videomakerblogL'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi e si allontana di due passi. Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi. E allora a cosa serve l'utopia ? A questo: serve per continuare a camminare. |
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LA MACCHINA CHE AVEVO...
Post n°321 pubblicato il 30 Aprile 2007 da kleombroto
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Post n°320 pubblicato il 29 Aprile 2007 da kleombroto
Chi va fuor del suo mestiere fa la zuppa nel paniere. Si tratta di un vecchio proverbio toscano. Adriano Celentano ha fatto proprio questo, ieri, nel realizzare il contributo andato in onda nel programma "Che tempo che fa". Secondo quello che ha detto Fabio Fazio, lo ha voluto montare da solo perché è "un orologiaio". Raramente ho visto qualcosa di più brutto. Le buone intenzioni c'erano, ma il montaggio è riuscito a vanificare tutto. Celentano è un genio, ma ciò non gli garantisce l'infallibilità. Se mi si rompesse l'orologio, non lo porterei certo a far riparare dall'ex ragazzo della via Gluck. |
Post n°319 pubblicato il 23 Aprile 2007 da kleombroto
Praticamente nell'indifferenza generale, Alberto Grifi ci ha lasciati. La sua creatività spaziava a 360 gradi nel mondo dell'immagine elettronica o su pellicola. Autore, assieme a Gianfranco Baruchello, della "Verifica incerta", ironico e dissacrante collage di frammenti di film ("Mentre voi avevate il settimo cavalleggeri, il napalm, e le bombe di Hiroshima e Nagasaki, noi avevamo appena una vecchia moviola in un sottoscala per farvi a pezzi..."), successivamente realizzò "Anna", primo lungometraggio italiano realizzato interamente su videotape. Chi era Alberto Grifi? Pubblico parte di un suo intervento, ripreso da http://www.albertogrifi.com: Durante gli anni '90, in Sierra Leone, varie giunte militari mandavano in giro bande di bambini fra i 9 e i 12 anni perati con la coca e armati di machete che tagliavano le mani e i piedi della popolazione. In questo clima di terrore le giunte golpiste sono enormemente arricchite svendendoci tutto quello che riuscivano ad arraffare nelle zone minerarie del loro Paese. I diamanti a centomila lire, alla "portata di tutti", venduti dagli imbonitori delle aste notturne per tv, è da laggiù che provenivano. E chi li comprava? Le signore o i loro mariti che fino a un momento prima avevano guardato commossi al telegiornale le disgrazie lacrimose del terzo mondo. Ecco dove sono confluite le classi qui da noi, quelle classi sociali che nessuno trovava più! Come nel mucchio di ferraglie e vetri rotti in un cimitero di automobili riconosci il modello di un'auto che ti era stata cara, mi succede di riconoscere nei telespettatori tutta la gamma di esemplari dell'ex forza lavoro rottamati dal capitalismo in fuga nell'invisibile, riciclati in una nuova ricomposizione di classe direttamente produttiva, composta sopratutto da pensionati, disoccupati... che lavorano senza minimamente sospettarlo, che vengono sfruttati per il semplice fatto che guardano il televisore. Tenendolo acceso, attraverso i meccanismi del controllo della audience che conta i telespettatori, premiano le emittenti tv con l'incremento progressivo delle tariffe pubblicitarie. Più gente c'è a guardare più aumentano le tariffe! Le aziende pubblicizzate ricaricano queste spese sempre più alte sui prezzi delle merci nei supermercati, ed ecco che i telespettatori si trasformano senza saperlo in produttori di plusvalore. Più guardano la tv più aumenta il prezzo del pane. Andiamo forte! Tv e telespettatori sono la merce principale che si produce ormai qui da noi... tempo libero e suoi derivati: tette, culi, quiz, disgrazie degli altri, scorie radioattive, pezzi di scarto di animali putrefatti, acque inquinate, disastri ecologici. Un mondo che vomita e caca dappertutto, perché si è ingozzato di merda fino all'inverosimile. Mi torna in mente la frase del vecchio capo pellerossa che più o meno diceva: quando avrete sporcato tutte le acque e distrutto le praterie, quando avrete venduto tutti gli animali che avrete ucciso e sarete arricchiti, cosa vi mangerete? I soldi? Vorrei dire qualcosa su quelli del gruppo Video City Virus, ai quali ho chiesto di intervenire a questo convegno perché: uno, il loro lavoro