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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

http://www.italiadeivalori.it/bastacasta/1/6856-costi-della-politica-le-proposte-dellitalia-dei-valori

 
 

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Aprile 2007

REGOLA: CHIUDERE LA STALLA PRIMA CHE I BUOI SIANO SCAPPATI

Post n°245 pubblicato il 27 Aprile 2007 da albert.z
 

C’è una nuova teoria economica in giro. Riguarda le regole in corsa. E’ l’economia prestata all’ippica. La Confidustria e i principali giornali economici ne sono convinti. Sono i nuovi fantini, da circo equestre.
In cosa consiste questa nuova teoria? Per spiegarmi userò una metafora. Immaginate di vedere due ladri che rubano, due stupratori che stuprano, due delinquenti che sparano. La loro è un’azione in corsa. Adesso cambiamo terreno. Entriamo in quello economico. Lo so, vi fa un po’ schifo, ma immaginate di sorprendere dei finanzieri che depredano una società, dei concessionari dello Stato che non fanno investimenti, delle imprese che non danno i servizi primari. In entrambi i casi un osservatore, magari il governo, direbbe ad alta voce: “Se ci sono delle regole che consentono questo scempio, allora vanno cambiate. E non in corsa, ma di corsa!”.
L’osservatore in questione verrebbe nel primo caso derubato, stuprato, sparato. Nel secondo caso sbertucciato. Trattato da ignorante che non sa che, in economia, non si cambiano le regole in corsa. Infatti per Tronchetti, Benetton e Montezemolo si possono cambiare solo a fine corsa. Quando i dividendi sono incassati, le imprese ridotte a scatoline cinesi, le stock option distribuite.
Se una legge è sbagliata, bisogna intervenire. Io non ho mai visto cambiare una legge da fermo. E’ contro le leggi di natura. Anche se capisco gli amici di Confindustria, un coitus interruptus non piace mai a nessuno. Non si interrompe una scopata.

Postato da Beppe Grillo alle 19:14

 
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 SINISTRA DEMOCRATICA: FORSE E' NATO IL PARTITO DEI LAVORATORI E PENSIONATI

Post n°244 pubblicato il 26 Aprile 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

LA CORRENTE DI MUSSI, SALVI E QUELLA DI ANGIUS, NON CONFLUIRANNO NEL PD.

HANNO FONDATO:SINISTRA DEMOCRATICA.

SPERIAMO CHE, FINALMENTE, PRENDANO A CUORE LA SITUAZIONE DEI LAVORATORI A REDDITO FISSO E DEI PENSIONATI.

NEGLI ULTIMI 5 ANNI IL POTERE DI ACQUISTO DEI PENSIONATI HA PERSO IL 30% DEL SUO VALORE.

GLI STIPENDI DEI LAVORATORI SONO TRA I PIU' BASSI D'EUROPA.

SPERIAMO CHE MUSSI, SALVI E ANGIUS TENGANO CONTO DI QUESTI DATI E CHIEDANO DI AGGIORNARE I REDDITI DELLE SUDDETTE CATEGORIE.

 
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SOGNAVO IL PARTITO DEMOCRATICO ITALIANO PER IL POPOLO

Post n°243 pubblicato il 24 Aprile 2007 da albert.z
 

Da diverso tempo in Italia abbiamo numerosi partiti, che analizzando i loro programmi potrebbero sembrare, a volte,  utili al Paese. Chi vuole il federalismo, chi la difesa dell'ambiente, chi vuole il liberismo, chi  vuole la laicità dello Stato, chi vuole che leggi s'ispirino al cristianesimo, chi vuole difendere se stesso e gli amici dalle inchieste della magistratura, chi vuole difendere i deboli, gli operai, chi vuole difendere gli evasori, chi vuole avere un posto da ministro, ......

Finalmente due partiti decidono di unirsi per diventa uno solo. Un partito in meno, speri. Invece una parte del secondo partito non ci sta e ne crea uno nuovo.

Sembra una cosa inutile. Cambiare per non cambiare.

Invece c'era proprio la necessità di un chiarimento .

Da troppo tempo l'ala sinistra dei DS subiva le decisioni di D'Alema prima e Fassino poi, che di sinistrra non avevano nulla, anzi andavano in senso contrario.

Dalle leggi sul precariato, alle privatizzazioni, fatte per accontentare gli industriali, alle mancate leggi sul conflitto di interessi che D'Alema riteneva poco opportune, al mancato aumento delle pensioni minime alla vigilia delle elezioni del 2001, è stato un susseguirsi di leggi contro le classi deboli portate avanti per compiacere le classi alte e medioalte. Ora finalmente la nuova formazione di MUSSI, chiamata SINISTRA DEMOCRATICA, POTRA' OPPORSI CON MAGGIOR VIGORE, alle leggi a favore dei soliti ceti abbienti e difendere i più deboli.

Appena approvata la nascita del PD, Rutelli annuncia già, che proporrà l'abolizione dell'ICI sulla prima casa. Già i padroni di ville miliardarie, gli idraulici ed altri lavoratori in nero, e tutti coloro che hanno le sedi delle loro ditte all'estero, che sfuggivano all'IRPEF, ma che erano obbligati a pagare l'ICI, come unica tassa, organizzano feste in suo onore.  

MUSSI si accorgerà che abolire l'ICI, senza tagliare le spese, farà aumentare l'IRPEF ?

Spero molto che Mussi si opponga all'eliminazione dell'ICI, ma che chieda una detrazione di 300 euro, sulla prima casa, per tutti, in modo che chi ha una casa di lusso, ma non dichiara niente di IRPEF, almeno continui a pagare qualcosa alle casse del Comune. Perché se mancano i soldi ai Comuni, questi alzano l'addizionale IRPEF e così potrebbe succedere che se prima pagavi 180 euro di ICI l'anno, poi dovrai pagarne 250 in più, di addizionale IRPEF, per far fronte alle mancate entrate degli evasori, che prima pagavano l'ICI, ma che poi non pagheranno niente, in quanto evasori, spesso di diritto, come quelli che hanno società con sede all'estero.

Oggi cè più chiarezza il PD pensa a proteggere i ricchi e i ceti medioalti, speriamo che lo SD protegga i più poveri.

