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1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

 

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Post N° 1379

Post n°1379 pubblicato il 27 Dicembre 2008 da psike830

C'era quella canzone che tu traducevi e sembrava parlare di noi, c'era la cioccolata bianca con la fragola e le caramelle direttamente dal Cile, c'era lasciarti guidare, fare spese insieme, girare in tondo per il centro commerciale, c'era sbagliare il nome del cinema, provare a ricordarsi il titolo del film, c'era il pub sotto al castello, ascoltare cantare te e le tue sorelle, c'era venirti a prendere, c'era la cena con salmone, grissini e Teroldego, c'eravamo noi 3 sulle scale di palazzo dei papi e una bottiglia di vino, c'era entrare il quel bar e fingerti per due volte uno studente erasmus che parla solo spagnolo, c'eravamo noi 2 seduti sulle scale di Lucio, col locale chiuso la notte della vigilia di Natale, e poco prima c'era stato il caffè a porta romana, c'era dire "domani ci metteranno sui giornali" quando ci incontrava qualche compaesano, c'era il tuo attaccare bottone con tutti, c'erano le nostre battute a doppio senso, c'è stato il primo bacio che ti ho dato a Santa Lucia, c'era il credersi simili, c'era quella che chiamavi sincerità, c'era conoscere i tuoi parenti, venirti a prendere in mezzo alla strada quando hai fuso il motore della macchina, la prima volta che ci siamo incontrati c'è stato il parlare d'università, c'è stato il mio indicarti il punto dov'era morta mia madre e poi ci sono state parole e coccole, domande senza risposte e cercare di capire cos'era quello che provavamo, c'era il tuo riuscire a tirarmi fuori delle cose belle, c'erano i tuoi messaggi di buongiorno, il tuo invitarmi a casa, c'era il mio quasi non riuscire a credere di aver ottenuto tanto, c'era poi il ricadere giù all'improvviso, c'erano i tuoi passi avanti e poi quelli indietro, c'era il tuo dire di aver paura, c'erano i racconti di quelle che sembrano le tue mille vite, c'era sentirti parlare spagnolo, inglese e italiano con la stessa facilità e ieri sera anche francese, c'era il vino caldo coi chiodi di garofano, c'era il salmone all'aneto, c'era portarti il caffè a lavoro, c'era il ricordarti subito che a me piace con po' di latte freddo, c'era completarsi le frasi, c'era non riuscire a trovare quella sala da biliardo che dicevi, c'era quasi perdersi per vt, c'erano tutte le buche che hai preso col pandino, c'era dirti che hai le manie di grandezza, c'era il tuo rifletterci su, c'era il mio non riuscire ad abbassare le difese, c'era la mia diffidenza e le tue moine, c'era anche il mio credere di essere poco più forte e lucida  o forse più intelligente, c'era il tuo prendermi per mano per le scale di casa di tuo cugino e l'avergli chiesto di lasciare la porta aperta, c'era quella stanza con due letti e le mattonelle che ballano, c'era non ho capito quale radio che a una cert'ora trasmette solo canzoni napoletane, c'era il desiderio di spegnerla ma non la voglia di alzarsi per farlo, c'era baciarsi nel bagno dell'enoteca e aver voglia di chiudersi dentro, c'era comprare 3 pacchetti di preservativi perchè li dimenticavi a casa, c'era accendere la stufa e poi vederla spegnersi dopo due minuti perchè è finito il gas, c'era il piumone che al buio mi sembrava più, c'era che è uguale al mio verde, c'era provare più di una volta a farlo e non riuscirci, troppo cibo, troppo vino e troppe paranoie, c'era parlare di fedeltà quando nessuno te l'aveva chiesto, c'era il tuo continuare a chiedere "che cosa siamo?", c'era il mio chiedermi "che cosa sto facendo?", c'era qualche volta tornare a casa e pentirsi un po' o non riuscire a dormire, c'era la voglia di abbracciarti a volte, c'era il passarti le dita tra i capelli neri, c'era pranzare all'aperto a viale garibaldi e vedere questo paese con occhi completamente diversi, ma in fondo il paese non cambia mai, c'era il caffè al roxy e il tuo credere che io sia innamorata del mio migliore amico, il tuo chiedere più di una volta se lui fosse gay, c'era il tuo addormentarti completamente nudo sulla mia spalla e i tuoi riccioli che mi solleticano le guance, c'era la mia pelle