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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Aprile 2010

FIRMATE I REFERENDUM

Post n°1269 pubblicato il 30 Aprile 2010 da albert.z
 
Tag: acqua

Perché un referendum?

Perché l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L’attuale governo ha invece deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Noi tutte e tutti possiamo impedirlo.
Mettendo oggi la nostra firma sulla richiesta di referendum e votando SI quando, nella prossima primavera, saremo chiamati a decidere. E’ una battaglia di civiltà. Nessuno si senta escluso.

Perché tre quesiti?

Perché vogliamo eliminare tutte le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua.
Perchè vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.

Cosa vogliamo ?

Vogliamo restituire questo bene essenziale alla gestione collettiva. Per garantirne l’accesso a tutte e tutti. Per tutelarlo come bene comune. Per conservarlo per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Quale scenario dai referendum?

L’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.
Renderà possibile il ricorso alle aziende speciali o ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come servizio di interesse generale, senza profitti nella sua erogazione. Verrebbero poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini.
E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.

 

 
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Il mafioso Mangano per Berlusconi era un eroe!!!!

Post n°1268 pubblicato il 28 Aprile 2010 da albert.z
 
Tag: Mangano

MANGANO E' STATO LA TESTA DI PONTE DI COSA NOSTRA AL NORD

E STAVA IN CASA DI BERLUSCONI!!!!!!

 
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REAZIONI AL DUELLO FINI-BERLUSCONI

Post n°1267 pubblicato il 24 Aprile 2010 da albert.z
 

Il segretario Pd,Pier Luigi Bersani, osserva: "Quello che abbiamo visto è sconcertante, anche sconveniente per il nostro paese. Il fatto che il centrodestra non riesca a trovare convergenze su questioni decisive apre la strada a una nuova lunga fase di paralisi dell'azione di governo".

Per il presidente Udc, Rocco Buttiglione, "Berlusconi è il problema della democrazia italiana degli ultimi quindici anni. Noi abbiamo sempre saputo che il Pdl era nato con problemi interni che prima o poi sarebbero affiorati".

 E il leader Idv Antonio Di Pietro, ammonisce: "L'opposizione non deve trovarsi impreparata di fronte a quello che sta accadendo nel Pdl".

Secondo me Berlusconi non avrebbe potuto entrare in Parlamento, se non dopo aver ceduto le reti tv, come prescrive la legge 361 del 1957.

Berlusconi, deve vendere o uscire dal Parlamento e deve presentarsi ai giudici, come tutti gli italiani.

 
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Edizione di Venerdi' ore 08.00

Post n°1266 pubblicato il 23 Aprile 2010 da albert.z
 
Tag: Fini, Obama

BRAVO FINI E FORZA OBAMA!

Fini: "Impensabile che maggioranza faccia regole per tutti"

"Se parliamo di riforma della Costituzione, di casa degli italiani, non possiamo pensare che ogni maggioranza possa fare o disfare le regole di tutta quanta la comunità". Così il presidente della Camera durante l'incontro all'istituto Stensen.

Fini: "Riforme, da provinciali guardare solo ai modelli stranieri"

Nell'affrontare il dibattito sulle riforme "la classe politica dovrebbe evitare l'atteggiamento un po' provinciale di guardare a questo o a quel Paese per cercare modelli all'estero. Un modello non è una bandiera che si può prendere e piantare in un'altra realtà". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini all'Istituto Stensen di Firenze. A proposito del dibattito sul semipresidenzialismo alla francese, Fini ha commentato: "Il cosiddetto modello francese ormai ha cinquant'anni di vita, la prima idea di De Gaulle è del 1958 e l'ultima modifica è del 2008. Le Costituzioni hanno una loro organicità, una capacità di adattarsi alla storia e alla realtà dei singoli Paese. Guardiamo alle nostre necessità e cerchiamo di rispondere"

 
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BELLA CIAO

Post n°1265 pubblicato il 22 Aprile 2010 da albert.z
 

Berlusconi è pronto a rompere con chiunque e quasi a qualsiasi prezzo, pur di affermare la sua sovranità indiscussa: ed è pronto a negoziare con chiunque e a un prezzo ancora più alto, pur di riaffermare il suo comando.

Bisogna dare atto a Fini di avere avuto un grande coraggio. Per avere avuto una reazione così netta contro Berlusconi, vuol dire che non ne poteva proprio più di tutti gli attacchi dei lecchini di Berlusconi e dei giornalisti servi, che ogni giorno lo denigrano.

 

CANTIAMO TUTTI BELLA CIAO. ( vedi box a lato)

PER LA LIBERTA', LA DEMOCRAZIA, L'UGUAGLIANZA,

CONTRO LE DITTATURE, I BERLUSCONISMI, LE MAFIE.

 

 
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il vizio del telefono

Post n°1264 pubblicato il 21 Aprile 2010 da albert.z
 

L'emendamento sulle intercettazioni consegnato alla commissione Giustizia del Senato mette in evidenza una grande apertura da parte di questo Governo. Una grande apertura alla criminalita' organizzata.

I parlamentari diventano il punto di riferimento dei delinquenti e non dei cittadini perbene. Viene creata una riserva indiana per i parlamentari. Oggi permettono a tutti quelli della criminalità organizzata di avere come referente un parlamentare, così le intercettazioni non valgono più. Anche se confessa un omicidio, se c'è un parlamentare, nell'intercettazione, ci vuole un'autorizzazione del Parlamento, e la Camera si guarderà bene da dare il via libera. Oggi io aiuto te e domani tu aiuti me: tra destra e sinistra non hanno mai dato l'autorizzazione a procedere.

