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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Cristiano arso vivo

Post n°1227 pubblicato il 23 Marzo 2010 da albert.z
 

 Islambad, 23 mar. - E' morto il cristiano pachistano che era stato arso vivo a Rawalpindi perche' rifiutava di convertirsi all'Islam. Ne da' notizia il Pakistan Christian Post. Il Pcc (Pakistan Christian Congress) ha espresso una dura condanna al governo del Punjab per non aver ancora punito gli estremisti musulmani responsabili della ferocia: "I venti milioni di cristiani pachistani sono stanchi ed esausti", ha detto Nazir S Bhatti, il presidente del Pcc. "L'episodio e' avvenuto a pochi chilometri di distanza dalla sede della Corte Suprema del Pakistan, dove pero' siedono giudici che non hanno simpatia per le vittime cristiane e che ritengono che stuprare una donna infedele non sia un reato".
  Arshed Masih, 38anni, era stato bruciato vivo da un gruppo di estremisti musulmani, con la connivenza della polizia e aveva riportato ustioni sull'80 per cento del corpo; e la moglie stuprata dagli agenti, dinanzi ai figli di 7 e 12 anni, in una tenuta situata di fronte alla caserma della polizia.
  Dal 2005 Mashid e la moglie Martha lavoravano alle dipendenze di un ricco uomo d'affari musulmano della citta', l'uomo come autista e la donna come domestica. Negli ultimi tempi, a causa della fede cristiana della coppia, erano emersi dei dissapori con il datore di lavoro. La coppia cristiana viveva con i figli nella tenuta di Sheikh Mohammad Sultan, ricco uomo d'affari musulmano, nella zona riservata ai domestici. Nel gennaio scorso leader religiosi locali e il datore di lavoro avevano cercato di imporre alla famiglia di convertirsi all'islam. Al rifiuto opposto da Mashid e dalla moglie, i fondamentalisti li avevano minacciati avvertendoli che avrebbero subito "conseguenze terribili". L'uomo aveva manifestato l'intenzione di lasciare il lavoro e la casa del suo datore, ma questi gli aveva risposto che nel caso in cui fosse partito lo avrebbe "ucciso". La settimana scorsa le tensioni erano aumentate a causa di un furto subito da Sheikh Mohammad Sultan: dei ladri avrebbero fatto irruzione nella sua abitazione, rubando denaro contante per 500mila rupie (circa 6mila dollari). La polizia aveva aperto un'indagine sul furto senza iscrivere la coppia cristiana nel registro degli indagati. L'uomo d'affari aveva offerto di lasciar cadere le accuse contro Masih nel caso in cui si fosse convertito all'islam. Dopo l'ennesimo rifiuto e' scattata la "punizione".

 
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