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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

http://www.italiadeivalori.it/bastacasta/1/6856-costi-della-politica-le-proposte-dellitalia-dei-valori

 
 

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Giugno 2007

VELTRONI ED IL PASSATO

Post n°285 pubblicato il 29 Giugno 2007 da albert.z
 

VELTRONI DA GIOVANE SI ISCRISSE AL PCI. RIMASE COMUNISTA FINO ALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO. RIMASE NEL PDS E NEI DS, QUANDO CI FU LA SVOLTA DA COMUNISMO A LIBERISMO.

VELTRONI FU VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO NEL GOVERNO PRODI DAL 1996 AL 1998, QUANDO CADDE PER OPERA DI BERTINOTTI.

IN QUEL PERIODO FU PORTATA AVANTI LA PRIVATIZZAZIONE DI TELECOM IN MANIERA SCRITERIATA: SI PASSO' DA MONOPOLIO STATALE A MONOPOLIO PRIVATO!!!

DA WIKIPEDIA VEDIAMO COME.

Il riassetto e la fusione STET - Telecom Italia [modifica]

Il riassetto prevede la fusione delle cinque società del gruppo IRI-STET operanti nel settore telefonico: SIP, IRITEL, Italcable, Telespazio e SIRM. Dalla fusione nasce Telecom Italia.

Nel 1995, con una scissione parziale dalla casa madre, nasce Tim (Telecom Italia mobile) il cui capitale è controllato per il 63,01% da Telecom.

Per massimizzare l'incasso dalla prevista privatizzazione viene deciso nel 1997 di portare avanti il piano cosiddetto della SuperSip, ovvero la concentrazione di tutte le attività operative nella società da mettere in vendita. La Holding STET e Telecom Italia vengono fuse: la nuova società prenderà il nome di Telecom Italia.

Contestualmente Seat (l'editore delle Pagine Gialle) viene scissa da Telecom Italia e nel 1996 viene portata a termine la privatizzazione a favore di Ottobi, cordata formata da De Agostini (maggior azionista), Telecom Italia (20%), Comit e Investitori Associati.

La privatizzazione [modifica]

Sotto la presidenza di Guido Rossi, il 20 ottobre 1997 viene attuata dal governo la privatizzazione della società: dalla vendita del 35,26% del capitale si ricavano circa 26.000 miliardi di lire. La privatizzazione, che comporta la quasi totale uscita del Tesoro, viene realizzata con la modalità del cosiddetto nocciolo duro: si vende cercando di creare un gruppo di azionisti che siano in grado di farsi carico della gestione della società. A causa della scarsa risposta degli investori italiani il nocciolo duro è in realtà un nocciolino duro: il gruppo con capofila gli Agnelli riunisce solo il 6,62% delle azioni e si rivela molto fragile.

CON QUESTI PRECEDENTI PREFERISCO BERSANI, CHE STA PORTANDO AVANTI LE LIBERALIZZAZIONI A FAVORE DEI CITTADINI CONSUMATORI.

 
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LA PSEUDODEMOCRAZIA. IN REALTA' LO STATO E' IN MANO AI SEGRETARI DI PARTITO

Post n°284 pubblicato il 29 Giugno 2007 da albert.z
 

Due anni fa in Italia c'è stato un colpo di Stato. La legge elettorale è stata cambiata per impedire ai cittadini di votare il loro candidato. I partiti, non più di dodici persone, hanno deciso chi doveva fare il deputato o il senatore. La legge fu voluta da Berlusconi, l'opposizione si oppose poi, quando andò al Governo, Prodi la confermò. E' meglio, molto meglio, per i partiti far eleggere dei loro impiegati che avere in Parlamento dei rappresentanti dei cittadini. Meglio pregiudicati che liberi.

LE MAFIE SONO PIU' ONESTE. NON DICONO DI ESSERE DEMOCRATICHE.

PER CAMBIARE QUESTA LEGGE ELETORALE DOBBIAMO ANDARE A FIRMARE IL REFERENDUM.

