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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Dicembre 2008

Diventa cittadino consapevole

Post n°793 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da albert.z
 

Aderite al Movimento di Aggregazione Popolare
Entrate nei Comitati della vostra zona.

Se vogliamo veramente cercare di cambiare, bisogna lottare, alzare la testa unirci: noi…la gente…il popolo…solo cosi potremmo avere una speranza di riuscita…uniti possiamo fare qualcosa….basta stare lì a veder cosa succede, aspettare, giudicare….bisogna partecipare!

DIVENTA CITTADINO CONSAPEVOLE DEI TUOI DIRITTI.

NON FARTI SOGGIOGARE DAI POLITICI.

NON LASCIARE AGLI LATRI LA TUA LIBERTA', NON LASCIARE DECIDERE AGLI ALTRI QUANTE TASSE DEVI PAGARE, GLI STIPENDI DEI POLITICI, DEI MANAGER....

CHIEDI UNA LEGGE CHE IMPEDISCA CHE IL MANAGER ABBIA UNO STIPENDIO SUPERIORE A 13 VOLTE QUELLO MEDIO DEGLI OPERAI E DEGLI IMPIEGATI.

LOTTA PER RITORNARE POPOLO SOVRANO.

Bisogna cambiare la legge elettorale: devi essere tu a scegliere LA PERSONA che ti  rappresenta in PARLAMENTO. ORA SONO I SEGRETARI DEI PARTITI AD IMPORTI UN LORO UOMO DI FIDUCIA, CHE LAVORA PER LORO E NON PER I CITTADINI.

SVEGLIAMOCI

  DIVENTIAMO I DIFENSORI DELLA NOSTRA LIBERTA' E DELLA DEMOCRAZIA DELL'UGUAGLIANZA E DEL RISPETTO DEL NOSTRO LAVORO.

 
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NO AL BLOCCO DELLE INTERCETTAZIONI

Post n°792 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da albert.z
 

Oggetto: NO AL BLOCCO DELLE INTERCETTAZIONI

Ill.mo onorevole,

se Berlusconi fa approvare il divieto di intercettazioni, per reati con pene inferiori a 15 anni, cioè anche i reati contro lo Stato, noi cittadini che paghiamo le tasse, dobbiamo scendere in piazza, perché le tangenti raddoppierebbero, con conseguente aumento dei costi delle opere pubbliche ed aumento delle tasse.

Inoltre, mentre i cittadini onesti sarebbero oberati di tasse, gli evasori sarebbero facilitati ad evadere. Chi vota una legge che impedisce la lotta alle corruzioni e all'evasione fiscale, rende vano il federalismo e mette l'Italia sulla via della catastrofe e della guerra civile.

Distinti saluti

 

.....................................................................................

COPIATE E SCRIVETE AI PARLAMENTARI, SINDACALISTI, GIORNALISTI....

 
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Post N° 791

Post n°791 pubblicato il 30 Dicembre 2008 da albert.z
 

Le retribuzioni principesche dei manager delle grandi corporation fino a un anno fa destavano ammirazione ma dopo la catena di fallimenti e maxi-perdite, e la nazionalizzazione di santuari e simboli del capitalismo, i compensi multimilionari dei manager provocano profonda irritazione. Non solo nell'opinione pubblica. La Germania ha fissato un tetto di 500 mila euro l'anno per gli amministratori delegati delle banche che ricorreranno agli aiuti pubblici. Negli ultimi 20 anni c'e' stata una vera e propria escalation per gli stipendi dei top manager negli Stati Uniti, ma negli ultimi anni anche in Europa le retribuzioni dei vertici aziendali hanno evidenziato una decisa accelerazione. Lionel Tiger, della Rutger University, ha scritto su Forbes che oltre all'impennata degli stipendi gli executive americani godono di privilegi che non hanno riscontro. I top manager della Toyota negli Stati Uniti mangiano alla mensa aziendale insieme a quadri, impiegati e operai mentre alla Ford ancora oggi esistono 5 livelli di ''executive dining room''. Alla GM gli executive godono di benefits come ingressi nei country club, complessi piani fiscali per differimento delle imposte. Eppure GM e Ford negli ultimi 4 anni hanno collezionato perdite nette per oltre 90 miliardi di dollari.

Il premio nobel per l'economia Paul Krugman da anni dedica particolare attenzione alla crescente disuguaglianza nelle retribuzioni tra top manager e normali lavoratori. Nel 1969 la GM era la piu' grande impresa americana e l'a.d. Charles Johnson aveva uno stipendio di 795 mila dollari l'anno, pari a 4,3 milioni di oggi, che suscitava parecchie critiche. Ma nel 2008 il compenso di Johnson sarebbe solo al 324* della classifica di Forbes sulle retribuzioni dei top manager americani. Ma sempre nel 1969 anche gli operai della GM non avevano problemi ad arrivare alla fine del mese grazie a 9 mila dollari l'anno, pari a oltre 40 mila dollari oggi.

