Webbo's land

Telefonata notturna

Ore 1, circa.
Buio pesto.
Silenzio.
Pace e tranquillità.
Improvvisamente un telefono che squilla.
Insistente.
La quiete è interrotta dal suono fastidioso. Ed è impossibile ignorarlo.
Allunghi una mano, acchiappi l'apparecchio.
Esce da te un suono impastato, che fa fatica ad essere distinguibile: pronto.
Silenzio, o quasi, dall'altra parte del filo.
Cerchi le energie possibili per poterti far sentire di più. E di nuovo ripeti "pronto".
Silenzio.
Anzi, no: ci sono alcune voci che senti.
Ormai hai già sufficienti energie per farti sentire di più, con un tono giustamente scocciato. E ripeti, di nuovo, "pronto!".
Forse ti hanno sentito?
Sì, decisamente.
Perchè una voce perplessa ripete "pronto", per poi aggiungere "ah, mi scusi, ho sbagliato numero". E riattaccare.
Tu sei lì, con il telefono in mano, che cerchi ancora di capire chi tu sia. Se sia solo un sogno, o se sia realtà.
E senti la rabbia che sale, inesorabile.
Ti verrebbe voglia di lanciare il telefono contro il muro.
Poi ci ripensi, lo rimetti al suo posto. E cerchi di riaddormentarti.
Senza, ovviamente, riuscirci più di tanto: prendi sonno, chiudi gli occhi, ma non dormi più come prima.
Vorresti avere per le mani l'idiota che t'ha svegliato all'una di notte, ma non ce l'hai.
Poi arrivano le sei, e ti rendi conto di aver dormicchiato ad intermittenza. Ti alzi più assonnato di prima, imbufalito con il mondo intero.
Sì, oggi mordo chiunque mi capita a tiro....