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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Aprile 2008

Il programma del cavaliere senza macchia

Post n°611 pubblicato il 30 Aprile 2008 da albert.z
 

Sarà interessante misurare di quanto il programma di governo si discosterà dalla macabra previsione di Peter Gomez e Marco Travaglio su L’espresso. Di seguito l’articolo.

Non occorre Nostradamus, per vaticinare le prime mosse del governo Berlusconi III. Bastano e avanzano i precedenti del Berlusconi I (1994) e soprattutto II (2001-2006), nonché gli annunci - o le minacce - dell'ultima campagna elettorale per farsi un'idea precisa di che cosa ci riserva il futuro.

 Essendo ancora imputato al Tribunale Milano per falso in bilancio, frode fiscale e appropriazione indebita (diritti Mediaset) e per corruzione giudiziaria (presunta tangente per tappare la bocca al testimone David Mills) e in udienza preliminare a Napoli per corruzione (dell'ex direttore di Raifiction Agostino Saccà), nonché indagato a Roma per istigazione alla corruzione di alcuni senatori del centrosinistra affinché passassero col centrodestra, il Cavaliere si occuperà anzitutto dei suoi processi. Da una parte deve evitare una possibile condanna in quelli milanesi che si concluderanno entro qualche mese: infatti anche se appare scontato che la prescrizione impedirà di arrivare a un verdetto definitivo, cominciare il proprio mandato con una dichiarazione di colpevolezza potrebbe essere devastante dal punto di vista dell'immagine. Dall'altra, Berlusconi deve risolvere alla radice i possibili problemi causati dalle due nuove indagini, relative a fatti dello scorso anno.
In più c'è da sistemare l'imputato a lui più vicino: Marcello Dell'Utri. Pregiudicato per frode fiscale, il senatore azzurro s'è appena visto annullare con rinvio la condanna in appello a 2 anni per tentata estorsione mafiosa, ma rischia nell'altro processo: quello d'appello per concorso esterno in associazione mafiosa, chiuso in primo grado con la condanna a 9 anni. Decisive in tutti i dibattimenti sono le intercettazioni telefoniche. Non a caso il programma del Pdl vi dedica ampio spazio. Testuale: «Limitazione dell'uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali bientali solo al contrasto dei reati più gravi », che Berlusconi ha spiegato essere solo «la mafia e il terrorismo», aggiungendo che già nel primo consiglio dei ministri «saranno introdotte pene severe per chi trasgredisce: 5 anni per chi ordina intercettazioni non permesse, 5 anni per chi le esegue, 5 anni per chi le diffonde, 2 milioni di euro di multa per gli editori che le pubblicheranno ». E quelle già acquisite in precedenza? Siccome si applica sempre la legge più favorevole all'imputato, verrebbero cestinate su due piedi. Migliaia di processi fondati su intercettazioni (compresi, per esempio, quelli per Calciopoli, per le scalate dei furbetti, e per il caso Berlusconi-Saccà- senatori) andrebbero così in fumo. Dell'Utri resterebbe però escluso dal colpo di spugna, essendo imputato per concorso esterno. Ma questo reato - «inventato» nel 1987 dal pool di Falcone e Borsellino - molti dirigenti del Pdl, Berlusconi in testa, hanno più volte annunciato di volerlo cancellare, o ridimensionare.

 
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Italia dei valori e la sicurezza

Post n°610 pubblicato il 29 Aprile 2008 da albert.z
 

Antonio Di Pietro: Filtri agli ingressi dalla Romania. Rimandare indietro tutti i rumeni senza fissa dimora o lavoro. Più fondi e personale a polizia e tribunali per accelerare l’iter processuale anche con l’esecuzione della pena dopo il primo grado di giudizio. E soprattutto che non ci siano trucchi.

 
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Tutti a firmare i referendum

Post n°609 pubblicato il 24 Aprile 2008 da albert.z

E' nel vostro interesse: la democrazia, la libertà, risparmio di soldi sprecati ai giornalisti del regime.

FATE PROPAGANDA PER LE FIRME AI REFERENDUM SULL'INFORMAZIONE

Le firme raccolte complessivamente per i tre referendum sono circa 1.500.000. Non è mai successo nella storia della Repubblica in un tempo così breve. Per ogni referendum sono necessarie 500.000 firme. Per tutto il mese di maggio la raccolta continuerà con i banchetti. E' necessario il maggior numero di firme per raggiungere un margine di sicurezza. A luglio 2008 Beppe Grillo consegnerà le firme alla Corte di Cassazione.

 
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Basta con il fascismo

Post n°608 pubblicato il 24 Aprile 2008 da albert.z
 

Il nuovo fascismo è il controllo dell’informazione. I nuovi fascisti sono coloro che controllano l'informazione.
Firmate i tre referendum: abolizione dell'ordine dei giornalisti, abolizione dei finanziamenti pubblici di un miliardo di euro all'anno all'editoria, abolizione della legge Gasparri e del duopolio Partiti-Mediaset.

 
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Aiutaci a difendere la democrazia!!!