Oggi la piu' grande impresa americana e' la Wal-Mart dove gli 800 mila dipendenti guadagnano in media 18 mila dollari l'anno mentre il ceo Lee Scott porta a casa quasi 30 milioni senza suscitare particolari critiche. Secondo uno studio della Federal Reserve negli anni '70 i ceo delle principali 100 imprese americane guadagnavano in media 1,2 milioni di dollari l'anno a valori correnti, ''appena'' 40 volte superiore al salario di un dipendente medio. All'inizio del terzo millennio la remunerazione dei top manager e' in media superiore ai 9 milioni di dollari, pari a 367 volte il salario del lavoratore medio. Il balzo delle retribuzioni ha riguardato anche i dirigenti di alto livello che negli '70 erano 31 volte superiori al salario medio dei dipendenti, mentre nel 2002 sono saliti a 169 volte. Anche i top manager europei negli ultimi anni hanno conosciuto una notevole crescita delle retribuzioni, anche se restano lontane da quelle sull'altra sponda dell'Atlantico. In Italia hanno fatto discutere lo stipendio di Alessandro Profumo da 9 milioni nel 2007 o la liquidazione da quasi 50 milioni di Metteo Arpe. Cifre elevate ma che scompaiono davanti ai compensi negli Stati Uniti. Se Dick Fuld di Lehman e' stato messo sulla graticola per i 354 milioni di dollari in 4 anni, Angelo Mozilo solo nel 2007 ha guadagnato 103 milioni come ceo della Countrywide, poi travolta dalla crisi dei subprime, ma Mozilo puo' consolarsi con 391 milioni in 4 anni. Sempre nel 2007 Lloyd Blankfein di Goldman Sachs ha arricchito il proprio conto corrente con 74 milioni di dollari mentre, restando nel campo della finanza, Richard Fairbank di Capital One Financial ha guadagnato 73 milioni.

Un aspetto misterioso dei mega stipendi dei manager sono i criteri di valutazione. Nel 2001 Fortune scriveva:''L'idea che le buste paga siano vincolate alle performance delle imprese e' da anni una barzelletta di cattivo gusto''  .

Sindacati svegliatevi!

Chiedete una legge che impedisca stipendi dei manager superiori di 13 volte a quelli medi degli operai ed impiegati della propria azienda.

 
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Intercettazioni: utili e necessarie

Post n°790 pubblicato il 30 Dicembre 2008 da albert.z
 

interce_24.jpg

Silvio Berlusconi ha dichiarato che se un giorno venisse fuori una sua telefonata "di un certo tipo" scapperebbe dal Paese.

Ho visto molte mie intercettazioni e dei miei familiari divulgate su tutti i giornali, anche senza avere alcuna rilevanza penale. Io non mi lamento del fatto che cio' che ho detto io o hanno detto i miei figli al telefono sia pubblicato, almeno i cittadini sanno cosa ci siamo detti, sanno che non ci siamo detti alcun fatto costituente reato ed io ho la possibilita' di spiegarlo. Quale miglior democrazia di questa?

Silvio Berlusconi ha già detto cosa vuole fare sulle intercettazioni: vuole impedirle per i reati contro la Pubblica Amministrazione. Le intercettazioni stanno all'attività giudiziaria come il bisturi alla sala operatoria: Sono strumenti utili e necessari.


Riporto il video della mia intervista, rilasciata lo scorso 24 novembre a SkyTG24, in tema di intercettazioni.

SkyTG24: Parliamo di intercettazioni. Il Pdl parla di gogna mediatica e pensa a limitarne l'utilizzo. Lei, che in qualche modo è stato chiamato in causa, è invece ancora di parere opposto?
Antonio Di Pietro: Assolutamente si. Le intercettazioni stanno all'attività giudiziaria come il bisturi sta all'attività di una sala operatoria di un chirurgo. Sono strumenti utili e necessari. Si tratta, evidentemente, di comprendere che non bisogna commettere i reati, e non “non bisogna scoprirli”. Si tratta di comprendere che specie in alcuni reati, come quelli contro la pubblica amministrazione, le intercettazioni sono ancora più necessarie.
Se fossimo di fronte ad un reato di omicidio avremmo il morto, la pistola, la refurtiva. Ma, in un appalto pubblico abbiamo un contratto scritto e registrato dal notaio, e di certo non ci scrivono la “clausola finale: mi devi dare mille euro altrimenti non te lo firmo questo documento”. Quello che non c'è scritto lo bisogna scoprire, ma come si fa se non ascoltando quello che si dicono in “sacrestia” prima di andare sull'altare a firmare? Ecco perché le intercettazioni sono necessarie.

SkyTG24: Quindi lei è contrario alla limitazione.
Antonio Di Pietro: Si, sono contrario. Non solo alla limitazione, a dir la verità. Non è che si può intercettare tutto e tutti. Si intercetta solo per alcuni reati e la dove i magistrati lo autorizzano nel rispetto della legge. Non sono intercettazioni illegali. Altra cosa sono quelle illegali, che fanno gli spioni e certi personaggi che mettono la microspia per ricattare la moglie, o che vanno a ricercare segreti industriali. Queste sono altre storie. Stiamo parlando di intercettazioni dell'autorità giudiziaria, che vengono messe quando, su disposizione dell'autorità giudiziaria, si sospetta che ci sia un reato in corso di cui si può scoprire. Sono convinto che vadano fatte. Ecco perché ripeto che limitare le intercettazioni è una furbata a cui vuole ricorrere chi non vuole che i reati vengano scoperti.
Sono d'accordo sul fatto che una volta che le intercettazioni sono utili all'indagine e dichiarate tali, una volta che sono state utilizzate correttamente per la motivazione dei provvedimenti che si prendono, è bene che i cittadini lo sappiano. Sono convinto che vengano pubblicate.
Sulle intercettazioni che riguardano mio figlio potrei chiedere perché le hanno pubblicate, se non costituiscono reato. Ma è bene che l'opinione pubblica sappia, con riferimento a qualsiasi personaggio pubblico, qual'è il suo comportamento: sia dove lo fa molto bene, sia dove lo fa senza alcuna rilevanza penale e con assoluta inopportunità, come nel caso di mio figlio, sia quando lo fa nel modo corretto e coerente. Quante volte mi hanno intercettato quando facevo, scusate il termine, dei “cazziatoni” a chi non faceva il suo dovere.