La proposta di oggi, quindi, la ritengo ancora più grave della precedente, perché con questi emendamenti si mette un bavaglio definitivo alla stampa: addirittura si puniscono i giornalisti, che fanno il loro mestiere. Bisogna punire invece chi rende noto, chi viola il segreto istruttorio e non il giornalista che svolge la propria funzione.
Con questo emendamento il Governo ha inferto un altro colpo al sistema giustizia. Non si capisce per quale ragione per una persona che non è parlamentare, e che può occultare tutte le prove e realizzare reati, si debba chiedere l'autorizzazione ad intercettare.  A questo punto, la criminalità organizzata potrà scegliersi i suoi adepti, il parlamentare più adatto, punto di contatto tra criminali che così non parleranno più tra di loro ma per interfaccia. Volendo fare un esempio: se due mafiosi vogliono scambiarsi delle informazioni basterà che a fare da tramite ci sia un parlamentare. Per essere ancora più chiari: se Totò Riina vuole mandare un messaggio a Provenzano basta che si rivolga al parlamentare mafioso di turno. Così, questi potrà essere l'anello di congiunzione con la criminalità. E' chiaro che per il parlamentare sarà più facile avere come punto di riferimento la criminalità.
Queste sono le prove tecniche del regime. Queste disposizioni mettono seriamente a rischio l'articolo 21 della Costituzione. Il ddl voluto fortemente da Berlusconi prevede diversi anni di carcere per chi svolge di mestiere di giornalista e dovrebbe essere un 'cane da guardia' della democrazia. In questo modo da cane da guardia diventerebbe una pecora.
Noi dell'Italia dei Valori siamo accanto ai giornalisti e ci mobiliteremo con la Fnsi, scendendo in piazza il 28 aprile, per protestare contro questo scempio del diritto e attentato alla Costituzione.

Antonio Di Pietro

 
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"Io boicotto...!"

Post n°1263 pubblicato il 21 Aprile 2010 da albert.z
 
Foto di albert.z

 

Facciamo come Daniele Luttazzi : “considerato che a livello politico non si intravedono soluzioni per mandarlo a casa,

boicottiamo il potere economico di Berlusconi rifiutando di comprare i prodotti pubblicizzati su Mediaset. Dato che il regime

mediatico è evidente, e dato che il potere politico di Berlusconi deriva dalla pubblicità, si propone di boicottare i Big spender,

ovvero le più grosse aziende che fanno inserzioni preferibilmente sulle Tv berlusconiane. 
 
"QUESTI I Big spender che investono in pubblicità su Mediaset da boicottare: 
 
1.
Ferrero spa (kinder, duplo, Nutella, cioccolattini Ferrero) 
2.
Unilever   (Findus, dove, Lysoform, Knorr,Mentadent, Coccolino, Clear,Axe, Svelto)...  
3.
Barilla spa (Mulino Bianco, Pavesi, Barilla pasta e sughi) 
4.
L'Oreal (Garnier, L'Oreal Paris, Giorgio Armani Parfums) 
5.
Vodafone (Vodafone, Omnitel) 
6.
Procter e Gamble Co. (Ace, Az, Mastro Lindo, Max Factor, Infasil, Pantene, Swiffer, Wiakal, Dash, Hugo Bass, Oil of Olaz, Vicks Tempo) 
7.
Nestlè SA (Buitoni, Nescafè, acqua Vera, acqua s.Bernardo, friskies, acqua Levissima, LC1, Nesquik, acqua Panna) 
8.
Bolton Group International (Roberts, Smac, WC net, Rio mare) 
9.
Uliveto spa (acqua Uliveto e Rocchetta) 
10.
Danone (Vitasnella acqua e yogurt, Saiwa, Fonzies, Ferrarelle, Actimel, Danette. 
11.
Parmalat (latte fresco blu e Zymil, yogurt Joy, Mr.day, Coppa Malù, Santal) 
12.
Gruppo RCS - Rizzoli (Fabbri ed. Oggi, Amica, Anna, libro Cristina Parodi) 
13.
Renault SA (Renault, Nissan) 
14.
Henkel (Dixan, General, Antica Erboristeria, Pril, Verlana, Vernel, Bref, Pattex, Nelsen) 
15.
Gruppo Mondadori (Panorama, Oscar Mondadori, Flair, Tu, Tv Sorrisi e Canzoni, Starbene, Contro Campo, Grazia, libro Bertolino)" 
 
STAMPATE QUESTA LISTA PORTATELA CON VOI, IN TASCA, NEL PORTAFOGLIO ETC. ED APPICCICATELA OVUNQUE :

es. - sul frigo, etc.                                                                       ( le marche/logo appartengono ai rispettivi proprietari - stampato in proprio )

BOICOTTANDO SI COMBATTE IL CONFLITTO D'INTERESSI CHE BERLUSCONI USA CONTINUAMENTE PER ARRICCHIRSI, FAVORIRE LE SUE ATTIVITA' CON LEGGI AD PERSONAM, IMPORRE LA SUA VOLONTA' CON LA SUA POTENZA MEDIATICA, CHE USA PER I PROPRI SCOPI ANTICOSTITUZIONALI, COME IL LODO ALFANO, IL "LEGITTIMO IMPEDIMENTO", A DANNO DELLA DEMOCRAZIA E DEGLI ALTRI CITTADINI.

 
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CROZZA CANTA

Post n°1262 pubblicato il 21 Aprile 2010 da albert.z
 
Tag: CROZZA

 
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Giustizia civile. Berlusconi è il piu' indagato della storia

Post n°1261 pubblicato il 10 Aprile 2010 da albert.z
 

Berlusconi dice.......

Terza riforma dopo quella costituzionale e fiscale, è la riforma della giustizia civile:

"Prima di passare da una legge varata a una realtà che cambia ci vuole molto tempo". Il punto finale "è il dimezzamento delle cause del processo civile". "Sulla giustizia penale vi parla il più grande imputato di tutti i tempi. Ho avuto più udienze, 2550 udienze, dei giorni che ho governato. Ho giurato sui miei figli che nessuno dei fatti che mi sono stati attribuiti, messi in campo per tenermi sulla griglia penale, sono veri". L'affondo è anche alla Corte costituzionale "che abroga le leggi che non piacciono alla sinistra".

Berlusconi, per quanti reati faccia e per quanti processi gli facciano, lui resterà sempre un agnellino innocente. I suoi avvocati-parlamentari, sono lì, pagati, anche da noi, per renderlo impunito a vita. Chi vota le leggi AD PERSONAM è complice di Berlusconi ed un giorno ne risponderà al TRIBUNALE SUPERIORE.

VERRA' IL GIORNO CHE IL GIUDICE DEL TRIBUNALE SUPERIORE CONDANNERA'

LE CANAGLIE, E NON CI SARANNO LEGGI AD PERSONAM CHE TENGANO.

 

 
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ORA TOCCA A SACCONI AD ATTACCARE GLI STATALI

Post n°1260 pubblicato il 10 Aprile 2010 da albert.z
 

PRIMA CI PENSAVA BRUNETTA A COLPIRE A TESTA BASSA I LAVORATORI STATALI. dA DOPO LA BATOSTA A VENEZIA E' SCOMPARSO. QUINDI CI PENSA UN ALTRO EMERITO SERVO DI BERLUSCONI: SACCONI.

Dal Convegno dei potenti di Parma.