Post n°607 pubblicato il 23 Aprile 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

Invia questa email a tutti coloro che vogliono una
informazione libera in Italia per firmare il 25 aprile
per i tre referendum:

1- abolizione dell'ordine dei giornalisti di Mussolini
2- cancellazione dei contributi pubblici all'editoria, che la rende dipendente dalla politica
3- eliminazione del Testo Unico Gasparri sulla radiotelevisione, per un'informazione libera dal duopolio Partiti-Mediaset

 
Il 25 aprile saremo in 460 punti in tutta Italia
e in città su 5 continenti.
Trova quello più vicino a te su: http://www.beppegrillo.it/v2day/mappa/

 
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IL 25 APRILE FIRMATE I REFERENDUM

Post n°606 pubblicato il 23 Aprile 2008 da albert.z
 

Voi siete Beppe Grillo. Ragionate con la vostra testa. Prendete in mano questo Paese. E' il vostro Paese. Non abdicate ai vostri diritti. L'informazione è un diritto. Vi è stato tolto.Per questo siamo ridotti così. Solo atttraverso una libera informazione l'Italia tornerà un Paese libero, bello, splendente come nel Rinascimento. Io ci credo, credeteci anche voi.
Il 25 aprile è un'occasione per dire ai partiti, alle banche, alla Confindustria e a Testa d'Asfalto che in Italia comandano i cittadini. Che l'informazione deve essere al servizio della democrazia, non dei gruppi di potere. I partiti non hanno mai fatto una legge contro il conflitto di interessi. Domandatevi il perchè. Per beneficenza? O perchè con una libera informazione sarebbero spariti TUTTI, TUTTI, il giorno dopo per non farsi prendere a calci nel culo dagli italiani.
In alto i cuori. IIl 25 aprile in 400 città italiane ci sarà la raccolta delle firme per i referendum per una libera informazione in un libero Stato. No all'ordine corporativo dei giornalisti, al finanziamento pubblico di un miliardo di euro all'anno all'editoria, alla legge Gasparri sulle radiotelevisioni. 400 città con musica, informazione, giovani e vecchi per una giornata di festa. Il 25 aprile prendete la pillola rossa.

 
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INFORMAZIONE DEMOCRATICA

Post n°605 pubblicato il 23 Aprile 2008 da albert.z
 

V2-day_Don_Gallo.jpg
Clicca l'immagine

Biodiesel e morti di fame
Il costo del grano, del riso, della soia sta crescendo. Il valore delle azioni delle aziende che producono biocarburanti aumenta. I campi producono etanolo al posto del pane. Il cibo crea energia meccanica, non più umana. Le macchine vengono sfamate, i poveri del mondo tirano la cinghia.


biofuel_cereali.jpg
Grafici aumento prezzo del cibo e della produzione di biocarburanti (fonte FT)

Il biocarburante genera un surplus azionario per le aziende dell’energia. L’assenza di cibo crea invece i morti di fame. Un mondo senza morti di fame sarà un mondo ecologico. Un primo mondo sviluppato senza la palla al piede delle Nazioni in via di sviluppo. Senza il secondo, il terzo e il quarto mondo. Una diminuzione demografica è necessaria per lo sviluppo del PIL. Meno bocche da sfamare e più energia per tutti. La rivolta del pane e l’assalto ai forni stanno ritornando di moda. I poveri non vogliono morire di fame in silenzio. Sono i soliti no global.
Molti Paesi hanno imposto restrizioni all’esportazione di prodotti agricoli. L’Argentina, l’Egitto, l’Ucraina. L’erba del vicino, se è più verde, se la tiene lui. In 30 Stati ci sono stati disordini per l’aumento del prezzo dei cereali. Di solito domanda e offerta hanno lo stesso andamento. Per i cereali non è così. Negli ultimi anni la domanda è cresciuta dell’8%, il prezzo è aumentato del 50%. E’ la globalizzazione dei morti di fame. Al contadino non far sapere quanto vale il biodiesel senza pere. Se lo sa, lo vende a prezzo maggiorato. Se non lo sa, la multinazionale gli compra i campi.
Le nazioni più povere importano cereali per sfamarsi. Se una parte della loro produzione è gestita dalle multinazionali dell’energia il prezzo della fame sale insieme alla Borsa. Giro, giro tondo, cade il mondo, cade la terra, salgono i dazi, cresce la fame, l’azione si impenna. Tutti giù per terra.

 
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VERRA' LA MORTE E AVRA' I TUOI OCCHI..

Post n°602 pubblicato il 18 Aprile 2008 da albert.z

di CESARE PAVESE

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

 

 
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Post N° 601

Post n°601 pubblicato il 18 Aprile 2008 da albert.z
Foto di albert.z

Clicca sull'immagine per ingrandire.

 
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Condannati in Parlamento

Post n°600 pubblicato il 18 Aprile 2008 da albert.z
 

I radicali italiani, ex berlusconiani, ora veltroniani, ma sempre confindustriali mi danno del bugiardo per non aver inserito Lelouca Orlando dell'Italia dei Valori nell' elenco dei 100 diversamente onesti tratto dal libro "Se li conosci, li eviti" di Travaglio e Gomez . E, invece, di aver lasciato Lino Jannuzzi (FI) e Giovanni Mauro (FI). Marco Travaglio risponde.