SkyTG24: Proprio su questa vicenda, ha insaccato la solidarietà di Umberto Bossi, che da padre ha detto “speriamo che non sia vero, sarebbe una delusione forte per un padre da parte di un figlio”. Cosa risponde?
Antonio Di Pietro: Ha ragione Bossi. Una riflessione da padre, e da padre a padre gli dico: è cosi, ma come ogni buon padre è nostro dovere aiutare i figli a crescere, e dove sbagliano tirar le orecchie.

Se tentano di impedire le intercettazioni ai politici, bisogna scendere in piazza.

 
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LE RELIGIONI DIVIDONO

Post n°789 pubblicato il 30 Dicembre 2008 da albert.z
 

CULTURE DIVERSE, RAZZE DIVERSE E RELIGIONI DIVERSE,  SONO UN MIX DIFFICILE DA FAR ANDARE DACCORDO. GLI STATI MULTIRELIGIOSI DIFFICILMENTE VIVONO UNA VITA POLITICA SERENA. LA NIGERIA, IL SUDAN, E TANTI ALTRI VIVONO IN UNA CONTUNA LOTTA TRA I DIVERSI GRUPPI.

SE POI, DUE STATI CONFINANTI HANNO DELLE QUESTIONI INSOLUTE ALLORA LA DIVERSITA' DI RELIGIONE E' UNA MINA VAGANTE. INDIA E PAKISTAN, ISRAELE E PALESTINA SONO SEMPRE IN STATO D'ALLERTA , SE NON IN GUERRA. POVERA' UMANITA' VITTIMA DELLA STUPIDITA'.

OCCORRE UNA EDUCAZIONE ALLA TOLLERANZA, INVECE C'E' L'EDUCAZIONE ALL'ODIO.

PACE A TUTTI.

AL

 
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La paga dei padroni

Post n°788 pubblicato il 24 Dicembre 2008 da albert.z
 

La_paga_dei_padroni.jpg

Milioni di euro di stipendi senza risultati. Fai fallire un'azienda, o quasi. Come l'Alitalia, le Ferrovie dello Stato, la Telecom Italia e, in cambio, ottieni bonus a volontà, stock options, compensi da mille e una notte. Chi pensate abbia pagato gli stipendi faraonici di Cimoli, Buora, Catania, Tronchetti, Romiti, Ruggiero? E' facile rispondere. I piccoli azionisti, i 12.000 licenziati dell'Alitalia, i 9.000 esuberi (per ora) della Telecom, i contribuenti, i cassintegrati. Questi manager sono le nuove zecche dell'economia, si nutrono del sangue delle società. E non falliscono mai insieme all'azienda. Vengono riciclati dal sistema in altre aziende. E' la Cupola dell'Economia. Se esegui gli ordini, non denunci, allora sarai premiato. Un circolo chiuso che non parla, non sente, non vede. E non fa mai nomi.
Il padre di famiglia disoccupato torna a casa, guarda i suoi figli senza un futuro e dopo ascolta in televisione chi ha fatto fallire la sua azienda. Adulato, vezzeggiato, che sprizza milioni di euro dagli occhi. Gli zoccoli dei bisonti sono pesanti. Meglio non trovarsi sulla loro strada in primavera.