ANDIAMO NEL NOSTRO COMUNE E CHIEDIAMO DI FIRMARE IL REFERENDUM PER ABROGARE LA LEGGE ELETTORALE ATTUALE.


 
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ONOREVOLI: QUANTO CI COSTANO

Post n°283 pubblicato il 29 Giugno 2007 da albert.z
 

Trattamento economico

La prima voce è l'indennità, quella che nel linguaggio comune è definita "stipendio", seguono la diaria e i rimborsi: per le "spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori", per le spese accessorie di viaggio e per i viaggi all'estero, per le spese telefoniche.

Completano la scheda le voci sull'assegno di fine mandato, le prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti.

Indennità parlamentare

L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965. È fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Tale misura è stata rideterminata in riduzione dall'art. 1, comma 52, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006).

L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile - che, a seguito della delibera dell'Ufficio di Presidenza del 17 gennaio 2006, è stato ridotto del 10% - è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l'assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75).

Diaria

Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n.1261 del 1965.

La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico.

È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.

Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori

A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza.

Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990.

Spese di trasporto e spese di viaggio

I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.

Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.

I deputati, qualora si rechino all'estero per ragioni di studio o connesse all'attività parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100,00 euro.

Spese telefoniche

I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.

Assistenza sanitaria

Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.

Assegno di fine mandato

Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Assegno vitalizio

Anche in questo caso, il deputato versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall'Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997.

In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti.

Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale.

L'importo dell'assegno varia da un minimo del 25 per cento a un massimo dell'80 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.

Oltre a ciò, mangiano in parlamento pagando 5-6 euro un pranzo che costa 90 euro!!!

Vedi anche:

http://www.cittadiniattivi.it/testi_adv.asp?temi=29&contesto=COSTI+E+PRIVILEGI+DELLA+POLITICA

ULTIMI AUMENTI

L'aumento e' scattato con un meccanismo automatico che aggancia le retribuzioni a quelle dei magistrati. Misura retroattiva: vale da gennaio 2006 - Indennita' piu' ricche per duemila parlamentari, consiglieri e assessori regionali: 500 euro al mese. Benefici anche per le pensioni degli ex - Giunte locali impegnate a rivedere i bilanci gia' approvati per trovare i soldi necessari. L'Abruzzo cerca 900mila euro. Polemica nel Lazio

_________________________________________________________________________

(di Giuseppe Salvaggiulo) A qualcuno le buste paga di gennaio non sono andate di traverso. Mentre i contribuenti pagano la stretta fiscale del governo, c’è chi ci guadagna. Si tratta dei 945 parlamentari della Repubblica, dei 1.200 consiglieri e assessori regionali, delle migliaia di ex parlamentari ed ex consiglieri. I quali, inflessibili nel predicare rigore e sacrifici, ora si godono stipendi e vitalizi più alti. Il beneficio è variabile: per i parlamentari circa 6mila euro all’anno, per i consiglieri un po’ meno. Costo totale: decine di milioni.

L’aumento non è stato deliberato con una legge, altrimenti il Parlamento sarebbe stato preso d’assalto dai cittadini infuriati. Dunque non se ne trova traccia negli atti normativi. L’hanno fatto scattare in silenzio, grazie a un meccanismo bizantino e diabolico. Una specie di catena di Sant’Antonio: per ricostruirla, bisogna andare a ritroso fino a una legge del ’65. Secondo questa norma, lo stipendio dei parlamentari è agganciato a quello dei magistrati. E lo stipendio dei consiglieri regionali è agganciato a quello dei parlamentari. Dunque se tocchi uno, tocchi tutti. Stessa regola per i vitalizi. Poi la legge (un’altra) prevede adeguamenti triennali delle retribuzioni dei magistrati. Chi li decide? Che domande, governo e Parlamento. Il cerchio si chiude e tutti - loro, magistrati e politici - ci guadagnano.

