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Una giornata uggiosa

Post n°134 pubblicato il 05 Dicembre 2022 da manu_el1970

Pensate a una giornata fredda, autunnale, sommatela alla noia di un mattino come tanti altri, iniziato sornione e lento.
Prendete in mano il mezzo tecnologico, inforcate gli occhiali perchè ormai c'avete una certa età e senza rischiate solo di fare casini.
Una notifica dove entrare, pensando di trovare il buongiorno, o una perculata simile a tante che arrivano, aprite il messaggio con gli occhi ancora semichiusi e la poca luce che filtra non aiuta per niente.
Poi tutto si ferma, l'attenzione viene messa a dura prova, il riquadro è piccolo ma ti viene in mente che lo puoi ingrandire, Dio benedica la tecnologia, che detto da me poi...
Milioni di pixel si smuovono, e non solo loro, materializzandosi in immagini che scorrono e lo sguardo ora si fa attento, immerso nel silenzio in una stanza con il letto ancora disfatto.
Eccola, distesa in un letto bianco, madonna avvolta da luce brillante, gambe aperte e una mise sensuale, mani che sfiorano il corpo, abili dita stringono un capezzolo, lo strizza forte, tanto da procurare una meravigliosa smorfia di doloroso piacere che sa entrare nel cervello, un brivido e poi un altro pervade il mio corpo, fino a trovare una reazione che è sintesi tra pensiero, fantasia e immagini.
Si gonfia e monta il desiderio di trasportarmi su di Lei, fino a bucare quel piccolo schermo di pochi pollici, intanto il pollice e i suoi fratelli stringono forte questo piacere che così generosamente vorrei dividere con lei.
E la mattina muta, cambia, si trasforma, intanto le immagini scorrono e la mano scivola spinta da mille pensieri che affollano il cervello.
lei che continua imperterrita, quel sorriso tirato stampato nel viso,  muscoli tesi mentre due dita giocano a nascondino tra le cosce, ad occhi aperti trovo nelle pieghe del piacere il suo odore che m'investe prepotentemente, riesco a trovare anche il sapore dei suoi umori dentro alla bocca, deglutisco e continuo a godere di quello spettacolo che giunge da lontano, troppo lontano.
Uno schiaffo rompe il silenzio, poi piccoli lamenti escono dalla sua bocca, tra uno sguardo dove colpisce il brillare del suo occhio che sa parlare, è un invito al peccato, un Diavolo che indica le porte di un Paradiso maledettamente lontano, pregherei se solo mi ricordassi le parole, e continua, continua.
Pensate a una giornata fredda, autunnale, sommatela alla noia di un mattino come tanti altri, iniziato sornione e lento.

 
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