 
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UN DON DALLA PARTE DEL POPOLO

Post n°242 pubblicato il 21 Aprile 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

Nel Gazzettino di sabato 21 aprile 2007, un prete di NEGRAR (VR), DON MARIO GATTI, si lamenta degli stipendi e dei privilegi esagerati di cui godono i nostri norevoli. Il loro numero è oltretutto eccessivo, riguardo alle vere necessità. Basterebbero la metà dei parlamentari e di consiglieri a tutti i livelli.

I sacerdote si meraviglia che anche i politici dell'area cristiana, si aumentino lo stipendio, senza alcun riguardo per gli operai, che vivono per tutta una vita con quello che un deputato percepisce in una legislatura. Conclude dicendo che purtroppo non possiamo fare niente.

IO SONO CONVINTO CHE POSSIAMO FARE MOLTO, BASTA VOLERE.

POSSIAMO CHIEDERE CHE SI METTANO IN LINEA CON GLI STIPENDI MEDI DEI POLITICI EUROPEI E POSSIAMO IMPORGLIELO CON UNA PETIZIONE SEGUITA DA UNA MANIFESTAZIONE A ROMA DAVANTI AL PARLAMENTO.

POSSIAMO ORGANIZZARCI,  SENSIBILIZZANDO I NOSTRI AMICI, PARENTI, COLLEGHI A METTERSI IN COTATTO CON DEI MOVIMENTI, COME CITTADINI ATTIVI,  O DEI GIORNALI DIGITALI COME COMINCIALITALIA, CHE RECEPISCE QUESTE RICHIESTE,  RACCOGLIERE LE FIRME PER DELLE PETIZIONI E PER ORGANIZZARE LE MANIFESTAZIONI

http://cittadiniattivi.it  o

http://www.cittadiniattivi.it/petizionesottoscrizione.asp? idpetizione=1

http://www.comincialitalia.net/petizioni.asp?id_petizione=3

o scrivendo una e-mail al mio indirizzo cliccando su  CONTATTA  L'AUTORE albert.z  sul blog ITALIA DEMOCRATICA:

http://blog.libero.it/spartaco/view.php

 
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DIRIGENTI: parassiti anche da pensionati

Post n°241 pubblicato il 19 Aprile 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

I DIRIGENTI OLTRE AD AVERE OTTIMI STIPENDI, VANNO IN QUIESCENZA CON PENSIONI D'ORO. SE LE LORO PENSIONI FOSSERO PAGATE CON I CONTRIBUTI VERSATI DA LORO O DAI GIOVANI DIRIGENTI IN ATTIVITA',  LA COSA SAREBBE ANCHE ACCETTABILE. IL GUAIO E' CHE PER PAGARE LE LORO LAUTE PENSIONI, LO STATO USA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CHE PROVENGONO DAI CONTRIBUTI DEI LAVORATORI CHE PRENDONO PENSIONI BASSE DA PURA SUSSISTENZA. DIRIGENTI PARASSITI FINI ALLA MORTE!!!

 
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UN PENSIERO DEL GRANDE BEPPE GRILLO

Post n°240 pubblicato il 19 Aprile 2007 da albert.z
 

La politica è scomparsa. E’ un dato di fatto. E’ successo come per le mezze stagioni. Non so dirvi quando, ma so per certo che non c’è più. Si è trasformata in un gran ballo di congressi, nuovipartitidemocratici, vecchiecasedellalibertà, riesumazionidicadaverisocialisti. Di cose vere, di fatti, non si occupa più nessuno. I politici sono troppo intenti al loro ombelico. Lo guardano e, soddisfatti, lo mostrano ai cortigiani televisivi e lo esibiscono agli impiegati a tempo indeterminato dei giornali.
E’ un mondo a parte, un mondo di fantasmi con lo stipendio e il numero di pregiudicati più alti d’Europa. Ci sarà forse un collegamento?
La politica che ignora i cittadini ha due sole strade davanti a sé. Essere rimossa o muovere le forze armate. I media oggi stanno legittimando una palese situazione antidemocratica. L’ordine dei giornalisti va abolito. Istituiamo quello dei leccaculo. La coda per iscriversi è già chilometrica.

 
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UNA PROPOSTA DI UN CITTADINO

Post n°239 pubblicato il 19 Aprile 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

LA PROPOSTA Stipendi d'oro, quelli dei politici devono essere approvati dalla Corte dei Conti
di Alberto Zennaro

    DA:  http://www.comincialitalia.net/interna.asp?id_tipologia=32&id_articolo=2665

                                                                                  Rovigo 19 Aprile 2007 ore 08:00

 

In Italia abbiamo un primato vergognoso, che mostra la lontananza dal popolo dei politici. I politici hanno gli stipendi più alti d’Europa, mentre i lavoratori hanno gli stipendi più bassi.
Questo è il frutto di vari fattori combinati: 1) il mancato controllo dei prezzi nel passaggio dalla lira all’Euro 2). il timore di perdere il posto di lavoro con la minaccia delle delocalizzazioni nei paesi in cui gli operai sono sottopagati e senza diritti.3) i lavori atipici non sindacalizzati e i lavori a tempo determinato, fatti per certe necessità di lavori particolari, ma anche per accontentare gli industriali.
Ma il fattore che dà la massima spinta a queste differenze è l’ingordigia dei politici, che si basa sul potere di attribuirsi del denaro con leggi fuori controllo di qualsiasi organo costituzionale.

I politici a livello Parlamento, legiferano sulle proprie prebende, sui propri stipendi, sulle proprie indennità e sui propri privilegi, senza tener conto di alcun parametro. Ai politici non interessa se abbiamo il debito più grande d’Europa quando si tratta di darsi l’aumento, mentre per gli insegnanti, i poliziotti e gli statali in genere, scatta la remora del debito pubblico.
Se dovessimo pagarli per quello che hanno fatto, forse dovrebbero rifonderci i danni subiti da una scarsa competenza dei problemi, a partire dalle quote latte insufficienti, per arrivare alle privatizzazioni mal fatte o alle leggi ad personam. Ma valutare e pagare in proporzione è difficile. Una cosa è certa: sono strapagati e non hanno alcuna intenzione di moderarsi.

