Creato da uriel5 il 23/08/2006

Sensazioni interiori

considerazioni personali

 

 

Ricordi d'autunno

Post n°106 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da uriel5



Il Po a Piacenza, Cascella Michele Gallleria d'arte moderna Ricci Oddi


L’autunno continua a regalarci il sole, anche qui nell’umida padania; forse è l’effetto del rito leghista al dio Po, anche se, personalmente, queste cerimonie mi fanno sorridere, dato che l’amore nei confronti di un fiume si dovrebbe dimostrare in un modo più serio e non attraverso queste pagliacciate. Io, il dio Po, non l’ho mai amato molto, forse perché da bambino, quando ancora abitavo a Cortemaggiore, sono cresciuto vicino ad un piccolo torrente, l’Arda; spesso andavo a giocare vicino alle sue sponde: era un corso d’acqua poco più di un grosso canale e non mi metteva paura, anzi, ero affascinato da quell’ambiente naturale.  
Adesso invece mi ritrovo il Po, quando vado a correre sull’argine e nonostante tutto provo ancora timore per questo grande fiume, ma provo anche tanta compassione per come e stato ridotto mentre osservo le sue acque sporche, frutto di una industrializzazione che non ha mai saputo tener conto dell’ambiente, ma soltanto degli interessi economici di poche persone.
A volte però questo fiume trova ancora la forza di ribellarsi all’uomo, allagando, con le sue acque torbide interi caseggiati e paesi. Mi ricordo ancora la paura della piena nel 1994, l’anno in cui nacque mio figlio, quando aspettammo con trepidazione il suo passaggio: è soltanto in quei momenti che ci si rende conto del male che è stato fatto alla natura e che, nonostante si promettano dei cambiamenti, si ritorna sempre a fare i propri porci comodi appena l’emergenza è passata; se non ricominciamo ad amare la natura, non può esserci un vero progresso.

 
 
 

L'autunno

Post n°105 pubblicato il 03 Ottobre 2007 da uriel5



E’ appena iniziato l’autunno e mi sono subito preso un bel raffreddore, e così domenica non ho potuto fare la mia solita corsa sull’argine. Questa è una stagione che non amo molto, sarà forse perché è anche il periodo in cui compio gli anni e pur non provando nessun tipo di ansia, sento ugualmente lo scorrere veloce del tempo. Domenica, nonostante il mio leggero malessere, sono andato in collina a festeggiare il compleanno di mia cognata, la giornata era abbastanza nuvolosa e, inoltre, non mi sentivo in forma: è stata ugualmente tutto sommato positiva, perché, se non altro, l’ho passata a contatto con la natura e anche seduto davanti ad un buon piatto di tortelli e ad un buon bicchiere di vino. Purtroppo non ho avuto la possibilità di passeggiare per i boschi circostanti, perché durante la notte era piovuto abbondantemente, ed il terreno era abbastanza fangoso, però il panorama che si vedeva era, nonostante i colori autunnali che mi danno un senso di tristezza, comunque molto bello. C’erano, appena fuori dal ristorante, un asinello e un pony, che erano subito diventati, per i bambini, una divertente attrazione. Tutte le volte che frequento questi ristoranti agrituristici, mi rendo conto, di quanto sia grande l'interesse dei bambini per gli animali. Bisognerebbe sviluppare maggiormente queste strutture e renderle più accessibili, anche dal punto di vista economico, in modo tale, da farle diventare un momento importante d’incontro, fra i ragazzi e i vari animali nel loro habitat naturale.

 
 
 

La scuola e la società

Post n°104 pubblicato il 20 Settembre 2007 da uriel5


Giovedì scorso, le scuole sono iniziate anche qui da noi, mio figlio, però, non ha vissuto questo momento con molto entusiasmo, aveva ancora voglia di vacanze e di divertimento, sentiva dentro di se il profumo del mare ed è con amarezza che ha dovuto prendere atto della realtà.
Ai miei tempi, i fatti non si svolgevano in modo molto diverso, anzi, la voglia di studiare era probabilmente inferiore, ma noi ragazzi socializzavamo meglio e spesso gli stessi compagni di scuola erano anche quelli con cui ci si divertiva a giocare durante il tempo libero.  A volte ho l’impressione che la nostra società, riguardo certi aspetti importanti, abbia compiuto passi indietro: certo, oggi i nostri figli hanno più cose rispetto quante ne avevamo noi, però li noto più fragili a livello psicologico e mostrano poco interesse per la vita sociale. Noi, come genitori, abbiamo, per questo, grosse responsabilità, ma è la società, nel suo insieme che non è stata capace di formare in questi giovani quelle tensioni ideali, che avrebbero potuto farli crescere in modo più completo. Abbiamo inoltre dei mass media che non sono in grado di fornire gli strumenti e gli stimoli adatti per una crescita, sia a livello culturale, che sociale, e la televisione, in modo particolare, dimostra tutti i suoi limiti, con dei programmi per niente adatti a queste giovani generazioni. Poi il computer, che sarebbe dovuto diventare uno strumento importante, in realtà si sta rivelando, attraverso l’uso d’internet, spesso una fonte d’ulteriore impoverimento culturale e inoltre, con i videogiochi in continuo aumento, questi ragazzi, si stanno abituando a divertirsi sempre più da soli, senza porsi il problema di affrontare, insieme agli altri, le difficoltà reali, prodotte da questa società.