     Prende la parola il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: "Noi dobbiamo liberare il lavoro e lo dobbiamo fare soprattutto in un Paese come il nostro dove è stato caricato da un sovraccarico ideologico". Come fare? Prima di rispondere elenca che "cosa abbiamo fatto negli anni scorsi per riprendere il percorso avviato da Marco Biagi". Tra gli esempi una metafora: "Abbiamo dato direttive alle autorità di vigililanza perchè gli ispettori non limino le unghie alle zanzare, ma vadano a cercare gli elefanti che pascolano liberi soprattutto nelle praterie del mezzogiorno". Sacconi spiega: "Aggiusteremo il disegno di legge sull'arbitrato confermando l'utilità di un arbitrato che è una opportunità in più per i lavoratori e le imprese rispetto al grande contenzioso esistente che deve essere deflazionato trovando soluzioni tempestive''. Ancora: "Presenteremo un piano triennale per il lavoro nel quale è compreso il passaggio, dopo quarant'anni, dallo statuto dei lavoratori allo statuto dei lavori''. Quando? ''Dopo i passaggi con le parti sociali'' che probabilmente verranno convocate entro maggio, quando si festeggeranno i quarant'anni dello statuto. Oltre alle politiche di liberazione del lavoro dalle tutele unilaterali, dall'illegalità e dalle eccessive rigidità, il ministro si è lasciato andare a un giudizio sugli anni '70: "Organizziamo insieme una
difesa della cultura del lavoro rispetto a quel nichilismo che purtroppo dagli anni Settanta, dai peggiori anni della nostra vita per coloro che li hanno vissuti, si è diffuso con effetti perversi negli ambiti dell'educazione in modo particolare, oltre che nell'editoria e nella magistratura''. ''C'è chi dice -ha proseguito- che l'inserimento di quella generazione in questi ambiti sia stato dovuto ad una logica gramsciana, all'occupazione delle casematte per costruire una società diversa e migliore. Io ho sempre avuto un'opinione diversa: che si siano, come direbbero a Roma, infrattati in questi ambiti lavorativi per una scelta molto più banale: sempre meglio che lavorare''.

       Prende la parola il presidente della banca centrale europea Jean Claude Trichet: "Ho dinnanzi a me l'Italia che produce". Citando luigi Einaudi "uno dei padri della letteratura finanziaria pubblica" elogia le caratteristiche di forte pragmatismo degli imprenditori italiani che fondarono Confindustria 100 anni in un momento "drammatico per la contrazione bancaria". Poi le analisi sulla situazione presente e sul futuro: "La ripresa sarà molto irregolare nel tempo tra una regione e l'altra. Così come accadde nel 1907 l'Italia è stata colpita duramente" però come già accaduto nel passato crede che "sarà in grado di riprendersi". "La ripresa in Italia e in Europa comincerà nel 2010 ma sarà moderata". Questo scenario, secondo Trichet, non sarà limitato al panorama europeo: ''Nel secondo trimestre dell'anno, l'economia globale comincerà a emergere dopo una prolungato periodo di tempesta finanziaria''. Il giudizio sull'Italia e la sua politica di bilancio nei medio termine è positivo: ''La prospettiva di medio termine ha guidato la politica di bilancio in Italia durante la crisi. Il ministro dell'Economia ha resistito alle pressioni per l'introduzione di stimoli fiscali che vadano oltre l'alleggerimento che deriva dall'azione degli stabilizzatori automatici. Questa è una strategia appropriata, dato il suo scottante debito pubblico e in prospettiva della sua evoluzione nel lungo termine''. Positivo anche il giudizio sulle banche italiane "più lucide" rispetto a quanto è successo nel mondo. La conclusione: "Abbiamo una piattaforma solida per costruire il nostro futuro. L'Italia rimane una economia manifatturiera, in cui la finanza è un sostegno all'economia reale" e in cui va riconosciuta anche "la prudenza bancaria". "Noi dobbiamo dare stabilità ai prezzi, voi dovete consolidare la vostra competitività".

     
Ieri i cinquemila imprenditori riuniti a Parma hanno chiesto al Governo di voltare pagina sull'economia, paventando un futuro a tinte fosche. Oggi, attesa per l'intervento di Berluscono e per le analisi del presidente della Bce Jean Claude Trichet. I lavori sono aperti dal presidente regionale di Confindustria  Anna Maria Artoni. Assente il governatore Vasco Errani. "Vi trovate nel cuore dell'Europa avanzata", ha esordito Artoni ricordando il Pil della regione, i tassi dell'occupazione tra i più bassi del paese, l'alta qualità della vita e la capacità d'innovazione delle sue imprese. La descrizione dei risultati raggiunti in Emilia Romagna è lo spunto per parlare della crisi e delle capacità da mettere in campo per rispondere alla crisi e alla stagnazione dell'economia. "La libertà, che è anche un potente ascensore sociale, necessario per premiare il merito e il benessere" si deve accompagnare a un cambio di passo che liberi le piccole e medie imprese dalle briglie in cui si dibattono. "A pochi giorni dalle elezioni regionali è evidente la necessità che le Regioni imparino a mettere al centro l'impresa e le crescita. Non possono essere solo gestori degli ospedali". Il presidente degli industriali emiliano-romagnoli pensa "alle leggi e alla conoscenza" su cui si deve investire.

      A margine dell'assiste interviene anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: "Le riforme istituzionali e le riforme economiche sono due facce della stesa medaglia che riguarda proprio la libertà di crescere e di creare lavoro''. Lo ha detto in occasione del convegno di Confindustria a Parma, il ministro del  Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo il quale ''gli imprenditori sanno che il paese ha bisogno di stabilità politica. La libertà economica si muove solo in un contesto stabile nel quale vi sia una giustizia giusta e maggiori certezze''.

 A margine del convegno le dichiarazioni di Corrado Passera: ''E' indubbio che ci sono segnali di miglioramento rispetto agli anni scorsi, ma sono d'accordo con Tremonti sul fatto che siamo ancora nel pieno di un anno molto difficile'', dice il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo. Avverte: ''Speriamo che possa essere meno difficile del 2009, ma è sicuramente difficile per l'economia quindi la societa'''. Per Passera, quindi, ''la priorità deve essere stimolare la crescita per creare posti di lavoro''. Quanto alle ricette per uscire dalla crisi, ''bisogna rimettere velocità nel sistema''. Quindi, ''la riforme delle riforme, che non costa nulla, ma può mettere in moto crescita e lavoro, è quella dei meccanismi decisionali: in questo Paese ci vuole troppo tempo per prendere qualsiasi tipo di decisione, per esempio per fare una infrastrutture metterci venti anni, invece che 2 o 5 come altri Paesi riescono a fare, significa rinunciare a posti di lavoro, investimenti, e crescita''.

