Creato da psike830 il 19/11/2005

1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

Messaggi del 26/05/2006

Parole.

Post n°437 pubblicato il 26 Maggio 2006 da psike830
Foto di psike830

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All'improvviso ti accorgi di quanta gente popola il mondo, ognuno con la sua storia, le sue pene, il suo fardello, le sue gioie, la sua esperienza, i suoi consigli da regalare.
Ognuno alla ricerca di qualcosa, che sia sorriso, che sia amore, sesso, anello al dito, amicizia, conforto, attenzione.
E ognuno ha la sua solitudine, da cercare, da eliminare.
Ti guardi intorno e all'improvviso vedi quello che prima non notavi.

Questo pensavo seduta al tavolo coi miei libri e la mia sigaretta accesa. Sotto le scarpe sabbia e non asfalto...più morbida, più labile, aiuta a pensare, magari a sognare.
Poi apro il blog e trovo le parole di Davide, in un certo senso simili alle mie riflessioni.
E' lontano, non conosco la sua voce, qualche volta ho visto il suo viso in qualche foto scattata da chissà chi, chissà dove, in posti che io non conosco, ma che a lui son familiari.
Eppure... condividiamo pensieri, canzoni, emozioni.
Ieri mi è arrivata una mail da una persona che ha un blog, qui su Libero, poche parole.
Non ho ancora risposto, non perchè non mi abbia fatto piacere, ma perchè mi ha colpito quanto il nostro modo di vedere il mondo sia simile, i particolari colti a colpo d'occhio, le posizioni da prendere, le scelte da fare, l'amore per le parole, il modo di usarle...non solo come mezzo d'espressione, ma anche come sfogo, come un tirar fuori quello che dentro non si può contenere, perchè insopportabile, perchè non trova spazio o sede.
A volte, leggendolo, ho avuto come l'impressione di averle scritte io le sue parole, avrei usato gli stessi termini, la stessa punteggiatura, avrei sottolineato e tralasciato le stesse cose.
E questo...mi fa sentire meno sola, non nella realtà di tutti i giorni, ma nella vita, nel mondo.
E non sempre è facile dire certe cose, parlare di quello che uno ha dentro, sì, certo, si può scrivere, ma troppo spesso poi le parole rimangono solo d'inchiostro.
Quante volte avrei voluto scrivere per dire le cose che non so dire, per raccontare ciò che non si può raccontare, per colpa della situazione, della lontananza, delle incomprensioni, del carattere, dell'orgoglio.
Qui, in questo "mondo blog" mi sembra tutto più semplice perchè, le persone che leggono, leggono semplicemente, senza giudicare, senza additare, per condividere, per capire, non sono immerse nella realtà dell'altro e possono essere più obiettive, più giuste,a nche se quello che leggono è sempre il punto di vista del singolo.
Certo, bisogna avere, poi,anche il coraggio e la forza di viverla la vita, non solo di raccontarla a chi non può viverla con te.
Io, questo coraggio, ora non ce l'ho.
Scappo. Dalla laurea, dall' "amore", dal crescere e diventare, inevitabilmente, più matura, dalle conseguenti responsabilità e da tutto quello che fa da contorno.
Sto vivendo una seconda adolescenza o forse, più semplicemente, non sono ancora uscita dalla prima.

"mi è venuta come l'impressione che mi stessero rubando il tempo e tu che tu mi rubi l'amore".

 
 
 

Pensieri di un anno fa....

Post n°436 pubblicato il 26 Maggio 2006 da dadodavd

Notte fonda, nera, calda, cupa, avvolgente, rassicurante. Troppo bella per buttarla via dormendo.

Sto alla finestra a fissare le stelle, i miei pensieri bruciano e vanno in fumo insieme all’amica canna, che li rallenta e mi aiuta ad afferrarli, a respirarli. Musica nelle orecchie mi culla, mi distacca dolcemente da questa pesante realtà.

Seguo con lo sguardo i movimenti di una donna, alta, bella, formosa, la vedo sgattaiolare in un portone, seguita da un ragazzo, trepidante attesa di qualche minuto di piacere, brevi attimi di illusione, pagati col denaro, magari per pensare di essere amati, o forse solo per provare l’ebbrezza di due corpi che si uniscono, senza rischiare di rovinare tutto con il sentimento.

Una ragazza cammina per la strada lentamente, incedere incerto, sembra disorientata, ma non ubriaca. Camminerà da molto ormai, i tacchi alti le faranno male, ma la precarietà del suo passo non mi impedisce di percepire il fascino particolare di questo piccolo angelo, lunghi capelli corvini, così fragile nel suo cappotto nero, pesante come il fardello che porta nel cuore. Chissà cosa la tormenta, la immagino vagare senza meta nella città, che cerca di sottrarsi a un dolore che la insegue colpendola alle spalle e stordendola.

Si guarda attorno, stranita, come in cerca di un segnale, di un nuovo imput per i suoi neuroni, in fuga da una realtà che come un cielo crollato opprime, immobilizza, lentamente anestetizza poi opera, asporta pezzi di anima con calma, un po’ alla volta, senza fretta, come con una preda che ormai non ha più speranze né voglia di liberarsi dalle spire del suo carnefice.

Mi perdo nei miei pensieri e nei suoi, io che non ho voglia di dormire perché la notte, col suo silenzio e la sua discrezione, mi aiuta a pensare e quindi, a soffrire.

Perché pensare molto spesso è soffrire.

E allora spazio al trionfo del masochismo, un’abitudine alla sofferenza che diventa assuefazione quindi dipendenza.

