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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Novembre 2007

SE I GIOVANI INVECE DI SBAGLIARE BERSAGLIO...

Post n°417 pubblicato il 28 Novembre 2007 da albert.z
 

ED INVECE DI INTERESSARSI SOLO DI CALCIO O DI VELINE, COMINCIASSERO A RAGIONARE E A CAPIRE CHE LA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA LI PENALIZZA E CHE SE LORO NON SI DARANNO DA FARE, NON AVRANNO NEMMENO LA POSSIBILITA' DI FARSI UNA FAMIGLIA, DI COMPRARSI UNA CASA, DI VIVERE UNA VITA NORMALE.

SE I RICERCATORI UNIVERSITARI SI UNISSERO CON UNA LOTTA COMUNE PER AVERE ALMENO DI CHE VIVERE E PER AVERE IL DIRITTO AL RICONOSCIMENTO DEI LORO MERITI.

SE QUESTI "BAMBOCCIONI", CHE SONO OBBLIGATI A VIVERE IN CASA DEI GENITORI, COMINCIASSERO A PENSARE COME CAMBIARE LA SITUAZIONE, FORSE RIUSCIREMO A SPAZZARE VIA TUTTO QUESTO VECCHIUME DI POLITICI ITALIANI, CHE CI GOVERNANO DA DECENNI, PER FARE GLI INTERESSI PROPRI E DELLE ALTRE CASTE.

QUANDO CAPIRANNO CHE DEVONO MUOVERSI FORSE SARA' TROPPO TARDI ?

 
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I moniti del presidente

Post n°416 pubblicato il 28 Novembre 2007 da albert.z
 

Dal Colle, di tanto in tanto, arriva un monito. E’ il famoso “monito del Colle”. Da lassù il presidente della Repubblica è sempre in osservazione e, quando serve, “monita”.
Monitare è quella particolare attenzione dedicata ai magistrati e alle intercettazioni telefoniche. Il monito è, di norma, un appello ad abbassare i toni, a proteggere la privacy dei politici, a condannare il protagonismo di giudici ciarlieri. Il monito è una battaglia di civiltà, un appello per una convivenza civile. E’ come una folgore di Zeus che colpisce sempre gli stessi alberi e risparmia le discariche.
Il presidente, oltre a monitare, di solito dorme, non sugli allori, ma sulla onorabilità del Parlamento e dei suoi condannati e prescritti, sulle frequentazioni mafiose e palesi di alcuni partiti, sull’informazione scomparsa. Fa sonni profondi. Se nomini D’Alema/Unipol, Berlusconi/Mondadori o Mastella/Why Not ha un leggero trasalimento. Piccolo, piccolo. Impercettibile. Prende i sali e poi si riprende. Ai nomi di De Magistris e della Forleo però monita subito, senza tentennamenti.
Il presidente è eletto dai partiti, fa il suo dovere, li accudisce teneramente. L’età lo nobilita, con quegli anni può dire quello che vuole. Come il nonno a tavola quando arriva il dolce. Una volta c’era la bocca di Virna Lisi, oggi la dentiera presidenziale. Il presidente va eletto dagli italiani, non dai nostri dipendenti. Non deve avere più di cinquant’anni. Non serve un presidente da ospizio di garanzia dello status quo partitico. Voglio una persona giovane, della società civile, non legata ai partiti. Chiedo troppo? Dobbiamo chiedere troppo! Ci stiamo giocando un futuro che questi settantenni e ottuagenari non vedranno mai.

Beppe Grillo

 
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BERNABE' torna dopo la cacciata del 1999, ad opera di D'Alema

Post n°415 pubblicato il 28 Novembre 2007 da albert.z
 
Tag: D'Alema

"Caro dott. Franco Bernabè,
ho saputo della sua nomina ad amministratore delegato di Telecom Italia e ho deciso di scriverle una lettera aperta.
Lei fu cacciato nel 1999 dalla poltrona che ora va di nuovo ad occupare. Voleva allora un’alleanza con Deutsche Telecom e impedire che Telecom Italia si indebitasse per decine di miliardi di euro con i “capitani coraggiosi” Gnutti e Colaninno che “comprarono” a debito l’azienda. Il suo tentativo fallì per l’opposizione di Massimo D’Alema, allora presidente del consiglio, che favorì l’ingresso nella più grande azienda del Paese di capitalisti con le pezze al culo. In seguito Colaninno è stato condannato per bancarotta preferenziale per Italcase, Gnutti per insider trading e D’Alema è alle prese con il caso Unipol per cui sono stati condannati Consorte e Sacchetti.
Lei trova un’azienda più indebitata, con meno risorse, con una presenza internazionale ridotta, con decine di migliaia di dipendenti in meno, società vendute, esternalizzate, chiuse. Che ha perso tutti i treni negli ultimi otto anni e che è sopravvissuta solo grazie a un sostanziale monopolio favorito dalla politica.
BEPPE GRILLO

D'Alema, oltre ad aver acconsentito l'entrata di Berlusconi in Parlamento, nonostante una legge ( 361 del 1957) lo impedisse, oltre a non aver voluto affrontare il conflittto di interessi di Berlusconi proprietario di reti TV, e capo di governo, ha anche dato in pasto ai "capitani coraggiosi",Gnutti e Colaninno la Telecom. NONOSTANTE TUTTO D'ALEMA E' SEMPRE IN PARLAMENTO ED ADDIRITTURA E' MINISTRO!!!