Occorre un intervento del Popolo che li costringa ad una modifica della Costituzione.
Nella Costituzione si deve porre in chiaro un emendamento che dica:
NESSUN POLITICO PUO’ LEGIFERARE PER ATTRIBUIRSI DEL DENARO SENZA L’APPROVAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI.
OGNI RICHIESTA DI DENARO DEI PARLAMENTARI, PER ESSERE VALIDA, DEVE ESSERE APPROVATA DALLA CORTE DEI CONTI NAZIONALE.
OGNI RICHIESTA DI DENARO DEI CONSIGLIERI REGIONALI, PROVINCIALI, COMUNALI, PER ESSERE VALIDA, DEVE ESSERE APPROVATA DALLA CORTE DEI CONTI REGIONALE.

La corte dei conti deve basarsi sui seguenti parametri:
1) stipendio medio europeo del politico corrispondente
2) stipendi dei lavoratori
3) condizioni delle entrate dello Stato, o dell’organo locale.
4) Inflazione

Solo se riusciremo a far riunire in seduta comune il Parlamento e fare approvare la modifica proposta, avremo uno Stato democratico.
Se invece il Parlamento si opporrà e vorrà mantenere privilegi da principi assolutisti, noi non saremo dei veri cittadini sovrani, ma continueremo ad essere dei cittadini a sovranità limitata, cioè saremo solo dei sudditi.
Spero che tutti i movimenti facciano propria questa richiesta di modifica della Costituzione e
propongo che Comincialitalia si impegni per fare approvare l’emendamento suesposto, facendo una petizione.
Alberto Zennaro

P.S. NATURALMENTE, GLI  STIPENDI DEI MAGISTRATI SAREBBERO SGANCIATI DA QUELLI DEI POLITICI.

ANCHE PER I MAGISTRATI VARREBBE LA REGOLA DELLA MEDIA EUROPEA.

 
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FIRMATE ANCHE VOI SU CITTADINIATIVI

Post n°238 pubblicato il 18 Aprile 2007 da albert.z
 


Confermiamo la sottoscrizione alla petizione on-line:
PETIZIONE AL PARLAMENTO ITALIANO PER UNA LEGGE CHE ABBATTA I COSTI DELLA POLITICA ED I PRIVILEGI RICONOSCIUTI ALLA STESSA CLASSE POLITICA
..omississ.. I SOTTOSCRITTI CITTADINI CHIEDONO che il Parlamento italiano proceda al più presto ad una riforma delle regole che governano la Politica ed il mandato elettorale, ad ogni livello istituzionale, sulla base dei seguenti indirizzi:
1) CHE IL MANDATO ELETTORALE SIA CONSENTITO AL MASSIMO PER DUE LEGISLATURE;
2) CHE GLI EMOLUMENTI E LE INDENNITA’ RICONOSCIUTE AI PARLAMENTARI ED A TUTTI GLI ELETTI AI VARI LIVELLI ISTITUZIONALI SIANO ADEGUATI AI PARAMETRI DELLA MEDIA EUROPEA;
3) CHE IL FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI PARTITI SIA LIMITATO AI SOLI RIMBORSI ELETTORALI, EROGABILI LIMITATAMENTE AI GRUPPI PARLAMENTARI ED AI PARTITI RAPPRESENTATI IN PARLAMENTO;
4) CHE LE SPESE SIANO SEMPRE SOSTENUTE E NON GARANTITE FORFETTARIAMENTE E CHE LE STESSE SIANO QUINDI RIMBORSATE SOLO A FRONTE DELLA PRESENTAZIONE DI REGOLARI GIUSTIFICATIVI DI SPESA;
5) CHE L’IMPORTO COMPLESSIVO DELL’INDENNITA’ (PARLAMENTARE, REGIONALE, PROVINCIALE, COMUNALE) SIA INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALLE ASSENZE INGIUSTIFICATE NELLE SEDI ISTITUZIONALI NELLE QUALI SI E’ STATI ELETTI;
6) CHE IL MANDATO ELETTORALE DECADA DOPO UN NUMERO SIGNIFICATIVO DI ASSENZE INGIUSTIFICATE;
7) CHE GLI AUMENTI DELLE INDENNITA’ E DEGLI EMULUMENTI SIANO DETERMINATI SOLO IN FUNZIONE DEI PRINCIPALI INDICI DI ADEGUAMENTO ALL’AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA ED UTILIZZATI NEL RINNOVO DEI C.C.N.L.;
8) CHE L’ASSEGNO VITALIZIO SIA RIDIMENSIONATO E CALCOLATO CON EQUITA’, SU BASE CONTRIBUTIVA E SECONDO IL REGIME PENSIONISTICO IN VIGORE PER I CITTADINI ITALIANI LAVORATORI DIPENDENTI;
9) CHE LE REGOLE CHE STABILISCONO IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO SIANO ANALOGHE A QUANTO STABILITO PER I CITTADINI ITALIANI LAVORATORI DIPENDENTI;
10) CHE SI ADOTTI IL CRITERIO DELLA TRASPARENZA (PUBBLICAZIONE ANNUALE SUL SITO WEB DEL MINISTERO DELL’INTERNO) PER QUANTO ATTIENE AGLI EMOLUMENTI RICONOSCIUTI AGLI ELETTI A QUALSISI LIVELLO ISTITUZIONALE;
11) CHE IDENTICO CRITERIO DI TRASPARENZA DEBBA ESSERE ADOTTATO PER QUANTO ATTIENE AI RIMBORSI ELETTORALI EROGATI AI GRUPPI PARLAMENTARI ED AI PARTITI RAPPRESENTATI IN PARLAMENTO;
12) CHE IL NUMERO DEI PARLAMENTARI (CAMERA E SENATO) SIA RIDOTTO DI UN TERZO COSI’ COME IL NUMERO DI ENTI LOCALI QUALI LE PROVINCE E LE PREFETTURE;
13) CHE AI PARLAMENTARI ELETTI AL PALAMENTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, ONDE GARANTIRE L'EFFICACIA DEL MANDATO ELETTORALE RICEVUTO, NON SIA CONSENTITA, PER LA DURATA DEL MANDATO STESSO, LA PROPRIA ATTIVITA' PROFESSIONALE QUALE, AD ESEMPIO, QUELLA DI AVVOCATO, NOTAIO, MEDICO, ECC. ECC.
INVITANO
Le Camere a prendere le conseguenti determinazioni.
Nel caso in cui il Parlamento non ritenga di procedere alla revisione di quanto suggerito, i sottoscritti cittadini si riservano di ricorrere al diritto costituzionale di raccogliere le firme per richiedere un referendum popolare per deliberare l’abrogazione della legge n. 1261 del 31 ottobre 1965 e conseguenti (art.1 comma 52, legge 23 dicembre 2005) onde addivenire ad una riduzione dei costi della politica e dei privilegi riconosciuti alla stessa classe politica.

