Creato da psike830 il 19/11/2005

1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

Messaggi del 14/05/2006

Appuntamento.

Post n°403 pubblicato il 14 Maggio 2006 da psike830
Foto di psike830

E ogni domenica aspetto, come fosse un appuntamento con me stessa, ogni domenica mi siedo su quel terrazzo con la schiena poggiata sul palo in legno e scopro qualcosa in più, del panorama e di me.
Non credevo che anche nelle giornate non poi così terse si potesse vedere fin laggiù, fin dove la mente non si orienta nemmeno più (orientarmi io?!).
E chissà che paese è quello laggiù, lo chiedo ad Ale, lui che sa tutto e mi risponde incerto lasciando spaziare gli occhi, cercando punti di riferimento e poi mi spiega che quelle che io chiamo semplicemente nuvole sono cumulo nembi...
Io semi-psicologa  lui quasi metereologo, strana coppia d'amici che atrribuiscono nomi diversi ad ogni cosa....
Abbiamo pranzato lì, col sole che andava e veniva, con l'insalata di riso e la maionese come nei giorni estivi e il vento che ti costringeve a tenere sempre il bicchiere pieno per non farlo volar via. 
Accendo un'altra sigaretta anche se so che a lui da fastidio, fisso per un attimo l'accendino blu.
"
Il 25 discuto la tesi, tu quando hai intenzione di ricominciare a studiare?"
Premuroso come un padre lui, ribelle come una figlia, io.
Il dvd di Verdone scorre sullo schermo e lui sa tutte le battute a memoria, come io conosco tutte le parole delle canzoni di Battisti.
Leggo distrattamente il mio libro di psicobiologia col vento che entrando dalla finestra mi accarezza la schiena leggermente scoperta. Lui batte veloce sulla tastiera spiegando a parole sue un mondo fatto solo di nuvole, venti, sole e temporali.
Già le sette, scendo a prendere la macchina, pochi metri e butto un occhio al bar, come per istinto. La tua macchina. ["Ho fatto la macchina nuova!" "Davvero? Che colore hai scelto? Non dirmi gialla come questa!?" "No, no...è un azzurro grigio, non so come spiegartelo...." e com'era bello il tuo sorriso e vederti gesticolare lento per accompagnare le parole]
Ho guardato la strada, non avevo voglia di incontrarti, non avevo voglia di vederti con chissà chi, e l'ho fatto senza dolore, senza starci troppo a pensare.


["...dimostri sempre più di essere quell'anima meravigliosa che chiunque vorrebbe al suo fianco...Mi manca il tuo respiro sul mio petto.Un beso."   B., sms ,7/5/2005 (e non avevamo ancora fatto l'amore....)]

 
 
 

Post N° 402

Post n°402 pubblicato il 14 Maggio 2006 da psike830
Foto di psike830

Ti capita mai, in quei momenti, di fermarti per un attimo a pensare?
A pensare a quant'era diverso, a quant'era perfetto incastrare i propri gesti in quelli dell'altro?
E ti cerco distrattamente tra la gente, poi mi dimentico, poi mi torni in mente, poi mi fermo a chiacchierare coi tuoi amici, soprattutto con lui che, a dir la verità, mi interessa anche un po' e magari interesso anche lui visto che ogni sabato rimaniamo sempre più tempo a parlare del più e del meno, aumentando le pause tra una parola e l'altra cercando di far passare il tempo....e tu chissà dove sei....divisi da questi 5 chilometri  e da un mondo intero, io e te opposti e simili.
Non lo so quand'è successo, forse proprio mentre ridevo con le amiche raccontando il modo in cui la prima volta hai provato a baciarmi e io ti ho respinto, forse proprio lì mi sei entrato nei pensieri....
E io non cerco te come tu non cerchi me e a volte mi piace pensare che ti manco e a volte preferisco pensare che nemmeno mi ricordi.

Niente
e tutto
nè amici
nè amanti
due corpi
due menti.

Credo di conoscermi
e se fossi davvero innamorata
t'avrei cercato talmente tanto da toglierti il respiro
se fossi stata davvero innamorata avrei dovuto sapere quello che provi per me, per togliermi ogni dubbio,
per toglierti da ogni pensiero
e forse avevi ragione "un amico non è forse quello che più cerchi in me"
Un amico no,in fondo non lo siamo mai stati anche se mi accorgo che un amico è quello che la maggior parte delle volte non fa domande....
E nemmeno solo un amante perchè di quelli ne ho, magari non perfetti come te
ma può essere solo la perfezione dell'atto
a far nascere la mancanza?