 
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LA COPPIA  CHE COMANDERA' DOPO PRODI

Post n°414 pubblicato il 24 Novembre 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

Mano nella mano sul palco
Silvio Berlusconi e Michela Vittoria Brambilla mano nella mano sul palco della Fiera di Roma. E' la prima istantanea della convention. Il Cavaliere è stato accolto in sala da un boato. Qualche secondo dopo è apparsa anche Michela Vittoria Brambilla, in abito nero, e insieme, mano nella mano, hanno raggiunto il parterre. Sul grande schermo posto alle spalle del palco veniva trasmesso un video intitolato 'Cronache dai circoli' con altre testimonianze regionali.

La coppia di populisti si presenta come il nuovo. Hanno studiato per bene come incantare il popolo. Il cavaliere lo conosce bene. Basta presentarsi, con tratti regolari, aspetto giovanile, un bel sorriso e far balenare nella mente della gente, attraverso simboli e concetti, che non esiste altro di meglio. Forza Italia voleva dire uniamoci insieme e vinceremo. Partito del popolo della libertà vuol significare che vi porterò la libertà. Quale libertà? Naturalmente la libertà dalla burocrazia, dalle tasse, dalla galera, la libertà di non rispettare le regole per fare i propri comodi,tanto, grazie agli avvocati in Parlamento, troverà il modo di sfuggire alle maglie della Giustizia, e di diventare ricco e di farvi arricchire alle spalle di chi ha un reddito fisso.

 
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SICUREZZA: CITTADINI PRESI IN GIRO

Post n°413 pubblicato il 23 Novembre 2007 da albert.z
 

Sul Gazzettino di oggi 23 novembre 2007, leggo:

Presi a Rovigo 4 stranieri dopo un furto, rimessi in libertà, con un foglio d'esplusione ed il giorno dopo, questi stessi 4, sono presi durante un altro tentatvo di furto ad Adria. 
E questa la chiamano sicurezza!


 

 
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IL POPOLO DELLA LIBERTA'

Post n°412 pubblicato il 23 Novembre 2007 da albert.z
Foto di albert.z

Il popolo della libertà cosa vorrà mai? Ha dei SUv che sembrano delle fortezze pronte a schiacciare te che vai sulla Punto. Non pagano le tasse al 100% come i lavoratori dipendenti. Hanno la confessione con l'assoluzione garantita, basta che diano un obolo al prete, che il mancato versamento delle tasse allo Stato è condonato e reso impunibile anche nel al di là. Hanno manodopera in nero e sottopagata per decine di anni ancora. Hanno la Confindustria, che si lamenta sempre perché lo Stato gli regala pochi soldi per farsi i capannoni nuovi o per rinnovare i machinari. Vivono in case sontuose e in ville enormi e qualche furbo vorrebbe anche non pagare l'ICI. Hanno anche il piazzista imbonitore, incanta serpenti, che con le sue reti tv e giornali, avvocati vari, confeziona leggi per farli dormire tranquilli, con condoni vari.  Hanno quinte colonne inflitrate nel campo avversario pronte a confezionare loro indulti.Cosa vorranno ancora? Possono prendersi tutto, anche la RAI, tanto il popolo pecorone pensa alle partite di calcio ed alle veline.

 
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I COMPLICI

Post n°411 pubblicato il 23 Novembre 2007 da albert.z
 
Tag: mafia

 I COMPLICI libro di Lirio Abbate e Peter Gomez è edito da Fazi editore. 


Il segretario nazionale dei giovani dell’UDEUR, il nipote dell’ex vicesindaco comunista di Villabate e l’ultimo erede di una famiglia per anni socia del ministro per gli affari Regionali, Enrico La Loggia: a guardarli mentre camminano assieme per le strade del centro di Palermo, sembrano tre ragazzi appena usciti da un convegno sul futuro della Seconda Repubblica. Ma sono tre picciotti. Tre picciotti di Bernardo Provenzano.