 
 
 

Vacanze in colonia

Post n°103 pubblicato il 11 Settembre 2007 da uriel5


La montagna è stata per anni la mia meta estiva preferita. Molto probabilmente questa scelta è stata determinata dal mio amore per le lunge camminate e anche, certamente, da un fattore psicologico: il mare molto spesso è un luogo superaffollato e quindi non molto adatto a me, dato che sono amante del silenzio e della tranquillità. Fin da ragazzo, a differenza dei miei fratelli, ho sempre desiderato frequentare, durante le vacanze, le colonie dell’Eni, che erano due: una in montagna a Borca di Cadore e un’altra a Cesenatico, nel mare adriatico. Quando arrivava il momento di decidere la destinazione, preferivo sempre scegliere la montagna; Cesenatico, invece, l’ho frequentata soltanto le prime due volte, perché il medico mi aveva vivamente consigliato di recarmi in una zona di mare. Devo riconoscere, che nonostante fossi stato piccolo e lontano da casa, mi sono sempre trovato bene; ma quelli erano altri tempi e ci si accontentava con poco, d’altra parte era l’unico modo che avevamo per riuscire a trascorrere un po’di vacanze lontano da casa. Oggi le cose sono completamente cambiate e sono sicuro che i ragazzi, come mio figlio, avrebbero avuto delle forti difficoltà a adattarsi in quei posti, con dei sistemi educativi che forse erano un po’ troppo antiquati. Io invece ho conservato dei ricordi molto belli: amavo talmente tanto la natura, che tutto il resto non aveva molta importanza, anche perché il panorama che si poteva osservare era semplicemente stupendo. Erano gli anni che alla guida dell’Eni c’era Enrico Mattei e fu lui che fece costruire questo villaggio vacanze e colonia estiva ai piedi del monte Antelao per i suoi dipendenti. Sono ricordi della mia infanzia a cui penso sempre con molta serenità. Voglio soltanto aggiungere che con la nascita di mio figlio ho imparato ad amare molto anche il mare.

 
 
 

Strane coincidenze

Post n°102 pubblicato il 28 Agosto 2007 da uriel5


Dopo alcuni giorni di pioggia è tornato a splendere il sole e io ne ho approfittato per tornare a godermi una di queste ultime giornate estive in uno delle mie località preferite, in compagnia della mia famiglia. Non sono andato in una città lontana, ma a Rivergaro, un piccolo e ridente paesino della Val Trebbia meta di molti turisti locali e limitrofi, situato a pochi chilometri dal centro in cui abito. Amo molto queste zone, la natura è stata generosa ed ha disegnato uno stupendo paesaggio che riesce a stimolare una gioia e una serenità che influiscono positivamente su tutta la persona. Ma, mentre passeggiamo per il paese, ci capita sempre un fatto molto strano: c’è un piccolo campo da calcio dove alcuni ragazzini giocano spesso fra loro. Una volta, mentre camminavano sul marciapiede sottostante abbiamo notato il pallone oltrepassare dall’alto la rete di protezione, cosa difficile, dato che è sufficientemente alta, quindi ci ha chiesto se glie la potevamo restituire. Mio figlio, così ha raccolto il pallone (che era caduto in mezzo alla strada) e l’ha rilanciato in campo, facendolo passare attraverso un buco all’interno della rete...fin qui non c’è nulla di strano, però, la settimana successiva mentre stavamo camminando in prossimità di quel campetto lo stesso fatto si è ripetuto. E da quel giorno ogni volta che ci avviciniamo a quello spiazzo d’erba verde, un ragazzo calcia la palla oltre la rete e noi siamo quasi sempre costretti a ripassargliela. Ora ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ma queste continue coincidenze lasciano un minimo di perplessità, mentre per mio figlio, invece è quasi diventato un gioco. Egli, ha poi chiesto a sua zia, che è una filosofa, come può essere possibile che lo stesso fatto si ripeta così tante volte e lei gli ha risposto che è soltanto un caso, una coincidenza. Io non ne sono molto convinto, anche se non riesco a trovare una spiegazione logica: l’ultima domenica, infatti, stavamo ritornando verso il centro del paese per quella strada, ad un certo punto, ho visto un ragazzo che giocava; scherzosamente ho detto a mio figlio: - Giriamo di qui, altrimenti, alla fine dovremo raccogliere nuovamente il pallone-...e con nostro stupore, prima che finissi di parlare il pallone è volato fuori sulla strada, rischiando anche di colpire un motociclista mentre passava. Sono i piccoli misteri di questa strana estate...