registra una socialità in trasformazione che produce i propri linguaggi tanto come soggetto politico che come rappresentazione mediatica di sé, nei momenti di lotta. Due, perché l'attività di questo gruppo si sviluppa dove la vecchia controinformazione si fermava: la distribuzione, oggi resa possibile dalle reti telematiche. Tre, perché spinte e modi di produzione che questo gruppo sperimenta, provengono da un'eredità che assomma senza demagogia le indicazioni delle avanguardie storiche. Infine, perché anche quando divenisse virtuale, la tensione alla libertà e alla sovversione che vive nel cuore di tutti i popoli, ma non in quello dei loro governanti, tornerà sempre ad essere reale sulle barricate. Si può dissertare all'infinito sul significato della parola libertà. Si può dire che di libertà ce ne sono tante perché tante sono le prigioni... ma quando sento le voci di giovani uomini e donne che gridano "libertà, libertà!" mentre la polizia li manganella in piazza, mi prende una commozione forte che ritrova tutto intero il desiderio di vivere di quelli che sono imprigionati nella camicia di forza del potere che si consolida nella misura in cui nega l'espandersi naturale della vita. Grida pronunciate da un vento di rivolta che mi spalanca all'improvviso ricordi di un passato dove milioni di sfruttati, quelli che costruiscono il mondo, venivano incatenati e picchiati da quelli che glielo rubano. E adesso, pensavo, ci risiamo. Eccoli i servi del potere intenti a tirare lo spago delle marionette che manganellano, i brutti mezzibusti truccati in tv da persone perbene, che arricciano il naso infastiditi se qualcuno parla dei grandi sogni, degli slanci, della vitalità, della gioia... e che ci descrivono tutta la vita come una malattia da curare, il crescere come una successione di reati da punire... eccoli che ricicciano coi loro cavilli e capoversi, con le loro campagne elettorali per vendere prigioni e manicomi, che sbavano odio razziale e propagandano lager, che ci consigliano di ingoiare merda e respirare veleni, i loro. E' su questo che fanno i loro affarucci, che fondano le loro promozioni, gli scatti di carriera, gli aumenti di stipendio... pensavo a questo schifo guardando "ocse fuck off", il documento che i ragazzi di Visual City Virus ci hanno portato, registrato a Bologna in giugno, nelle giornate in cui l'ocse, la sedicente organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che decide dove passeranno i flussi monetari sul pianeta, decretando quali popoli potranno essere in buona salute e quali creperanno di aids o di infezioni intestinali, quali avranno la possibilità di sfruttare e opprimere e quali dovranno rimanere nei campi di concentramento, quali avranno "diritto all'accesso" e quali rimarranno per l'eternità a chiedere l'elemosina ai ricchi, aveva organizzato una tavola rotonda in tutta discrezione (ma un giornale economico aveva pubblicato la notizia!) e facendosi comunque proteggere (non si sa mai!) da quattromila poliziotti. Durante quelle giornate a Bologna si concentrano pure parecchi contestatori, centri sociali... le culture emarginate, antagoniste, quelli del teatro occupato, le radio di movimento, i digei, i fotografi... e un manipolo molto nutrito (venti? trenta?) di videoteppisti che filmano tutto quello che succede. Vedi Bifo che si spoglia nudo e propone alle telecamere salari uguali per tutti anche nel terzo mondo, tra poliziotti perplessi che non riescono a classificare il reato (sarà uno streaptease che vi seppellirà) ma che comunque si danno da fare con le mani guantate davanti agli obiettivi per censurare un pò, vedi disk jockey che avanzano su un camion-gru che pompano onde di suono roboante nei cortei, vedi che mentre la polizia circonda le strade del centro i contestatori ballando ballando circondano la polizia, e ai poliziotti un mimo-orso mostra il culo ma qualcun altro offre fiori come usavano gli hippies al Pentagono e vedi qualche fessura che si apre fra gli scudi schierati perché in fondo Bologna è una città ad alto civismo e un fiore non si rifiuta, ma poi cominciano le botte! e non sono manganellate democratiche! Inefficaci però, per il fatto che piovono su corazze di gomma gonfiata, (invenzione e creatività dei frikkettoni!) che come uno sberleffo rimbalzano