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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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CORROTTI AL GOVERNO, TRA FESTINI E PUTTANELLE

Post n°936 pubblicato il 20 Agosto 2009 da albert.z
 
Foto di albert.z

Dal blog di DANIELE MARTINELLI

La stagione di prosa dei politici è in pieno calendario. Gli italiani in cassa integrazione e i pochi in ferie sono più attenti a ciò che accade. E’ il momento di rincoglionirli con i giochi di prestigio ma purtroppo Bossi e il corruttore non sono proprio dei maghi. Non lo sono nemmeno con i giochi di lingua. La boutade del dialetto e l’inno da parte di Bossi che attacca i giornalisti “che dovrebbero andare in galera perché inventano le storie dell’inno” non fa ridere. Fa solo ribrezzo. Se Bossi fosse un uomo manderebbe prima in galera il corruttore, libero grazie al voto che la Lega ha messo al lodo alfano. Inoltre raglierebbe contro la Mostra del cinema della leghista Venezia, dove Giuseppe Tornatore presenterà in apertura “Baaria” il suo film in dialetto siciliano che significa Bagheria.

Intanto il corruttore va in Tunisia dal presidente “Bela lì” per fare “affari” e fa outing sul suo settimanale “Chi” per servire alle sciure marie il gusto del diverso. Le cassintegrate potranno leggere la vita castigata del “niente festini e puttanelle” in un servizio senza domande, dentro il lettone del direttore Alfonso Signorini tutto lingua e flesso a 90 gradi per mantenersi il posto.

Esauriti i dialetti e gli inni ci prova il corruttore a sconfiggere il “male”. Ma è solo un’illusione. Il migliaio di cassintegrati lombardi della Donora di Cortenuova, della manifattura di Legnano, della Brandt di Brescia e del linificio di Villa D’Almè in procinto di rimanere senza lavoro e senza stipendio perché le loro aziende hanno finito i soldi, non sentono ragioni. Se vedessero lui e il fido Bossi li manderebbero entrambi “a dà vià ‘l cul“.

A li mortacci” è invece il saluto in coro dei 6 mila nuovi disoccupati nel settore turistico campano, che annegano nella crisi e nel mare di liquami fra Capri e costa napoletana. Anche perciò le presenze sono dimezzate nell’”estate monnezza 2009″.
Un bel vaffanculo in volgare dantesco giunge pure dall’Etruria, dove latitano i 5 milioni di fondi per i 3 mila nuovi disoccupati toscani in attesa di risposte. Finora soltanto in 127 hanno avuto l’ok in una regione dove a settembre un artigiano su 10 non ricomincerà.
Scenario cupo anche in Veneto dove 2.690 aziende non riapriranno dopo le vacanze. Il tutto mentre il ministro Zaia va in Meridione a promettere di regalare terreni dello Stato agli imprenditori locali e l’ìistituto Bruno Leoni chiede la No tax area solo dall’Abruzzo in giù.

Una bella Lega e un bel Pdl, non c’è che dire. Ma soprattutto un bell’autunno rovente attende i 2 moschettieri della mafia. Quella che l’eroe Mangano ha portato fortuna al puttaniere, in procinto di andare in pellegrinaggio pure a San Pio nell’intento di scongiurare la sua terribile fine anticipata, dopo lo spavento per la decapitazione in perfetto stile talebano della statua di Bossi a Recoaro terme. Un segnale chiaro, che dimostra come la Lega assieme al corruttore se le cerca. I suoi seguaci integralisti sono capaci soltanto di seminare odio e cavalcare le polemiche sterili di 4 mamme zoticone, che fanno cacciare dalla piscina la collega islamica in burkini. Il tutto grazie al contributo del sindaco scaligero Flavio Tosi, già condannato per razzismo, fra i papabili alla successione del presidente veneto Galan(te).

La Lega cavalca le quisquilie a bordo vasca ma niente provvedimenti per la giunta di Fondi (LT), infiltrata di camorra. Maroni non li ha per fonderla e commissariarla. Come al solito promette : “Tutto rimandato a settembre“. Pur senza crediti. “Compaign dè tace somar” (come tanti somari). Prosa dialettale su cui calare un pietoso sipario.

 
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