Testo intervista agli autori de: "La paga dei padroni".
"La crisi economica durerà almeno due anni dicono gli istituti più autorevoli, eppure tra i grandi manager italiani, uno solo, Alessandro Profumo, il più pagato del 2007, ha detto, quasi fosse una concessione, che nel 2008 non avrà il bonus. Forse una rinuncia dice. Un bonus che è stato di sei milioni di euro nel 2007, ma oltre a questo, la sua paga base è di oltre tre milioni di euro, perciò anche senza bonus, Alessandro Profumo, lo vedremo quando sarà pubblicato il bilancio, avrebbe comunque uno stipendio molto ricco, pari quasi alla media dei primi cento manager italiani che nel 2007 hanno guadagnato quattro milioni lordi a testa ciascuno. E' l'unico ad aver detto di non averne diritto per i pessimi risultati della banca nel 2007. Tutti gli altri sono rimasti in silenzio: da Corrado Passera ad di Intesa SanPaolo, che è un po' il grande concorrente di Profumo dell'Unicredit, ai vertici delle altre grandi banche e delle grandi società industriali, ad esempio la Pirelli, precipitata in borsa, il cui ad Negri è il più pagato con circa sei milioni all'anno. Quindi i picoli azionisti, il pubblico e i clienti di queste grandi società quotate in borsa che amministrano anche il risparmio privato, ma è il risparmio del parco buoi, ossia di coloro che non hanno voce, resta in attesa che anche i grandi capi si adeguino a quelli che sono risultati molto modesti.
Le loro retribuzioni, come abbiamo cercato di spiegare nel nostro libro "La paga dei padroni" edito da Chiarelettere, erano stellari ma non erano agganciate ai risultati, o meglio, non era indicato nei bilanci a quali risultati fossero correlate queste retribuzioni. Quello che noi abbiamo notato osservando la situazione degli ultimi anni è quella che lo stipendio del capo aumentava sempre, indipendentemente dai risultati, e infatti due studiosi americani, pochi anni fa, nel cuore del capitalismo mondial e, hanno scritto un libro che si chiama "Stipendio senza risultati". Quest'esempio vale anche da noi. La politica interviene certamente nelle società pubbliche controllate dallo Stato. Abbiamo visto il caso dell'Alitalia che pur essendo fallita, sta passando ad una cordata di imprenditori privati lasciando il buco del debito sulle spalle dei contribuenti e sugli azionisti che per metà sono privati. Eppure nel 2004, quando il governo era Berlusconi e ministro dell'economia era Tremonti chiamò come se fosse il miglior amministratore del mondo, disse Berlusconi, Giancarlo Cimoli delle Ferrovie dello Stato, gli fu garantito uno stipendio che è stato il più alto fra le compagnie aeree europee, 2,8 milioni lordi nel 2005, più del doppio della Lufthansa, più del triplo dell'Air France, ma l'Alitalia era ed è ancora la compagnia con le perdite più alte del mondo, non soltanto dell'Europa. Il resto delle società e del capitalismo italiano è amministrato da imprenditori privati con pochi capitali, ma che pretendono di avere i propri figli, o di essere sé stessi a guidarle con lauto stipendio, in questo caso la politica direi che è assente. Non c'entra sono decisioni di un sistema chiuso di relazioni, in cui con pochi capitali imprenditori, capitalisti e banchieri si danno un lauto stipendio anche quando gli utili che dovrebbero essere il sistema classico e più corretto di remunerazione del capitale, scarseggiano o sono troppo sottili.
Il problema per quanto interessa a noi, non è tanto misurare gli importi di queste retribuzioni, il nostro problema è, per esempio: Cesare Romiti ha avuto una liquidazione di 100 milioni di euro quando ha lasciato la Fiat dopo 25 anni di servizio. Cioè una liquidazione di quattro milioni di euro per ogni anno di lavoro. La domanda è: perché la Fiat ha dato tutti questi soldi di liquidazi one a Cesare Romiti? Ed ecco che andando a cercare la risposta a questa domanda, si trovano i difetti e le malattie del capitalismo italiano, ciò che oggi i lavoratori e i piccoli azionisti pagano con gli effetti pesantissimi della crisi economica. Quello che noi ci chiediamo, e che dovremmo vedere nel 2009, non è solo se riduranno i loro stipendi adeguandoli alla crisi, ma è vedere se manager e imprenditori, che al loro fianco conducono le aziende italiane, modificheranno il loro comportamento e il loro stile di gestione. Ossia se si occuperanno veramente di contrastare gli effetti della crisi e di fare andare meglio le aziende, oppure se contnueranno a comportarsi nell'analisi del nostro libro emerge in modo lampante, cioè questo modo tipico di occuparsi principalmente degli interessi personali in termini di retribuzioni, ma anche di altre utilità, anziché occuparsi di far andare bene le aziende. Gli importi di cui parliamo sono enormi per il singolo manager che li incassa, ma se spalmati su tutti i dipendenti di un'azienda sono cifre irrilevanti, quindi il problema non è che se i manager guadagnassero meno, le aziende andrebbero meglio, ma è esattamente l'opposto. Se le aziende fossero gestite meglio i manager guadagnerebbero meno. Lo stipendio dei manager non è la causa del cattivo andamento delle aziende, ma è uno degli effetti. E' il sintomo di una cattiva gestione delle aziende. All'estero sta succedendo una cosa più lineare, i manager che hanno gestito male le aziende e le banche vanno a casa. Lo leggiamo tutti i giorni sui giornali. In Italia non sta andando a casa nessuno, anzi sui giornali leggiamo le dichiarazioni di grandi manager e grandi banchieri che dicono che la crisi non accade a causa loro ma la crisi piove dal cielo.
Vediamo all'estero che in questi mesi, da quando si è abbattuta la crisi finanziaria mondiale, non solo molti capitani d'industri a perdono il posto e vanno a casa, ma alcuni hanno dovuto accettare un taglio di stipendio, dei cosiddetti bonus e dei famigerati premi di risultato, ma in alcuni Paesi, come ad esempio il governo della Germania, ha stabilito che i manager se ricevono aiuti pubblici per evitare che l'azienda fallisca, ma anche per evitare di perdere il posto, non potranno guadagnare più di 500 mila euro lordi l'anno. Questo potrebbe anche essere un errore, noi non pensiamo siano giusti i tetti imposti per legge, ma certamente una maggiore moderazione e un maggiore legame ai risultati è opportuno. Negli Usa dove le tre grandi case automobilistiche di Detroit rischiano di non sopravvivere se non riceveranno miliardi di dollari di aiuti, i top manager hanno ormai ridotto la paga base a un dollaro, almeno così annunciano, e il resto del premio sarà pagato se ci saranno i risultati. L'Italia in questo non è pervenuta, nel senso che nessuno ha ancora fatto annunci di questo tipo, tranne Profumo, che come abbiamo detto, è stato costretto dalle difficoltà della banca e dal rischio di andare a casa."

Gianni Dragoni e Giorgio Meletti

 Svegliatevi in tempo o faremo la fine dell'Argentina!

 
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Buon natale a tutti

Post n°787 pubblicato il 24 Dicembre 2008 da albert.z
 
Tag: Auguri
Foto di albert.z

BUON  NATALE A TUTTI

SALUTE, FELICITA' E

IMPEGNO CIVILE PER COSTRUIRE UNO STATO VERAMENTE DEMOCRATICO

 
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 BLOCCO DELLE INTERCETTAZIONI: UN DANNO PER GLI ONESTI

Post n°786 pubblicato il 19 Dicembre 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

COPIATE IL POST ED INVIATELO A TUTTI: POLITICI, SINDACALISTI, GIORNALI, BLOGGERS....

..........................................................................................................................

Oggetto: NO AL BLOCCO DELLE INTERCETTAZIONI

Ill.mo onorevole,

se Berlusconi fa approvare il divieto di intercettazioni, per reati con pene inferiori a 15 anni, cioè anche i reati contro lo Stato, noi cittadini che paghiamo le tasse, dobbiamo scendere in piazza, perché le tangenti raddoppierebbero, con conseguente aumento dei costi delle opere pubbliche ed aumento delle tasse.

Inoltre, mentre i cittadini onesti sarebbero oberati di tasse, gli evasori sarebbero facilitati ad evadere. Chi vota una legge che impedisce la lotta alle corruzioni e all'evasione fiscale, rende vano il federalismo e mette l'Italia sulla via della catastrofe e della guerra civile.

