La vita secondo Val

..la mia piccola esistenza racchiusa nel sogno..

 

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PENSIERI CANTATI

Bentornata a Cuba
Giugno plachera' i tuoi nervi
C'e' una barca pronta
dietro a un'altra pagina
Sfoga la tua rabbia
nella rabbia dell'oceano
forse c'e' una spiaggia
dietro a un'altra pagina
Ma come puo' accaderti questo?
Decolli a bordo del tuo letto

Stai tranquilla non e' niente
e' solo vita che entra dentro
il fuoco che ti brucia il sangue
quella e' l'anima
Puo' anche non piacerti il mondo
o forse a lui non piaci te
comunque questa e' un'altra storia
questo e' Hemingway

A Barcellona un uomo
svelto fruga tra i ricordi
dietro la schiena il suolo
e non capisce perche' e' li
L'arena e' tutta in piedi
non si muove un filo d'aria
Sa di tequila e sale
e di dolore andarsene...
L'ultima pagina che hai letto
e' stata un toro in mezzo al petto

Ma stai tranquilla non e' niente
e' solo vita che entra dentro
il fuoco che ti brucia il sangue
quella e' l'anima
Puo' anche non piacerti il mondo
o forse a lui non piaci te
comunque questa e' un'altra storia
questo e' Hemingway
questo e' Hemingway
 

-Negrita-

 

 

« Messaggio #698Messaggio #700 »