"Caro Beppe,
rispondo a Simone Sapienza, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, a proposito della mancata inclusione di Leoluca Orlando nelle liste dei candidati nei guai con la giustizia. Quando abbiamo compilato l'elenco per il libro "Se li conosci li eviti", Peter Gomez e io ci siamo attenuti a un criterio preciso: escludere i reati "politici" e "di opinione", oltre a quelli derivanti da incidenti stradali e simili. Insomma, abbiamo inserito quelli che, a nostro avviso, creano qualche problema di compatibilità con la funzione di rappresentante del popolo nelle istituzioni.
L'esponente radicale ha un concetto un po' singolare di "reato di opinione": eppure lo dice la parola stessa. Se uno esprime una legittima opinione nell'ambito della sua attività politica può incappare nel Codice penale, ma - secondo noi - non diventa incompatibile con la presenza in Parlamento. Se uno mente sapendo di mentire, raccontando bugie, non esprime un'opinione: racconta balle. E tanto peggio se si tratta di un giornalista, che avrebbe il dovere di scrivere la verità e di verificare ciò che scrive.
Se Jannuzzi scrive che Andreotti è stato assolto a Palermo, dunque era innocente, dunque non aveva rapporti con la mafia, dunque bisogna processare Caselli e gli altri pm che hanno osato portarlo in tribunale, non esprime un'opinione: racconta una balla, visto che ribalta la sentenza definitiva della Cassazione che ha giudicato Andreotti colpevole di mafia per il reato "commesso" fino alla primavera del 1980, ma prescritto durante il processo.
Se Lehner scrive che Borrelli e il pool di Milano hanno attuato un golpe, punito dall'articolo 289 del Codice penale (attentato a organo costituzionale) per aver indagato doverosamente sulle notizie di reato emerse a carico di Berlusconi, non esprime un'opinione: attribuisce un reato a magistrati che hanno compiuto semplicemente il proprio dovere costituzionale, in base all'obbligatorietà dell'azione penale.
Orlando invece non ha fatto nulla di tutto questo: nei primi anni 90, quando alcuni consiglieri comunali di Sciacca raccolsero le firme per indire un referendum che facesse decadere il sindaco antimafia Ignazio Messina, tenne un comizio per difendere l'onest'uomo, accusando chi lo voleva rovesciare di rispondere a certi interessi facilmente immaginabili. I giudici ritengono che li abbia diffamati e l'hanno condannato. Cose che capitano a chi fa politica o informazione difendendo la legalità. Mi viene in mente il caso di Alberto Cavallari, grande direttore del Corriere della sera, che negli anni 80 scrisse che Craxi rubava (negli stessi anni lo diceva anche Grillo, e veniva radiato da tutte le tv). Lo condannarono, perchè non aveva prove sufficienti per suffragare la sua sacrosanta denuncia. Poi quelle prove saltarono fuori e Craxi fu condannato, ma era troppo tardi: Cavallari nel frattempo era morto. Personalmente, l'avrei fatto senatore a vita. Fra l'altro, Orlando ha pure una condanna per aver diffamato Previti: un reato pressochè impossibile, visto quel che si è scoperto dopo. Un reato che, ai miei occhi, è una medaglia al valore.
Quanto a Mauro, era nella lista del V-Day perchè aveva anche condanne provvisorie per gravi delitti contro la pubblica amministrazione, oltre a una condanna definitiva per diffamazione. Visto che poi è stato assolto, è uscito dall'elenco nonostante la sentenza definitiva per diffamazione.
I radicali fanno bene a rivendicare "una classe dirigente quasi interamente condannata per reati legati alla disobbedienza civile": infatti non ci siamo mai sognati di inserire Pannella e la Bonino nell'elenco dei condannati, ben sapendo che le condanne per spaccio o per vicende legate all'aborto altro non erano se non frutto di battaglie e provocazioni politiche. Ben diverso il caso di Sergio D'Elia, che oggi sarà pure un nonviolento, ma ha una condanna per concorso in omicidio risalente ai tempi in cui militava nell'organizzazione terroristica Prima Linea. Nulla in contrario alle sue battaglie di oggi: ma i condannati per omicidio - sempre a nostro sommesso avviso - devono accontentarsi di combatterle da privati cittadini. Da casa propria. In Parlamento gli omicidi non devono mettere piede." Marco Travaglio

 
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Bossi arbitro del governo

Post n°599 pubblicato il 17 Aprile 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

Le elezioni, oltre ad aver chiarito il quadro politico, eliminando una miriade di inutili partitini, che pensavano solo ai propri interessi di politicanti lontani dalla gente, ha visto la netta affermazione della Lega. Oggi diventa determinante per la maggioranza e quindi può imporre il rispetto del programma. FEDERALISMO FISCALE E LOTTA AI CLANDESTINI CHE SONO UN PROBLEMA DI SICUREZZA. Non sono un problema le badanti, anzi sono molto utili alle famiglie che ne hanno bisogno, come gli operai, per molti lavori che gli italiani non vogliono fare.

Spero che Bossi sia deciso ad avere questi due punti importantissimi del programma altrimenti farà la fine della Sinistra Arcobaleno.

Inoltre occorre ridurre la spesa per la politica riducendo a metà i parlamentari e i vari consiglieri, abolendo le province, eliminando gli Enti inutili, togliendo ai dirigenti delle società pubbliche il potere di decidere il loro stipendio, ma dando questo potere ad un'Authority, in modo che vi sia un equilibrio con quelli europei.

Speriamo anche che Bossi si opponga decisamente ai favoritismi delle leggi ad personam, altrimenti, dagli storici, non sarà considerato uno statista, ma un compare.

 
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Pubblico due "commenti" a FABIO MUSSI

Post n°598 pubblicato il 17 Aprile 2008 da albert.z
 

QUALCHE CAUSA DELLA SCONFITTA DELLA SINISTRA. (ERA ORA!)

da http://www.sinistra-democratica.it/la-sinistra-riparta-da-una-nuova-generazione

Caro Fabio,
Bertinotti era ormai un salottiero dandy, che quando incontrava Berlusconi parlavano del loro Milan!
Noi volevamo un lottatore per la DEMOCRAZIA: solo una rete tv ad un privato. Non capite l'importanza di poter disporre di tre reti tv!?!
Basta finanziare i giornali: Berlusconi si prende 30 milioni di euro l'anno dalle tasche dei cittadini e glieli avete dati voi!!!!Dovevate rivedere la legge dando i finanziamenti solo ai giornali di partito che hanno almeno il 2% dei voti. Occorre che diventiate federalisti, perché oltre ad essere un ottimo sistema amministrativo, al nord lo vogliono al 99,99%. Solo voi non capite l'importanza di responsabilizzare gli amministratori locali. Inoltre i cittadini del nord sono stanchi di essere sfruttati!
Volete addirittura eliminare i CPT, mentre la gente ha paura delle migliaia di reati che subisce dai clandestini!!!
Siete proprio lontani, in Paradiso. Ricchi, ben pasciuti, senza problemi, mentre i pensionati per mangiare devono rubare nei supermercati.

