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« Basta privilegi alla cas...PROCESSI BERLUSCONI »

PROCESSI A BERLUSCONI PRIMA DI ENTRARE IN POLITICA

Post n°1440 pubblicato il 20 Gennaio 2011 da albert.z
 

Indagine su rapporti con società svizzere [modifica]

Il 12 novembre 1979 Silvio Berlusconi riceve la visita di tre ufficiali della Guardia di Finanza nella sede dell'"Edilnord Cantieri Residenziali" s.a.s, società intestata a Umberto Previti ma di cui Berlusconi era proprietario unico.[2] Nonostante ciò, agli agenti risponde di essere «un semplice consulente esterno addetto alla progettazione di Milano 2»[3]; i militari, pur avendo riscontrato più di un'anomalia nei rapporti tra lo stesso Berlusconi e misteriosi soci svizzeri, chiudono così l'ispezione.

I tre finanzieri fanno carriera: si chiamano Massimo Maria Berruti, Salvatore Gallo (iscritto alla loggia P2 insieme a Berlusconi) e Alberto Corrado. Berruti, il capo-pattuglia, lascia le Fiamme Gialle pochi mesi dopo per andare a lavorare alla Fininvest, come avvocato d'affari. Arrestato nel 1985 per lo scandalo “Icomec” (e poi assolto), torna in carcere nel 1994 insieme a Corrado per i depistaggi nell'inchiesta sulle mazzette alla Guardia di Finanza. In seguito viene eletto deputato di Forza Italia e del PdL, e poi condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per favoreggiamento.

Traffico di droga [modifica]

Nel 1983 i telefoni di Berlusconi furono messi sotto controllo nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di stupefacenti. L'indagine fu archiviata nel 1991.[4]

Falsa testimonianza [modifica]

Nel corso di un processo penale per diffamazione, avviato da una querela di Berlusconi per via di un articolo comparso sulla rivista Epoca nel 1987, il querelante riferì all'Autorità giudiziaria, sotto giuramento, di non aver corrisposto alcunché a Licio Gelli all'atto di iscriversi alla sua Loggia massonica, la P2, nel 1981.[5][6]

Berlusconi aveva detto infatti: «Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo [...] Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata richiesta».

I giornalisti imputati, tutti assolti, a loro volta presentarono un esposto presso la Pretura di Verona contro Berlusconi, affinché nei confronti di quest'ultimo fosse avviato un procedimento penale per falsa testimonianza.

Il 22 luglio del 1989 il pretore Gabriele Nigro firmò una sentenza istruttoria di non doversi procedere perché il fatto non costituisce reato.

Tale decisione veniva impugnata presso la Sezione istruttoria della Corte d'Appello di Venezia la quale nel 1990, essendo stata varata un'amnistia nei primi mesi di quello stesso anno, dichiarava il reato contestato a Berlusconi commesso ed estinto a causa del suddetto provvedimento parlamentare.

La sentenza recita: "Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità... Ne consegue quindi che il Berlusconi, il quale, deponendo davanti al Tribunale di Verona nella sua qualità di teste-parte offesa, ha dichiarato il falso su questioni pertinenti alla causa ed in relazione all'oggetto della prova, ha reso affermazioni non estranee all'accertamento giudiziale e idonee in astratto ad alterare il convincimento del Tribunale stesso e ciò (a prescindere dal mancato utilizzo processuale delle dichiarazioni menzognere medesime da parte del giudicante) ha compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del contestato delitto... Il reato attribuito all'imputato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia".[7][6][8]
Tangenti alla Guardia di finanza [modifica]

Silvio Berlusconi è stato accusato di concorso in corruzione, reato che sarebbe stato perpetrato mediante il versamento di alcune tangenti ad ufficiali della Guardia di Finanza impegnati in verifiche fiscali presso quattro aziende dell'imprenditore milanese. Gli episodi contestati sarebbero risaliti, secondo quanto prospettato dall'accusa, al 1989 (tangente per Videotime), al 1991 (Mondadori), al 1992 (Mediolanum) e al 1994 (Tele+).

ALTRI PROCESSI COMINCIANO DOPO L'ENTRATA IN POLITICA, MA LE INDAGINI SONO COMINCIATE PRIMA. ED E' PER QUESTO CHE BERLUSCONI, COME RIFERISCE EZIO CARTOTTO, ENTRA IN POLITCA, IN QUANTO CADUTO CRAXI, NON HA NESSUNO CHE GLI FACCIA LE LEGGI PER SALVARSI.  BERLUSCONI" PIANGE SOTTO LA DOCCIA".

VEDI: http://it.wikipedia.org/wiki/Procedimenti_giudiziari_a_carico_di_Silvio_Berlusconi

http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/12/Quel_giorno_Arcore_quando_Craxi_co_0_9604123451.shtml

 
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