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IL MIO CUORE GRIDA E TI CERCA SVEGLIO OLTRE IL BUIO DELLA MORTE....

Post n°75 pubblicato il 23 Ottobre 2006 da starman2006
 

immagineViandante del weblog che cammini affollato per le strade del cyberspazio fermati ed ascolta la voce di un amore che vincerà la morte e conoscerà l'infinito......da www.larepubblica.it del 16/10/2006

"Ti hanno ucciso, compagno della mia vita, ma io non lascerò niente dietro le spalle, non me lo perdonerei mai. Ora tu meriti questa battaglia per la ricerca della verità, e sia verità e giustizia per tutti gli uomini giusti morti per mano mafiosa, in questa terra che amavi e per cui sei morto". E' uno dei passaggi della lettera che la vedova di Francesco Fortugno, Maria Grazia Laganà, ha scritto al marito assassinato il 16 ottobre dello scorso anno, pubblicata nel supplemento speciale di 12 pagine dedicato dal Quotidiano della Calabria all'anniversario dell'omicidio.

Negli stessi giorni in cui si preparano le commemorazioni pubbliche per ricordare l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, la denuncia contro la 'ndrangheta torna in primo piano. In queste stesse ore infatti prosegue la protesta di Mario Congiusta, l'uomo che da venerdì sta portando avanti in piazza del Tribunale, a Locri, uno sciopero della fame per chiedere che vengano individuati i responsabili dell'omicidio del figlio Gianluca, ucciso a Siderno il 24 maggio del 2005. Oggi un abbassamento di pressione ha costretto l'uomo a sospendere la sua protesta. "Non è stato niente di grave - ha detto Congiusta - e domattina intendo riprendere lo sciopero". La protesta, comunque, va avanti. Il suo posto, infatti, è stato preso da Rosanna Scopelliti, figlia di Antonino, sostituto procuratore generale della corte di Cassazione ucciso in un agguato il 9 agosto 1991. Da ieri, inoltre, stanno facendo lo sciopero della fame a oltranza anche i ragazzi di Locri del movimento "E adesso ammazzateci tutti" e Gino Manca, padre di Attilio Manca (ucciso a Viterbo l'11 febbraio 2004), giunto a Locri da Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) insieme alla moglie e all'Associazione Rita Atria.


Ma sono le parole della lettera della vedova di Fortugno a colpire al cuore i calabresi. "Vedrai, mio amato - scrive - Giustizia busserà alla nostra porta e tremano gli assassini, perché loro spetta il peggior tormento. Mi avvolge la speranza di raggiungerti nell'appagamento di questa nostra sete di giustizia, di verità. Porto dell'amor tuo la forza in cuore".

"Chi - dice ancora Maria Grazia Laganà - ti ha strappato a me, interrompendo così violentemente il nostro respiro, il nostro beato andare per questa realtà che ci era stata concessa per viverla sempre insieme e a piena dignità? Chi ha potuto vendere la propria anima per spezzare con veleno mortale la nostra, congiunta e voluta tale dalla promessa solenne d'amore? Piango il vuoto dei nostri figli, Giuseppe, Anna, che sospirano il tuo impossibile ritorno nelle loro vite che procedono".

"Non cerco - scrive la vedova Fortugno - chi mi commisera. Io cerco te, solo te. Mio cavaliere di luce, fiero di servire i principi della vita. Ho bisogno di sapere che non resterai estraneo da lassù al grido forte del mio cuore che ti cerca sveglio nel buio, frantumato dal ricordo di chi ti ha tolto la vita".

 
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starman2006
starman2006 il 30/10/06 alle 11:19 via WEB
Dal sito della mia amica Maya leggo e rilancio--- Antonino Tripodi, 52 anni, lavorava per la Provincia e per una coop di disabili collaborava anche con un consorzio per il recupero degli ex detenuti REGGIO CALABRIA - E' morto senza aver ripreso conoscenza l'architetto ferito ieri sera a Reggio Calabria. Antonino Tripodi, 52 anni, si trovava ricoverato agli Ospedali riuniti, per le ferite riportate in un agguato che gli era stato teso da due sicari mentre parcheggiava il suo furgone. La morte è sopraggiunta per le ferite ai polmoni che gli sono state provocate da quattro degli otto proiettili esplosi dai sicari che impugnavano pistola calibro 7,65. La squadra mobile della questura, diretta da Salvatore Arena, che conduce le indagini, esclude che il fatto di sangue possa essere collegato all'attività di architetto che l'uomo svolgeva per conto dell'amministrazione provinciale di Reggio Calabria, di cui era dipendente. La polizia indaga nella vita privata dell'uomo: Tripodi, vedovo dal 1999, era anche presidente di una cooperativa che dà assistenza ai portatori di handicap ed era anche inserito in consorzio per il recupero degli ex detenuti. Quando è stato affrontato dai killer, l'architetto era alla guida del pulmino della cooperativa. Quando è stato soccorso le sue condizioni sono apparse abbastanza gravi, al punto che i medici lo hanno sottoposto a intervento chirurgico e disposto il suo ricovero nel reparto di rianimazione. Ma poco dopo le 13 di oggi l'uomo è morto. ( da La Repubblica) Mentre ieri a Reggio si diffondeva paura per le scosse di terremoto avvertite (Reggio è zona altamente sismica, non ci dimentichiamo il terremoto del 1908 che rase completamente al suolo Reggio e Messina!), agli ospedali riuniti di Reggio Calabria, un uomo, un architetto (mia stessa professione), lottava tra la vita e la morte per un agguato subito la sera precedente! Alla fine è stata la morte ad avere la meglio! E ora, come starà quel suo unico figlio, già segnato dalla morte della madre? Questo significa ESSERE PROFESSIONISTI A REGGIO CALABRIA...
 
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può raggiungere, quando al di là del corporeo
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Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,
alla luce del giorno e al lume di candela.
Ti amo liberamente, come gli uomini che lottano per la Giustizia;
Ti amo con la stessa purezza con cui essi
rifuggono dalla lode;
Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze
e quella che fanciulla mettevo nella fede;
Ti amo con quell’amore che credevo aver smarrito
coi miei santi perduti, - ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime dell’intera mia vita! - e,
se Dio vuole, ancor meglio t’amerò dopo la morte.

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