Post N° 699

Post n°699 pubblicato il 06 Dicembre 2008 da vallllina

Parliamo di scuola. 
Parliamo di scuola perchè è stato uno tra gli argomenti caldi, scottanti, del periodo in cui non sono stata presente,
parliamo di scuola soprattutto perchè mi sta a cuore, perchè ne faccio parte.
Ci sono pochi fondi [ma per banche ed Alitalia i soldi ci sono], il prossimo anno, se ancora vorrò studiare, dovrò 
chiedere i soldi a chi ha votato l'attuale governo, perchè purtroppo da sola non ce la farò.
Vorrei analizzare i punti chiave di questa ""riforma"" utilizzando la mia esperienza scolastica in generale:
la prima elementare l'ho fatta in una scuola privata, avendo iniziato a studiare un anno prima del necessario,
con una maestra "unica" meravigliosa, dolce e fondamentalmente incapace di insegnarmi cose nuove.
Per una bambina che a tre anni leggeva, scriveva e faceva di conto fluentemente, 
trovarsi a cinque anni a dover seguire lezioni sull'alfabeto era piuttosto snervante, quindi durante le lezioni
leggevo le storie presenti nel libro di testo, oppure disegnavo.
Ciò portò a grandi discorsi tra mia madre e la maestra, con quest'ultima che cercava di spiegarle come, 
anche se capiva le mie difficoltà di attenzione, non potesse permettermi di fare cose diverse dagli altri,
visto che ciò portava ad una sorta di emulazione da parte dei miei compagni, 
i quali però avrebbero avuto bisogno di seguirle, quelle lezioni.
Un anno buttato. Ma già ero avanti un anno, due non sarebbe stato possibile, per legge. Un errore a mio parere, ma 
questo porterebbe ad un discorso sull'infanzia rubata ai bambini, discorso che non voglio affrontare, perchè penso
che sia un discorso diverso da bambino a bambino, e che ci vorrebbero altre mille righe solo per spiegare la mia
posizione. E già questo post sarà lungo e nessuno lo leggerà, quindi evitiamo.
Gli altri quattro anni di elementari ho avuto due maestre, una che fumava in classe, urlava e di cui tutti avevano paura,
ma che mi consentì di imparare ad amare la nostra lingua come nessun altro sarebbe stato in grado di fare,
e una maestra di matematica perennemente a casa, tra gravidanze e malattie, sostituita da decine e decine di supplenti.
Fino alla quarta elementare, quando fu finalmente assegnata una sostituta fissa, che ci portò fino alla quinta,
andammo avanti con questa non-continuità, che certo non giovò ad apprendere la materia.
Nonostante tutto, matematica ed italiano mi sono sempre piaciute molto, quindi in un qualche modo ho imparato molto.
Peccato per scienze, geografia e storia, materie che non ho mai apprezzato, principalmente perchè le nostre
maestre si erano ritrovate, per poter insegnare le discipline che amavano, a doverci spiegare anche queste, che 
non erano propriamente nelle loro corde. Tutt'ora ho una scarsa conoscenza della storia, e ignoro la maggior
parte delle capitali europee e non. Tutto ciò per dire che, visto che già con due maestre mi sono ritrovata
ad essere carente in vari settori, figuriamoci se ne avessi avuta una sola. Che poi, per inciso, non ho mai avuto
un insegnante di matematica che avesse un buon vocabolario, o uno di italiano che andasse più in là del 2+2.
Mi immagino cosa sarebbe stato del mio lessico se ad insegnarmi la nostra lingua ci fosse stata la maestra di 
matematica e rabbrividisco, tanto quanto se penso a quanti soldi avrei perso se ad insegnarmi a far di conto ci fosse
stata quella di italiano, visto che ovviamente di ripetizioni non ne avrei potute dare.
Arriviamo alle medie, isola felice nella quale ogni professore insegnava in quello che era il proprio settore:
una professoressa di italiano meravigliosa, come pure quella di storia (ma era arrivata tardi, purtroppo), 
di francese, di disegno, di matematica (scomparsa troppo presto, alla fine dei miei tre anni, stroncata da un
tumore al pancreas), di tecnica, etc.
Alla fine dei tre anni la professoressa di italiano mi consigliò un liceo classico,
quella di matematica uno scientifico, quella di francese un linguistico, quella di arte un artistico.
Erano state talmente brave nel farmi appassionare a ciò che insegnavano, che io per ripagarle avevo assorbito come
una spugna ogni cosa che spiegavano, che amavano, e l'avevo fatta mia.
Avrei seguito volentieri ognuna delle strade da loro indicate, e in particolar modo avrei voluto iscrivermi al 
liceo classico, ma sapevo già allora che purtroppo in quest'italia, se io avessi smesso di studiare dopo le superiori
non avrei trovato da lavorare, e quindi ripiegai su di un istituto tecnico commerciale, quello che mi avrebbe consentito
una maggior gamma di possibilità lavorative in un futuro.
Scelta sofferta, ma sono stata comunque fortunata, trovando professionisti nell'insegnamento, che mi sono rimasti
nel cuore. 
Il prof di matematica, che non si arrabbiava quando durante le lezioni mi mettevo a spiegare alla mia compagna di banco
quello che lui stava dicendo, e che lei non riusciva a capire, quella di informatica, che teneva corsi persino
all'università, e tutta un'altra serie di persone umanamente e professionalmente ineccepibili.
Con loro sono arrivata alle fasi regionali delle olimpiadi di informatica e di quelle di matematica, 
e più di una volta. Sempre prima nella mia scuola, sempre felice di esserlo.
Peccato che il livello umano del bipede che avrebbe dovuto insegnarmi l'italiano e la storia non fosse altrettanto elevato:
proponemmo di leggere sceneggiature teatrali, e ci bocciò l'idea, proponemmo che provasse a spiegarci storicamente
parlando le guerre che in quel periodo stavano nascendo, e rifiutò.
Chiamarlo docente sarebbe un insulto, grazie ad un mio litigio con lui, riguardante Pirandello, mi fu abbassato di
dieci punti il voto d'esame, era ed è una persona incapace di tenere a freno una classe di adolescenti. 
Un uomo NON nato per insegnare. Un uomo che ancora oggi sta privando generazioni di un valido insegnamento della 
cultura linguistica del nostro paese. Lui sì che dovrebbe essere "tagliato". Ma non lo sarà, perchè i professori non
vengono praticamente giudicati.
Università, desiderio di iscrivermi a lettere moderne, decisione caduta su ingegneria informatica, sempre
per il famoso discorso delle possibilità lavorative.
Qua ho trovato tantissime persone molto preparate, ma una buona metà di esse incapace di trasmettere le proprie 
conoscenze, e comunque lì a ricoprire un posto da professore. Queste persone sarebbero grandissimi ricercatori,
ma sono pessimi insegnanti. Eppure sono lì, e nessuno li manderà via. Pietoso.
A tutto ciò aggiungerei il fatto che dai quindici anni lavoro per mantenermi, e all'università ho dovuto iniziare a lavorare
otto ore al giorno, perchè con la borsa di studio di 1500 euro all'anno sicuramente non potevo mantenermi nemmeno libri
e trasporti, e tra le altre cose gradirei anche mangiare e vestirmi ogni tanto.
Lavorando otto ore al giorno, non ho più nessuna agevolazione, borsa di studio compresa, e a ventitrè anni ancora
non sono riuscita a laurearmi.
Vorrei prendere anche la laurea specialistica, e il mio sogno è sempre stato di prendere una seconda laurea in lettere
moderne, per poter studiare anche quello che amo davvero, eppure dubito che in questo paese sia possibile,
e sto pensando di andarmene.
Per una persona innamorata come me della propria lingua, è quasi impossibile pensare di andarsene, di esprimersi 
quotidianamente in un idioma diverso, ma non vedo alternative.
Non vedo futuro, non ho speranza.
E se fosse troppo tardi per me, non voglio che i miei figli si trovino nella mia stessa situazione, o peggio.
Ora vi chiedo, se tra quelli che sono arrivati a leggere fino a qui c'è chi ha studiato all'estero o si è informato
su come farlo, un aiuto a capire, per i vari paesi, quali sono i pro e quali i contro, quali le difficoltà e quali le
procedure. Grazie.