al mittente l'ossessione coatta del percuotere che, come i diktat, la pubblicità e la battitura delle sbarre della prigione, sembra il solo metodo che il potere di questi giorni preferisce e perpetua. Vi ricordate Thompson? "la lotta operaia è un passo di danza della liberazione, un happening creativo..." Uomini e donne di qua; dall'altra parte della barricata mostri. Ma quello di cui mi premeva mettervi al corrente è il metodo col quale l'informazione è stata fatta: ogni volta che veniva registrato materiale interessante su quello che avveniva per le strade, cinque, dieci videoteppisti correvano in non so quale casa dove li aspettavano quelli del VCV. Montavano insieme rapidamente il documento girato da quei cinque o dieci, lo codificavano perché fosse possibile trasmetterlo per internet e lo spedivano in rete. Tutto il mondo ha potuto vedere quello che l'ocse di certo non avrebbe voluto che si vedesse mai, con aggiornamenti ripetuti una quindicina di volte nella stessa giornata. Il sogno di Dziga Vertov si realizzerà ogni giorno di più, man mano che la creatività dei pirati informatici sarà capace di galoppare sull'ultima novità messa sul mercato dai padroni elettronici del pianeta. Devo ricordare che durante gli anni '7O, e poi fino al tempo in cui documentavamo lo sgombero del Leoncavallo, il problema principale era quello della distribuzione. Televisioni blindate, cinema prenotati da anni dalla programmazione dei film americani... la censura massmediatica era quasi inattacabile, a parte le volte che intervenivano "i grandi avvocati" della difesa come Dario Fo e Franca Rame, che aprivano le porte della tv riconducendo però i problemi dei centri sociali alla ritualità spettacolare. Noi stessi usavamo ancora le videocamere come qualcosa che sostituiva la vecchia macchina da presa, a parte le considerazioni sull'abbassamento dei costi che proporzionalmente apriva spazi di libertà d'informazione, perché le prospettive distributive non erano fondamentalmente dissimili... si poteva proiettare pellicola in un cinema d'essai, o un nastro alla tv o nei monitor di un centro sociale... Ma le reti telematiche e la possibilità di codificare il segnale video per essere trasmesso, aprono dimensioni assai diverse. Mai come oggi le tecnologìe comunicative, videocamere e computer, sono state simili al sistema occhio-cervello: i pixel del ccd come i fotorecettori retinici, gli integrati dei computer come i sistemi neuronali. Con mio figlio, qualche anno fa, avevamo messo in rete le urla dei maiali elettrificati e sgozzati in un mattatoio. Contro la presunzione che il denaro ha di semiotizzare tutto l'esistente nella ridondanza elettronica di quel mercato che è internet, noi immettevamo il rumore di fondo del dolore e dello sfruttamento. Aldo Braibanti mi spiegava che le formiche hanno la capacità di unirsi in una super-unità, formata anche da venti milioni di individui, disponendosi fra loro secondo un disegno simile a un grosso centro nervoso, producendo, esperienza a noi sconosciuta, un pensiero collettivo. Spesso sono tentato di immaginare la struttura delle reti telematiche (quelle che attualmente permettono l'invisibilità alla mondializzazione del capitalismo) "detournata" dalla sovversività e dalle tensioni della controcultura, dove l'intelligenza alternativa che oggi occupa le piazze e le "aree dismesse", sia capace di occupare le reti planetarie a un livello più alto e formare un corpo collettivo capace non solo di lottare contro il lavoro salariato e contro lo sfruttamento, ma anche capace di configurare una nuova coscienza antagonista a quella denaro-centrica, che si abitui a considerare il nostro pianeta come una creatura vivente formata da condizioni biologiche e libido differenti fra loro, tante quante sono le innumerevoli forme di vita che ne costituiscono la totalità dell'esistenza. |
Post n°318 pubblicato il 20 Aprile 2007 da kleombroto