Distinti saluti

.....................................................................................

Mentre la magistratura scopre scandali e corruzione, in Toscana piuttosto che in Liguria, in Basilicata piuttosto che in Campania, o in Abruzzo, cosa pensa di fare la politica in questo momento? La riforma della Giustizia, per mettere sotto i tacchi del potere esecutivo innanzitutto, e delle forze politiche, l'intero sistema giudiziario.

I sindacati dovrebbero reagire con uno SCIOPERO GENERALE.

SCIOPERO GENERALE E BLOCCO DI QUALSIASI ATTIVITA' ESCLUSA LA SANITA'. SE NON LO FANNO O SONO COLLUSI O SONO DEGLI INCOSCIENTI O PEGGIO.

NOI BLOGGERS DOBBIAMO MOBILITARCI PER IMPEDIRE UNA LEGGE CHE VA A FAVORE DELLA CASTA, DEGLI INDUSTRIALI DISONESTI, DEGLI EVASORI FISCALI.


Scrivete ai parlamentari della Lega, spiegando che il federalismo sarà inutile e faremo la fine dell'Argentina. Non si salverà nessuno, nemmeno la Lombardia. Sarà un disastro totale.

Per i deputati: http://www.camera.it/deputatism/245/documentoxml.asp

Per i senatori: http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/Sena.html

 
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QUANDO UN POLITICO DEVE DIMETTERSI?

Post n°785 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

Non ritengo giusto che la Jervolino si dimetta, solo per il fatto che due assessori della giunta sono indagati.

 Se la Jervolino non è indagata perché deve dimettersi, fare cadere la giunta ed andare alle elezioni per far vincere i berluscones.

Sembra che Prodi non sia più indagato e per lui si sia chiarito che non è processabile, in quanto estraneo.

Penso che fino al momento del processo non si debba chiedere le dimissioni a nessuno.

Si deve dimettere chi fa parte del governo o della giunta, cioè ha compiti esecutivi.

Riguardo ai parlamentari ed ai consiglieri, bisogna aspettare la fine del primo processo. Se è dichiarato colpevole deve dimettersi e fare appello da semplice cittadino.

Occorrono indagini veloci e processi rapidi, per evitare che gli innocenti siano colpiti a vantaggio degli avversari politici.

 
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Telecom e il generale Custer

Post n°784 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da albert.z
 

video_napoletone_spagnolo.jpg
Attivate i sottotitoli in portoghese, italiano o spagnolo.

Franco Bernabè è alla guida di Telecom da circa un anno. Un periodo in cui il titolo è crollato sotto l'euro. Bernabè ha annunciato 9.000 licenziamenti. I sindacati hanno tirato un sospiro di sollievo. Pensavano ad almeno 20.000 uscite. Tra i licenziati non c'è Napoletone Luciani che dovrebbe diventare futuro presidente di Tim Brasil, in sostituzione di Araujo. Napoletone sta già preparando il discorso per i dirigenti brasiliani, non parlerà di Alessandro Magno, ma del generale Custer.
Nell'anno di Bernabè l'Italia telematica ha ottenuto un primato mondiale insuperabile. Per la prima volta nella storia di Internet il numero di famiglie di un Paese che accede alla Rete è diminuito. E' come andare contro le leggi della termodinamica. In Europa ci superano tutti tranne Grecia, Romania e Bulgaria (tutte in crescita), ma non disperiamo, riusciremo a peggiorare. I comuni italiani senza ADSL sono migliaia, di solito non vengono serviti da Telecom perchè poco remunerativi. La diffusione del WiMax è al palo. Telecom aumenta il canone invece di abolirlo e il governo non fa una piega. Bernabè e gli attuali azionisti non hanno però chiesto indietro i soldi a Tronchetti, Buora, Ruggiero e sodali che hanno spolpato l'azienda. Bernabè e gli attuali azionisti non hanno citato la precedente gestione per le intercettazioni Telecom del fedele Tavaroli. I conti li pagano, come sempre, i clienti (canone), i piccoli azionisti (titolo), i dipendenti (licenziamenti).
Alla prossima assemblea Telecom ci sarò. Bernabè non faccia come il tronchetto dell'infelicità che si diede malato per non rispondermi. Si presenti. Se vuole gli farò avere le domande qualche giorno prima per prepararsi. Il mancato sviluppo del Paese è legato alla deriva delle telecomunicazioni. Non ci può essere un mercato con un'azienda che gestisce, allo stesso tempo, i servizi e l'accesso ai servizi per i concorrenti. E' una situazione drogata, monopolistica. Servizi e dorsale vanno separati.
Bernabè sa bene chi ha distrutto il valore della Telecom. Conosce i nomi dei responsabili, dei politici e degli imprenditori con le pezze al culo. Non completi la loro opera. Li denunci

 
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SIAMO VIVI

Post n°783 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da albert.z
 

ADERISCI AL PROGETTO

SIAMOVIVI


 
SIAMOVIVI

1-Il progetto SIAMOVIVI,  in realtà è solo un progetto di aggregazione sta andando avanti ed anche molto bene, questo grazie anche al tuo contributo, daltronde il concetto è semplice, un piccolo contributo in termini di tempo ed un piccolo spazio nel proprio profilo e/o blog, non si chiede molto: del tempo che si usa stando in comunity dedicarne un po’ al NOSTRO progetto.

2-Questo successo sta determinando sia entusiasmo, qualche volta un po’ fuori le righe, e soprattutto invidia da parte di qualcuno, anche se non ne capisco il motivo.