 DA VENT'ANNI DICONO SEMPRE LE STESSE COSE......

 
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vacanze romane

Post n°1259 pubblicato il 09 Aprile 2010 da albert.z
 
Tag: ROMA
Foto di albert.z

La prossima settimana sarò a Roma, dal 12 al 16 aprile. Ci sono stato varie volte, da quando ho fatto il militare. Manco da 12 anni. Roma è meravigliosa, ha monumenti affascinanti, una storia unica, chiese e musei pieni di opere d'arte. A Roma piangi per una malattia rara: la sindrome di Stendhal.

Ricordo, che l'ultima volta, in bus, tre nordafricani hanno tentato di borseggiarmi.

Speriamo che tutto vada bene.

Da un servizio tv, vengo a sapere che a Roma operano centinaia di ladri provenienti dal nordafrica, bravissimi a derubare gli stranieri ovunque.

I LADRI, IN ITALIA, HANNO TROVATO IL PAESE IDEALE PER RUBARE. PARE CHE ABBIANO UNA GRANDE AMMIRAZIONE PER BERLUSCONI. DICONO:"E' IL PIU' BRAVO". QUANDO E' SCOPERTO SI FA FARE UNA LEGGE AD PERSONAM ED E' A POSTO. UN GENIO. FRA POCO NON CI SARANNO PIU' NEMMENO LE INTERCETTAZIONI E CHI SCRIVE SU UN GIORNALE CHE UN LADRO E' UN LADRO, VA IN GALERA.

 

 

 

Omaggio a Caio Giulio Cesare

 GIULIO CESARE

GIULIO CESARE: IL MASSIMO DELLA GENIALITA' IN MOLTI SETTORI:

MASSIMO STRATEGA DELL'ARTE  MILITARE E' STATO IL PIU' GRANDE GENIO MILITARE DELLA STORIA ROMANA, STATISTA LUNGIMIRANTE.

 OPERO' PER IL BENE DELLO STATO E PER IL BENE DEL POPOLO.

Il nome "Cesare" rimane in molte lingue come sinonimo di "comandante", "leader"; il tedesco Kaiser, il russo Zar ed il persiano Scià hanno la stessa radice del nome di Cesare, e ci furono in tempi successivi molti imperatori con quel nome. La pronuncia latina del nome era Cáesar .

 

 

 
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MANIFESTAZIONE DAVANTI LA RAI, CONTRO MINZOLINI

Post n°1258 pubblicato il 09 Aprile 2010 da albert.z
 

L'onda di Facebook non molla Minzolini
"Sul Tg1 vogliamo risposte dalla Rai"

di CARMINE SAVIANO

 

L'onda di Facebook non molla Minzolini
SARANNO di nuovo ai cancelli della Rai. Per "scalfire l'arroganza del potere". E per chiedere, ancora una volta, la rettifica per le notizie false date dal Tg1 del 26 febbraio sul Caso Mills. L'appuntamento è per sabato alle 11 all'ingresso della Rai in Viale Mazzini. Loro sono 'La valigia Blu', movimento nato da 'La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini', 196mila adesioni, su Facebook in un mese e mezzo. Per ricordare, alla testata diretta da Augusto Minzolini, che "prescrizione non è assoluzione". Tra gli obiettivi: mettere in discussione la lottizzazione della televisione di stato. "Vogliamo che la Rai sia libera dai partiti e garante del pluralismo".

L'annuncio della mobilitazione è stato dato con una lettera che Arianna Ciccone, responsabile de 'La Valigia Blù e anima del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, ha inviato al presidente della Rai Paolo Garimberti. Vi si legge: "Più volte vi abbiamo scritto via mail e cercato al telefono. Chiedendo di essere ricevuti o di avere una risposta. Ma ci ha avvolto solo uno stupefacente silenzio misto a indifferenza". Nella lettera la Ciccone rievoca la giornata del 5 marzo, quando è stata ricevuta in Rai. "La posizione del dott. Paglia  -  responsabile delle relazioni esterne Rai - è stata: la notizia corretta è stata data successivamente. Ma come può capire non basta dare la notizia correttamente. Bisognava fare riferimento all'errore e magari scusarsi con i telespettatori".

Ad oggi l'impegno di 'Valigia Blù si spinge oltre la richiesta di rettifica. "Sappiamo benissimo, a questo punto, che la rettifica non verrà mai più data", scrive la Ciccone. "Ma quello che non riusciamo ad accettare è il vostro silenzio nei nostri confronti. Nè lei nè Zavoli nè il direttore Minzolini avete ritenuto opportuno degnare 196mila cittadini di una risposta. Perché? 196mila cittadini non valgono niente? Non sono niente? Non hanno diritto a essere presi in considerazione?". E ancora: "Quello che sta avvenendo alla Rai ci preoccupa molto. La nostra lotta è il simbolo di una richiesta sempre più pressante da parte dei cittadini: una Rai e un'informazione pubblica libera dai partiti e che sia garanzia di tutti i cittadini. E dia spazio alla pluralità delle voci. Sempre".

Poi l'annuncio della manifestazione: "Non servirà a niente, vista l'arroganza con cui il potere continua a trattarci, ma sabato 10 aprile alle ore 11.00 saremo di nuovo a Roma. E altre persone simbolicamente davanti ad altre sedi Rai regionali. Per dirvi che esistiamo. Che non assisteremo alla morte lenta della Rai senza fare niente". Un annuncio che si conclude con una proposta: "Vogliamo una Tv pubblica modello BBC. Destra, sinistra e centro stanno distruggendo la (ex?) più grande azienda culturale del paese".

Nelle ultime ore 'Valigia Blù ha pubblicato online il proprio manifesto. Che oltre alla lettera di Arianna Ciccone a Garimberti, contiene un articolo di Giovanna Zucconi sulla 'curà delle parole:  "Nulla è più rivoluzionario, oggi, che rispettare le parole. Riprendiamocele, le parole, maneggiamole con cautela, brandiamole con il rispetto che meritano. Che meritiamo". Perché "prescrizione non è assoluzione" non è solo una questione terminologica.
LA BANDA DEI CRIMINALI ORGANIZZATI IN PARTITI, DOMINA L'INFORMAZIONE.
ANCHE DAL PD, NESSUN SEGNALE, PER CERCARE DI AVERE UNA RAI INDIPENDENTE.
I PARTITI VOGLIONO UNA RAI ASSERVITA ALLE LORO NECESSITA'.
I CITTADINI VOGLIONO UNA RAI INDIPENDENTE!!!!
 