Da uno dei maggiori giornalisti d'inchiesta italiani e da un grande esperto di cose siciliane, un libro ricco di materiale inedito (intercettazioni di telefonate tra i figli di Provenzano, documenti tratti da inchieste giudiziarie sui favoreggiatori) su Provenzano, la nuova mafia e i suoi rapporti con la politica. La biografia dell'ultimo capo dei capi letta attraverso le sue alleanze politiche ed economiche: dall'accordo con il Partito Socialista del 1987 fino alla stagione delle bombe di mafia del 1992-93; dall'arresto di Totò Riina fino al patto stretto, secondo i magistrati di Palermo, con i vertici di Forza Italia e dell'Udc siciliana. Un libro esplosivo che ricostruisce, con documenti e testimonianze inedite, la ragnatela di rapporti che hanno permesso a Provenzano di restare libero per quarantatre anni. Un viaggio nella Mafia spa, un'organizzazione criminale che in Sicilia controlla buona parte degli appalti pubblici, lavora con molte cooperative rosse e imprese di dimensione internazionale, ha uomini infiltrati nelle banche, nelle istituzioni economiche, come la Confindustria, e in quelle culturali, come l'università. Quattordici anni dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino, l'opera di Peter Gomez e Lirio Abbate racconta come tutto in Sicilia sia tornato come prima, con decine di deputati regionali eletti a Palazzo dei Normanni nonostante i loro evidenti legami con Cosa Nostra, con una serie di parlamentari nazionali arrivati a Roma dopo aver contrattato l'appoggio degli uomini d'onore. Una lenta e inarrestabile riconquista del potere resa possibile dal silenzio delle istituzioni e dei media. In questo quadro l'arresto di Provenzano, più che il segnale della riscossa, diventa solo una tappa nella metamorfosi definitiva verso la mafia del terzo millennio: quella che alla lupara preferisce il doppiopetto.


 

 
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Tassare le prostitute

Post n°410 pubblicato il 22 Novembre 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

 
Penso che qualsiasi reddito dovrebbe essere tassato. Come è tassata la psicologa  o la massaggiatrice, così deve essere tassata anche la prostituta che fa quella attività per lavoro. Non tassarla è mettere la testa sotto la sabbia per non voler vedere. Da quando la senatrice Merlin ebbe l’idea di far chiudere le case chiuse, l’attività più antica del mondo non è cessata, ma è continuata in altro modo. Chi è riuscita restare indipendente e si è messa in un appartamento ha potuto avere delle cospicue entrate. Negli altri paesi europei non guardano tanto per il sottile, come in Italia. Esistono centri appositi dove i clienti vanno, senza disturbare le famiglie e creare scandalo e ai bambini e alla fine pagano ed hanno la ricevuta. In Italia le prostitute hanno sempre goduto di una licenza di evadere.  Ora, al contrario, c’è una sentenza definitiva che dichiara che i redditi da prostituzione sono tassabili.  Nel caso specifico, le motivazioni della Commissione tributaria regionale della Lombardia — anche se non affronta in modo diretto il tema dei guadagni da prostituzione — partono dal presupposto che la prostituta ha avuto comunque un reddito dimostrato provenire dal suo lavoro di lucciola. Esso è quello «presunto» calcolato dall'Agenzia delle entrate. Il Parlamento italiano che posizione prenderà? Forse dovrà consultare qualche esperto frequentatore di prostitute? In Parlamento non mancano gli onorevoli con i giusti agganci che potranno dire per esperienza, se è giusto tassarle o lasciare loro interamente il risarcimento del danno subito.

 
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Berlusconi esce dall'angolo

Post n°409 pubblicato il 21 Novembre 2007 da albert.z
 

La pagliacciata dei 7 - 8 milioni di votanti presso i gazebo di Forza italia, danno la possibilità a Berlusconi di uscire dall'angolo in cui si era cacciato con la sua politica del non dialogo.

Il cavaliere, esperto di pubblicità, lancia la "nuova " formazione politica da lui inventata: IL partito del popolo della libertà.

Di colpo sceglie di dialogare, per mettere all'angolo Fini, che aveva osato criticarlo, e si rende disponibile a dialogare sul sistema proporzionale.

 
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Berlusconi non vuole il dialogo

Post n°408 pubblicato il 17 Novembre 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

IL povero Berlusconi, dopo non aver mai riconosciuto la vittoria di Prodi alle elezioni del 2006, ha tentato di far parte della grande coalizione. Respinto, ha cominciato una solfa che dura ancora. Ogni giorno ripete:"Prodi sta per cadere. I sondaggi lo danno al 30% di gradimento. Bisogna andare a votare"

Quando governava Berlusconi, e gli dicevano che il gradimento del suo governo era sul 45%, diceva, che gli italiani lo hanno eletto per governare per 5 anni.

Non si capisce perché allora i sondaggi non contavano e oggi invece devono cessere presi come principio per indire nuove elezioni.

Berlusconi ama che sotto alle leggi ci sia la sua firma. Se collabora alle riforme, con Prodi presidente, sarà Prodi a firmare e ciò, per un uomo come lui che comanda in decine di aziende di sua proprietà, è insopportabile.