Per ridurre i prezzi occorrerebbe il doppio prezzo sul cartellino di ogni prodotto: il prezzo che l'ha acquistato il commerciante ed il prezzo di vendita.
Allora, per esempio, le borse di Prada che vengono vendute a 400 euro, mentre a lui costano 20 euro potrebbero calare. L'insalata comprata a 0,10 al chilo non sarebbe più venduta a 2,80 euro al chilo!

albertozen
QUANTA CULTURA! SIETE TALMENTE STRATOSFERICI, CHE NON VEDETE I BISOGNI DEI CITTADINI, DEI CONSUMATORI, DEGLI OPERAI, IMPIEGATI, OPERAI, GIOVANI E PENSIONATI. NON AVETE CAPITO CHE E' ORA DI ELIMINARE LE SPESE INUTILI DEL CARROZZONE POLITICO, I PRIVILEGI DI OGNI TIPO CHE VI ACCORDATE. VOI LASCIATE CHE I PRECARI SIANO SFRUTTATI SENZA PROTEZIONI E VI MERAVIGLIATE CHE LA GENTE NON VI VOTI.
NON AVETE CAPITO CHE 1000 EURO AL MESE SONO POCHI PER UN OPERAIO,NON AVETE PROPOSTE CONTRO L'INFLAZIONE, PER RECUPERARE IL MAGGIOR COSTO DELLA VITA. LA GENTE VUOLE SICUREZZA E VOI VOLETE ELIMINARE I CPT.
SIETE CONTRARI AL FEDERALISMO, CHE E' INVECE MOLTO UTILE PER RESPONSABILIZZARE GLI AMMINISTRATORI LOCALI.
SIETE L'ESPRESSIONE DELLA VECCHIA NOMENCLATURA CHE PROPONEVA IL COMUNISMO ED E' FALLITO.

A QUESTO PUNTO MEGLIO LA LEGA, ALMENO DARA' FEDERALISMO FISCALE E SICUREZZA. SE VUOLE NON APPROVA NESSUNA LEGGE AD PERSONAM, DATO CHE AL SENATO E' DETERMINANTE, E DI LEGGI AD PERSONAM NE HA GIA' APPROVATE ANCHE TROPPE.

 
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DUE AMICI ED IL LORO EROE

Post n°597 pubblicato il 16 Aprile 2008 da albert.z
 
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I rapporti  di Berlusconi con Dell’Utri e Mangano

Nella prima metà degli anni settanta diverse organizzazioni criminali (non ultima la mafia) usavano, per autofinanziarsi, ricorrere alla pratica del sequestro di persona nei confronti di imprenditori (o di loro familiari) non molto noti al grande pubblico e Berlusconi, all’epoca già padre di due figli, era tra questi: il 7 luglio 1974 l’avvocato palermitano Marcello Dell'Utri (all’epoca collaboratore di Berlusconi e che in seguito fu eletto senatore per il partito da quest’ultimo fondato), mise in contatto Berlusconi con Vittorio Mangano. L’incontro avvenne nella neoacquistata villa San Martino ad Arcore, e il motivo ufficiale della presenza di Mangano fu quello di assumere le mansioni di fattore e stalliere. In realtà, Mangano si occupò anche della sicurezza della villa e dell’incolumità dei figli di Berlusconi, che usava anche accompagnare a scuola. Disse anni dopo Dell’Utri: «Berlusconi ha assunto Mangano, gliel’ho presentato io, è verissimo, tra tante persone che c’erano in concorso per quella posizione, e ai quali Berlusconi ha addirittura affidato la casa, e il signor Mangano accompagnava anche i figli di Berlusconi a scuola. Non vedo niente di strano nel fatto che io abbia frequentato in questa maniera il signor Mangano, e lo frequenterei ancora adesso».[47] Vittorio Mangano si licenziò nel 1976. A suo carico, nel periodo successivo all’impiego a villa San Martino, una condanna per traffico di droga e un’altra per associazione mafiosa semplice. Fu inoltre sospettato del rapimento di Luigi D’Angerio, che avvenne nella notte di S. Ambrogio del 1974, subito dopo una cena ad Arcore. La procura della repubblica di Palermo sostiene che Marcello Dell’Utri era a conoscenza dei precedenti penali di Mangano. Al tempo in cui Dell’Utri, infatti, lasciò l’impiego in banca per diventare collaboratore di Berlusconi, e successivamente chiamò Mangano ad Arcore, la locale stazione dei Carabinieri ricevette un’informativa dai loro colleghi palermitani che segnalava Mangano quale persona con precedenti giudiziari e Dell’Utri quale persona che era informato di ciò.[48]

Il 26 maggio 1975 una bomba esplose nella villa di Berlusconi in via Rovani a Milano, provocando ingenti danni con lo sfondamento dei muri perimetrali e il crollo del pianerottolo del primo piano.