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Frode sui diritti tv, per Berlusconi

Post n°1257 pubblicato il 09 Aprile 2010 da albert.z
 

Milano, accuse di appropriazione indebita e frode fiscale

I PM : Frode sui diritti tv, per Berlusconi
richiesta di rinvio a giudizio.

MILANO - Pur destinato a essere subito fermato e sospeso dalla nuova legge sul «legittimo impedimento», un nuovo processo a Silvio Berlusconi inizierà a giugno: l’Ufficio dei giudici delle indagini e delle udienze preliminari del Tribunale di Milano ha infatti ricevuto ieri dalla Procura della Repubblica le 45mila pagine di atti con la richiesta di rinviare a giudizio per «appropriazione indebita» e per «frode fiscale» il presidente del Consiglio, accusato (nella compravendita Mediaset di diritti tv) di aver concorso nel 2002-2005 dalla plancia di Palazzo Chigi a svuotare di 34 milioni di euro la società quotata in Borsa di cui è azionista di maggioranza, e a frodare il fisco per 8 milioni di euro con effetti tributari sensibili ancora fino al settembre 2009.

La Procura chiede di processare per «frode fiscale» anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e il vicepresidente Mediaset e presidente Rti, Pier Silvio Berlusconi, figlio di Silvio; più altre 9 persone tra le quali il produttore tv americano Farouk «Frank» Agrama. A costui nell'ottobre 2005 i pm milanesi fecero sequestrare in Svizzera 100 milioni di euro sui conti della sua Wiltshire Trading ( Hong Kong), e tuttora li detengono nel presupposto che questo denaro sia non il frutto di una colossale «cresta» fatta dal fornitore Agrama a spese delle casse del cliente Mediaset (azienda che si dichiara parte lesa da propri manager infedeli), ma il portafoglio accumulato da un Agrama «socio occulto» di Berlusconi. L’inizio dell’udienza preliminare nella quale il giudice Marina Zelante valuterà la richiesta di rinvio a giudizio, a cominciare dall’applicazione o meno della nuova legge sul «legittimo impedimento», sarà fissato non prima di metà-fine giugno, visto che per quella data la sua cancelleria risulta aver già fissato altri fascicoli pervenutile prima di questo.

Intanto, però, dopo il deposito degli atti il 22 gennaio scorso e il relativo partire dei 20 giorni procedurali a disposizione delle difese, nell’ultimo mese già sulla tempistica della richiesta di processo si è sviluppata in Procura una dialettica, anche epistolare, tra il neoprocuratore aggiunto Edmondo Bruti Liberati e i due sostituti procuratori titolari del procedimento, Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro: l’uno riteneva che su questo fascicolo, tanto più in quanto aperto già da 5 anni, non potesse nuocere un’ulteriore manciata di giorni per limare e migliorare alcuni aspetti tecnici dei capi d’imputazione; gli altri paventavano che sui tempi fisiologici del procedimento si volessero far calare valutazioni di " opportunità", come ad esempio quella di far partire solo dopo le elezioni regionali la richiesta di rinvio a giudizio già pronta a metà marzo.

Nel merito dell’accusa, i pm prospettano che Agrama, Berlusconi «titolare di poteri di fatto sulla gestione di Mediaset spa», Daniele Lorenzano «uomo di fiducia di Berlusconi» per l'acquisto di diritti tv, Roberto Pace «direttore di Mediatrade fino al 2002», e Gabriella Ballabio «dirigente di Mediatrade e poi di Rti», abbiano «operato all'interno di un sistema di frode utilizzato dalla fine degli anni 80, in forza del quale i diritti di trasmissione forniti dalla Paramount, e in misura minore da altri produttori internazionali, invece che direttamente dai fornitori venivano acquistati da Mediaset a prezzi gonfiati per il tramite di società di comodo riconducibili ad Agrama». Così sarebbe maturata l’appropriazione indebita «di una parte rilevante (nel 2000-2005 complessivamente 100 milioni di dollari Usa) delle somme trasferite da Mediatrade, e dal 2003 da Rti, alla società Olympus Trading ( di Agrama, ndr) a titolo di pagamento di diritti tv». Questo denaro, la cui valutazione a fini penali è però largamente falcidiata dalla prescrizione che solo negli ultimi 8 mesi ha già mandato in fumo 40 milioni di euro in contestazione, per i pm sarebbe stato «successivamente depositato sui conti presso l'Ubs di Lugano nella disponibilità di fiduciari di Agrama, su conti aperti a nome di Pace e di Ballabio, e su altri conti in Svizzera e altrove».

Luigi Ferrarella - Corriere della Sera
09 aprile 2010

Vorrei tanto sapere se ci ha frodato. Credo che gli italiani abbiano il diritto di sapere se Berlusconi è un criminale, che si è messo in Parlamento, con una banda di avvocati, per frodare e per farsi leggi per restare ingiudicato e impunito.

Va processato subito, come tutti e, se colpevole, deve essere punito e mandato in esilio, altrimenti la sua banda di delinquenti, con l'aiuto di D'Alema, Violante, Boato, Fassino, Napolitano......... tenterà di rimetterlo in Parlamento per fare leggi ad personam, come hanno fatto finora, per vantaggio suo, dei suoi amici e dei venduti che lo aiutano.

LEGGI IL NUOVO VANGELO: AD PERSONAM, DI MARCO TRAVAGLIO.

TROVERAI LA STORIA DEI CRIMINALI POLITICI ITALIANI, CHE SI SONO ARRICCHITI A SPESE DEL POPOLO LAVORATORE.

 
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I BERLUSCONES SEMPRE MOLTO ATTIVI

Post n°1256 pubblicato il 09 Aprile 2010 da albert.z
 

TRIBUTI ITALIA: 90 MILIONI DI EURO DI BUCO.