 
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Class action controversa

Post n°407 pubblicato il 17 Novembre 2007 da albert.z
 

Grazie alla class action si potranno infatti avere, ha rimarcato Altroconsumo, numerosi vantaggi: la restituzione da parte delle banche di una commissione illegittimamente addebitata sui conti correnti di migliaia di utenti; il risarcimento dei danni causati ai risparmiatori da frodi finanziarie e da prodotti difettosi, da pratiche commerciali sleali, da comportamenti anticoncorrenziali. Fra i vantaggi anche il rimborso del prezzo pagato e i danni causati da disservizi come il black out energetico, i viaggi organizzati annullati, i voli cancellati.

ADUC, E' UNA BUFALA
"Con questa class action ci vorranno 20 anni prima di aver definitivamente ragione ed ottenere un risarcimento- lamenta invece il segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni- E' una bufala. I cittadini che volessero costituirsi in associazione per la tutela dei loro diritti non potrebbero farlo. Per esempio i danneggiati Parmalat non potrebbero ricorrere in quanto tali, anche con una loro associazione". I consumatori potranno rivolgersi alle associazioni riconosciute dal Governo e che da questo ne prendono le sovvenzioni. "Insomma più che una azione giudiziaria collettiva avremo una azione giudiziaria controllata. Bel risultato!" conclude Mastrantoni.

 
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Assalti sbagliati

Post n°406 pubblicato il 17 Novembre 2007 da albert.z
 
Tag: Rivolte
Foto di albert.z

 Se quei tifosi che sfogano la loro rabbia contro la polizia, le caserme, le vetrate degli stadi, le auto di cittadini innocenti , invece la sfogassero contro la classe politica che li tiene precari ed intanto si arricchisce, forse oggi la casta non avrebbe il coraggio di darsi tanti privilegi. Ma i giovani tifosi, in realtà, non sono politicizzati, se non in minima parte: ecco perché se la prendono con la polizia. Il loro cervello è come quello di un toro: vedono rosso e caricano! Cosa fanno fare gli ormoni!!!

Prima di capire che la polizia, pur sbagliando e a volte clamorosamente, come a Genova, fa solo il suo dovere, avranno la barba bianca e il calo degli ormoni li avrà ridotti ad agnellini.

INTANTO LA CLASSE POLITICA LI AVRA' BEN SPREMUTI DI TASSE E BALZELLI VARI, SI SARA' ARRICCHITA E AVRA' PURE UN VITALIZIO DA PRINCIPI.

FRA LORO SI AIUTANO SEMPRE. RICORDO IL 1994 L'ANNO IN CUI D'ALEMA E BUTTIGLIONE SONO CORSI IN SOCCORSO DEL POVERO BERLUSCONI, CHE, IN BASE AD UNA LEGGE DEL 1957, NON ERA ELEGGIBILE AL PARLAMENTO.

 L'articolo 10 della legge n.361 del 1957, recita: «non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica». 

VEDI IL SITO INFORMATIVO WIKIPEDIA.

http://it.wikipedia.org/wiki/Berlusconi

ALLA VOCE : ATTIVITA' POLITICA.

 
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Senato, si va in pensione a 53 anni

Post n°405 pubblicato il 15 Novembre 2007 da albert.z
 

131.000 euro di reddito medio per i dipendenti

ROMA - I questori del Senato, decisi a tagliare i privilegi, stanno per proporre ai sindacati interni un immenso sacrificio: da gennaio tutti in pensione a 53 anni. Chiederete: è uno scherzo? Per niente: mentre il resto del Paese discute sul limite dei 61 anni (dal 2013) e la Germania ha già alzato l'asticella per arrivare a 67 anni,   i dipendenti di Palazzo Madama possono ancora ritirarsi (in gran parte) quando sono  sulla cinquantina, belli e aitanti.


Andando a prendere fino al 90% dell'ultima busta paga. E facendo marameo (fino a quando non verrà fatta una riforma seria) all'introduzione del sistema contributivo introdotto per tutti gli altri lavoratori italiani da oltre dodici anni. Il tema dell'innalzamento dell'età pensionabile, in realtà, è solo una delle questioni più spinose. E Dio sa se i senatori non preferirebbero evitare ogni possibile scontro, sia pure vellutato, con quel personale che così ossequiosamente li accudisce. La situazione, però, si è fatta insostenibile: la spesa per i dipendenti, compresi quelli a tempo determinato, è salita quest'anno a 158.407.000 euro. Il doppio (esattamente il 101% in più) rispetto al ‘97. Con un aumento reale, tolta l'inflazione, del 66,2%. Ci hanno detto e ripetuto in questi anni che siamo in tempi di vacche magre e che i cittadini tutti devono stringere la cinghia?

