla vendita del 35,26% del capitale si ricavano circa 26.000 miliardi di lire. La privatizzazione, che comporta la quasi totale uscita del Tesoro, viene realizzata con la modalità del cosiddetto nocciolo duro: si vende cercando di creare un gruppo di azionisti che siano in grado di farsi carico della gestione della società. A causa della scarsa risposta degli investori italiani il nocciolo duro è in realtà un nocciolino duro: il gruppo con capofila gli Agnelli riunisce solo il 6,62% delle azioni e si rivela molto fragile.

CON QUESTI PRECEDENTI PREFERISCO BERSANI, CHE STA PORTANDO AVANTI LE LIBERALIZZAZIONI A FAVORE DEI CITTADINI CONSUMATORI.

 
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