Sono stranieri, cercano di fregarsi dei codici inventando le scuse più assurde e i messaggi più comici, scritti in un italiano approssimativo, a volte tradotti con Babel e altri sistemi automatici reperibili online. Caro cliente Poste.it, Una nuova gamma completa di servizi online c adesso disponibile ! Per poter usufruire dei nuovi servizi online di Poste.it occorre prima diventare UTENTE VERIFICATO. L'Assistenza Clienti, dopo aver ricevuto la documentazione e averne verificato la completezza e la veridicit´r, provveder´r immediatamente ad attivare il suo " Nome Utente Verificato ". Verrai informato telefonicamente di tale attivazione. TELEFONO Numero gratuito 803.160 (dal lunede al sabato dalle ore 8 alle ore 20). ===================================================== Caro Cliente, GranPremio Mondo BancoPosta Premiamo la tua fedelt? Puoi accumulare punti effettuando alcune operazioni sul tuo conto o acquistando determinati prodotti e servizi BancoPosta. I punti raccolti ti permetteranno di chiedere uno dei tanti premi disponibili nel catalogo La partecipazione al GranPremio ? gratuita. Importante: Per GranPremio ? necessario prima diventare UTENTE VERIFICATOInsomma, ci vediamo lunede? Oppure ? necessario diventare Utente Verificato? |
Post n°317 pubblicato il 20 Aprile 2007 da kleombroto
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Post n°316 pubblicato il 17 Aprile 2007 da kleombroto
Cari amici, parenti e conoscenti, |
Post n°315 pubblicato il 06 Aprile 2007 da kleombroto
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Post n°314 pubblicato il 06 Aprile 2007 da kleombroto
Roma, 6 apr. (Adnkronos) - "Con Comencini, che oggi ci ha lasciato dopo una lunga malattia vissuta dalla famiglia con dedizione e discrezione straordinarie, perdiamo non solo una grande personalita' della cultura italiana ma anche una parte del ventesimo secolo''. Lo ha dichiarato il vice presidente del Consiglio e ministro per i Beni e le Attivita' Culturali, Francesco Rutelli, dopo aver appreso la notizia della scomparsa di Luigi Comencini. |
Post n°313 pubblicato il 06 Aprile 2007 da kleombroto
Una testimonianza di Loris Rispoli scritta l'anno scorso. 15 anni sono passati da quella tragica notte. --------------------------------------------------------------------------- Loris Rispoli perse la sorella nell'incidente del Moby Prince. Liana lavorava nella boutique di bordo del traghetto. Un impiego faticosamente trovato dopo aver tentato invano di proseguire la carriera cinematografica, iniziata con una parte importante nel film "Per questa notte" di Carlo Di Carlo. |
Post n°312 pubblicato il 06 Aprile 2007 da kleombroto
da http://www.senzasoste.it Malfunzionamento grave che potrebbe aver influito sulla tragica fine di alcuni marittimi del traghetto: Bertrand, l’unico sopravvissuto, ricorderà infatti che la notte della tragedia si era diretto nel garage insieme ad alcuni compagni con l’intenzione di tirare giù il portellone per buttarsi a mare da dietro ma che la rampa risultava bloccata, il solito difetto. In quella notte un difetto mortale.» (da, l’Europeo dell’1/4/2006, articolo, di Roberto Bortone) Quello che abbiamo letto è solo un piccolo passo di questo interessante articolo (scritto ormai più di un anno fa) che ricostruisce la tragica, quanto tipicamente italica, vicenda del Moby Prince. La sera del 10 aprile del 1991 il traghetto Moby Prince si trasforma in un agghiacciante rogo: 140 persone, tra passeggeri ed equipaggio, vi perderanno orrendamente la vita. Dopo anni di processi, come sempre accade in questi casi (Ustica su tutti), nessun reale colpevole.Così come poco chiara la ricostruzione stessa dell’incidente.Dopo un certo periodo di silenzio, la vicenda è tornata mediaticamente alla ribalta: grazie soprattutto al lavoro giornalistico d’inchiesta di Enrico Fedrighini. La vicenda assume nuovi contorni, e su quella che sembra la storia di una tragica fatalità, la nebbia, l’errore umano, si aprono scenari complessi. (questo il quadro uscito dal processo: «Dopo tre anni di processo, nella notte tra il 31 ottobre ed il 1 novembre 1997, in un aula sbigottita del Tribunale di Livorno, il presidente del collegio giudicante Germano Lamberti pronuncia la sentenza di primo grado: tutti assolti perché “il fatto non sussiste”. I vertici della Navarma, della Capitaneria e della Snam (Agip) vengono definitivamente tirati fuori dalla vicenda. L’unico che ancora rischia qualcosa è il giovane Rolla, ma il 5 febbraio 1999 la III Sezione della Corte d’appello di Firenze dichiarerà di “non doversi procedere nei confronti del Rolla in ordine ai reati ascrittigli perché estinti per intervenuta