3-Sta iniziando a dare fastidio a molti, e questo comporta una reazione contro questo progetto fatta di menzogne ed opera di disinformazione nei NOSTRI confronti, definendoci sovversivi estremisti ed inneggianti alla lotta armata, questa propaganda negativa è mirata allo sgretolamento ed alla distruzione dello stesso progetto.

Pertanto si chiarisce una volta per tutte che solo ed esclusivamente il NOSTRO blog è il portavoce ufficiale, tutto il resto sono iniziative personali dove noi non ci entriamo nel modo più assoluto.

 

Non inneggiamo a nessuna violenza, bensì vogliamo solo reagire alla violenza psicologica economica e sociale perpetuata da sempre nei confronti della gente come noi, fuori dai bassi e meschini giochi di potere.

Noi non siamo contro nessuno, noi siamo dalla parte della gente che non riesce ad arrivare a fine mese, anzi in alcuni casi non riesce nemmeno ad iniziarlo il mese, siamo dalla parte degli emarginati, degli esclusi, degli sfruttati dalla parte degli anziani, dalla parte di chi subisce violenze di ogni tipo quotidianamente, dei malati, dei dimenticati, dei precari, dei disabili, dei disoccupati.

 

Ci hanno impoveriti economicamente ed ora ci fanno l’elemosina, noi non vogliamo 1.33 euro al giorno da parte di chi ne guadagna grazie al nostro voto decine di migliaia al mese, non vogliamo l’elemosina da nessuno, ributtiamogliela in faccia la loro elemosina, non ne abbiamo bisogno NOI SIAMO VIVI!!!
Il vero dramma che tanta gente sta così male, che anche quella miseria fa loro comodo!!!!

Noi, uniti, conquisteremo ciò che è nostro, che è un nostro diritto e che ci hanno tolto con la menzogna spacciandosi per nostri rappresentanti di destra e di sinistra. Ma ci stiamo svegliando dall’intorpedimento mentale in cui abbiamo vegetato per anni, ci stiamo riprendendo la nostra VITA, ci stiamo riappropriando della libertà del nostro pensiero.

SIAMO VIVI - ADESIONE

ADERISCO AL PROGETTO SIAMO VIVI FACENDO AFFIDAMENTO CHE:

1) NON USA VIOLENZA , MA ALTRE FORME DI LOTTA, COME I REFERENDUM , LE PROPOSTE DI LEGGE, SENSIBILIZZANDO I CITTADINI SUI PRINCIPI DI DEMOCRAZIA, GIUSTIZIA, UGUAGLIANZA,LIBERTA' IN VARIO MODO.

2) NON PROPONE IDEOLOGIE FALLITE MA PRAGMATISMO PER ARRIVARE AI SEGUENTI OBIETTIVI:

A) LOTTA AI PRIVILEGI DI CASTA DEI POLITICI,

B) LOTTA ALLE FORTI DISUGUAGLIANZE TRA OPERAI E DIRIGENTI.

C) PER PROPORRE REGOLE DI VERA DEMOCRAZIA.

 
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Umberto Garibaldi, l'antifederalista

Post n°782 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da albert.z
 

umberto_garibaldi.jpg

Bossi è l'erede di Giuseppe Garibaldi. Il suo vero sogno è uno stato nazionale, centralista, magari un po' fascista. Quando racconta la storia dei Comuni pensa in realtà a Giulio Cesare e alle glorie dell'Impero Romano. Va a Pontida negli incontri pubblici, ma in privato visita i Fori Imperiali e si reca in gita a Predappio.
La Lega è un partito federale, ma solo in periodo elettorale. Passata la festa, gabbato il valligiano bergamasco. Bossi è più furbo di Andreotti, più calcolatore di Gelli, più panzanaro dello psiconano. Un grande Padre della Patria. Si merita una statua equestre in piazza Venezia. Ha fatto più la Lega per l'affermazione di Roma Caput Mundi e dell'unità nazionale che ogni altro partito apparso in Italia, a parte il fascismo. Il Duce diceva cosa voleva fare e spesso non ci riusciva, il Senatùr dice il contrario di quello che farà e ci riesce sempre. Una mente superiore.
Da quando la Lega è al Governo, in meno di un anno, ha ottenuto risultati strepitosi per il federcentralismo:
- ha eliminato l'Ici, unica vera tassa federale, per i Comuni
- ha privatizzato l'acqua, che passa in gestione dai Comuni alle concessionarie e alle multinazionali
- ha tolto alle Regioni il potere di decidere in materia di politica ambientale
- ha permesso la creazione di una nuova base militare statunitense a Vicenza ("Padroni a casa nostra") con la proibizione di un referendum indetto dal Comune
- non ha eliminato i Prefetti, ma ha militarizzato le città con l'esercito
- ha tolto alle Università del Nord, ad esempio 40 milioni di euro al Politecnico di Milano, per dare 150 milioni al Comune di Catania e 500 milioni al Comune di Roma, per evitare il fallimento
- ha ignorato la presenza di 90 testate atomiche statunitensi a Ghedi Torre nel Bresciano e a Aviano in Friuli
- ha aumentato i costi della politica
- ha lasciato che 8/9 miliardi di euro di fondi europei OGNI ANNO (soldi interamente versati con le nostre tasse) vadano a Calabria, Campania e Sicilia senza nessun controllo. E chi vuole controllare che non finiscano ai partiti e alla criminalità organizzata, come Luigi De Magistris, viene trasferito.
Le camicie rosse di Garibaldi hanno fatto l'Italia, le camicie verdi di Bossi l'hanno strafatta.
Se dopo alcuni mesi di governo della Lega lo Stato centralista e romano si è rafforzato in questo modo, cosa ci riserva il futuro? La tassa federale per il Nord e gli sgravi fiscali per la mafia?
E' il federalismo che traccia il solco, ma è la poltrona che lo difende!