La conseguenza è che centinaia di piccoli Comuni sono sull'orlo del fallimento

Così le tasse vengono pagate
e poi spariscono nei conti "sbagliati"di ROBERTO MANIA e FABIO TONACCI

TASSE RUBATE. Tasse privatizzate. Tasse evaporate. Almeno 90 milioni di euro  -  ma forse molti di più  -  di tasse pagate dai cittadini e mai versate nelle casse dei rispettivi Comuni. Tosap, Tarsu, Cosap, Ici, multe. Soldi finiti nel conto corrente sbagliato. È lo scandalo delle tasse rubate o  -  se volete  -  dei "furbetti delle tasse". Oppure, ancora meglio: è lo scandalo annunciato di "Tributi Italia", società privata per la riscossione delle imposte locali, nata a Chiavari e cresciuta in fretta in tutta Italia, a nord e a sud, al centro e nelle isole. Ecco: la bolla delle tasse, dopo quella immobiliare. D'altra parte Giuseppe Saggese, cinquantenne tarantino, figlio di magistrato, che di questa storia è il protagonista essendo il fondatore e poi il dominus di "Tributi Italia", costretto a tirare i fili da dietro le quinte per via dei due arresti (nel 2001 e nel 2009), le tasse le chiama "piastrelle". Piastrelle con le quali costruire pezzo dopo pezzo il proprio patrimonio.

Oggi centinaia di piccoli Comuni sparsi lungo la Penisola sono sull'orlo della bancarotta o soffrono per il buco nel loro bilancio. Ci sono Pomezia con un ammanco di quasi 22 milioni, Aprilia (20 milioni), Nettuno (3,2 milioni), Augusta (quasi 5 milioni), Bergamo (2,2 milioni), Fasano (quasi 2 milioni) e poi tanti, tanti, altri. I servizi, quelli per cui i cittadini pagano le tasse, spesso sono stati azzerati. Sono saltati oltre mille posti di lavoro. Solo qualche decina di dipendenti di "Tributi Italia" è rimasta a sbrigare le pratiche ancora necessarie, i collaboratori e consulenti sono stati licenziati, gli altri dipendenti sono in cassa integrazione. E lì resteranno dopo essere da mesi anche senza stipendio. "Tributi Italia", che raccoglieva le tasse per circa 400 Comuni, sta fallendo o è già tecnicamente fallita. Ha chiesto di poter accedere al concordato preventivo previsto della legge Marzano, la versione italica del "Chapter 11" americano. Il governo ha approvato una norma (sta nel decreto incentivi) per salvare la superholding delle tasse. Che adesso è in una sorta di stand by: prima cancellata per inadempienze dall'albo dei riscossori, quindi in attesa della decisione di merito del Consiglio di Stato, dopo la sospensiva ordinata dal Tar del Lazio. Impervi sentieri giudiziari che difficilmente cambieranno l'epilogo di questo scandalo. Il Tribunale di Roma deciderà prossimamente sull'ammissione della società al concordato preventivo. La Procura di Velletri si sta preparando a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici della società con l'accusa di peculato. E le altre tredici inchieste aperte proseguiranno. Ma come è potuto accadere il furto delle tasse? È anche colpa degli amministratori? Chi doveva controllare? Chi restituirà i soldi ai Comuni e dunque i servizi ai cittadini?

Il modello Aprilia
Le tasse, per fortuna, non possono avere padrone. Ma qui siamo davanti a una fittissima ragnatela di interessi, tutti privati e mai pubblici. Ci sono amministratori inadeguati e ambiziosi. Ci sono affaristi travestiti da imprenditori con tante fidejussioni fasulle. Ci sono i controllori che non controllano o controllati che sono anche i controllori. Qualche volta pure i revisori dei conti sono abusivi. Non mancano, come sempre, le scatole cinesi. Ci sono scambi palesi e altri nell'ombra. Ci sono assunzioni clientelari, società miste pubblico-privato per nulla trasparenti e degne di un posto in prima fila nella degenerazione del non già edificante capitalismo municipale. Ci sono protezioni. Inspiegabili silenzi, colpevoli disattenzioni. Ci sono generali della Guardia di finanza in pensione che diventano consulenti proprio di "Tributi Italia". E ci sono soprattutto 14 Procure della Repubblica che indagano dopo i 135 esposti presentati dalle amministrazioni locali.
Questa storia può cominciare ad Aprilia, provincia di Latina. Siamo nell'agro pontino, 40 chilometri da Roma. E circa 70 mila abitanti fregati. Il sindaco, Domenico D'Alessio è prossimo a compiere 62 anni. Figlio di un pastore abruzzese arrivato da queste parti durante una transumanza, è diventato sindaco meno di un anno fa quasi per un moto di rivolta popolare: contro lo scandalo delle tasse sottratte. Si è presentato con quattro liste civiche e ha battuto, umiliandole, la destra e la sinistra. Ma, d'altra parte, il suo voto, dai banchi dell'opposizione, in quella riunione notturna del 19 marzo 1999 del consiglio comunale, fu uno dei due no all'affidamento all'Aser (società mista) del servizio di accertamento e riscossione dei tributi locali. Erano le tre di notte, presenti 14 consiglieri comunali su 30. Fu l'inizio della scalata, perché Aser è una delle controllate di "Tributi Italia" che, nata come Publiconsult nel 1986, si trasforma in San Giorgio nel 2004, e poi va all'assalto delle piccole concorrenti del business delle tasse e compra Gestor, Ausonia, Rtl e Ipe per diventare "Tributi Italia" nel 2008. Il "modulo di gioco" non cambia praticamente mai. Compresi, forse, i favolosi soggiorni di amministratori e consiglieri lungo la riviera di Levante in comodissimi yacht, dei quali si favoleggia tra gli apriliani arrabbiati.
Lo schema adottato ad Aprilia, infatti, si replica dovunque. "Tributi Italia" riesce a prendersi direttamente o attraverso una società mista pubblico privata, di cui possiede il 49 per cento, il servizio della riscossione. Nei consigli di amministrazione, però, la maggioranza va ai privati così da assicurargli il governo della società. Alla quale va un aggio stratosferico: fino al 30 per cento di quanto incassato. Aggio che, in alcuni casi, arriva al 75 per cento sugli accertamenti dell'evasione. Cartelle pazze? Chi può escluderlo. Le gare d'appalto (quando ci sono) sono ritagliate sulle caratteristiche della società mista di turno. Così, per impedire la concorrenza delle banche, all'attività di accertamento e riscossione dei tributi si affianca quella della manutenzione del verde pubblico. L'agguerrito assessore al Bilancio e alle Finanze di Aprilia, Antonio Chiusolo, subito dopo l'insediamento, ha scoperto, oltre al buco in bilancio, che le due palme impiantate a qualche chilometro dal municipio erano costate agli apriliani cinque milioni di euro, essendosi esaurita lì la cura per il verde offerta dall'Aser. Ma Chiusolo ha scoperto anche altre cose. Per esempio che le fidejussioni a garanzia delle prestazioni di "Tributi Italia" erano state emesse l'una dall'"Italica" di Cassino, destinata a fallire da lì a poco e con il proprietario indagato per truffa in un'inchiesta calabrese; l'altra da "Fingeneral" per nulla intenzionata a intervenire per via dell'insolvenza di "Tributi Italia". Insomma, polizze carta straccia. E quando Chiusolo si recò a Roma alla "Fingeneral" in Via di Porta Pinciana nei pressi di Via Veneto  -  dove, tra l'altro, al secondo piano del 146 c'è anche la sede legale di "Tributi Italia"  -  si trovò davanti tal Fabio Calì, amministratore della finanziaria, arrestato nel 2007 per una truffa da 93 milioni ai danni della Banca di Roma. Fidejussioni inesistenti e revisori dei conti non iscritti all'albo, ma messi addirittura a presiedere l'organo di controllo. Anche questo lo hanno scoperto il sindaco e il suo assessore: "Ortori Elio, nato a Massa il 23 luglio 1960, non risulta essere mai stato iscritto nel Registro dei Revisori Contabili", ha comunicato ai due amministratori l'ordine nazionale dei commercialisti.