Berlusconi, dopo aver ricevuto varie minacce, si trasferì per qualche mese con la famiglia in Svizzera e successivamente in Spagna.

Il 28 novembre 1986 un altro attentato alla villa milanese creò unicamente danni alla cancellata esterna. Berlusconi, nel mezzo di un’intercettazione telefonica, commentò con Dell’Utri l’attentato definendolo scherzosamente un atto fatto «con affetto», proseguendo sullo stesso tono che «secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, lui metterebbe una bomba» e sottolineando che la natura del gesto è da ricercarsi nel fatto «che non sa scrivere».[49] Contrariamente a quanto Berlusconi pensava, invece, l’attentato non è attribuibile a Mangano in quanto all’epoca del fatto era detenuto. Esso è ascrivibile altresì (come risulta dalle dichiarazioni di Galliano Antonino) alla mafia catanese: una volta raccordatosi con il suo sodale Nitto Santapaola di Catania, Totò Riina, il capo di Cosa nostra, aveva, come si suol dire, «preso in mano la situazione» relativa a Berlusconi e Dell’Utri, che, come si è visto (per concorde dichiarazione di Ganci, Anzelmo e Galliano), sarebbe stata sfruttata non soltanto per fini prettamente estorsivi, ma anche per potere “agganciare” politicamente Bettino Craxi.

Un rapporto della Criminalpol del 13 aprile 1981 recita che «L’aver accertato attraverso la citata intercettazione telefonica il contatto tra Mangano Vittorio, di cui è bene ricordare sempre la sua particolare pericolosità criminale, e Dell’Utri Marcello ne consegue necessariamente che anche la Inim spa e la Raca spa (società per le quali il Dell’Utri svolge la propria attività), operanti in Milano, sono società commerciali gestite anch’esse dalla mafia e di cui la mafia si serve per riciclare il denaro sporco, provento di illeciti».[50]

Sull’attività di Mangano nello stesso periodo in cui prestava servizio come stalliere di Berlusconi il giudice Paolo Borsellino rilasciò, poco prima di morire, un’intervista a un giornalista francese nella quale definiva il Mangano come una delle teste di ponte di cosa nostra nel nord Italia.[51]

 
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REGALI AGLI STRANIERI !

Post n°595 pubblicato il 16 Aprile 2008 da albert.z
 

Scrive un lettore sul Gazzettino:

"Noto, con sconcerto, la disinvoltura dell'attuale Governo Prodi nell'elargire agli immigrati cospicue somme di denaro, mentre al cittadino italiano lesina addirittura la giusta e sudata pensione. Mi riferisco al recente provvedimento del Consiglio dei Ministri che riconosce al genitore dell'immigrato, se richiamato in Italia dal figlio residente in Italia, una somma di denaro equivalente all'importo della pensione minima di un italiano. La somma è aumentata di circa 150 Euro mensili se l'età dello straniero ricongiunto alla famiglia supera i 65 anni. Si riconosce allo straniero, una pensione superiore a quella pagata al cittadino italiano che ha versato, per lunghi anni, i contributi previdenziali e nonostante ciò non gode dei medesimi benefici.

Non voglio negare la solidarietà allo straniero richiamato in Italia e in cattive condizioni economiche, ma il cittadino italiano non riceve la stessa attenzione riconosciuta all'immigrato. E' uno sbilanciamento eccessivo a favore dell'ospite straniero che si vede riconosciuti "super diritti" negati al cittadino italiano. Risulta evidente la contrastante applicazione delle norme costituzionali, le garanzie sono applicate al contrario: il cittadino italianonon è nemmeno equiparato, nell'evidenza dei fatti, allo straniero! "

Con la vittoria della LEGA NORD, si è voluto anche punire questa sinistra, molto attente ai diritti degli stranieri e infingarda con quelli dei poveri italiani.

E' logico che siano stati espulsi dal Parlamento a toccare con mano le difficoltà della gente.

 
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Ricchi sempre più ricchi e poveri in aumento

Post n°593 pubblicato il 12 Aprile 2008 da albert.z
 

Da circa 20 anni i politici e gli economisti hanno detto: lasciate che l’economia sia fatta dal MERCATO. Con la globalizzazione i vari economisti liberisti europei e americani  teorizzavano un proficuo scambio di merci con vantaggi reciproci. Il guaio è che le condizioni e i costi di lavoro dei lavoratori, nei vari paesi di produzione, sono molto diversi e molte aziende europee, per non chiudere, hanno dovuto portare gli impianti di produzione in Cina, India e altri paesi in cui la manodopera costa un decimo di quella europea.

Inoltre il costo del petrolio sempre crescente, l’aumento dei consumi delle materie prime, dei cereali, ha creato una spirale in cui i prezzi hanno avuto un aumento vertiginoso.  Mentre quelli che potevano alzare i prezzi di vendita nei vari passaggi non hanno avuto grossi problemi.  I consumatori, specie in Italia,che subivano i rialzi, non hanno avuto aumenti di reddito per vari motivi. La concertazione degli anni ’90, adottata fino al 2000, è stata abbandonata. I sindacati, si sono dovuti impegnare per salvaguardare i posti di lavoro minacciati dalla delocalizzazione.

La  colpa maggiore risiede, però, nel dominio dei mass media in mano alle  organizzazioni dei padroni, ( Confindustria, Associazioni di piccoli e medi industriali) che riuscivano a diffondere le ragioni padronali e dei venditori.  Un po’ alla volta, nel giro di 7 anni, i prezzi sono raddoppiati, mentre gli stipendi e pensioni restavano pressoché fermi. Il governo Prodi ne ha preso coscienza troppo tardi e poco ha fatto per invertire la tendenza, così operai, impiegati e pensionati, con le stesse entrate del 2001, non possono più acquistare tutti quei beni che acquistavano prima, ed è quindi calata la crescita del PIL.