BEPPE GRILLO.

 
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LA VERITA' VIENE A GALLA

Post n°777 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da albert.z
 

Si scopre così che l'Iva agevolata sugli abbonamenti della pay-tv italiana è stata un trattamento di favore risalente al 1991 fatto dal ministero retto dal socialista Rino Formica e dal governo Andreotti a Silvio Berlusconi in persona. Non solo: dietro questo favore, secondo la Procura di Milano, c'era persino stato un tentativo di corruzione

Il Governo Dini voleva aumentare l'Iva fino al 19 per cento (come oggi vorrebbe fare Berlusconi) ma poi fu votato un emendamento di mediazione che fissò l'imposta al 10 per cento attuale. L'emendamento passò con il voto decisivo di Rifondazione Comunista: il suo leader dell'epoca, Fausto Bertinotti, in un ribaltamento dei ruoli che oggi appare surreale, fu duramente criticato dall'allora responsabile informazione del Pds (e attuale senatore del PD) Vincenzo Vita: «È squallido che Bertinotti abbia permesso un simile regalo a questo nuovo trust della comunicazione, figlio della Fininvest»

 
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bERLUSCONI DENUNCIA I GIORNALISTI

Post n°776 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da albert.z
 

DAL SOLE 24 ORE

Perché, con tutti i mezzi a sua disposizione, Silvio Berlusconi continua a rispondere ai giornalisti che lo criticano non in televisione o sulla stampa ma con cause giudiziarie? Se lo domanda il New York Times in un articolo che illustra la preferenza del premier per le azioni legali. Il Primo ministro italiano, spiega in un ampio articolo Rachel Donadio, governa con una solida maggioranza, sorveglia la Rai, possiede le principali reti televisive private. Ha potere sui media, eppure va in tribunale.

Berlusconi – ricorda il New York Times - ha fatto causa contro l'Economist per avere scritto che era «inadatto a governare l'Italia» e contro il giornalista britannico David Lane per il suo libro del 2004, "Berlusconi's Shadow" (l'ombra di Berlusconi), in cui esplorava le origini delle sue fortune e osservava che alcuni suoi soci erano stati sotto indagine per legami con la mafia. «Berlusconi ha perso questi casi» in prima istanza ed è ricorso in appello o ha ancora la possibilità di farlo. «Ora ha puntato gli occhi su Alexander Stille», «uno dei più noti italianisti americani» e uno degli anglofoni più critici nei confronti di Berlusconi. Un tribunale di Milano si dovrebbe pronunciare oggi – scrive il quotidiano - sul caso di diffamazione presentato contro Stille da uno dei suoi più stretti collaboratori, Fedele Confalonieri.

Il premier italiano «non è il solo a fare causa contro i reporter». In Italia, politici, magistrati e figure pubbliche lo fanno così spesso che la Federazione nazionale della stampa ha un fondo per aiutarli con le spese legali. L'articolo – che si può leggere sui sito web del New York Times e dell'International Herald Tribune - cita Franco Abruzzo, professore di giornalismo, che definisce la pratica come «una delle tecniche intimidatorie della classe politica». E' uno sport "bipartisan", scrive la Donadio, ricordando la denuncia di Massimo D'Alema per una vignetta.

Ma quando il querelante è Berlusconi, la situazione «prende altre dimensioni». «Alcuni considerano le denunce come parte di un disegno più preoccupante in cui Berlusconi tenta di intimidire la stampa – anche se sostiene che gli stessi media in gran parte da lui stesso controllati gli danno contro». Il New York Times ricorda che nel 2002, dopo le critiche di Berlusconi, la Rai cancellò i programmi di Daniele Luttazzi, Michele Santoro ed Enzo Biagi. Oggi – osserva il quotidiano Usa - Sabina Guzzanti e Beppe Grillo hanno poco spazio televisivo, mentre "Striscia la notizia", che spesso prende in giro chi è al potere, viene trasmessa dalle reti Mediaset.

Quanto a Stille, Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, denuncia vari passaggi del suo libro del 2006 sull'ascesa di Berlusconi, "Il sacco di Roma". Confalonieri obietta che Stille ha scritto che lui finì sotto indagine nel 1993 per finanziamenti illeciti al Partito socialista, senza poi scrivere che fu assolto. Contesta l'affermazione secondo cui Berlusconi «ha fuso quasi completamente business e vita privata», come dimostrato dalla nomina di Confalonieri, «suo amico d'infanzia» a guidare Mediaset. Confuta anche l'affermazione secondo cui molti suoi collaboratori basano la loro amicizia sul ricatto, perché sanno dove «sono nascosti tutti gli scheletri nell'armadio».

Essere denunciati per avere pubblicato dei fatti è «un'esperienza kafkiana», ha detto Stille. A suo parere, se davvero si voleva stabilire la realtà dei fatti, c'erano modi più semplici per farlo. Secondo Stille, il punto è di intimidire i giornalisti e gli organi di stampa con la prospettiva di processi lunghi e costosi qualora scrivano qualcosa di sfavorevole. «Il contenzioso sembra avere effetto», scrive il New York Times: David Lane, dell'Economist, sta pensando di togliere ogni riferimento a Berlusconi dall'edizione italiana (non da quella britannica) del suo imminente libro sulla mafia. «Sono stanco di spendere i miei soldi», ha detto. «Non si vincono medaglie a essere denunciati da Berlusconi».