Assunzioni e poteri
Ma dove sono finiti i soldi che hanno provocato una voragine nei conti di così tanti municipi? Chi sa dove sono? Giuseppe Travaglini, quarantacinquenne, marchigiano, sostituto procuratore della Repubblica a Velletri, ha ricostruito il percorso seguito dalle tasse del vicino comune di Nettuno, delineando così il "sistema Saggese". L'ipotesi è che ci sia un "Conto padre" nel quale arrivano tutte le tasse provenienti dai vari Comuni. Dal "Conto padre", poi, si dipanerebbero i conti affluenti, i "conti figli", lasciati costantemente a zero. Da qui i soldi dei cittadini finirebbero nelle tesorerie dei Comuni, in ogni caso con un guadagno derivante dalla maturazione degli interessi bancari. Ma poi c'è il gran miscuglio: le tasse di Alghero che finiscono a Forlì, le multe di Nettuno usate per finanziare il verde pubblico di Bari e via dicendo. Spesso  -  secondo l'ipotesi dei pm  -  le tasse sono servite a Saggese per ripianare parte dei debiti con le banche. Così sarebbe stata possibile la crescita tumultuosa di "Tributi Italia": diventare la prima società privata della riscossione con oltre 230 milioni di fatturato nel 2008 e circa 1,8 milioni di utili prima delle imposte. Una crescita anche di potere nel rapporto con i politici locali, i partiti, le consorterie, gli amministratori. Aver in mano i cordoni della borsa, poterli aprire e poterli chiudere, significa avere il potere, o almeno un pezzo del potere. Può significare, per esempio, poter giocare al tavolo delle assunzioni clientelari, anche di parenti di consiglieri comunali, come si dice a Nettuno e pure a Bari. Dunque può significare l'ammissione al banchetto degli scambi territoriali, che è poi la sede autentica dove prende forma il potere o l'intreccio di poteri. Ed è anche in forza di questo protagonismo, decisamente politico, che "Tributi Italia" denuncia di avere un credito nei confronti di tutti i Comuni intorno ai 142 milioni di euro, pur ammettendo di essere in una fase di "tensione finanziaria". Perché il "sistema Saggese" si inceppa per colpa della crisi: manca all'appello l'Ici, aumentano gli evasori e l'accertamento diventa più dispendioso.

Sei milioni di parcelle
E il Palazzo? Dove stavano i potenti di Roma mentre le tasse locali se ne andavano in direzioni anomale? Possibile che nessuno se ne sia accorto? Ci sono due deputati del Pd, Ludovico Vico, ex sindacalista della Cgil pugliese, e Rita Bernardini, esponente del Partito radicale, che hanno presentato più di una interrogazione ma senza mai risposte da parte del governo. Due deputati sommersi dalle richieste di sostegno da parte dei sindaci di tutta Italia, che non hanno esitato a denunciare la "corruttela" del sistema. Probabilmente anche il colpo decisivo per la cancellazione di "Tributi Italia" dall'albo dei riscossori è arrivato dal Parlamento. Lontano dai riflettori, la Commissione Finanze della Camera ha indagato a fondo sul caso "Tributi Italia". Si scoprono tante cose leggendo il resoconto dei lavori nella Commissione, come, d'altra parte, i verbali delle riunioni, tenute al ministero dell'Economia e delle Finanze, della Commissione che gestisce l'albo dei riscossori. Per esempio, si scopre di come sia stato tortuoso il cammino per la cancellazione dall'albo. E si scopre che l'Anci, l'associazione dei Comuni, non è sempre stata presente alle riunioni dell'Anacap (l'associazione di categoria dei riscossori). E perché tra i componenti di quest'ultima, che ha voce in capitolo sulla cancellazione, c'è Pietro Di Benedetto che fa l'avvocato e difende proprio "Tributi Italia"? Quest'ultima, a sua volta, ha speso non meno di 6 milioni di euro per pagare i suoi consulenti legali. Tasse dei cittadini? E poi: controllati che controllano? Non resta che dare l'ultima lettura al teutonico codice etico della holding delle tasse, quello che ciascun dipendente ora in cassa integrazione aveva per anni scrupolosamente osservato: "Tributi Italia crede fermamente che l'onestà sia una componente fondamentale di ogni comportamento etico e la lealtà è essenziale per costruire relazioni d'affari solide e durature". Sì, c'è scritto proprio così. SE si fa il federalismo fiscale in queste condizioni, i Comuni saranno CANNIBALIZZATI da queste società private, che operano secondo gli schemi privatitistici, ispirati da criminali che siedono in Parlamento.
                                                                                                                                          
QUESTE COSE SUCCEDONO PERCHE' LE PENE SONO MITI E I PROCESSI SPESSO FINOSCONO IN PRESCRIZIONE. I SEGUACI DI BERLUSCONI RESTANO SPESSO IMPUNITI, COME IL LORO IDOLO. GLI ITALIANI ONESTI, PAGANO, TACCIONO E CONTINUANO A SUBIRE ALTRIMENTI GLI SCHIERANO CONTRO POLIZIA, CARABINIERI, GUARDIA DI FINANZA, ESERCITO, AVIAZIONE, MARINA, E SE OCCORRE ANCHE I CORAZZIERI, OLTRE 350.000 MILITARI AL SERVIZIO DELLA BANDA CHE HA PRESO IL POTERE.
E' IL METODO BERLUSCONI: CON TRE TELEVISIONE, QUALCHE GIORNALE E TANTI AVVOCATI IN PARLAMENTO, SI RUBA SENZA PROBLEMI. SE QUALCHE GIUDICE TENTA QUALCHE PROCESSO, GLI AVVOCATI SONO PRONTI A SFORNARE UNA LEGGE PER IMPEDIRLO. NAPOLITANO, GRATO PER L'ELEZIONE A PRESIDENTE, FIRMA.
QUESTI SONO I FATTI. TUTTI TACCIONO E L'ITALIA VA VERSO IL DISASTRO.
LEGGETE AD PERSONAM DI MARCO TRAVAGLIO. E' IL VANGELO DEGLI ANNI 2000.
 