Grazie, cordiali saluti.

Cittadini Attivi
per la Democrazia e la Giustizia

 
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La CORTE  COSTITUZIONALE ha fallito il suo compito

Post n°235 pubblicato il 11 Aprile 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

 Ormai ci accorgiamo numerose volte, un organo Statale, vitale per la democrazia, come la Corte costituzionale, ha lasciato che vengano approvate leggi ingiuste, antidemocratiche, ad personam, che hanno dato privilegi ad una classe sociale o a pochi individui.

Questi politici hanno poteri simili a quelli dei re: decidono  i loro stipendi, le loro indennità, rendono nobili le consorti, cioè mettono in parlamento le mogli, per arrestarli occorre il permesso del Parlamento, aumentano i privilegi per sè e per i loro amici istituendo enti inutili come LAZIO SERVICE, o inutili e costose province con meno di 150.000 abitanti, province con due o tre capoluoghi, per sistemare i politici trombati. Mantengono in vita enti costosissimi, come SVILUPPO ITALIA, nati per attirare capitali stranieri,  che servono, invece, solo a distribuire fondi agli amici industriali, i quali ricambiano i favori con sovvenzioni ai singoli politici o ai partiti.

Nessuno fa niente. Le voci di protesta cadono in un Parlamento pieno di inquisiti e condannati.

L'italia è preda dei politici che imperversano con privilegi e stipendi esagerati, fanno leggi per favorire gli amici banchieri ed imprenditori. Ogni 136 cittadini c'è un politico da mantenere. Come i nobili francesi, che avevano il privilegio di non pagare le tasse, i nostri parlamentari si sono creati un mondo in cui i Principi della Repubblica, cioè i segretari dei partiti, decidono il destino di ognuno di noi, scegliendo anche gli eletti al Parlamento. La Corte costituzionale,  ha avallato una legge spudoratamente antidemocratica, e si è resa complice della " nobiltà politica" che dice di rappresentarci. Di fatto c'è una pseudodemocrazia rappresentativa, formata da una classe di partitocrati che si surrogano il diritto di legiferare in nome del popolo.

                                                 OCCORRE DIRE BASTA E PRETENDERE CHE:

!) NESSUNO POSSA FARSI LO STIPENDIO, NEMMENO I POLITICI: DEVE ESSERE UN ORGANO DIVERSO A DECIDERE.

2) NESSUN POLITICO DOVREBBE STARE IN PARLAMENTO OLTRE LE TRE LEGISLATURE, ALTRIMENTI SI ATTEGGIA A PRINCIPE.

3) CHI E' STATO CONDANNATO NON PUO' CANDIDARSI E SE E' UN PARLAMENTARE DECADE AUTOMATICAMENTE

4) LA CORTE COSTITUZIONALE NON DEVE AVERE PIU' DI TRE COMPONENTI DI NOMINA POLITICA

 
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VIA I CONDANNATI DAL PARLAMENTO

Post n°230 pubblicato il 06 Aprile 2007 da albert.z
 

AIUTIAMO ANTONIO DI PIETRO

A.Di PIETRO:"Questa settimana è avvenuto, poi, un altro fatto importante: siamo riusciti a raccogliere le undici firme necessarie a presentare, al Senato, un disegno di legge che impedisca ai condannati in via definitiva di potersi candidare.
Non è giusto che i condannati siedano tra i banchi del Parlamento: lo capiscono e lo dicono tutti, ma la legge per impedirlo non si riesce ad approvare. Oggi sono oltre una ventina, come ripete spesso Beppe Grillo, i condannati in via definitiva che legiferano. Cesare Previti, addirittura, nonostante sia stato dichiarato decaduto da Parlamentare, da oltre un anno resta al suo posto, senza che il Parlamento riesca a riunirsi per dire "per favore, vada via".
Per poter presentare questo disegno di legge, erano necessari undici Parlamentari. Al Senato, noi di Italia dei Valori, non siamo undici, quindi abbiamo dovuto cercare altre firme. Infatti, senza le firme di almeno la metà degli appartenenti a un gruppo parlamentare, non è possibile nemmeno mettere all'ordine del giorno la discussione di un provvedimento.
Direte voi: "Ora questa legge si farà, vero?". Noi abbiamo obbligato il Senato almeno a discuterne, ma mi hanno già fatto capire che sono capaci di far durare la discussione tutta la legislatura. Per cui ho bisogno del vostro aiuto: inondiamo di fax e di e-mail la Camera dei Deputati e il Senato, chiedendo che quella legge sia discussa. Approvata o meno, almeno la si voti.
Quello che potevo fare, l'ho fatto. Aiutatemi voi, ora, ad aprire le orecchie a coloro che stanno in Parlamento."

 
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METTERE UN LIMITE DEL 10% AGLI STRANIERI

Post n°229 pubblicato il 06 Aprile 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

PENSO CHE SE NON METTIAMO UN LIMITE DEL 10% ALL'ENTRATA DI IMMIGRATI ANDREMO INCONTRO A PROBLEMI DI ODI RELIGIOSI CON SCONTRI  DI CIVILTA'.

AVREMO UNO SVILUPPO ECONOMICO ECCESSIVO CHE PORTEREBBE AD UN FORTE INQUINAMENTO. TROPPA CEMENTIFICAZIONE DEL TERRITORIO E TROPPI CONSUMI ROVINEREBBE L'AMBIENTE IN MANIERA IRREVERSIBILE.

LA SOLUZIONE E' FARE ENTRARE SOLO QUELLI CHE SERVONO  PER  I LAVORI CHE NESSUNO VUOLE FARE, MA NON LASCIARE CHE I CINESI CI INVADANO PER FARE  I NEGOZIANTI  E VENDERE I LORO PRODOTTI COSTRUITI COPIANDO I NOSTRI, CON IL LAVORO NERO, A 16 ORE AL GIORNO DI LAVORO E SENZA PAGARE TASSE . OCCORRE CHE IL GOVERNO METTA DEI BUONI PALETTI PERCHE' MOLTE PICCOLE AZIENDE HANNO CHIUSO PER QUESTA CONCORRENZA SLEALE.