È proprio quello che è accaduto in questi mesi. Da un lato il governo varava il salasso fiscale, dall’altro attribuiva ai magistrati l’aumento di stipendio di cui hanno beneficiato a cascata anche i politici. E per di più in modo retroattivo, poiché l’adeguamento scatta dal 1° gennaio 2006. Vanificando, tra l’altro, il taglio delle indennità del 10% imposto a fine 2005 dall’ultima Finanziaria del governo Berlusconi. Prima, sia pur parziale, misura concreta di contenimento dei costi della politica. Cancellata nel breve volgere di un anno. Scandalo? Macché. Non una voce si è levata. Né a sinistra, né a destra, né al centro.

A fine dicembre la Camera e il Senato hanno aggiornato le tabelle retributive dei parlamentari. E poi hanno informato le Regioni della buona novella, invitandole a fare altrettanto per i consiglieri. Così, da nord a sud, migliaia di politici (in carriera e in pensione) hanno visto gonfiarsi improvvisamente stipendi e pensioni.

La novità ha costretto le Regioni che avevano già approvato il bilancio per il 2007 a correre ai ripari. È il caso dell’Abruzzo, dove la giunta di centrosinistra in questi giorni prova a reperire 900mila euro per gli aumenti di stipendio dei consiglieri, dopo aver alzato le aliquote di Irpef e Irap.

Contraddizione insostenibile, che ha fatto scattare lo scaricabarile: i consiglieri regionali, anziché provvedere direttamente a bloccare l’aumento, hanno votato una risoluzione bipartisan «che impegna i parlamentari eletti in Abruzzo ad intraprendere o sostenere iniziative per ridurre il costo della politica e tra cui l’indennità di carica dei consiglieri regionali». In altre parole «una presa per il culo», come l’ha definita l’Italia dei Valori, che non l’ha votata con due dissidenti di An e Forza Italia.

Paradossale anche il caso del Lazio. Il governatore Piero Marrazzo aveva sbandierato una riduzione del 10% dell’indennità dei consiglieri come dimostrazione di «rigore e risanamento». Peccato che il taglio incida solo su una voce dello stipendio e si aggiri sui 50 euro. Di gran lunga meno dell’aumento automatico.

Risultato: lo stipendio dei consiglieri è il più alto degli ultimi due anni e il capogruppo di An Antonio Cicchetti accusa: «È un gioco di prestigio degno di Mago Zurlì»


Il Giornale, 10.2.2007

 
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Le regioni

Post n°281 pubblicato il 19 Giugno 2007 da albert.z
 
Tag: sprechi

Situazione difficile sul fronte delle Regioni. Si è cominciato, prima delle elezioni, aumentando il numero dei consiglieri regionali. Si continua ora moltiplicando assessori, commissioni consiliari, posti di «capo dell'opposizione», altre cariche, tutti dotati di indennità, segretari, uffici, telefoni, automobili con autisti. Intanto continua la conflittualità Stato- Regioni.

Prima delle ultime elezioni, il numero dei consiglieri regionali è complessivamente aumentato di più di 120: considerato che mediamente una Regione ha 60 consiglieri, è come se avessimo aggiunto altre due Regioni alle 20 esistenti. Ce n'era effettivo bisogno? O non c'era, piuttosto, bisogno di una riduzione del numero dei consiglieri, visto che le funzioni dei consigli sono diminuite, non aumentate?