L’inquietudine di sentirsi un alieno, di fallire in ogni intento tranne che in quello di tirare fuori sempre e comunque il peggio di sé, continuando con voracità a prendere a morsi la vita, divorandola pezzo dopo pezzo, intingendo il pennello nella tavolozza con un colore sempre più scuro, tanto scuro quanto sordidamente affascinante, come il nero di questa notte calma e asciutta. Invece nel mio cuore diluvia: strano, riesco quasi a sentire il rumore della pioggia.

E così dipingo di nero l’esistenza, la mia e quella di una ragazza probabilmente troppo sbronza per pensare, ma che mi piace disegnare triste e irrequieta come me, forse solo per inventare qualcosa da condividere con lei, mi sembra quasi di percepire un sottile feeling tra me e quello scricciolo, sorrido, mi accontento di immaginare, perché se avessi il modo di conoscerla di persona sarei puntualmente in grado di mostrare tutti i lati peggiori di me, quanto basta per darle un’impressione abbastanza negativa da allontanarla e così porre fine al mio sogno, magra illusione di cui mi accontento in attesa che venga il mattino, che vengano tempi migliori.

Torino, 4 Giugno 2005 ore 04:39

 
 
 

Lotteria.

Post n°435 pubblicato il 26 Maggio 2006 da psike830
Foto di psike830

[(per favore, leggete il post predente?)] 

 

I campi di grano vicino all'aeroporto sembrano infiniti o forse sono i miei occhi sognanti a vederli tali.....Giallo dorato e qualche papavero, fa un caldo bestiale, mezzogiorno e mezza.
Nell'hangar si sta un po' più freschi, io seduta dentro un Tornado (avete presente che aereo è? rendo l'idea???), appena tornato da una missione, è qui in manutenzione.
"quei disegni che vedi non sono scarabocchi, ognuno di quelli è un missile che ha tirato...".
Il pilota sembra aver colto il mio sguardo curioso.
Avrei voglia di toccarli tutti questi pulsantini, li guardo, li studio, faccio domande...
Il motore è lì, poggiato sull'apposito cavalletto, come se gli avessero tolto il cuore....Un aereo senza cuore....Magari c'è anche il mio di cuore lì....magari quel cavalletto sei tu.

Continuo imperterrita sulla mia strada, quella più semplice forse, anche se semplice non lo è mai.
Continuo a dire "domani faccio questo, domani faccio quello..." Poi trascorro giornate vuote e tutte uguali, senza alzare nemmeno un dito.
Domani ricomincerò a studiare, domani comincerò a cercare il tuo numero, "dopodomani" ti chiamerò.
Forse devo farlo davvero.
Pur sforzandomi non riesco a trovare le parole da dirti (nell'eventualità che io faccia una cazzata del genere).
Forse perchè non ci sono.
Non ci sono parole per dire che sono completamente, totalmente idiota e fuori di testa.
Potrei, dovrei farlo.....sentirmi urlare in faccia questo no, magari pure un vaffanculo, da te o dalla tua ragazza.
Magari "finalmente" finirebbe tutto, o magari dal baratro si passerebbe all'oblio.
Com'è che cantavano i Quintorigo? "il prezzo è alto, alto ma trattabile..."
Intanto è ritornata l'insonnia, le abbuffate di cioccolata e le parole che non mi escono fuori, non riesco a scrivere, vorrei forse tenermele dentro per paura di sprecare questo che, almeno stavolta, credo sia Amore.
Sì....forse potrei avere il tuo numero e mi fa ridere cercarlo dopo 7 anni e tutto quello che c'è stato. Ho già in mente a chi chiedere, come quando, da adolescente ti prendi la cotta per un tipo e chiedi informazioni all'amico dell'amico dell'amico.....(mah...forse non si smette di farlo neanche da "grandi"...)
Sì...dovrei chiamarti e dirti tutto, magari non proprio tutto....
Non si  può mica telefonare ad una persona e dirgli "ciao, come va? lo sai che ti amo ancora?"
Oppure "ciao, come stai? io bene, ma se finalmente, dopo sette anni, facessimo l'amore, almeno per una volta (poi sta al tuo buoncuore!) credo che starei meglio....”

Perchè allora, se sono così sicura di un rifiuto, non lascio stare direttamente? Beh...ve lo devo spiegare io quanto l'uomo sia strana come creatura? Perchè se ci sono 99 punti a sfavore e solo 1 a favore....l'uomo ci spera....ci fosse anche una possibilità su un milione, vale cmq la pena provarci...e poi chissà che stavolta il biglietto fortunato della lotteria sia il mio.....ma se non lo compro, quel biglietto, rimarrò sempre col dubbio....

Il problema è che io, almeno stavolta, comprerò il biglietto col cuore e  con l'istinto....e tu estrarrai il numero da quella palla di vetro usando, forse, solo le mani della ragione....perchè 9 anni son tanti....ma anche sette non son pochi....chissà chi mi rimetterà di più....

Mah...tanto parlo parlo e poi...me la faccio talmente tanto sotto che non farò niente....forse sono forte, ma coraggiosa.......ho qualche dubbio.


Il post l'ho scritto ieri sera, ma per colpa di Libero non sono riuscita a pubblicarlo....
Cosa c'entra la foto? Ieri sono stata tutta la mattina a girovagare(oltre che per l'aereoporto), per i centri di calcolo e le sale previsioni dell'Aereonautica Militare....Giuliacci, fortunatamente, non l'ho incontrato perchè non lavora lì....

 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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DUE ZERO ZERO CINQUE

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"...perchè le canzoni non ti tradiscono.
Anche chi le fa può tradirti,
ma le canzoni,
le tue canzoni,
quelle che per te han voluto dire qualcosa
le trovi sempre lì,
quando tu vuoi trovarle.
Intatte.
Non importa se cambierà chi le ha cantate.
Se volete sapere la mia,
delle canzoni,
delle vostre canzoni vi potete fidare..."

 
 

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