 
 
 

Camminata serale

Post n°101 pubblicato il 16 Agosto 2007 da uriel5


Normalmente, alla sera, prima di andare a letto, faccio sempre un giro a piedi per il paese: mi piace pensare a quello che la giornata mi ha offerto e anche hai progetti che potrebbero svilupparsi nei giorni successivi. Inevitabilmente, mentre cammino osservo il cielo stellato: ha un fascino che mi ha sempre coinvolto, fin da bambino; cerco di riconoscere le costellazioni più note, come la Lira con la stella Vega, il Cigno con Daneb, lo Scorpione con Antares e con Akrab, un nick che uso per splinder. Quando mio figlio aveva circa sei anni, avevo iniziato a fargli osservare il cielo e le stelle più belle e devo dire che si era molto appassionato, mi ricordo ancora che in una notte di San Lorenzo avevamo ammirato dal nostro balcone le stelle cadenti: oggi non potremmo più, perché davanti al nostro appartamento è stato costruito un palazzo che ci impedisce di osservare bene il cielo. Abbiamo, per alcuni anni, cercato di scoprire sempre nuove stelle e costellazioni... Compiuti i nove anni, invece, ho deciso di regalargli il computer e da allora il suo interesse si è riversato lentamente verso i videogiochi. Ma questa è un’altra storia...
Ritornando alla mia camminata serale, volevo far notare, che è stato grazie al fascino del cielo stellato, che ho sviluppato la mia spiritualità: è mentre osservavo queste stelle lontane che mi sono posto le domande più complesse della vita, come la funzione dell’uomo su questa terra e la possibilità di una vita oltre la nostra morte: sono dei quesiti rimasti irrisolti, ma che, se non altro mi hanno dato una carica interiore che prima non avevo.

 
 
 

Le erbe selvatiche.

Post n°100 pubblicato il 09 Agosto 2007 da uriel5


Sia mentre cammino per la strada del mio paese, sia quando giro in bicicletta per la campagna, mi piace molto osservare le erbe selvatiche che crescono sui bordi delle strade e sui marciapiedi. Per me hanno sempre avuto un fascino misterioso e specialmente da ragazzo, quando cercavo il loro nome e le proprietà medicinali attraverso i libri, era un vero divertimento andare in giro per scoprirne sempre qualcuna nuova. La natura si può amare anche in questo modo ed io ho sempre avvertito il suo richiamo, specialmente, quando mi sentivo un po’ triste. Per anni ho sempre trascorso le vacanze in montagna, dove avevo la possibilità di camminare in mezzo ai boschi e alla natura, allora ancora abbastanza selvaggia. La Valle d’Aosta è sempre stata la mia meta preferita ma ricordo con molto piacere anche un soggiorno in un campeggio libero a Santa Caterina Valfurva, un luogo meraviglioso... sembra quasi assurdo, ma ho vissuto alcune delle giornate più memorabili, in zone bellissime, in campeggi dove bisognava prepararsi tutto da soli, in una tenda dove c’era soltanto lo spazio per dormire. Ma forse era soltanto quella magia che riesce a dare la gioventù. Si dovrebbe provare l’esperienza di trascorrere le vacanze fatte in quel modo: è una sensazione unica, ci si sente immersi nella natura e coinvolti con grande intensità; poi ero accompagnato da un gruppo di amici e questo lo rendeva ancora più interessante. Con l’avanzare degli anni e lavorando, anche il livello economico è migliorato, permettendomi così di usufruire degli alberghi. Oggi probabilmente non riuscirei più a adattarmi a fare una vacanza in una tenda canadese, senza tutti quei servizi che sono ormai diventati d’uso comune, ma, nonostante ciò, ho sempre una forte nostalgia di quel periodo, che, in modo particolare mi ha insegnato ad amare la natura.