I poveri sono quindi aumentati. Si calcola che ormai, in Italia siano almeno 20 milioni, rappresentati, oltre che da disoccupati, da pensionati e lavoratori dipendenti precari e lavoratori stabili ma dai lavori di scarsa abilità intellettiva e agricoltori con piccoli appezzamenti di terreno che una volta vivevano dignitosamente.

 Le altre categorie, lavoratori autonomi, artigiani, grossisti, commercianti, liberi professionisti ( specialmente i dentisti e i notai), industriali, banchieri, finanzieri, gestori di servizi privati per il pubblico, come proprietari di case di cura, o gestori di Autostrade, o di Telefoni, al contrario hanno aumentato i loro già consistenti guadagni. Le liberalizzazioni sono state più che altro delle privatizzazioni, con licenziamenti di migliaia di dipendenti, che hanno dato un calo dei costi, ma che il consumatore non se ne è accorto in quanto quasi tutti i prezzi sei servizi sono saliti. Oggi in Italia siamo nelle stesse condizioni, le classi dei venditori e prestatori si servizi autonomi, ha alzato troppo i prezzi e hanno messo in grossa difficoltà i lavoratori dipendenti e i pensionati.

 

I politici, da vari anni, hanno lasciato che tutti i lavoratori indipendenti potessero decidere liberamente delle loro parcelle, del costo dei loro servizi senza controllare se le loro richieste erano eque. (In Italia abbiamo anche altre cose vergognose come tutte quelle fattucchiere, cartomanti e vari oroscopari, chiamati in tutte le trasmissioni a ingannare la gente, che si arricchiscono fregando il popolo con la complicità dei politici.) Le liberalizzazioni di Bersani non hanno prodotto gli effetti sperati, spesso sono state disattese in quanto erano senza sanzioni per chi non le rispettava. ( Molto strano che queste leggi non avessero sanzioni!)

 

Il politico che maggiormente ha sostenuto la tesi della assoluta libertà del mercato è stato chiaramente Berlusconi, specie in occasione dal passaggio dalla lira all’euro, e continua ad esserlo ancora con il Partito delle libertà, che sta significativamente a dire che vogliono essere lasciati liberi di arricchirsi ulteriormente, a spese delle altre classi sociali.

Mi viene in mente una situazione che è emblematica di questa libertà di alzare i prezzi a spese dei consumatori. In Colombia esiste una grande laguna dove vivevano felici i pescatori in un certo numero. Fin che c’era equilibrio tra pescatori e pesci tutto andava bene, ma poi quando i pescatori aumentarono troppo la laguna fu sfruttata troppo pescando anche i pesci immaturi, cioè prima che potessero riprodursi in sufficiente quantità. Tutti si lamentano, ma nessuno mette un regolamento per lasciare che i pesci crescano e per controllare il numero dei pescatori in modo che la cosa non si ripeta.

Ancora nessuno ha deciso di regolamentare in maniera equilibrata il rapporto tra venditori e consumatori, tra banchieri e clienti, tra dentisti e pazienti.  Le organizzazioni dei consumatori sono deboli e i partiti sono pieni di amici dei produttori dei venditori e dei banchieri. L’unico che è sceso in campo per difendere i consumatori è Bruno De Vita, con il suo Partito: UNIONE DEMOCRATICA PER I CONSUMATORI, ma quasi nessuno lo ascolta.

Bruno De Vita, dice proprio che è inutile la corsa tra l’aumento dei prezzi e l’aumento dei salari e pensioni, senza un controllo di come si fanno i prezzi. Occorre fare una legge in modo che in ogni passaggio il venditore deve mettere sul cartellino di vendita del suo prodotto due prezzi: IL PRIMO E’ IL PREZZO CHE LUI HA COMPRATO IL PRODOTTO, IL SECONDO E’ IL PREZZO DI VENDITA AL CONSUMATORE DEL PRODOTTO. Senza questa importantissima regola, ogni altro provvedimento è vano e svanisce nel tempo, anche a breve, facendo,anzi crescere ulteriormente l’inflazione. Inoltre la costruzione del prezzo del petrolio va rivista, ma in questo campo occorre un’azione politica internazionale, e ciò è molto difficile.

 

SE CONTINUA COSI', TRA UN PAIO D'ANNI COMINCERANNO GLI ASSALTI AI SUPERMERCATI.

 
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Impunità di frode

Post n°591 pubblicato il 10 Aprile 2008 da albert.z
 

Chi contamina gli alimenti se la cava sempre. Sconti di pena, patteggiamenti, benefici.  E soltanto ora il ministero divulga la lista nera dei condannati.

 

 

L'impunità è sostanzialmente garantita: basta patteggiare per tornare in fabbrica, nella stalla o in cantina e ricominciare con i trucchi. Quasi mai gli italiani vengono informati sulla malafede di chi produce, confeziona, custodisce o cucina quello che mangiano e bevono e nessuno finisce in carcere . Lo Stato è di manica larga con chi mette a rischio la salute dei cittadini o inganna la fiducia dei consumatori: sconti di pena o libertà condizionale per tutti, fedine sbiancate con la "non menzione" delle condanne.
 
