1,nessuno&centomila

Post N° 747

Venerdì con la tim tribù (più molte varie ed eventuali...)

Venerdì.
Ieri S. mi ha chiamato alle 11 mentre ancora mi rotolavo nel letto, forse voleva organizzare qualcosa per stasera, ma lo sa che io odio avere progetti per la serata a meno che non si tratti dell'  "andiamo in giro senza meta" mio e di D. che di fatto non è un progetto, ma ormai il nostro modo di vivere.
Comunque sia son rimasta a guardare ed ascoltare il telefono vibrare sul comodino.
Così m'è venuta voglia di parlare un po', di niente in particolare.
Ho cercato l'auricolare del samsung che Ale mi ha prestato insieme al telefono e l'ho chiamato già sulle scale di casa.
Abbiamo fatto insieme tutto il viaggio di andata e quello di ritorno a raccontarci le solite cavolate, le cose serie ma col sorriso, i problemi con e senza soluzioni.

Ringrazio chi ha avuto l'idea della Tim Tribù perchè mi permette di chiamare Ale e D. senza rimetterci lo stipendio (che ancora non ho preso cvisto che questo sarà il mio quinto giorno di lavoro).
Grazie pure a chi ha inventato l'auricolare.
E pure internet.
E allora pure il telefono.
E a questo punto l'elettricità che mi permette di accendere il pc.
E allora anche le parole senza le quali non potrei comunicare.
okokokokokokok....
La smetto...vado a lavorare (non a caso in un reparto psichiatrico).

Post N° 746

Sono due giorni che sento nascere questo bisogno e lo ricaccio dentro come fosse qualcosa di mostruoso.
Bisogno di te, almeno una volta nella vita come piacerebbe a me: senza guerre, senza silenzi, senza incomprensioni.
Lo so che è tardi, lo so che non ci credo nemmeno io, che forse a te non frega niente, ma... sarebbe bello.
E' che sono stanca di fare sempre il primo passo e sbattere puntualmente la testa contro il muro.
E' che, come tutte le cose della mia vita, le voglio e non le voglio o forse ho paura di averle, paura di non saperle gestire....anche perchè... adesso come adesso... non saprei davvero che farmene di te, di te che non hai mai nemmeno cercato di capirmi, di te che in fondo sei me... o meglio... di me che, purtroppo, sono te.

Che poi è proprio quello che mi preoccupa di più...