 
 
 

Una vacanza al mare

Post n°99 pubblicato il 04 Agosto 2007 da uriel5


E’ bello per chi come me, che vive in una città, senza grandi paesaggi naturalistici, passare una settimana in mezzo alla natura. Quest’anno ho nuovamente scelto di andare al mare. La cosa che più mi preoccupava era il viaggio: la mia povera “punto” del ‘95 ce l’ha messa tutta per non lasciarmi a piedi e alla fine c’è riuscita. Siamo arrivati a Porto San Giorgio verso le nove di mattina, abbiamo avuto così la possibilità di raggiungere subito in spiaggia; la giornata era molto calda ed eravamo stanchi, però avevamo voglia di sdraiarci vicino al mare. Era domenica e c’era molta confusione, la spiaggia era un brulicare di persone. Io, più che un amante del sole, amo camminare e, per questo faccio fatica a restare fermo su un lettino con l’unico scopo di dovermi abbronzare. Alla sera, però, potevo finalmente passeggiare sul lungomare, osservando affascinato il mare illuminato dalla luna. Sembra quasi un controsenso, ero al mare ed ammiravo più che il sole, la luna: ma questa è la verità. Durante queste passeggiate, mi lasciavo andare ai miei soliti pensieri, e osservavo la luna piena mentre illuminava il mio percorso…e così mi sono reso conto che la natura in qualsiasi forma, si dimostrava sempre una fonte importante per la mia tranquillità interiore.

 
 
 

Ricordi

Post n°98 pubblicato il 04 Luglio 2007 da uriel5


Oggi, anche qui, nella padania, è una stupenda giornata. Ne ho approfittato per fare due passi nel parco: il sole del mattino è ancora sopportabile e ho potuto camminare tranquillo fra i sentieri immersi nel verde. Ho notato già più di una volta, che durante queste passeggiate, il paesaggio circostante si adegua agli umori della persona e che quindi c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Mi ricordo di quando ci portavo mio figlio, nei suoi primi anni di vita per abituarlo a camminare; alla fine dovevo sempre tenerlo in braccio per quasi tutto il percorso perché si stancava: in queste cose non assomiglia a suo padre, ma è tale e quale sua madre; man mano che cresceva ho continuato ad insistere, ma non sono mai riuscito a farlo appassionare a queste passeggiate. Io, invece, ho bisogno di questi momenti perchè riescono a darmi una pace interiore, che a me serve molto. Non siamo tutti uguali: ognuno si realizza seguendo le proprie predisposizioni ed io ho sempre cercato, fin da piccolo, un posto dove poter trascorrere il tempo a riflettere sui vari momenti della vita. C’è da dire poi che la natura ti capisce: se tu la ami lei lo sente e ti aiuta. Anche quando seiù triste e disperato ti fa sentire la sua voce e sa consolarti sempre… devi soltanto saperla ascoltare. Oggi però non era così: ero sereno, tranquillo e mi guardavo intorno, per gioire di questo verde, dove c’erano i bambini che giocavo e dove gli anziani, mentre riposavano nell’ombra, chiacchieravano fra di loro e si raccontavano incredibili storie realizzate nella loro ormai lontana gioventù.

 
 
 

La corsa

Post n°97 pubblicato il 01 Luglio 2007 da uriel5
 


Oggi il caldo si è fatto sentire anche a Piacenza e nonostante io non lo soffra molto, quando incomincia a toccare dei livelli alti dà fastidio anche a me. Stamattina, come tutte le altre domeniche, sono andato a fare una corsa sull’argine: non potevo mancare nonostante facesse caldo anche perchè adoro osservare la vita di campagna...e poi c’è sempre il Trebbia, che pur se arrivato alla fine della sua corsa, riesce a mantenere sempre un certo fascino. Ho incontrato lungo il percorso delle rondinelle (poche per la verità), che purtroppo sono diventate ormai rare dappertutto a causa di un inquinamento intenso. Quando penso a tutti i moscerini che ho dovuto mangiare mentre correvo, e alla funzione insettivora che hanno sempre avuto le rondini, devo per forza riconoscere la stupidità dell’uomo, che non ha più il giusto rispetto per la natura. Poco più avanti, in un campo da poco mietuto, diverse decine di piccioni e qualche cornacchia, invece, facevano razzia di quel poco frumento rimasto dopo la trebbiatura. Mentre correvo, chissà poi perché, mi è venuto in mente che da giovanotto avevo un’idea un po’strana della vita: desideravo, infatti, diventare vecchio improvvisamente, così, appena mi svegliavo una mattina. Quando lo raccontavo a mio padre, affermando che avrei voluto avere già la sua età, mi guardava con un’aria po’ strana, come se cercasse di capire se parlavo seriamente e poi parlandomi affettuosamente mi diceva di non pensare
a cose assurde, di cercare, piuttosto, di godermi quello che la mia giovinezza mi offriva perchè quando sarei diventato vecchio non avrei mai più avuto l’occasione di vivere in un modo così bello ed intenso. Sono sempre stati i miei pensieri: cercare di vivere la vita in modo sereno, ma senza mai grandi slanci entusiastici.

 
 
 

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