 Le 19 persone uccise dal metanolo, con il blocco delle esportazioni e la crisi dei vini italiani, aveva impartito una lezione: pochi criminali erano riusciti a distruggere la credibilità di un'intera categoria. Subito venne varata una legislazione severissima, che introduceva anche la gogna per i banditi del cibo. Sì, la legge metteva al primo posto la salute rispetto alla tutela di marchi, aziende, ristoranti e negozi. Un principio fondamentale, che poi è stato costantemente disatteso anche di fronte a situazioni di grande allarme sociale: i nomi delle ditte coinvolte diventano sempre una sorta di segreto di Stato, esponendo così l'intero settore alla psicosi e i consumatori al pericolo di bocconi indigesti. Dopo il metanolo, il Parlamento aveva scelto una strada diversa.
 
Dal 1986 per legge il ministero della Sanità è stato incaricato di rendere noto ogni anno "l'elenco pubblico" dei condannati per frode o sofisticazione. Però i governi si sono guardati bene dal propagandare la lista nera: veniva inserita nella "Gazzetta ufficiale", senza scadenze fisse. Con un aspetto di legalità formale: i dati risalivano in genere a cinque anni prima. Nel 2003 sono state rese note le sentenze che erano diventate definitive nel 1998. Nel frattempo le ditte potevano avere cambiato nome, titolare e logo, per tornare a colpire più di prima.



Nei giorni scorsi, dopo la richiesta formale de "L'espresso", il ministero della Sanità ha deciso di rendere disponibile sul suo sito web la lista degli ultimi verdetti. Una scelta di trasparenza, a cui si è aggiunto un elenco sugli anni precedenti. Si tratta però di informazioni molto parziali. Anzitutto le comunicazioni più rapide riguardano le infrazioni minime, che diventano subito esecutive con il pagamento della multa: sono soprattutto trattorie, bar e banchi con cibi mal conservati. I processi veri  per frodi più importanti, richiedono invece anni prima della Cassazione. C'è anche il problema del ritardo nella trasmissione da parte dei giudici. Le punizioni recenti riguardano in massima parte il tribunale di Milano e poche altre sedi giudiziarie: non c'è nulla su Roma e sulla Sicilia, per esempio. Ma la colpa non è del dicastero guidato da Livia Turco, dove spiegano che spesso la magistratura fornisce l'elenco «ad intervalli pluriennali ed ha per oggetto provvedimenti emessi nell'arco di 3-4 anni». Insomma, anche questo deterrente introdotto dal legislatore contro i sofisticatori è stato soffocato dalla disastrosa condizione della burocrazia italiana. Non sorprende quindi scoprire che la cantina di Veronella, punto di partenza dell'ultima maxiinchiesta sul "vino contaminato", era già stata coinvolta nello scandalo al metanolo. Oggi patteggiare di fatto significa farla franca: pena sotto i due anni, niente carcere né servizi sociali, nessuna menzione sul certificato penale. Insomma, nulla di nulla: una vera pacchia a danno dei consumatori.  Uno studio condotto da cinque ricercatori dell'Università di Parma, dipartimento di salute animale, rivela in modo impressionante, tutti i lati oscuri della nostra industria più ghiotta. In cinque anni, tra il 1995 e il '99, ci sono state 2.540 sentenze definitive. In massima parte, però, si tratta di alimenti conservati male, sporchi, corretti con sostanze proibite: minacce secondarie alla salute, sanzionate con una multa. Ma anche quando il tribunale ordina la reclusione, pochi scontano la pena. In 207 casi è stata concessa dai giudici la sospensione condizionale. Per non parlare dei regali dei politici , come l'ultimo indulto, che ha spazzato via gli effetti di questi crimini. La statistica diventa terrificante quando si esamina la "non menzione", ossia i condannati a cui non viene nemmeno macchiata la fedina penale: ben 1.215 che quindi restano totalmente impuniti. Sono colpevoli di avere lucrato su carne, latte, verdura o altri cibi fuorilegge, ma, i nostri cari politici, all'indomani della sentenza li lasciano partecipare alla gara per rifornire un asilo o un ospedale.

Infine i politici ci servono una bella beffa: vengono sostenuti con denaro pubblico tutti i produttori di un settore danneggiato dall'effetto delle truffe, ma non si risarciscono le vittime. È ciò che è accaduto con l'eccidio del metanolo, che uccise 19 persone e ne rese cieche altre 15. Dopo più di 22 anni le vittime non hanno visto una lira e nemmeno un euro. Lo schema è lo stesso: gli arrestati diventano nullatenenti prima del giudizio, le aziende falliscono e al momento della sentenza i quattrini si sono dissolti. Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo e al tempo rappresentante legale delle famiglie, ricorda: «Al processo ottenemmo provvisionali alte, anche 300 milioni di lire, ma rimasero sulla carta. L'incredibile è che lo Stato stanziò decine di miliardi per aiutare il settore vitinicolo, duramente provato dallo scandalo. Furono spesi pacchi di denaro per campagne pubblicitarie, per potenziare i controlli, perfino per riparare i danni subiti dai supermercati stranieri, ma nemmeno una lira fu destinata alle vittime». Nella macchina impazzita della giustiza si scoprono altri due incentivi a delinquere. Il primo è la clemenza automatica, con sconti elargiti anche a chi non risarcisce i danni o non mostra nemmeno rimorso: il principale responsabile della strage da metanolo, da una pena iniziale di 16 anni alla fine ne ha passati in cella meno della metà.  Pur di difendere la classe degli imprenditori si difendono in modo scandaloso anche i delinquenti.

 
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ALGERINO CON 21 REATI, MAI ESPULSO DAL 2001 !!!