prescrizione”. Restano senza soluzione tanto i misteri relativi alla meccanica del disastro, quanto alle responsabilità.La pietra è stata rotolata, il caso è chiuso: 140 morti, nessun colpevole»).Traffici d’armi, traffici di carburante, movimenti non autorizzati in rada da parte di navi militari (usa), segreti, manomissioni, sabotaggi, false testimonianze, prove insabbiate. Un quadro talmente intricato, presentato in tv da Mixer di Minoli, da far temere a Loris Rispoli, dell’Associazione 140 (perso una sorella in quel tragico rogo), che questi scenari da fantapolitica facessero andare in secondo piano le responsabilità oggettive, ma mai accertate, dei veri colpevoli : «L'armatore Onorato, il comandante della Capitaneria Albanese, il comandante della petroliera Superina, sono loro che con le loro azioni, i loro comportamenti, le loro omissioni hanno permesso che quella notte sul traghetto Moby prince trovassero la morte 140 persone.» (da una lettera di Loris Rispoli pubblicata in http://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=591). È contro questi soggetti insomma che si doveva aprire un nuovo processo, non , come è successo, verso imputati di secondo piano. Insomma, la vicenda, è sicuramente complicata. Molto importante, a questo riguardo, per mettere sul tavolo e ricominciarne da capo l’analisi tutti gli elementi, lo spettacolo teatrale M/T Moby Prince (di cui abbiamo già scritto: vedere sezione Visioni, letture.. di questo sito), che sta fortunatamente girando i teatri di tutta Italia.Il 10 aprile prossimo cadrà di questa vicenda (sulla quale intanto sono state avviate nuove indagini) l’ennesimo anniversario. A questo proposito segnaliamo una tavola rotonda organizzata dall’Associazione 10 aprile – Familiari delle vittime del Moby Prince per il 10 aprile, alle ore 18 presso il palazzo Lem (P.zza del Pamiglione n.1): Moby Prince: dalle sentenze alle nuove indagini. Parteciperanno istituzioni (Sindaco di Livorno, Senatore Filippi) e giornalisti (Fedrighini, Riccardi, Masiero, che coordinerà l’iniziativa). Consigliamo di partecipare, così come esortiamo cittadini e lettori di non accontentarsi della retorica istituzionale e pretendere più chiarezza:da chi indaga, da chi governa, da chi racconta. Noi intanto ripartiamo dal 6 di aprile (un oggi di 16 anni fa). Volendo sottolineare, al di là di cosa accadde quella notte, che la Moto Nave Traghetto Moby Prince, rammentato nelle cronache successive come il “gioiello bagnarola”, probabilmente non era perfettamente idonea per la navigazione, soprattutto per quella tratta. Almeno questo bisognerebbe dirlo con più forza. Almeno su questo l’armatore Onorato (allora il padre Achille, ora il figlio Vincenzo) potrebbe spendere qualche parola: fosse solo di forma. Ci scuserà se non lo acclameremo al prossimo Trofeo Accademia Navale di Livorno. Ci scuserà se non saremo orgogliosi, come cittadini, della sua sponsorizzazione. Ci scuserà se non faremo il tifo per il.. Mascalzone Latino. Lucio Baoprati |
Post n°311 pubblicato il 03 Aprile 2007 da kleombroto
"Che il personaggio Lucarelli creasse problemi ai poteri locali l'avevamo capito fin dalla sua presentazione alle Fonti del Corallo quattro anni fa. C'era da mettere in secondo piano quanto possibile il fatto che Lucarelli non era un giocatore amato dalla curva ma "uno della curva" che ha avuto la possibilità di giocare nel Livorno. E il problema stava, e sta, tutto nel fatto che "uno della curva" a Livorno vuol dire anche una persona che allo stadio porta il calore dello sportivo comunista senza separare tra questi due elementi. Questo mentre il modello di sportivo del potere era, e resta, quello del tifoso che applaude inerte e felice per aver consumato tutti i prodotti messi in vendita come negli sport americani". Ivano Scacciarli (Senza Soste 24/02/2007) Con questa premessa è venuto naturale al nostro giornale chiedere a Cristiano di presentare il film in mezzo alla sua gente per poterlo vivere in maniera collettiva e non ognuno sul proprio divano a guardare il dvd (distribuito fra l'altro da Il Tirreno) come la società attuale ci ha insegnato Questi anni di grande ascesa calcistica sono indimenticabili per la città non tanto per i traguardi sportivi, ma perchè personaggi come Lucarelli insieme