1,nessuno¢omila
Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina
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Dondolavo con la sedia in equilibrio precario su due sole gambe, osservavo il monitor inanimato del mio pc sorseggiando un caffè e alternandolo a gustosi morsi di un pasticcino alla panna. Fuori la finestra del mio ufficio sole e palme travestivano l’autunno portoghese in una primavera per me inconsueta. Silvia, al computer di fronte al mio, proseguiva nella sua quotidiana corrispondenza con l’Italia tra messenger ed sms.
Il ritratto perfetto di due lavoratori modello.
Non ne ricordo esattamente la data, tanto meno l’ora, probabilmente perché ancora inconsapevole che il corso di quel giorno sarebbe stato ben differente dal consueto caffè – ufficio - di nuovo caffè -pranzo con i colleghi – ufficio -pausa pomeridiana – casa - delirio notturno.
Quel giorno lei mi tese la mano, mi raggiunse tra il mio caffè e il mio pasticcino, mi fece mettere composto sulla sedia, riattivarmi dalla modalità stand-by. Io, titubante, la afferrai e senza rendermene nemmeno conto mi ritrovai dall’altra parte dello schermo, dove quel mondo scritto, letto e immaginato usciva dai canoni della fiction per divenire reale. Quasi come ospite nel backstage del mio telefilm preferito, in un misto tra incredulità e “soggezione”, mi muovevo con la cautela di chi è consapevole aver varcato il confine di un mondo delicato ed elitario, laddove non a tutti è concesso entrare. Assaporavo questo privilegio e sorridevo inebetito di fronte al monitor.
Silvia mi osservava stranita, si chiedeva probabilmente cosa mi animasse in un giorno di così scarso lavoro. Provai a spiegarle e farle percepire il significato dell’evento ma ovviamente lei non capì a fondo e tornò ai suoi sms dopo poco. Sole e palme erano ancora li, impassibili, sempre più orgogliosi nel privarmi del mio autunno. Il pasticcino alla panna, immobile, appoggiato sul suo sacchetto di carta beige della caffetteria aspettava mangiassi ciò che ne restava. Continuai a condividere l’emozione solo con me stesso, di fronte al mio amico monitor, con lo stesso sorriso ebete.
Il resto è storia.. è gioire per una semplice finestra messenger che si attiva, è non sentirmi solo dopo che la mezzanotte giunge e il mondo attorno a me si spegne, è lasciar scorrere pensieri, tristezze felicità su un monitor lcd sentendo però una presenza fisica ma, ancor più importante, amica, reale e affine. E’ non abituarmi che questo sia scontato, sorprendermi ogni volta ed andare a dormire sorridendo anche dopo una giornata negativa. Sorridere per quanto sia razionalmente assurdo ma assolutamente vero e spontaneo. Poi, senza nemmeno pensarci troppo, il senso della nostra alchimia di parole notturne affiora ed ogni spiegazione razionale diviene superflua: lo hai detto tu, l’ho ribadito io, “forse è che siamo due dei pochi sognatori rimasti” si, “sognatori e idealisti”.
p.s.: tra poche ore Psi, pochissime.. ti chiedo un inboccaallupo e prometto mantenere la promessa :-)
JO
perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.
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DUE ZERO ZERO CINQUE
RADIOFRECCIA
"...perchè le canzoni non ti tradiscono.
Anche chi le fa può tradirti,
ma le canzoni,
le tue canzoni,
quelle che per te han voluto dire qualcosa
le trovi sempre lì,
quando tu vuoi trovarle.
Intatte.
Non importa se cambierà chi le ha cantate.
Se volete sapere la mia,
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