E poi mi manchi in modo strano,
a giorni alterni
a volte in modo dolce che starei per ore ad accarezzarti un braccio come ogni volta che siamo anadati al cinema
a volte in modo quasi violento
come quella sera in cui abbiamo fatto l'amore completamente ubriachi sbattendo in ogni angolo dello studio e non ricordandoci quasi dov'eravamo.

Un'alternanza di vuoti e piene
di straripamenti e secche
un fiume dal corso irregolare, questo sei nella mia mente.

Nel mio cuore non lo so
l'hai punzecchiato a volte, un paio di volte ne hai spalancato le porte all'improvviso facendomi quasi paura
nel modo tranquillo che avevi di camminarci facendoti spazio disinvolto tra le ragnatele.... 
Poi tornava a chiudersi senza lasciare segni di scasso, come se niente fosse accaduto.

E a volte mi chiedo il senso delle tue lacrime
io e te che non abbiamo mai parlato tanto
che in fondo non siamo mai entrati in confidenza
di te conosco poche cose e tantissime
potrei forse leggere molti tuoi gesti
ma non conosco il tuo piatto preferito o le musiche che ascolti

E' stato un conoscersi solo d'istinto, d'inconscio
senza chiedere, senza indagare per scoprire
ci dicevamo frasi stupide e ci confidavamo inconfessabili segreti con lo stesso tono di voce.

E ogni volta su quelle curve, su quella strada ti dicevo quanto amavo il panorama visto da lassù tanto che ormai mi anticipavi rallentando e guardandomi prima di quella curva e poi sorridevi sentendomi dire le stesse cose con le stesse parole.
E ogni volta sapevo che inviandoti un messaggio mi avresti risposto dopo ore o il giorno dopo a seconda della "serietà" del messaggio.
E di messaggi chiari noi non ce ne siamo mai scritti
tutte mezze poesie improvvisate, inversioni di verbi, omissionidispazi, baci ai gusti più vari, come quello "al carciofo" che mi hai mandato l'anno scorso...
Forse questo significa conoscersi, non sapere dov'è e cosa fa quella persona in ogni preciso istante
forse questo sarebbe solo controllo
e che imbarazzo quando incontravo i tuoi amici e mi chiedevano dov'eri e io non lo sapevo perchè magari non ci sentivamo da giorni.
E per me era normale finchè qualcuno non mi chiedeva curioso che tipo di rapporto fosse e io di parole per rispondere non ne avevo frugando dentro la mente che ricordava solo il tuo sorriso e gli orgasmi multipli del fine settimana precedente.
Anche stasera M. mi ha chiesto "ma scusa? ma possibile che in un anno non avete mai parlato di niente?"
ma noi parlavamo, eccome se parlavamo ore intere tra i cartoni animati e la filosofia, tra i libri letti e i tuoi pazienti, tra i miei studi e i sogni sconclusionati che facevi quando t'addormentavi tra le mie braccia.
Ma di noi non abbiamo mai parlato, mai una volta ci siam detti cos'eravamo o ci siam chiesti cosa potevamo diventare, mai una volta ci siam detti un ti voglio bene o un mi manchi, era tutto forse scontato, forse superfluo forse, semplicemente, folle.
E io non ti ho mai chiesto niente come tu non lo hai chiesto a me
come quella sera che mi hai detto
"ieri mia sorella mi ha chiesto se io e te ci vedevamo ancora perchè sono stato un finesettimana a Firenze da lei e non ci siamo chiamati nemmeno una volta, io le ho risposto di si senza pensare, perchè so che non ho bisogno di chiamarti per confermarti che ci sono o che ci sei"
E passavamo anche due settimane con un solo squillo ognuno a  vivere la propria vita e magari pure le proprie storie però io sapevo che tutto questo non aveva niente a che fare con noi due.
"Noi" rimanevamo comunque lì, anche quando arrivavo in discoteca e ti trovavo a baciare un'altra tu mi vedevi, ti alzavi e la lasciavi lì, come se all'improvviso non esistesse più, come se non fosse niente e io non mi arrabbiavo e io non chiedevo il suo nome e a me dava solo fastidio che quello era un bacio in meno per me, perchè sentivo che quello che vivevamo tra quelle 4 mura e in quei pochi messaggi e telefonate era più vero di ogni altra cosa al mondo che si possa toccare e manipolare.

E adesso mi manca questo non averti.

E a volte mi dimentico perfino d'averti vissuto e respirato.

E a volte mi torni in mente impetuoso e un po' svampito come sembravi nei modi di fare, eppure intelligente e attento.

E a volte, come adesso, parlo di te e non so perchè. 

 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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