 
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PROPOSTA DI DIEGO PASCALE

Post n°775 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da albert.z
 

Milioni di cittadini Italiani, si chiedono cosa “concretamente” possa cambiare il volto della Politica Italiana, logora, stanca e prigioniera dei suoi personalismi accentratori di un potere ormai decennale che si concretizza, di elezioni in elezioni, nelle mani di poche persone ormai anch’esse logore e incapaci di evolversi con risposte concrete alle necessita’ e richieste dei cittadini tutti e che continuano a privilegiare i pochi piuttosto che la totalita’ della comunita’.
Per chi come me, vive di Internet, non e’ difficile vedere, nella rete, milioni di persone che si riuniscono in gruppi contro la deriva della politica, contro gli sprechi, gli abusi e la cattiva gestione del nostro paese.
Si organizzano raccolte di firme, referenum, leggi di iniziativa popolare, petizioni, manifestazioni (e io sono uno dei primi a farlo) ma tutte queste iniziative sono soggette all’approvazione degli stessi individui di cui milioni gli stessi Italiani si dichiarano insoddisfatti.
Pur continuando in queste nobili e democratiche attivita’, mi sono chiesto, perche’ non proviamo a continuare le nostre battaglie, unificandole in un unico soggetto ed entrando nei palazzi del potere? In fondo chi meglio di noi stessi puo’ difendere le nostre istanze!
Nessuno (ed io per primo) puo’ illudersi che l’attuale classe politica possa ridimensionare se stessa, eliminando i privilegi e le prerogative che per se stessa ha creato.
Considerando che in rete e in special modo in Facebook, si sono, nei gruppi che si occupano di proporre un nuovo modo di intendere la Politica nel nostro Paese, unite oltre 1 Milione di persone e che in Italia quasi 11 milioni di cittadini (dati ufficiali ultime elezioni) non vanno a votare, perche’ non unirci attorno ad una missione che ci accomuna e con l’obiettivo di realizzarla per poi, ognuno nelle proprie individualita’, ritornare alla propria vita normale o continuare a servire il Paese.
In fondo ognuno di noi mette la propira faccia, il proprio nome e i propri dati, in vista pubblicamente e, vista la scarsa probabilita’ di successo delle iniziative che ognuno di noi porta avanti o supporta, allora poerche’ non andare fino in fondo, proponendoci, noi cittadini, come la soluzione al problema.
L’occasione ci e’ data dalle prossime elezioni Europee.
Un milione di persone può eleggere, senza alcun problema, oltre Sei (6) Parlamentari Europei in tutto il Paese.
Questi avrebbero la visibilita’ e la voce che a tutti noi manca e potrebbere porre le basi per cambiare radicalmente il nostro Paese.
Gli obietti e il programma, potrebbe essere molto semplice:
1) Riduzione, del 50%, di tutti gli stipendi dei Politici Italiani eletti e di tutti i nominati dalla Politica negli Enti e Societa’ Pubbliche
2) Eliminazione di tutti i Privilegi ( in pirmis le Auto Blu) riservati ai Politici con una legge che rimborsi le effettive spese dei Parlamentari, dei Consiglieri Regionali, Provinciali e Comunali in base alle ricevute presentate e per specifiche competenze, stabilite dalla stessa legge, senza eccezioni alcune
3) Limite dei due mandati consecutivi per tutti i Politici Italiani e per i Consulenti delle Istituzioni dello Stato e degli Enti e Societa’ pubbliche
4) Divieto di cumulo di incarichi di natura pubblica, sia elettiva che di nomina
5) Divieto di candidatura per condannati in via definitiva. Se in carica, in qualunque Istituzione dello Stato, decade immediatamente
6) Soppressione immediata degli Enti Inutili (dichiarati tale dalla Corte dei Conti)
7) Riduzione del 50% dei finanziamenti pubblici ai partiti e formazioni politiche

Certo questo non e’ tutto quanto un Governo debba fare ma la nostra ambizione non e’ andare al governo ma quella di costringere qualunque governo ci sia a realizzare questo semplice programma perche’ attraverso esso il nostro Paese “ritroverebbe” almento 15 Miliardi di Euro l’anno.

Questa e’ la missione piu’ concreta che mi viene in mente per realizzare le richieste di milioni di concittadini come me e che e’ realizzabile con un piccolo impegno da parte di tutti.Uniti possiamo farcela.Gli obiettivi troppo complessi non arrivano mai alla fine. Porsene invece pochi e concreti puo' servire alla speranza di realizzarli.
Se sei daccordo con questo semplice ma concreto progetto, iscriviti al Gruppo per comunicarci il tuo appoggio e il tuo voto alle prossime elezioni europee.
Se poi vuoi essere protagonista e hai abbastanza esperienza per rappresentare i nostri concittadini al Parlamento Europeo e nella battaglia civile e morale che ci attende dopo le elezioni, contattaci alla nostra e-mail. Il tutto ovviamente verra’ sempre reso pubblico, compreso il contenuto delle e-mail dei potenziali candidati che verrano, per quanto possibile, scelti dal gruppo.

Ho scritto questa proposta a tutti I Gruppi di FB che si occupano di una Nuova Politica per il nostro Paese e sono in attesa di sapere il loro pensiero.
Grazie.
DIEGO PASCALE
CARO DIEGO CONDIVIDO LE TUE PROPOSTE.
CHIEDO ANCHE DI APPROVARE LA RIDUZIONE A META' DEL NUMERO DEI CONSIGLERI COMUNALI, PROVINCIALI E REGIONALI  E DEI PARLAMENTARI.
SONO ANCHE D'ACCORDO SULLA ABOLIZIONE DELLE PROVINCE.

 
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NO ALLA CLANDESTINITA' VOGLIAMO LA LIBERTA'

Post n°774 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da albert.z
 

 

http://ammazzablog.wordpress.com

Manifesta anche tu per la libertà della rete,lista a lutto il tuo sito/blog, oscuralo con una pagina nera, inserisci il banner ed il video di Netizen Clandestino, canta anche tu questo testo in cam e carica il video con il tag netizen clandestino

 
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