Dopo le elezioni, nella Regione Calabria i trenta consiglieri di maggioranza sono tutti o presidenti di commissione, o assessori, o capigruppo e nella Regione Lazio le commissioni consiliari sono salite da 14 a 24. L'invito a maggiore sobrietà è stato seguito dall'osservazione per cui «con la questione morale non si fa politica». Ma quel che preoccupa non è solo la questione morale o quella della spesa pubblica che cresce. La moltiplicazione dei posti nei consigli regionali preoccupa perché è indizio di un male ancora maggiore: la incapacità della classe politica locale di accettare la divisione dei ruoli. Con l'elezione diretta dei presidenti regionali, i consigli sono stati privati del compito di scegliere l'esecutivo. Classi politiche abituate a fare e disfare governi, e a esercitare per questa strada un forte peso sull'amministrazione, si sono trovate improvvisamente disoccupate. Non svolgono il compito di fare buone leggi o di tenere sotto controllo le giunte regionali — ciò che loro richiede il nuovo assetto —. Pretendono compensi — poltrone, assistenti, auto, ecc. — per essere state espropriate del vecchio ruolo. E le giunte, per tener buoni i consigli, concedono posti e permettono spese.

La politica come occupazione di posti, poi, scende per i rami dal livello superiore, quello politico, a quello amministrativo, dove, avendo gli ultimi governi di centrosinistra allentato le norme sul pubblico impiego, si entra per meriti politici, non per concorso, come vorrebbe la Costituzione (e la Corte costituzionale frequentemente, ma troppo timidamente, ricorda).

C'è da ultimo la conflittualità Stato-Regioni. Questa non è dovuta al «federalismo» varato nel 2001, come è stato detto da qualche critico interessato. Ma al fatto che il centrodestra, in attesa di mantenere la promessa di un ancor più alto tasso di «federalismo» (quello voluto dalla Lega), non ha dato attuazione alle norme costituzionali del 2001, suscitando la giusta reazione delle Regioni.

Riesce difficile dire che cosa siano, oggi, le Regioni. Si sono impadronite della sanità, messa alla mercé delle fazioni locali. Hanno accresciuto le partecipazioni, mentre quelle statali venivano smantellate. Concentrano poteri sul territorio, a danno degli enti locali e della competitività del Paese (perché contribuiscono a bloccare le grandi opere). Moltiplicano posti di sottogoverno, vuoti di funzioni. Aumentano a dismisura i processi delle decisioni pubbliche. Condizionano i più minuti provvedimenti nazionali, attraverso la conferenza Stato-Regioni. Dovevano contribuire a risolvere i problemi dello Stato. Sono, al contrario, divenute esse stesse un problema.


Corriere della Sera, 19.5.2005

 
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I PARLAMENTARI EUROPEI. GLI ITALIANI I PIU' RICCHI

Post n°279 pubblicato il 14 Giugno 2007 da albert.z
 

L'Europa si allarga sempre più e crescono pure i parlamentari europei. Questi parlamentari percepiscono uno stipendio che viene pagato dalla Nazione che rappresentano. Noi Italiani anche su questo vogliamo strafare e siamo quelli che meglio paghiamo i nostri parlamentari in Europa. Anche qui siamo i primi, come primi siamo per auto blu, per debito pubblico, per imposizione fiscale e per tante nefandezze.

A questo punto è logico dare alcune cifre. Sembrerebbe "dare i numeri", ma la cosa è ancor più raccapricciante se si pensa alle tante famiglia che faticano ad arrivare alla fine del mese. Comunque gli stipendi lordi percepiti dai parlamentari europei sono questi:

Italia 149.215

Austria 105.527

Germania 84.108

Irlanda 83.706

Gran Bretagna 82.380

Grecia 73.850

Belgio 72.017

Danimarca 69.768

Olanda 66.782

Lussemburgo 63.791

Francia 63.093

Finlandia 62.640

Svezia 61.704

Slovenia 49.860

Cipro 48.960

Portogallo 48.285

Spagna 39.463

Polonia 28.056

Estonia 23.064

Malta 17.082

Repubblica Ceca 16.900

Lituania 14.196

Lettonia 12.900

Repubblica Slovacca 10.656

Ungheria 10.080

I nostri Parlamentari quindi percepiscono il doppio dei Greci, il triplo degli Sloveni, il quadruplo degli Spagnoli per arrivare a 14 volte in più degli Ungheresi.