alla sua curva hanno dato sempre un valore aggiunto politico e sociale alla misera e commerciale vicenda del calcio italiano. Proprio così, il mondo del calcio, uno dei settori più conformisti e ruffiani della mediocre Italia che ben rappresenta, ha dovuto sopportare un personaggio che dal suo piccolo ha sempre creato terremoti partendo da gesti o dichiarazioni semplici. A differenza del Comune che ha a disposizione palazzetti e stadi, per la serata abbiamo a disposizione solo una sala proiezioni da 300 posti perchè in città non esiste più un cinema grande a disposizione dopo la chiusura di Metropolitan, Odeon e Gran Guardia se si eccettuano le multisale. Il più grande il 4 Mori con i suoi 500/600 posti è occupato. Con la casa di distribuzione e sotto consiglio di Cristiano è stato deciso di fare più di una serata per cercare di accontentare tutti. La presenza di Cristiano nelle proiezioni successive è legata ai suoi impegni anche se cercherà di esserci. La prima sarà a invito solo per motivi logistici, infatti i posti non sono sufficienti nemmeno per coloro che hanno partecipato sotto diversi aspetti al film, dalla redazione del giornale ai protagonisti e i realizzatori del documentario fino agli amici che con Cristiano hanno condiviso in questi anni gioie e incazzature. Per questo il film rimarrà in sala anche la sera di martedì con il secondo spettacolo alle 23 e replicherà mercoledì alle 21 e alle 22.15 La redazione di Senza Soste |
Post n°310 pubblicato il 02 Aprile 2007 da kleombroto
Sto cominciando a lavorare al mio terzo libro. Titolo provvisorio: "Radio LIbere", dove intendo riferirmi alle radio private nate a Livorno trenta e più anni fa. Ho anche iniziato a fare ricerche su internet e ho trovato di tutto. Ad esempio, un'immagine riguardante Nino Pirito, che fu direttore della testata TVL/Radiotelevisione Libera nel 1976/77. Prima di essere direttore di Settimana TV, con lo pseudonimo di Nino Tristano, fu cantautore (partecipò anche a Settevoci). Qualcuno su EBay si vende lo spartito di una delle sue canzoni. |
Post n°309 pubblicato il 02 Aprile 2007 da kleombroto
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Post n°308 pubblicato il 23 Marzo 2007 da kleombroto
SI E' A LUNGO RISO DEI TRADUTTORI AUTOMATICI E DEGLI SVARIONI CHE GENERANO QUANDO DEVONO FARE IL LORO LAVORO, E CIOE' TRADURRE... NON SO CHI POSSA VOLER FREGARE DATI INESISTENTI DA UN CONTO CHE NON HO, MA DEVO DIRE CHE ERA DA UN PO' CHE NON RIDEVO TANTO. COPIO E INCOLLO... COSI' DIVIDO CON VOI QUESTO CAPOLAVORO DI STRAMBERIA. Gentile Banco Poste Italiane Utente, Eseguiamo attualmente la manutenzione regolare delle nostre misure di sicurezza. Il suo conto ? stato scelto a caso per questa manutenzione, e lei sar? adesso portato attraverso una serie di pagine di verifica di identit?. Per eseguire la manutenzione regolare per favore scatto qui Proteggere la sicurezza del suo Primo conto bancario di Scambio ? il nostro interesse primario, e chiediamo scusa per qualunque inconvenienza che questo pu? causare Per favore nota: Se facciamo no riceve la verifica di conto appropriata entro 24 ore, poi presumeremo che questo conto ? fraudolento e sar? sospeso. Lo scopo di questa verifica ? assicurare che il suo conto non ? stato fraudolentamente usato e combattere la frode dalla nostra comunit?. QUESTO MESSAGGIO MI E' ARRIVATO NELL'E-MAIL... CREDO CHE PIU' CRETINI DI COSI' SIA DIFFICILE TROVARNE! FATTO SALVO NATURALMENTE CHI ABBOCCA A UN MESSAGGIO SCRITTO COSI'. AH DIMENTICAVO... MI RACCOMANDO NON "SCATTATE" LI' |
Post n°307 pubblicato il 19 Marzo 2007 da kleombroto
Caro Massimo, "Max 1" ai tempi spensierati di Radio Flash, che poi erano i tempi dei nostri vent'anni... Qualche giorno fa sei andato a trasmettere su un'altra gamma di frequenze. Mi ricordo una tua telefonata (o una tua e-mail, è passato tanto tempo, confesso di non ricordare se avevo sentito la tua voce o se, attraverso un messaggio scritto, mi era parso di sentirti). Intorno al 2001, mi ero appena trasferito nel borghetto di Calcata e mi erano arrivate tue notizie. Non splendide, appunto perché mi avevi detto della tua malattia, ma sembrava che tutto fosse finito, eri guarito e pronto a vivere un'esistenza normale e serena. |
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