Commenti al Post:
GDTeo
GDTeo il 08/12/08 alle 22:41 via WEB
La tua storia è simile alla mia... Ho fatto il geometra e poi ho tentato legge (media del 30 ma soglie di follia) perchè non potevo trovare lavoro con una laurea in lettere... Dopo lasciato legge ho fatto il praticantato da geometra, concluso ora... Adesso lavoro e mi iscrivo finalmente a lettere quest'estate... La vita è breve per non fare ciò che ci piace. in bocca al lupo.. ;)
 
 
vallllina
vallllina il 22/12/08 alle 23:06 via WEB
Posso posticipare quel che mi piace, non c'è fretta. E poi mi piace anche quel che faccio ora, un po' meno, ma mi piace.
 
ronca80
ronca80 il 17/12/08 alle 15:10 via WEB
Purtroppo non ne so mezza sull'argomento, sono 10 anni che lavoro e la scuola è un lontano ricordo. Però ne approfitto per farti gli auguri di Natale in anticipo visto che sabato parto, anzi partiamo (plurale inteso come io morosa & cane)e stiamo via una settimana, non volevo arrivare lungo! Buon Natale allora e a presto (oggi sono logorroico...).
 
 
vallllina
vallllina il 22/12/08 alle 23:07 via WEB
Buon natale anche a te, morosa e cane!!! ^_^
 
Lolit_arieccola
Lolit_arieccola il 18/12/08 alle 17:12 via WEB
Troppo facile andarsene e non mi sembra proprio da te. Ci avevo pensato pure io. Ma rimarrò, farò la rivoluzione, e la mia laurea in lettere (idem non ancora prese per i tuoi identici motivi) servirà a qualcosa, che non sia un immediato bene materiale, e forse proprio per questo destinata a rimanere incomprensibile ai più.
 
 
vallllina
vallllina il 22/12/08 alle 23:10 via WEB
La prenderò, ma non ora. Non penso però sia facile andarsene, penso che sia difficile restare, ma lo sia anche andare, abbandonare luoghi, persone.. Non posso sempre portare fardelli. Sto solo provando a cercare una strada per essere felice e, se la troverò, non importerà se sarà facile o difficile, importerà percorrerle.
 
   
vallllina
vallllina il 22/12/08 alle 23:11 via WEB
*percorrerla.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: vallllina
Data di creazione: 27/10/2004
 

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Voglio che il mio cuore batta sempre e voglio la vita addosso, il cielo sopra, la sabbia sotto e l'amore sempre tra le mani come un gelato al limone mangiato in riva al mare in un pomeriggio di maggio quando il più bello sta per cominciare e continuare come prima, così veloce e così immortale.

Isabella Santacroce

 

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Allora, chiariamo una cosa:

Io non credo in Dio.

Credo nella libertà di pensiero, nel libero arbitrio e in me stessa.

Penso sia giusto:

- il poter abortire anche se io non lo farei perchè se sono abbastanza grande per far sesso lo sono anche per prendermi le mie responsabilità;

- divorziare se non sopporti più colui che hai sposato;

- trombare con persone di qualunque sesso senza che nessuno ti rompa i maroni;

- i dico, o come cavolo si chiamano oggi;

- poter fare ciò che mi pare, compreso uscire in pigiama, se ciò non lede i diritti fondamentali degli altri esseri umani.

Penso sia sbagliato:

- lo stupro;

- la pedofilia;

- la cattiveria gratuita;

- in generale qualunque cosa leda i diritti fondamentali degli altri esseri umani, e in particolar modo, in un lampo di egoismo, i miei.

Quindi se voi che entrate qua dentro non la pensate come me e avete voglia di intavolare una discussione costruttiva ben venga, altrimenti per uscire basta un click, senza bisogno di sfogare su di me la vostra rabbia repressa, che tanto i commenti che mi fanno perder la pazienza li cancello.

 

- Perchè non mi ami?

- Perchè ti capisco troppo bene, non si può amare in un altro ciò che si cerca di nascondere in sè stessi.

Camus

 
 

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