Non è finita così e la vergogna aumenta perché oltre a quello stipendio hanno altri appannaggi e privilegi, come il rimborso aereo, nella classe più costosa, per loro ed i loro collaboratori e questo senza alcun obbligo di presentare documentazione. Fra le indennità e benefit vari ci sono 3.785 euro mensili per spese generali, 571 euro settimanali per spese di viaggio, 3.786 euro annui per indennità di viaggio, 268 euro giornalieri di soggiorno per i periodi che restano fuori sede e, ciliegina sulla torta, 14.865 euro all'anno di indennità per gli assistenti. A questo punto va detto che gli europarlamentari italiani sono 78 e quindi tutti i costi sopra indicati devono essere moltiplicati per detto numero. Da ciò si capisce il perché fanno le "coltellate" per farsi eleggere al parlamento europeo, dove molti di costoro partecipano solo ogni tanto, si che i nostri sono considerati i più assenteisti. Cosa dire? Che fanno l'interesse dell'Europa e dell'Italia? Qualche dubbio ce lo metto, anzi dal momento che ci sono, ci metto 149.215 dubbi, più il resto.
Ugo Cortesi

 
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LOTTA AI PRIVILEGI: PROPOSTA DI ITALIA DEI VALORI

Post n°277 pubblicato il 14 Giugno 2007 da albert.z
 

L’Italia dei Valori ha presentato una proposta di legge che, se ci fosse la volontà, potrebbe essere esaminata e votata da Camera e Senato in pochi mesi ed entrare in vigore già nel 2008.

I punti più importanti della nostra proposta di legge sono i seguenti:

1) Riforma delle pensioni dei parlamentari. Il nuovo regime aumenta gli anni per accedere alla pensione e ne riduce l’importo Per ottenere il diritto alla pensione un parlamentare dovrà aver fatto almeno 10 anni di parlamento ed otterrà un vitalizio pari al 25% dello stipendio percepito.

2) Eliminazione dei benefit per i parlamentari. I parlamentari non avranno più diritto a tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea, né al rimborso delle spese telefoniche. Per tutte le voci classificate come rimborso spese in generale, che attualmente sono attribuite in forma forfetaria, saranno rimborsate solo su richiesta corredata dai giustificativi fiscali che testimoniano l'importo e la finalità della spesa sostenuta.

3) Pubblicità e trasparenza dei bilanci. I bilanci di Camera, Senato, Quirinale, ma anche di Corte Costituzionale e Cnel dovranno essere pubblici e accessibili a tutti i cittadini.

4) Niente privilegi per chi cessa dal mandato. I Presidenti di Camera, Senato e della Corte Costituzionale cessando dalla carica non hanno più diritto ai benefit attualmente previsti (auto blu, segreteria, uffici e indennità).

5) Governo più snello con meno ministri. Si stabilisce che il numero totale di ministri di cui si compone il governo non può essere superiore a 17, i membri dell’intero governo, compresi vice ministri e sottosegretari non possono essere più di 72 (attualmente sono 102).

6) Abolizione dei contributi pubblici a tutta l’editoria di partito.

A questi punti che vanno a modificare i privilegi più vergognosi e più invisi alla pubblica opinione si aggiunge una serie di norme per ridurre le spese di governi ed enti locali, per porre un tetto alle consulenze e alle loro retribuzioni da parte della pubblica amministrazione.

Misure semplici che incidono su fenomeni e situazioni che tutti conoscono e che vanno urgentemente votate."

 
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LETTERA A PRODI

Post n°275 pubblicato il 13 Giugno 2007 da albert.z
 

 

Ill.mo Presidente Romano Prodi,

il Parlamento sta per prendere in esame la nuova legge sul licenziamento dei funzionari pubblici condannati.
Se vogliamo rifondare il rapporto tra cittadini e istituzioni è indispensabile partire da qui.

Chiediamo che la Pubblica Amministrazione pretenda un risarcimento per il danno di immagine che reati del genere comportano.