Post n°590 pubblicato il 10 Aprile 2008 da albert.z
 

Un algerino clandestino dal 2001 (sic!) fermato in questi anni per 21 volte per reati vari, ha commesso un reato gravissimo di violenza verso un minore.
Come mai se clandestino, arrestato e poi liberato non è mai stato espulso?
Per essere espulsi deve prima violentare o ammazzare qualcuno?
Quanti casi del genere dovremo ancora sopportare?
Possibile che in tutte le promesse elettorali di destra o sinistra non c'è nessun riferimento a questo problema?

Sia Berlusconi che Prodi non ci hanno difeso! Con Mastella e Bertinotti come poteva?

 
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Dell'Utri:" Mangano un eroe"

Post n°589 pubblicato il 10 Aprile 2008 da albert.z
 

 Berlusconi: ''Dell'Utri dice bene''


Perché Dell'Utri, braccio destro o sinistro di Berlusconi ha detto che il mafioso Mangano è un eroe?

Ha lanciato un messaggio ai mafiosi: votate per noi, che vi consideriamo eroi.

Che vergogna!!!

Voci indignate all'indirizzo di Dell'Utri e del Cavaliere si sono levate da molti esponenti politici. "Come si fa a dire 'faremo di tutto per estirpare definitivamente la mafia' e al tempo stesso definire il boss Mangano un eroe? - si chiede Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato e candidata alla Presidenza della Regione Siciliana - Sia chiaro che le due cose non stanno insieme e che questo atteggiamento ambiguo sulla mafia è inaccettabile".

vedi biografia di VITTORIO MANGANO : http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Mangano

 
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Sotto Berlusconi: un paese allo sbando

Post n°588 pubblicato il 09 Aprile 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

 

Nel periodo 2001-2006, l’Italia  si è piazzata all'ultimo posto per la crescita della produttività del lavoro (Pil per ora lavorata) che è stata praticamente nulla («inferiore allo 0,5%»). La situazione mostra miglioramenti nel 2006 (+1%) rispetto agli anni precedenti (dal -1,2% del 2002 al +0,4% del 2005), ma l'Italia resta molto sotto della media Ocse (+1,4%) e dell'Europa a 15 (+1,7%), per non parlare del 5,2% segnato dalla Repubblica Slovacca e del +3,4% di Corea e Ungheria. La produttività multifattoriale (che include fattori quali l'innovazione tecnologica e organizzativa), nel 2001-2006, accusa addirittura una flessione media dello 0,5%, confermando l’Italia  all’ultimo posto.

Un Paese a decrescita netta. Questa  è l'Italia che esce dal Factbook 2008 dell'Ocse. Resta la sesta economia mondiale, ma è scivolata al 20esimo posto (dietro alla Spagna) se si considera il Pil pro capite.  L’Italia gode di un altro record negativo: ha il secondo peggiore debito pubblico del mondo ed è ultima per crescita del Pil negli anni più recenti tra i 30 Paesi più industrializzati. Ad aumentare sono state in compenso le disparità di reddito (sesto posto). Nella quasi 300 pagine di numeri, grafici e statistiche esposte dall'Ocse, molti dati sono conferme (senza perdere per questo il loro carattere allarmante), come la crisi di produttività, la bassa crescita demografica (+0,08% nel 2006), la bassa fertilità (1,34), i bassi tassi di occupazione in particolare delle donne (46%) e l'elevato numero degli anziani. Durante il governo Berlusconi la situazione è stata in continua discesa.

Gli ultra 65enni erano il 19% nel 2006 e saliranno al 33,7% nel 2050, quando l'Italia avrà il rapporto più sfavorevole di tutta l'area Ocse tra pensionati e lavoratori (98,5). Lavoratori che devono fare i conti con un compenso medio (35.833 dollari l'anno nel 2006 per occupato nell'intera economia) che è i livelli più bassi tra i big industrializzati, dopo avere segnato una delle crescite più deboli nell'area Ocse tra il 1995 e il 2006 (+2% medio annuo, al terzultimo posto). Non che gli italiani lavorino poco (ottavo posto con 1.800 ore l'anno) e sono molti anche quelli che lavorano in proprio (26,7% del totale degli occupati nel settore civile). L'Italia  resta anche il Paese con le maggiori disparità regionali in materia di disoccupazione.

 Altri dati inquietanti: i «giovani inattivi», ovvero nullafacenti, auspicabilmente non per scelta. Il nostro Paese, secondo l'Ocse, è seconda solo alla Turchia con il 10,9% dei ragazzi e l'11,4% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni che non vanno nè a scuola, nè lavorano. E i coetanei che frequentano una scuola certo non brillano, se paragonati agli altri studenti dei maggiori Paesi, come annualmente confermano i test di Pisa che vedono i liceali italiani nelle ultime posizioni (24esimi) per abilità e conoscenze.

L'Italia è quasi fanalino di coda anche negli investimenti nella conoscenza (quart'ultima tra i 18 big, con poco più del 2% del Pil), nè per numero di ricercatori (24esima su 30). In compenso abbondano i telefoni (quarta per accessi telefonici). Ad avere segnato il passo, secondo l'Ocse, sono invece le autostrade: penultimo posto per crescita della rete. Non fa certo onore, poi, la terzultima posizione per gli aiuti allo sviluppo (0,20% del Pil nel 2006). Dalle statistiche Ocse emerge, infine, che gli italiani spendono poco anche per i divertimenti e la cultura: le famiglie solo il 4,1% del Pil nel 2005 e lo Stato si ferma allo 0,8%. È un'Italia un po’ triste quella che esce dal quinquennio di governo Berlusconi. Chi andrà al governo saprà fare meglio?

 Con questi risultati anche un cretino ci riuscirebbe.

 
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