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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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TREMONTI FAVORISCE GLI EVASORI

Post n°802 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da albert.z
 

Appena tornato in sella, il 24 giugno, Tremonti ha più che raddoppiato la soglia di tolleranza per il contante: 12.500 euro. Anche gli assegni sono tornati liberamente trasferibili fino a 12.499 euro. E il limite di 500 per i professionisti è scomparso. "Così ricostruire a posteriori la provenienza del denaro è diventato impossibile", spiegano due colonnelli della Guardia di Finanza. Un consulente della Banca d'Italia riassume con amarezza la nuova filosofia: "Per favorire gli evasori, il governo accetta il rischio di ostacolare le indagini contro i patrimoni di mafiosi, bancarottieri e speculatori".

Giulio Tremonti
Effetti negativi derivano anche da altre contro-riforme. Con gli incentivi per la ristrutturazione ecologica delle case, Prodi aveva introdotto un meccanismo che trasforma il contribuente in alleato del fisco: per ottenere gli sconti, l'interessato doveva convincere l'azienda di turno a fatturare tutto. A fine anno, è bastato l'annuncio di una limitazione del beneficio per far tornare in nero molti lavori già eseguiti: se il vantaggio fiscale diventa incerto, meglio pagare meno e non dichiarare niente.

A completare il quadro è l'incredibile storia dell'evaporazione del comitato di esperti per la lotta al riciclaggio e ai paradisi fiscali. È l'organismo tecnico a cui la legge affida il compito fondamentale di studiare i cosiddetti "indici di anomalia": quali operazioni sono "sospette"? Quando una banca (o un avvocato, un notaio o una fiduciaria) è obbligata a denunciare il cliente? Scegliendo indici sbagliati, la guerra è persa in partenza. Per questo Bankitalia aveva selezionato quattro specialisti dal curriculum indiscutibile.

Il 28 febbraio 2008 Giovanni Castaldi, il dirigente che guida l'apposita Unità d'informazione finanziaria (Uif), comunica all'allora sottosegretario Mario Lettieri, "sentito il governatore" Mario Draghi, i nomi dei designati: Stefania Chiaruttini, consulente della procura di Milano; Gianfranco Donadio, magistrato antimafia; e i docenti universitari Emanuele Fisicaro e Donato Masciandaro.

Il 28 marzo l'allora ministro Tommaso Padoa Schioppa firma il decreto che istituisce il comitato per tre anni rinnovabili. Tre giorni dopo Castaldi comunica le nomine "con sincere felicitazioni". Con il nuovo governo, però, il decreto sembra scomparire. La prima riunione del comitato slitta da maggio a luglio, quando viene annullata senza spiegazioni. La nomina è protocollata al ministero (numero 6994) da più di dieci mesi, eppure il decreto resta nei cassetti. Ma non basta: in queste settimane gli ordini dei notai e dei commercialisti hanno ricevuto le bozze dei famosi "indici di anomalia". E chi le ha preparate, all'insaputa dei saggi? I dirigenti del ministero fedeli a Tremonti. Insomma, basta con gli specialisti esterni: la lotta al nero, il governo vuole farla in casa.

Al di là delle norme, tuttavia, la caccia agli evasori è soprattutto l'effetto del lavoro quotidiano degli ispettori dell'Agenzia e dei finanzieri. E qui si apre un secondo fronte della contro-riforma: il controllo politico della Guardia di Finanza. Chi guida i comandi centrali e territoriali è in grado di controllare anche l'ultimo dei 68.134 finanzieri. Il nuovo governo ha reso ancora più potente la cordata che era vincente già dal 2001. L'indiscusso dominus è il neo promosso generale di corpo d'armata Emilio Spaziante, già responsabile del sevizio segreto interno. Secondo fonti autorevoli, Spaziante punta a diventare il primo comandante proveniente dal Corpo. Nell'attesa, occupa la carica, considerata preparatoria, di comandante per l'Italia centrale. E i posti chiave sono tornati (o rimasti) ai suoi fedelissimi. A Milano il comandante provinciale è Attilio Iodice e quello lombardo è Mario Forchetti. Sempre Spaziante è lo sponsor del nuovo capo di stato maggiore, Michele Adinolfi, già comandante del Lazio.

Secondo testimonianze di alti ufficiali che non vogliono esporsi, la "definitiva tremontizzazione" delle Fiamme Gialle si completa con la promozione e il trasferimento dei graduati che avevano raggiunto i maggiori risultati contro evasione e criminalità economica: tutti via da città come Milano o Palermo. E trasferiti dove? In province e regioni 'rosse'.

 
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