Chiediamo inoltre che insieme a questa legge sul licenziamento dei dipendenti pubblici corrotti sia approvata anche la proposta di legge presentata dalla senatrice FRANCA RAME  sul codice di procedura sui giudizi innanzi alla Corte dei conti, che annulla il condono emanato dal Governo Berlusconi, condono che permette ai funzionari pubblici condannati di evitare il pieno risarcimento dei danni arrecati.

Chiediamo infine che sia revocato il trasferimento di Luigi Magistro, creatore del sistema di controllo informatico contro le truffe fiscali dell’Audit: è mai possibile che una volta che c’è un funzionario che combatte con successo la corruzione lo si debba punire?

Invito a copiarla e spedirla a Romano Prodi via e-mail andando sul sito del governo:

http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_governo.asp

 
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Bruxelles. Dal 2019 stipendi uguali per tutti

Post n°274 pubblicato il 13 Giugno 2007 da albert.z
 

BRUXELLES - Stipendio uguale per tutti all'Europarlamento, in uno sforzo egualitario che riporta alla memoria stupendi furori d'altri tempi. Dal 2009, cioè dalla prossima legislatura, tutti gli eurodeputati guadagneranno 7.000 euro al mese. Allo stipendio base si aggiungeranno varie indennità (compenso dell'assistente e spese di segreteria) nonché gettoni di presenza e rimborsi spese.

Attualmente gli stipendi dei parlamentari europei sono equiparati a quelli dei loro colleghi del paese d'origine. L'eurodeputato italiano ha così uno stipendio uguale a quello del deputato nazionale e la stessa cosa avviene in tutti i paesi. Si è così creata una "scala" di stipendi che vede gli italiani al primo posto, con circa 12.000 euro, e i portoghesi all'ultimo, con circa 4.000. La forbice si è addirittura ampliata con l'adesione dei paese dell'Est. L'Italia è sempre al primo posto, davanti ad Austria, Olanda e Germania mentre in coda ci sono Polonia, Ungheria e Lettonia. Il rislutato della decisione approvata ieri dall'Europarlamento è che gli eurodeputati vedranno il loro stipendio decurtato mentre molti dei loro colleghi, e soprattutto quelli dell'Est, lo vedranno lautamente aumentato.

L'operazione stipendi ha raccolto ieri 403 voti favorevoli; i contrari sono stati 89 e 92 gli astenuti. Ora dovrà pronunciarsi il Consiglio dei ministri dell'Ue ma si prevede una decisione rapida e senza dibattito perché la presidenza di turno lussemburghese ha fatto nelle ultime settimane un efficace lavoro di informazione e di mediazione. Mentre attualmente gli stipendi degli eurodeputati gravano sui bilanci nazionali dei paesi di appartenenza, in futuro esse saranno pagati dal bilancio comunitario. Anche il regime fiscale al quale saranno sottoposti sarà europeo ma i paesi di provenienza potranno introdurre una tassazione complementare se riterranno opportuno eliminare eventuali differenze con i trattamenti dei parlamentari nazionali.

Ci sarà anche un regime pensionistico europeo. Il rimborso delle spese di viaggio, che attualmente è forfettario, sarà effettuato su presentazione del biglietto e coprirà i costi realmente sostenuti. Questo per evitare le polemiche che in questi anni sono state suscitate "rimborsi d'oro" presunti o reali. I paesi che lo vorranno, potranno introdurre una regolamentazione in deroga allo "statuto" europeo per migliorare indennità e pensioni.

Una sorta di conguaglio che potrà funzionare pare al màssimo per due legislature. Cosa non da poco, però, perché sposta di fatto al 2019 il trattamento uguale per tutti. Relatore del provvedimento è stato l'italiano Gargani, di Forza Italia. Ma la destra non è stata compatta: dei tre parlamentari leghisti presenti ha votato contro Salvini e si sono astenuti Borghezio e Speroni. Voto contrario hanno espresso Pirilli, di Alleanza Nazionale, e il forzista Zappalà. (f. p.)