OLTRE A CIO' NON VOGLIONO INTEGRARSI.

I ghetti, ce lo insegna la Storia, portano male a chi li abita. Sono centri di solidarietà culturale e etnica. Ma sono isolati, circondati dal mare dei diversi.
Mi hanno colpito le tante bandiere cinesi, l’orgoglio di chi le portava. E mi sono chiesto quale significato hanno. Una volta chi arrivava a Milano voleva subito farsi adottare e diventare milanes. Oggi si porta la bandiera da casa.
I ghetti sono pericolosi per chi ci vive, odiati da chi li circonda. L’integrazione è l’obiettivo che abbiamo per chi arriva nel nostro Paese? E allora integriamoli e proibiamo i ghetti. In un quartiere non deve poter vivere più di una certa percentuale di nordafricani, di cinesi, di filippini, insieme agli italiani. Lo stesso nelle scuole. E chi arriva deve volersi integrare, imparare la nostra lingua, sventolare la nostra bandiera. O andarsene. L'Italia non ha mai avuto guerre di religione e guerre etniche. Andarsele a cercare è da temerari e anche un po’ da idioti.

 
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Il costo dei politici

Post n°228 pubblicato il 05 Aprile 2007 da albert.z
 

Il caso
Vestiti, auto blu e arredi
I politici costano il 36% in più di 5 anni fa.
Parlamento e istituzioni: così dal 2001 sono cresciute le spese
Che sarti, i sarti del Senato! Facesse una convenzione con Cenci o Caraceni, Palazzo Madama spenderebbe forse di meno. Dal 2001 in qua la spesa per mettere in divisa un commesso, dalla giacca ai calzini, è cresciuta al netto dell'inflazione del 103%. Arrivando a 1.815 euro a testa. Oltre tre milioni e mezzo di lire. L'anno. Ma questo è solo un dettaglio tra i tanti. Il dato centrale è che, mentre chiedeva al Paese di fare sacrifici, il Palazzo della politica ha continuato come prima. Anzi: peggio.
I numeri, come dimostrano le nostre tabelle, non lasciano dubbi.
L'unica cifra rimasta quasi identica negli ultimi cinque anni è quella scritta nella busta paga annuale del presidente della Repubblica (poco sotto i 220 mila euro, il che significa che in termini reali il capo dello Stato è oggi un po' meno pagato di ieri).
Per il resto, ci costa meno il Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) e di più tutto il resto.

Dice l'Istat che il costo della vita, nell'ultimo lustro, è cresciuto complessivamente del 13%?
Bene: il peso sulle pubbliche casse degli organi costituzionali è aumentato del 36,56%.
Fatta la tara all'inflazione, del 24%. In moneta reale: 343 milioni, 151 mila e rotti euro. Cioè 664 miliardi di lire. In più.
Per carità, alla larga dal qualunquismo. Viva la democrazia, viva il Parlamento, viva il Quirinale. Ma possibile che la macchina del Colle proprio non potesse risparmiare un cent dei 64 milioni di euro in più che costa oggi rispetto al 2001? E a Palazzo Madama, sinceramente, non potevano dare una sforbiciatina ai 147 milioni e mezzo di euro supplementari di spese correnti che hanno fatto lievitare i costi fino a 527 milioni l'anno? E a Montecitorio, non potevano limare le stesse spese correnti perché non si impennassero fino alla quota di 940 milioni, con un aumento di 124 milioni? Le percentuali dei rincari (veri, al di là dell' inflazione) sono lì, sotto gli occhi: dal 2001 ad oggi la macchina del Quirinale costa il 42% in più, quella del Senato il 39%, quella della Camera il 15%, quelle della Corte Costituzionale e del Csm intorno al 29%. Colpa della maggioranza di destra e di Berlusconi, che al momento di prendere in mano il Paese aveva promesso che con lui lo Stato e i suoi organismi sarebbero stati più snelli? Sì. Ad esempio il bilancio del Senato di cui parliamo è stato presentato il 9 febbraio e quello della Camera il 15 marzo. Però non sono stati mai seriamente contestati dalla sinistra prima delle elezioni e sono stati poi approvati nelle ultime settimane dalla maggioranza d'oggi. Di più: la stessa finanziaria "lacrime e sangue" voluta da Romano Prodi per il 2007, prevede sventagliate di tagli ovunque, meno che per gli organi costituzionali.
Che ci dovrebbero costare (auguri) altri 38 milioni di euro supplementari. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Quanto alle voci che hanno fatto lievitare le spese, del Quirinale non sappiamo (per ora) nulla. Nonostante la battaglia per la trasparenza di isolati donchisciotte, il bilancio della Presidenza della Repubblica (che dieci anni fa prevedeva ad esempio 14 miliardi per mantenere 274 corazzieri e 60 cavalli e la manutenzione di 236 arazzi, 280 orologi e 285 tappeti) è ancora secretato. E i «libri di cassa» dei due rami del Parlamento contengono voci così fumose (un esempio alla Camera: «emolumenti per servizi di segreteria»: 15 milioni di euro) che se li mettesse a bilancio un'azienda privata si vedrebbe arrivare la Finanza: «Cioè?» Ciò che si può capire, però, basta e avanza per farsi un'idea chiarissima: il risparmio «a casa propria» non è il primo obiettivo dei deputati né quello dei senatori. Certo, sulle ricche indennità quotidianamente nel mirino dei giornali e delle tivù non si sono arrischiati. Non era il caso, con Tremonti che si sfogava dicendo «chi me l'ha fatto fare di diventare ministro di un Paese così povero?» e le sinistre che dall'opposizione dipingevano scenari foschi dove, per dirla con Giuliano Ferrara, «mancava il latte per i bambini». Anzi: considerata l'inflazione, le «indennità» (una delle voci dello stipendio vero, cui vanno in realtà sommate tante altre prebende assai succose) sono aumentate di una virgola (più 0,5%) alla Camera e sono addirittura calate (-7,3%) al Senato. Sul resto, però...