irritata dalla tua barba, c'era il tuo dirmi che sono "poco comunicativa", c'era farlo la prima volta per 3 ore di fila e non riuscire a venire, c'era metterci mezz'ora a ritrovare i vestiti, c'era farlo la seconda volta e non venire di nuovo ma lasciartelo credere, non fingere, solo lasciartelo credere e fare praticamente la sauna, fermarmi coi capelli bagnati e la schiena umida, c'erano le tue coccole dopo il sesso e il mio rifugiarmi in un agolo, c'erano i consigli che ti davo su M., c'era il modo in cui hai chiesto il mio numero di telefono e i primi messaggi che mi hai madato, stanotte c'è stato ascoltarti dormire e rimanere con gli occhi spalancati a fissare il soffitto e immaginare di essere lì con B., immaginarlo quasi al tuo posto nel semibuio e poi invece cadere nei tuoi occhi neri, c'era il tuo tirare il piumone perchè chissà come era finito tutto dalla mia parte, c'era accarezzarti i fianchi, leccarti e poi fermarmi, c'era il tuo cambiare continuamente idea, il tuo essere instabile, il mio adattarmi, il mio continuare a non chiedere e cercare di capire, c'era il tuo dirmi di non fare quello che devo fare ma quello che voglio fare e poi mettere la sveglia alle sei del mattino per andare a lavorare e chiedermi di restare a dormire, c'era abbracciarti e aver voglia di farlo e poi svegliarti alle 4 e mezzo del mattino e chiederti di accompagnarmi alla porta, c'era darti l'idea per i regali di natale delle tue sorelle, c'era pagarti da bere, c'era dividere un panino o una piadina a metà, c'era la maionese sulle patatine e l'hamburger "va bene senza ketchup?", c'era il tuo cantare i Police e Santana al pub e alzare il volume quando il mio stereo canta "all apologies", c'era il tuo vizio di dire sempre le cose a metà e quello di lasciare i pacchetti di sigarette vuote dietro la mia macchina, c'era il caffè al bar in piazza e cercare un film da vedere, c'era la tua felpa rossa e quella grigia a righe, c'era sfilarti la maglietta dai pantaloni, fare una foto alla pancia gonfia dopo una cena abbondante, c'era il locale a piazza delle erbe, farmi conoscere la tua amica, sederti sullo sgabello e catare e suonare una chitarra con solo 3 corde e il video di quella sera, c'era andare in 3 da Lucio e le penne che ci ha regalato e poi raccontarti tutti i cazzi nostri davanti ad una bottiglia di vino e sentirti sparare unmare di cazzate su religione e politica, c'era chiedermi al cinema "secondo te qualcuno potrebbe davvero organizzare una finta invasione aliena per un proprio tornaconto? Non so tipo dare il potere ai ricchi e lasciare i poveri inmezzo ad una strada?" e il mio risponderti "Beh...sarebbe uno spreco di tempo e d'energie, non è già così?" e il tuo sorridere, c'era il tuo sbagliare le doppie di certe parole e il modo buffo in cui pronunci 'capocciata', c'era il pub con tuo fratello e la mia amica A., c'era aspettarli fuori al cancello di casa, c'era sperare sempre che sia apertoil bar all'incrocio del lago per fare colazione e trovarlo sistematicamente chiuso, c'era il distributore di sigarette e "scendi tu o scendo io?", c'era prestarti "Follia" e star sotto casa tua a ridere leggendo frasi di quel libro di psicologia.
Ci sono stati 16 giorni.

Ma in realtà non c'è stato assolutamente niente.

(spero solo di aver ricordato tutto e di averlo scritto tutto qui, perchè è qui che deve rimanere e non nella mia testa. Parli di sincerità e di rispetto, ma non sai assolutamente cosa significa. Ti avevo solo chiesto di non metterti in mezzo tra me e D., usi le donfidenze e le debolezze della gente per approfittare della situazione, sei moltopeggiore di quello che pensavo)

Ora devo solo trovare il modo per chiudere

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Commenti al Post:
Luciernaga
Luciernaga il 27/12/08 alle 19:30 via WEB
...la via del perdono proprio non è possibile?
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/12/08 alle 16:14 via WEB
beh...è stata possibile ma solo perchè sono una scema irresponsabile e masochista...eh vabbè...ormai è andata...Psì
 
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JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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