 
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Anti-politica. Ricerca della democrazia

Post n°272 pubblicato il 09 Giugno 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

Leggi l'inervento di Cesare Salvi:

http://www.aprileonline.info/3450/lanti-politica-unemergenza-democratica

......

In terzo luogo, chiediamo di affrontare con determinazione il tema dei costi abnormi e degli sprechi della politica. Dobbiamo cominciare a farlo dal centro, dal Governo e dal Parlamento. Ministro Santagata, nessun Governo formato da 102 persone può avere la credibilità per chiedere agli altri soggetti istituzionali gli indispensabili tagli e riduzioni negli scandalosi sprechi e la riduzione drastica dell'esercito di quasi mezzo milione di persone che oggi in Italia vivono di politica e intorno alla politica.

Sinistra Democratica, con questo mio intervento, chiede al Presidente del Consiglio - come abbiamo già fatto negli incontri avuti con lui e con il ministro Chiti - un drastico snellimento della struttura di Governo. La Spagna prima e oggi anche la Francia dimostrano che un Governo può benissimo funzionare con quindici ministri, con un numero di donne pari a quello degli uomini, con pochi Sottosegretari.
Il ministro Fabio Mussi ha già dichiarato pubblicamente e ufficialmente che è pronto a fare un passo indietro. Noi della Sinistra Democratica, che pure rappresentiamo la terza forza parlamentare della maggioranza, non chiediamo posti per noi: non nel Governo, non nei consigli di amministrazione, non nella RAI, ma chiediamo ad altre forze politiche non di fare come noi, ma almeno di sottoporsi ad una seria cura dimagrante (fa anche bene alla salute). Così come chiediamo a maggioranza e opposizione di avviare subito l'esame dei disegni di legge costituzionali per la riduzione del numero dei parlamentari. Sinistra Democratica propone di stabilirlo subito in 400 deputati e 200 senatori; poi sviscereremo la complessa questione del superamento del bicameralismo paritario.

Solo partendo da noi, dal Governo e dal Parlamento tutto, avremo l'autorevolezza di chiedere agli altri soggetti istituzionali di fare la loro parte e anzitutto alle Regioni, che non possono pretendere di sottrarsi all'esigenza di moralizzazione della politica italiana in nome di un malinteso federalismo.

......

 
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SULLE IMPRESE PIOVONO SOLDI

Post n°271 pubblicato il 08 Giugno 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

0LTRE A PAGARE 4 MILIARDI PER I POLITICI, CIRCA 180.000 PERSONE DOBBIAMO ANCHE VERSARE OLTRE 5 MILIARDI DI EURO L'ANNO PER GLI IMPRENDITORI.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Sulle-imprese-piovono-soldi/1638467//2

TUTTI ARRAFFANO SOLDI DALLE TASCHE DEI CONTRIBUENTI

 
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A volte

Post n°269 pubblicato il 07 Giugno 2007 da albert.z
 

L'opinione pubblica

L’opinione pubblica. Nel ‘92-’93 ne avevamo una anche noi. Scendeva in piazza contro i ladri e a favore delle guardie. Poi, a reti unificate, le fu spiegato che i ladri erano le vittime e le guardie i colpevoli. Il gioco di prestigio funzionò. L’altroieri gli elettori di Asti hanno rieletto sindaco il forzista Giorgio Galvagno: lo era già nel gennaio ’94, quando era socialista e fu arrestato. Lo scandalo era quello della discarica di Vallemanina e Valleandona, dove venivano smaltiti illegalmente rifiuti tossici e nocivi in cambio di tangenti. Innocente? No, colpevole: nel 1996 Galvagno patteggiò 6 mesi e 26 giorni di carcere per inquinamento delle falde acquifere, abuso e omissione di atti ufficio, falso ideologico, delitti colposi contro la salute pubblica e omessa denuncia dei responsabili della Tangentopoli astigiana. Meritava un premio: nel 2001 Forza Italia lo preferì all’allora capogruppo, l’avvocato Alberto Pasta, che aveva un handicap: al processo sulla discarica assisteva il comitato delle vittime, parte civile contro Galvagno. Fra il condannato e la parte civile, il partito di Berlusconi non ebbe esitazioni: scelse il condannato. Galvagno divenne deputato. Ora è di nuovo sindaco,col 56,9%. A Taranto sfiora il ballottaggio il figlio di Giancarlo Cito, che non poteva ripresentarsi per via di una condanna per mafia (Sacra corona unita). A Monza vince il rappresentante della Cdl, così finalmente Paolo Berlusconi potrà costruire un milione di metri cubi alla Cascinazza.