A Montecitorio, per dire, i rimborsi spese sono cresciuti oltre l'inflazione del 9,5%. I vitalizi agli ex deputati (che pesano per 127 milioni di euro: 35 più delle indennità dei parlamentari in carica, a riprova di come per anni la gestione delle pensioni agli onorevoli sia stata scriteriata) del 10,3%. I «servizi personale non dipendente» (cioè?) del 55%. La «comunicazione e informazione» del 40%. I «servizi igiene e pulizia» del 38%. I «servizi di guardaroba» del 43%. Le «spese di missione» del personale del 57,5%. Per non dire delle impennate più stupefacenti: mentre destra e sinistra, dalla Lega a Rifondazione, ammettevano che andava chiusa la stagione delle autoblù, la voce «noleggio di automezzi» ha visto una impennata da 28 a 140 milioni di euro. Pari a un aumento reale del 357%.

Direte: forse usano macchine a nolo per risparmiare sulla più costosa gestione di auto e autisti interni. Può darsi: la voce non è facilmente individuabile. Ma certo se a Montecitorio va come a Palazzo Madama, l'obiezione non regge. Negli ultimi cinque anni, infatti, la spesa per il noleggio di veicoli al Senato si è impennata del 36% oltre l'inflazione mentre, in parallelo, il costo della «gestione autoparco» (da 116 a 220 mila euro) veniva quasi raddoppiato e contemporaneamente erano più che raddoppiati (più 122%) gli «acquisti di autoveicoli». E allora, come la mettiamo? E cosa sono mai i «compensi per prestazioni di carattere professionale» passati da un milione e 291 mila euro a quasi tre milioni? E come si possono spendere 35 mila euro di «tessere di riconoscimento», cioè quasi 25 mila più che nel 2001? E come possono aumentare rispettivamente del 33% e del 90%, sempre al di là dell'inflazione, le spese per «arredi e tappezzerie» e della «rilegatura di libri e periodici»? Le voci più interessanti, però, sono quelle che riguardano il personale.
Non ci era stato spiegato, cinque anni fa, che gli organici erano troppo gonfi e occorreva avviare una sana politica di riduzione degli addetti? Bene: i dipendenti della Camera (112 mila euro di stipendio medio: 26 mila più del presidente del Consiglio, dopo il taglio di qualche giorno fa) sono passati da 1.757 a 1.897: 140 in più, per un costo di oltre 212 milioni di euro di buste paga.

Quanto a quelli del Senato, erano talmente tanti allo scoppio della crisi della prima Repubblica da essere drasticamente ridotti, tra il 1992 e il 2001, da 1.028 a 871. C'erano voluti nove anni per tagliarne 157, ne sono bastati cinque per assumerne 225. E salire al record: 1.096. Di cui 358 commessi, benedetti non solo da un nome più chic («assistenti parlamentari») ma anche da uno stipendio medio di 115.419 euro. A prova di vacche magre. Dice l'Istat che in questi anni gli stipendi dei lavoratori dell'industria sono cresciuti del 2,5% rispetto all'inflazione e quelli dei dipendenti del terziario dello 0,6. Agli «assistenti» è andata meglio: ci hanno guadagnato quasi il 10%.
Averne, di anni di crisi come questi...
Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella
19 ottobre 2006

 
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LE SCATOLE CINESI

Post n°226 pubblicato il 04 Aprile 2007 da albert.z
 

Così scrisse Di Pietro, nel marzo 2006:

Le scatole cinesi sono un artifizio finanziario che consente, attraverso una struttura a piramide di società sempre più piccole, di controllare grandi gruppi con il minimo investimento di capitali.
Un meccanismo perverso che si è affermato in Italia con la scomparsa degli industriali, quelli che avevano i soldi per intenderci, e l’affermarsi dei finanzieri, quelli che li chiedono a terzi e indebitano le aziende controllate.

Le scatole cinesi possono avere effetti catastrofici sullo sviluppo delle aziende, permettono infatti di ottenere il totale controllo con un possesso marginale del capitale azionario, spesso ad una sola cifra.
Il massimo del controllo attraverso una minima proprietà ha di solito come conseguenza l’incapacità di sostenere lo sviluppo.
Una situazione definita spesso come “capitalisti senza capitali”.

Le scatole cinesi permettono di sottrarre il controllo delle società quotate in borsa agli azionisti. Infatti, nella lunga catena delle scatole cinesi, la società al vertice, quella che alla fine decide, spesso non è quotata e quindi totalmente blindata verso partecipazioni di terzi.
Le scatole cinesi tendono a portare verso l’alto i profitti dei gruppi controllati che vengono impossibilitati a confrontarsi con la concorrenza per mancanza di investimenti e perdono valore nel tempo.

Ma chi paga? Il solito parco buoi dei piccoli investitori che, se sommati, posseggono la quota di maggioranza della società, senza però alcuna autorità sulle scelte manageriali.
Nella prossima legislatura il mio partito si impegnerà per cancellare il meccanismo delle scatole cinesi e ad introdurre una maggiore trasparenza nel mercato borsistico con una più corretta remunerazione dei piccoli azionisti ed un afflusso di veri capitali.

Stiamo aspettando.

 
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Stato che non controlla

Post n°225 pubblicato il 04 Aprile 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

A Roma la Guardia di Finanza, attraverso la segnalazione di una cliente, ha scoperto un idraulico alquanto disonesto. Questo signore annoverava tra i suoi possedimenti un bell'appartamento a Monte Mario, un villino a Fregene, un motoscafo entrobordo e due auto, tra cui una lussuosa Bmw, il tutto grazie ad alcuni anni di lavoro a prezzi mostruosamente gonfiati e fatture mai emesse. Un giro di affari da 250.000 euro l'anno. Al fisco dichiarava solamente 3.000 euro. Grazie alla segnalazione, ai pedinamenti, alla perquisizione in casa e alle testimonianze dei clienti, è stato possibile incastrare l'idraulico. Un dubbio però nasce spontaneo: ma per evitare queste evasioni scandalose, non si utilizzavano i famosi studi di settore? E se questo signore ha dichiarato per anni 3.000 euro, come mai nessuno è andato a fare un controllo prima, invece di aspettare la denuncia di un semplice cittadino? Tutto ciò lascia pensare che in Italia esistano ancora tantissimi esemplari di questa specie (e non solo gli idraulici) e che si debba ulteriormente potenziare la lotta all'evasione, altrimenti saremo sempre noi dipendenti a pagare le tasse fino all'ultimo centesimo, a vivere in due stanze, a girare con l'auto euro 1.