Bene: dal 1997 (quando erano 884 contro i 1.053 di oggi: più 169) gli addetti alla camera alta, dal magazziniere al segretario generale, hanno visto mediamente crescere la loro retribuzione netta del 46,58% in termini monetari e del 21,64% in termini reali, senza l'inflazione. Un trattamento deluxe, pari a circa il doppio del parallelo aumento registrato nello stesso decennio dagli stipendi degli altri dipendenti pubblici (più 12,5% reale) e quasi al quadruplo dei ritocchi (più 6,4%) strappati sempre dal 1997 al 2007 dai lavoratori delle industrie private. Neppure lo scandalo intorno ai costi esorbitanti della politica e dei Palazzi, esploso un anno fa dopo una serie di servizi del Corriere, è servito ad arginare l'onda lunga. Ricordate l'irritazione alla scoperta che un dipendente medio guadagnava nel 2006 la bellezza di 118 mila euro? Bene: adesso ne guadagna 131.124. Cioè 13.000 in più. Con un aumento dell'11%. Sei volte e mezzo l'inflazione. Risultato: perfino i dati sparati da L'Espresso a luglio, quelli che fecero strabuzzare gli occhi agli italiani nel leggere che il segretario generale Antonio Malaschini coi suoi 485 mila euro prendeva molto più del doppio del presidente della Repubblica, che uno stenografo arrivava a guadagnarne 254 mila e un barbiere 133 mila (pari a 36 mila più che il Lord Chamberlain della monarchia inglese William Peel) sono oggi vecchi. Da aggiornare in rialzo. E il bello è che, salvo una svolta, continueranno a crescere.

Le regole dicono infatti che se i questori del Senato non spediranno una disdetta ai sindacati dei dipendenti (una decina e piuttosto combattivi) entro il prossimo 31 dicembre, il contratto si intenderà automaticamente rinnovato per altri tre anni. E per capire come sia fatto, quel contratto d'oro zecchino, è sufficiente spiegare un dettaglio: ventidue anni dopo il referendum del 9 giugno 1985 sull'abolizione della scala mobile per tutti gli altri italiani, i lavoratori di Palazzo Madama possono ancora contare su una scala mobile tutta loro. In base alla quale il loro stipendio cresce ogni anno dello 0,75% oltre al recupero dell'inflazione programmata. Questa era stata fissata al 2%? L'aumento è del 2,75%. Con un regalino ulteriore. Nel caso l'aumento del costo della vita sia superiore a quello programmato, questo aumento viene tutto recuperato (inflazione reale al 3%? Aumento del 3,75) ma nel caso sia inferiore, vale la quota programmata: inflazione reale all'1%? Aumento del 2,75. Chiamiamola col suo nome: è un'indecenza. Offensiva nei confronti di tutti i cittadini italiani. A partire da quelli pronti a sottoscrivere la tesi di Franco Marini e Fausto Bertinotti, che dopo la deflagrazione del dossier stipendi spiegarono come il Parlamento dovesse avere un personale di eccellenza. Cittadini disposti a pagare profumatamente i funzionari indispensabili al funzionamento dello Stato. Ma non a riconoscere certi privilegi.

 

Come il diritto degli addetti alla Camera alta ad accumulare cinque giorni di ferie l'anno perché gli siano liquidati alla fine in base all'ultimo stipendio. O il regalino annuale di 2 milioni di euro distribuiti a pioggia come premio. O la progressione delle retribuzioni che, come avrebbe denunciato in una drammatica e segretissima lettera a Marini il questore Gianni Nieddu, possono impennarsi dall'assunzione alla pensione del 368%: tre volte quelle dei professori universitari, che non sono nemmeno gli statali meno pagati. Financo il rimborso dei taxi e dei permessi per entrare nel centro storico di Roma: 50 mila euro. C'è poi da stupirsi se, con regole così, il personale costa oggi uno sproposito? Pesava, dieci anni fa, per il 37,1 per cento sul costo complessivo del Senato. Oggi è salito di oltre sei punti: 43,2 per cento. Per un totale di 236 milioni di euro. Compresi, come si diceva, i soldi che finiscono ai pensionati. I quali sono oggi 656, costeranno nel 2007 ben 77 milioni e mezzo di euro e incassano mediamente 118 mila euro a testa. Quanto la cosa sia esplosiva lo dice il confronto col 1997: in dieci anni la spesa pensionistica di palazzo Madama è cresciuta dell'80,7%. Tolta l'inflazione, del 49,4%. Un'impennata mostruosa. Dovuta anche, come dicevamo, al fatto che i dipendenti assunti dopo il 1998 possono andare in pensione a 53 anni (purché la somma dell'età, dei contributi, minimo 30 anni, e dell'anzianità di servizio, minimo 21 anni, faccia almeno 109) e con l'eventuale ricongiungimento contributivo interamente a carico del Senato. Cioè quattro anni prima di chi ha la salute minata da lavori usuranti quali i minatori, i palombari, gli operai chimici che si calano nelle autoclavi, i fuochisti che lavorano agli altoforni. Cinque in meno di splendidi sex symbol del cinema come Fanny Ardandt o Richard Gere. Eppure in gran parte, se assunti prima del 1998, possono andare in pensione anche prima. Il tutto dodici anni dopo la riforma che porta il nome di Lamberto Dini. Alla faccia di chi si scanna sullo scalone, lo scalino, i quarant'anni di contributi…

Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella

LO SCHIFO CONTINUA!!!!!!