La politica è in crisi anche per questo: a volte, come diceva un celebre titolo di Cuore, «l’uomo della strada è una bella merda».

Marco Travaglio

 
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LEGGETE IL LIBRO : " LA CASTA"

Post n°266 pubblicato il 01 Giugno 2007 da albert.z
 

Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, pronti al decollo per portare Sua Eccellenza anche a una festa a Parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d'oro da scuderie di cavalli. Finanziamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dal referendum. "Rimborsi" elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più "virtuose" moltiplicati per tredici volte in venti anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila. Candidati "trombati" consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione con l'autoblu. La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l'intera società italiana. Storie stupefacenti, numeri da bancarotta, aneddoti spassosi nel reportage di due grandi giornalisti. Un dossier impressionante, ricchissimo di notizie inedite e ustionanti. Che dovrebbe spingere la classe dirigente a dire: basta.

Dobbiamo reagire organizzando delle manifestazioni, per arrivare ad obbligarli a modificare la Costituzione, con un capitolo che regoli i poteri dei politici.
Nel primo articolo: nessun politico può assegnarsi del denaro. Deve sempre chiedere il permesso alla Corte dei Conti.
Nel secondo articolo: gli stipendi dei politici devono essere sganciati da quelli dei magistrati.
Nel terzo articolo: gli stipendi dei politici devono stare nella media europea, cioè la media degli stipendi dei politici di Francia , Spagna, Germania.

Nel quarto articolo: la modifica degli articoli che regolano i poteri dei politici può avvenire solo per referendum.

 
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COORDINARSI ED AGIRE

Post n°265 pubblicato il 01 Giugno 2007 da albert.z
 

SPERO CHE QUESTO BLOG SERVA PER SPINGERE I POLITICI A FARE LE RIFORME IN SENSO POPOLARE O, SE NON LE FANNO, FACCIA MATURARE LO SPIRITO DEMOCRATICO: VOLONTA' POPOLARE.

BISOGNA :

1) REALIZZARE IL FEDRALISMO

2) RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA ITALIANA DA 4 MILIARDI DI EURO A 1 MILIARDO

3) ABOLIRE LE PROVINCE

4) RIDURRE ALLA META' I PARLAMENTARI

5) RIDURRE ALLA META' I CONSIGLIERI SIA COMUNALI CHE REGIONALI

6) ABOLIRE I CONSIGLI DI CIRCOSCRIZIONE NELLE CITTA' CON MENO DI 100.000 ABITANTI.

7) ABOLIRE I COMUNI CON MENO DI 3.000 ABITANTI

8) ABOLIRE GLI ENTI INUTILI

9) ABOLIRE I PRIVILEGI: STIPENDI NELLA MEDIA EUROPEA ( MEDIA DEGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI FRANCESI, SPAGNOLI E TEDESCHI)

 10) PENSIONI CON LE REGOLE DEI CITTADINI, MA PERCEPITA DOPO I 65 ANNI ED ALMENO 5 ANNI DI LEGISLATURA, TRA I 150O EURO MENSILI, PER UNA LEGISLATURA E I 6000 EURO PER 4 LEGISLATURE PIENE, CIOE' 20 ANNI.

 
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