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Il giornale LIBERO SBEFFEGGIA I MAGISTRATI

Post n°1255 pubblicato il 08 Aprile 2010 da albert.z
 
Tag: LIBERO
Foto di albert.z

IL GIORNALE LIBERO SBEFFEGGIA I MAGISTRATI: MARAMEO AI GIUDICI.

ESULTA SUL FATTO CHE BERLUSCONI RESTA IMPUNITO, GRAZIE ALLA LEGGE CONTRA IUSTIZIAM DEL COSIDETTO "LEGITTIMO IMPEDIMENTO", CHE NON SAREBBE DA APPLICARE FINO AL VERDETTO DELLA CONSULTA, CIOE' MAI, DATO CHE SARA' DICHIARATA INCOSTITUZIONALE.

 

 

 
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Want To Know What Love Is(FOREIGNER)

Post n°1254 pubblicato il 08 Aprile 2010 da albert.z
 

UN PO' DI MUSICA, IN ATTESA DI UNA RIBELLIONE AI TIRANNI, ALLA CASTA DEI LADRONI IMPUNITI. Dobbiamo seguire anche le votazioni delle singole leggi per vedere e annotare coloro che votano leggi inique, ad personam, utili a pochi e dannose a molti: un giorno risponderanno al popolo.

 
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Intercettazioni vietate: fine della giustizia

Post n°1253 pubblicato il 08 Aprile 2010 da albert.z
 

UNA FOLLIA CHE DIVENTERA' LEGGE!!!

PUR DI IMPEDIRE LE INTERCETTAZIONI AI POLITICI DISTRUGGONO LA GIUSTIZIA.

SOLO DEI CRIMINALI POSSONO APPROVARE UNA SIMILE LEGGE!

SE NAPOLITANO LA FIRMA E' COMPLICE ANCHE LUI.

 

 
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TV, INCIUCI E BALLE

Post n°1252 pubblicato il 08 Aprile 2010 da albert.z
 

Le tv SONO essenziali per influire sull'opininone Pubblica.

D'Alema Disse: "Le tv non contano"!

Guarda Gli inciuci TRA D'Alema e Berlusconi

        http://www.beppegrillo.it/2009/12/_guarda_tutte_l.html

 Movimento 5 stelle http://www.beppegrillo.it/movimento/

http://www.italgiure.giustizia.it/nir/1957/lexs_35153.html

 http://www.antoniodipietro.com/tv/index.php aiutaci #

 
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UNA SPERANZA: DEBORA SERRACCHIANI

Post n°1251 pubblicato il 08 Aprile 2010 da albert.z
 
Foto di albert.z

http://www.serracchiani.eu/mi-presento/

IL PD, ha una bella speranza: Debora Serracchiani.

HO CHIESTO A DEBORA DI DIVENTARE PALADINA DI UNA COMMISSIONE DI CITTADINI, ( GIURISTI, COSTITUZIONALISTI, ...), CHE SCRIVANO LE REGOLE PER LA POLITICA, DA METTERE IN COSTITUZIONE, DOPO APPROVAZIONE CON REFERENDUM.
NATURALMENTE QUESTI CITTADINI GIURERANNO DI NON CANDIDARSI MAI AD ALCUNA CARICA POLITICA, ALTRIMENTI FAREBBERO LE REGOLE A PROPRIO FUTURO VANTAGGIO DI FUTURI POLITICI.

QUESTE REGOLE SERVONO PER EVITARE SIA I PRIVILEGI, SIA PER DESCRIVERE ESATTAMENTE I COMPITI DEI SINGOLI ORGANI ISTITUZIONALI ED I LIMITI, IN MODO CHE NON CI SIANO PREVARICAZIONI.
ES. 1) CI SI PUO' CANDIDARE SOLO SE NON SI E' MAI STATI CONDANNATI E NON SI E' SOTTO PROCESSO.
2) L'ELETTO ALLA CAMERA DEVE REALIZZARE IL PROGRAMMA PROPOSTO E NON UN ALTRO, SE NON IN CASO DI DETERMINATE EMERGENZE.
3) NON CI SI PUO' CANDIDARE SE BENEFICIARI DI UN BENE PUBBLICO.
........

 
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IMPEDIMENTO: LEGGE CANAGLIA PER LE CANAGLIE

Post n°1250 pubblicato il 07 Aprile 2010 da albert.z
 

IL REGNO  BIRBONICO SI RAFFORZA:

NAPOLITANO HA FIRMATO L'ENNESIMA LEGGE AD CASTAM E AD PERSONAM, LA LEGGE PER IL COSIDETTO"LEGITTIMO IMPEDIMENTO".  IL PRESIDENTE E I MINISTRI POTRANNO EVITARE DI ANDARE A RISPONDERE AL GIUDICI E DEDICARE IL LORO TEMPO AD ALTRO, FRA CUI MASSAGGI E VISITE DI PIACERE.

E' UNA VERA CANGLIATA PER CANAGLIE CHE HANNO PAURA DI ESSERE GIUDICATE.

CHIARAMENTE ANTICOSTITUZIONALE, INTANTO E' IN VIGORE, FINO ALLA DELIBERA DELLA CONSULTA E/O FINO AL REFERENDUM , CHE DI PIETRO CERCHERA' DI INDIRE, RACCOGLIENDO PRIMA LE FIRME. INTANTO LE CANAGLIE POTRANNO STARE TRANQUILLE ASSIEME ALLE LORO ESCORT.

Prepariamo a raccogliere le firme, ma se tardano a fare il referendum, prepariamoci con le camicie viola..........!!!

 

 
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