SE CONTINUA COSI', CON I GIOVANI RESI PRECARI PER ANNI, E CHE NON HANNO UN FUTURO, MENTRE CHI E' VICINO AI NOBILI PRINCIPI DELLA REPUBBLICA E' CONCESSO DI TUTTO E DI PIU',  SI RISCHIA UNA RIVOLUZIONE E L'ASSALTO AL PALAZZO.

 
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Un cattivo e falso profeta

Post n°404 pubblicato il 15 Novembre 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

Berlusconi, da antidemocratico come è, non ha riconosciuto mai la vittoria di Prodi e profetizza la sua caduta ogni giorno per creare un clima d'incertezza. Non collabora ad alcun disegno di legge per fare in modo che questo governo non risolva i problemi.
E' un cancro per l'Italia, oltre ad essere un falso e cattivo profeta.

Inoltre si è capito fin troppo perché ha fondato i circoli della libertà: lo scopo è tenere in libertà Dell'Utri.

 
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Pregiudicati in Parlamento, mafiosi in carcere

Post n°403 pubblicato il 14 Novembre 2007 da albert.z
 

Falcone.jpg
Clicca il video

Dal 1992 ci separano 15 anni. La mafia è passata dalla stagione delle bombe a quella della pax sociale. In questo periodo i boss sono finiti in carcere con una certa regolarità. Ogni due/tre anni una cattura del boss dei boss. Nel frattempo i politici inquisiti sono rimasti sempre in libertà.
Paolo Borsellino disse: “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”.
E così fu, ma l’accordo firmato all’inizio degli anni ’90 tra mafia e una parte della politica non deve essere molto favorevole alle famiglie mafiose. A loro il carcere duro, agli altri ville, belle donne, Dom Perignon e passerelle televisive. E quando finiranno le famiglie?
Forse è ora che la mafia riveda il contratto e cambi alcune clausole. Non è tollerabile che il mafioso, dopo aver rischiato la vita e essersi esposto in prima persona, finisca in carcere per anni, mentre il politico la fa sempre franca. Ai politici pregiudicati e prescritti il Parlamento, ai mafiosi, se va bene, l'Ucciardone.
Lirio Abbate e Peter Gomez hanno scritto un libro: “I complici”. Abbate è sotto scorta. Non per essere protetto dalla mafia, ma per sfuggire agli intoccabili. Ha fatto troppi nomi e cognomi di politici, parlamentari, funzionari dello Stato. Quelli che in galera non ci vanno mai.
Riprendo alcune righe dall’introduzione del libro:
“Quando i giornali (pochi) e i cittadini scoprono, con ritardo di anni rispetto agli uomini del Palazzo, i nomi di parlamentari, deputati regionali, ministri, assessori, sindaci che frequentano o hanno frequentato non occasionalmente boss e condannati per fatti di mafia, la reazione dei loro colleghi è zero. O meglio una c’è: si grida al complotto. Il principio di elementare prudenza che porta, nelle democrazie mature, ad escludere ed emarginare chi ha amicizie discutibili in Italia non scatta mai”.

Il libro: "I Complici" di Lirio Abbate e Peter Gomez è edito da Fazi editore.