Per ora,non ci sono adeguati controlli e le pene sono ridicole, anzi invogliano ad evadere. Mi chiedo: Non è che vogliono prendere i voti dagli evasori ? Fra poco la Margherita presenterà una legge per eliminare l'ICI. Pare che i lavoratori autonomi progettino tre giorni di festeggiamenti ininterrotti.

Potranno dichiarare 3000 euro l'anno, non pagare l'ICI sulle case e vivere felici e contenti. Anche se ogni 10 anni prenderanno un idraulico che evade, cosa vuoi che sia?

Per sopperire alle mancate entrate aumentaranno l'IRPEF ai soliti Pantalone.

 
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La privatizzazione di Telecom

Post n°224 pubblicato il 03 Aprile 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

E' stato un colossale errore di Prodi e d'Alema aver dato in mano ad un privato una cosa strategica, per uno Stato, come la telefonia. Bastava regolare  meglio la situazione della gestione Telecom pubblica, eliminando certi privilegi di cui godevano i dirigenti e dare al privato solo la gestione del servizio, ma non la rete fissa.

 Nella società moderna, la telefonia è il sistema nervoso che fa funzionare la Società e lo Stato. Attraverso il cavo, oltre alle telefonate e i fax passano le connessioni Internet e volendo anche i segnali tv. Quasi tutti gli Stati del mondo hanno tenuto la rete fissa in mani statali ed hanno dato ai privati la possibilità di gestire i servizi. In Italia si è voluto andare oltre. Prodi e D'Alema hanno dato al privato anche la rete. Le conseguenze sono state che hanno creato un Monopolio privato, che per la strana regola delle scastole cinesi, è in mano ad un privato che ne detiene solo il 18%. I piccoli azionisti, che sono circa l'82%, non contano nulla. Sotto la proprietà privata è fiorito lo spionaggio, i cui autori sono sotto processo.  Il peggio è, che un settore così importante, può finire in mani straniere. Speriamo che chi ha provocato questa situazione, ponga subito rimedio.

La privatizzazione Telecom Italia

UNA PRIVATIZZAZIONE MALFATTA
Troppa fretta e nessuna Autorità
Quella di Telecom Italia, realizzata nel luglio 1997 e chiamata la «madre di tutte le privatizzazioni», è stata anche la madre di errori clamorosi, i cui effetti si prolungano fino ad oggi. Uno è stato la fretta. Ernesto Pascale, allora amministratore delegato della Stet - che controllava Telecom Italia e Tim ed era quotata in Borsa con il 48% del capitale - venne accusato da alcuni di remare contro. In realtà, più probabilmente, il manager si rendeva conto che il momento della privatizzazione era arrivato. «Contrariamente alle intenzioni del governo - scrive Franco Sircana, allora capo ufficio studi della Stet, in una ricostruzione - Pascale voleva però un processo più graduale. Dopo tutto, non s’era mai vista in Europa la privatizzazione integrale in un’unica soluzione di una grande utility . Persino la Thatcher, leader super-liberista di un Paese con solidissima cultura di mercato - aveva graduato la privatizzazione di British Telecom in tre fasi e in sette anni, dal 1984 al 1991». Per di più la vendita viene portata a termine prima che entri in funzione l’Authority delle comunicazioni. Diversamente, anche qui, dal caso britannico, dove l’istituzione dell’authority Oftel, poi Ofcom - un vero e proprio cane da guardia indipendente anche oggi attivissimo - contribuirà in modo decisivo al passaggio della telefonia dal monopolio al mercato. «Il governo di allora - scrive Sircana - sceglie un ticket di vertice (Rossi e Tommasi, ndr ) senza verificarne il livello di intesa, non vaglia seriamente il progetto industriale e ne affida i destini all’establishment , cioè a soggetti notoriamente ignoranti di telecomunicazioni. I quali, al meglio, erano distratti dai loro core business e, al peggio, erano attratti da Telecom come fonte di affari creditizi e assicurativi, con tutti i conseguenti conflitti di interesse)». Il resto - la traballante governance del nocciolino duro con il 6,6% del capitale sociale, l’avvicendarsi dei capitani sul ponte di comando, la caduta del titolo sotto la gestione Rossignolo (condizione che oggettivamente favorirà l’Opa di Colaninno) - è cosa nota.
EDOARDO SEGANTINI

NONOSTANTE CIO', I POLITICI ITALIANI HANNO GLI STIPENDI PIù ALTI IN EUROPA, MENTRE I LAVORATORI HANNO GLI STIPENDI PIU' BASSI !

 
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Basta terrore, armiamoci!

Post n°222 pubblicato il 02 Aprile 2007 da albert.z
 

 

Il multiculturalismo ha fatto cilecca. Bisogna resistere all'islamizzazione con mezzi violenti. Lo sostiene un arabista democratico. E chiede alle democrazie di svegliarsi dal torpore.

 

 Li abbiamo in casa, li stiamo crescendo e coccolando senza nessuna prospettiva.

Qualcuno grida il pericolo, ma la nostra incosciente vigliaccheria non ci permette di sentire.