 
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Basta sfruttare i cittadini

Post n°402 pubblicato il 14 Novembre 2007 da albert.z
 
Tag: furti, mafie

Nel 2006 l’Italia ha ottenuto fondi illeciti dall’Unione europea, l’ha quindi truffata, per 318 milioni e 104 mila euro con 1.221 casi denunciati. Ha migliorato in un solo anno la sua performance di 90 milioni di euro. Siamo primi in Europa. Primi nel calcio. Primi nelle frodi. L’Italia froda nei fondi agricoli. Froda nei fondi strutturali per lo sviluppo delle aree più arretrate. E mi sto riferendo unicamente alle frodi accertate.
Dalla Comunità Europea arrivano ogni anno in Italia miliardi di euro. Che fine fanno? I cittadini italiani non lo sanno. Per avere informazioni possono solo rivolgersi ai giudici. Ma i giudici, quando intervengono, vengono sempre bloccati dal Governo, dai partiti. E allora rimaniamo sempre all’oscuro di tutto.
I finanziamenti della Comunità Europea sono in fin dei conti soldi nostri. L’Italia partecipa con gli altri Paesi a un fondo comune che viene ridistribuito. Soldi che vanno e che tornano indietro. Un po’ come il riciclaggio senza controllo del denaro sporco. Le nostre tasse finanziano i finanziamenti europei del cui utilizzo i cittadini italiani non sanno mai nulla. Se servono, se non servono, che benefici portano, quando si concludono. Il vice presidente della Comunità Frattini e il ministro alle Politiche Comunitarie Bonino sono persone molto riservate. A Prodi non hanno detto che Barroso aveva stanziato 275 milioni di euro per l’integrazione della comunità Rom. L’Italia non ha chiesto nulla, la Spagna ha avuto 52 milioni e la Polonia 8,5 milioni. La Polonia?? I rom sono andati anche in Polonia? Pensavo che fossero tutti in Italia. Per una volta che potevamo usare i fondi per una buona ragione non li abbiamo chiesti. Ed è strano. Perchè a Bruxelles perfino le nostre Regioni hanno aperto uffici comunitari faraonici, pagati da noi, per accedere ai fondi. Hanno più impiegati di tutti gli altri Stati.
I miliardi di euro che entrano in Italia hanno portato a opere inutili, viadotti, rotonde supermercati a tema come il tunnel della Tav in Val di Susa e Mediapolis in Piemonte. Hanno finanziato progetti mai portati a termine, depuratori, energia alternativa. Sono finiti in tasca a quella zona grigia che collega i partiti alle imprese, ai gruppi criminali.
E’ meglio che l’Italia non dia più contributi al fondo comune europeo e, in cambio, non abbia nessun finanziamento. Questi soldi possono essere usati dal nostro Governo in altri modi. Per ridurre il nostro debito pubblico, il più grande di Europa, uno dei più imponenti del mondo. Un debito che rischia di travolgerci. Possono essere usati per ridurre le tasse. Per incentivare le imprese a investire in Italia invece di incoraggiare le imprese italiane a trasferirsi all’estero. O anche per ridurre la povertà che in Italia esiste o aumentare le pensioni da fame dei nostri anziani. Il riciclaggio sporco dei nostri soldi attraverso Bruxelles non ci sta più bene. Serve solo a ingrassare le mafie, a far crescere la criminalità nel nostro Paese.
Qui con me è presente il giudice Luigi De Magistris. A De Magistris è stata tolta senza alcuna ragione un’inchiesta che toccava i vertici della Regione Calabria e del Governo italiano: Mastella, ministro della Giustizia, e Prodi, presidente del Consiglio. L’inchiesta gli è stata avocata senza motivo. I documenti dell’inchiesta sono stati prelevati dalla cassaforte della Procura di Catanzaro senza avvertirlo e inviati a Roma. L’inchiesta si chiama Why Not e riguarda anche l’utilizzo di fondi comunitari. In Calabria sono attesi cinque miliardi di euro di finanziamenti europei, che fine faranno?
La magistratura è stata fermata dalla politica. Una volta, nel 1992, con Falcone e Borsellino si usava il tritolo. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia.
I fondi europei non servono all’Italia. Servono ai partiti e alla criminalità organizzata. Non li vogliamo. Teneteveli, per favore. Fatelo per un’Italia migliore."

Beppe Grillo

 
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Occorre la MORATORIA

Post n°401 pubblicato il 14 Novembre 2007 da albert.z
 

La situazione dell’ordine pubblico legato ai flussi dei cittadini comunitari dall’est sta sfuggendo di mano. E’ un dato di fatto.
Le rapine in villa e gli episodi di violenza anche in locali pubblici, anche in pieno giorno, sono diventati consuetudine. L’ultima vittima è un pensionato milanese morto ieri notte soffocato durante una rapina a opera di tre persone con forte accento dell’est. Repubblica propone oggi un’inchiesta sulla prostituzione minorile maschile a Roma.
Scrive di centinaia di ragazzi dell’est affittati a ore o a settimane. Il tutto alla luce del sole.
Il decreto sulla sicurezza, pur utile, non è sufficiente. E’ superato dagli eventi. Va attuata una moratoria per almeno 2/3 anni nei confronti della Romania e della Bulgaria e lo stesso per i Paesi che entreranno nell’area di Schengen nel 2008.
Gli irregolari vanno rimpatriati. Chi arriva in Italia deve avere un alloggio e un lavoro, non siamo il vespasiano d’Europa.
Infine le pene per chi dà lavoro nero a questi disperati, a chi sfrutta la prostituzione minorile e ai loro clienti vanno inasprite. Non si può più aspettare.
Antonio Di Pietro

 
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Il sindaco di Padova e gli zingari

Post n°400 pubblicato il 13 Novembre 2007 da albert.z
 


Negli ultimi anni 286 alloggi, di edilizia pubblica residenziale, assegnati dal comune di Padova e costruiti con le tasse degli italiani, sono stato assegnati agli stranieri, cioè circa il 50% degli alloggi. Il sindaco di Padova chiede altri soldi allo Stato per le case degli zingari. Se tutti i sindaci daranno case agli zingari, gli italiani quante tasse dovranno pagare? E in base a quale principio di legittimità noi italiani dobbiamo costruire case agli zingari rumeni o di altri paesi?
Trovo veramente pazzesco dare soldi agli zingari, quando i nostri disoccupati, invalidi, anziani non hanno di che vivere e non ce la fanno ad arrivare a metà mese.
Siamo il paese della cuccagna o dei deficienti?