Quanto durerà questo profondo sonno della ragione?Un grande arabista chiede alla democrazia di armarsi contro il terrore di Liberali per Israele Li abbiamo in casa, li stiamo crescendo e coccolando senza nessuna prospettiva. Qualcuno grida il pericolo, ma la nostra incosciente vigliaccheria non ci permette di sentire. Quanto durerà questo profondo sonno della ragione? “La democrazia deve resistere all’islamizzazione usando mezzi violenti”. Se a pronunciare queste parole fosse stato Geert Wilders, il nuovo Pim Fortuyn piegato a un’esistenza di caserme e prigioni, nessuno si sarebbe scandalizzato. Ma a lanciare l’allarme, dalle colonne del settimanale Opinio, è stato il più celebre arabista d’Olanda, Hans Jansen, docente all’Università di Utrecht: “Non abbiamo capito che la minaccia della violenza può essere fermata solo attraverso l’uso di maggiore violenza. L’élite sostiene il multiculturalismo e bolla di fascismo chiunque dissenta”. A lui è toccato l’epiteto “razzista” e l’accusa di incitare allo scontro etnico. Sono anni che Hans Jansen, che ora chiede al governo di creare un dipartimento dei servizi segreti dedicato solo al terrorismo e all’estremismo islamico, si batte per risolvere i “due grandi misteri” che avvolgono ancora il caso di Theo van Gogh, il regista assassinato nell’autunno di due anni fa mentre andava in bicicletta al lavoro. Si sa che venne ucciso da Mohammed Bouyeri, un giovane islamista ben integrato, dall’olandese fluente e collaboratore del giornaletto della scuola. Meno noto è il fatto che due mesi prima che entrasse in azione, Mohammed si era nutrito dell’ideologia dell’imam Fawaz Jneid in una moschea wahabita dell’Aia. In un sermone, che Bouyeri ascoltò, Fawaz esortò i fedeli alla punizione dei “blasfemi” Van Gogh e Ayaan Hirsi Ali. Sebbene il testo possa essere letto sul sito del quotidiano Volkskrant, l’imam è ancora libero di predicare il Corano in Olanda. L’altro mistero riguarda il “siriano”, il guru di Bouyeri. Si faceva chiamare Mohammed Bassem, Redouan, Issa, Abu Khalid e Hassan. Scomparve il giorno dell’omicidio del cineasta. “La nazione fu scossa da una breve ondata di violenza. Moschee furono bruciate e le chiese attaccate. Ma il governo non ha reso noti i numeri dell’escalation. Bisognava ‘tenere uniti gli animi’”. Jansen dice che “la libertà religiosa deve valere solo per coloro che sono disposti a desistere dall’uso della violenza. Chi non si conforma a questa prescrizione e usa lo scritto sacro come licenza di uccidere, quello è il vostro nemico”. A dimostrazione di quanto la situazione nel paese di Anna Frank sia diventata intollerabile c’è il caso di Paul Cliteur, il più noto teorico del liberalismo olandese. Dopo l’uccisione di Van Gogh, Cliteur annunciò che per l’incolumità della propria famiglia non avrebbe fatto ulteriori commenti critici sull’islam. Oggi si schiera a difesa di Jansen contro chi, come l’opinionista Rohan Jayasekera, definisce Van Gogh un “fondamentalista della libertà di parola” che aveva “cercato il martirio”. Esattamente la stessa accusa che Ian Buruma, Stuart Sim e Timothy Garton Ash rivolgono ad Ayaan Hirsi Ali, esule negli Stati Uniti. Tre giorni fa il Volkskrant ha reso noto che le è stata raddoppiata la scorta anche a Washington, dove vive da un anno, a causa dell’aumento di minacce di morte (in Olanda era costretta a vivere in una base militare). Insieme a Jansen, Cliteur accusa Buruma e Garton Ash di essere la “quinta colonna” del terrore islamico. “La risposta del postmodernismo culturale è sempre la stessa: trattieniti dal criticismo” ci dice Cliteur. “Lascia che la riforma venga da dentro, evita le provocazioni. La difesa della democrazia e dei diritti umani deve essere sostituita dalla glorificazione dell’‘altro’. C’è solo scontro fra ‘fondamentalismi’, nessuno mai superiore all’altro”. Se per Ian Buruma il terrorista Bouyeri difende l’“islam radicale”, Hirsi Ali è dalla parte dell’“illuminismo radicale”. “Buruma dice che sono entrambi ‘guerrieri’. Ma Bouyeri è un guerriero la cui spada ha cercato di decapitare Van Gogh, Ayaan è una guerriera della penna. Sarebbe come dire che Sayyid Qutb, ideologo dell’islam radicale, è come il padrino dell’illuminismo radicale Baruch Spinoza. Ha ragione Jansen, questa posizione suicida e nichilista trasforma le società occidentali in prede dell’islamismo. Se l’ideologia è quella per cui la democrazia non è superiore alla teocrazia, non c’è motivo di difendersi dall’assalto dell’islam radicale”. Due giorni prima dell’uccisione del “porco” Van Gogh, il re giordano Abdullah tenne un discorso ad Amsterdam di fronte alla regina e al primo ministro. I musulmani presenti erano marocchini e se parlavano una lingua straniera, quella era il francese, non certo l’inglese. E se c’erano dei turchi, capivano il tedesco. Il discorso in inglese del re non disturbò nessuno dei presenti. Era il migliore dei mondi possibili. Giulio Meotti

Tratto da: liberaliperisraele.ilcannocchiale.it

 
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Proposta per il controllo dei politici

Post n°220 pubblicato il 02 Aprile 2007 da albert.z
 

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Dato che i politici decidono ciò che vogliono e fà loro comodo, senza freni, visto che la Corte Costituzionale ha lasciato che il Parlamento facesse una legge elettorale, in cui non è il cittadino a scegliere i rappresentanti, ma i segretari dei partiti, noi cittadini dobbiamo organizzarci per riappropriarci dei nostri diritti, che ora sono in mano a poche persone, che ci trattano come imbecilli.

L'ideale sarebbe una riforma della Costituzione, eseguita solo da cittadini, che poi non potranno candidarsi a cariche politiche, in cui si mettano ben in chiaro i poteri dei singoli organi ( Parlamento, assemblee regionali, provinciali, comunali e di ogni altro organo elettivo), e che solo su tali materie possano deliberare.

Occorrerebbe istituire una specie di TRIBUNO DEL POPOLO, che impedisca, con un veto, le leggi ingiuste, antipopolari che tolgono diritti al popolo o che danno privilegi ai politici.

Il TRIBUNO del popolo dovrà vagliare anche le leggi che riguardano gli stipendi dei politici, ad ogni livello. A Roma  ci sarà un TRIBUNO che controlla le leggi del Parlamento e poi in ogni regione ci sarà un TRIBUNO che controlla tutte le leggi regionali, provinciali e comunali, per impedire che i politici si attrinbuiscano dei privilegi.

Il TRIBUNO controllerà che gli stipendi siano in media con quelli europei delle tre maggiori nazioni: Germania, Francia e Inghilterra e controllerà che non si istituiscano organismi ( Consorzi, enti pubblici..) inutili.

Il TRIBUNO sarà eletto ogni tre anni e tra una carica e l'altra devono passare tre anni. Non potrà candidarsi per più di tre volte. 

Il primo passo sarà quello di costringere i partiti ad approvare l'elezione di un'Assemblea costituente, o quelle modifiche, che prevedano l'istituzione di un TRIBUNATO DEL POPOLO che controlli gli organi elettivi.

Lascio ai lettori proporre delle azioni per arrivare all'obiettivo indicato

 
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