Molti zingari stanno già occupando abusivamente le case popolari degli italiani. Loro sono dentro e i nostri poveri vivono in roulotte? E' giusto?

 
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Il Paradiso dei delinquenti

Post n°399 pubblicato il 07 Novembre 2007 da albert.z
 

La situazione Sicurezza è legata alla pessima Giustizia italiana, alle situazioni economiche precarie  dei paesi di provenienza degli immigrati ed alle leggi comunitarie che sono alquanto utopiche e non tengono conto delle realtà, e dei problemi che possono generare dando la possibilità alle grandi masse di girare, sostare e vivere in qualsiasi paese comunitario. Frattini, come rimasuglio del Governo Berlusconi e la Bonino, ( disse" smettiamola con il mito dell'invasione, anzi c'è una scarsa mobilità ) per il Governo, hanno lasciato che i romeni potessero venire liberamente, mentre gli altri paesi europei, come Inghilterra, Francia e Germania, hanno applicato una moratoria per impedire l'ondata di arrivi.

La Giustizia italiana è disastrosa per il fatto che la classe politica italiana, volendo tenere fuori dalle patrie galere i colletti bianchi che delinquono ( amministratori, politici, imprenditori), sia per avere i loro finanziamenti e i loro voti, sia perché spesso sono i loro amici e parenti, fa del buonismo anche con i reati dei poveri ( furti, rapine, scippi e violenza alle donne) e dato che siamo proprio buoni e democratici, invece di pensare a risarcire in qualche modo il povero Abele, almeno con una giusta condanna del suo assassino, va in soccorso di Caino. Caino, che in fatto di furbizia ne ha da vendere, ne approfitta e commette tutti i reati che vuole, tanto tra prescrizione, cavilli vari, indulti, pena domiciliare, psicologi che giurano che Caino è diventato più buono di Abele,

( come fanno a stabilirlo? La psicologia è una scienza esatta? NO DI CERTO), in galera ci sta pochi giorni.

Certi sindaci si mettono d’impegno per fare in modo che arrivino più zingari che è possibile, dando loro, campi attrezzati, servizi, assistenti sociali, un pasto caldo. Così il tamtam che in Italia si sta bene fa arrivare dalla Romania, ma anche dalla Francia e da altri paesi, un numero sempre più alto di girovaghi, per cercare di afferrare qualche aiuto umanitario. Quando non riescono ad avere niente, perché i fondi sono finiti, allora, non sapendo e non volendo lavorare,vivono di scippi, furti e rapine. Tutto ciò rende l’Italia invivibile. Se qualcuno protesta allora viene tacciato di razzismo. Se dei giovinastri, esasperati dalla situazione degradata in cui vivono picchiano degli stranieri, vengano tacciati di fomentare l’odio tra i popoli. La colpa vera dell’odio è solo dei politici, specie italiani, che non hanno governato con lungimiranza e fermezza il fenomeno immigrazione. Questi politici ci costano 155.000 euro all’anno e producono solo leggi che permettono invasioni di povera gente, in cerca di lavoro e l’arrivo di criminali da tutta Europa per commettere furti, rapine, stupri e restare pressoché impuniti. Questa classe politica è una palla al piede del Paese, che oltre a non saper governare l’immigrazione, non sa dare giustizia, non sa far pagare le tasse a tutti e in Tv si presentano come i salvatori della patria. Sia Veltroni che regala case, assistenza gratuita, senza un vero impegno degli zingari a integrarsi, andando a lavorare, sia Casini che faceva parte della vecchia maggioranza, che aveva ridotto i tempi di prescrizioni di vari reati, sono responsabili del degrado dell’Italia. In più la sinistra, per difendere i poveri immigrati clandestini vuole chiudere i Centri di permanenza temporanea (CPT) andando contro il bisogno di sicurezza della gente. Questo maggioritario non permette di risolvere nemmeno un  problema fondamentale come la sicurezza e spinge i cittadini all’esasperazione e a cercare di difendersi da soli. Occorre cambiare sistema elettorale, politici e struttura dello Stato, altrimenti resteremo il paradiso dei delinquenti. Per risolvere il problema Sicurezza occorre, oltre a una legge che espella i crminali srtranieri, mandi via chi dopo tre mesi di permanenza non ha lavoro, occorre un inasprimento delle pene, processi rapidi e certezza della pena, eliminando vari benefici come poter scontare la pena fuori dal carcere. La Bonino dovrebbe dare le dimissioni per il suo clamoroso errore: avrà un pò di dignità per farlo? Non credo, è attaccata alla poltrona in maniera vergognosa come i suoi colleghi. Povera Italia. In che mani siamo! E' necessario un rimpasto e mandare a casa i ministri che hanno sbagliato, compreso il signor Frattini che sta a Bruxelles a rappresentare chi?

 

 

 

 
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