ISLAM IL VIAGGIO 10 – RAMADAN

 

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Il mio Ramadan

E’ quasi l’alba e mi ritrovo qui a ponte Milvio, dove ho appuntamento con il mio amico Selim. Roma è meravigliosa a qualsiasi ora del giorno ma in questi momenti, quando il chiarore si fa spazio nell’oscurità, Roma sembra ancora più magica. Mi aspetta una giornata interessante e imprevedibile. Oggi è il primo giorno di Ramadan ed ho deciso di passare un’intera giornata con Selim e fare, per la prima volta nella mia vita, il digiuno come se fossi un musulmano praticante.

Per i musulmani Ramadan è un mese benedetto. E’ il mese in cui ci si astiene e ci si purifica. E’ obbligatorio per ogni credente praticare il digiuno dall’alba al tramonto. Per digiuno, mi spiega Selim s’intende sia il digiuno alimentare che quello sessuale. Durante il Ramadan la preghiera acquista un significato centrale nella vita quotidiana di ogni musulmano, che attraverso di essa chiede il perdono per i peccati compiuti e una via per astenersi dal male.

Selim arrivato in bicicletta mi mette un po’ fretta. Abbiamo poco tempo mi dice, tra poco sarà l’alba e dobbiamo mangiare, dobbiamo fare Suhoor! Che significa Selim ? Suhoor è il pasto che viene consumato prima che sorga il sole, mentre Iftar è il pasto che si consuma dopo il tramonto.

Sono uscito da casa in fretta e come mi ero ripromesso non ho preso il caffè. Ci sediamo su una panchina vicina e mi appresto a consumare il mio primo Suhoor. Selim mi ha detto che come di consueto lui ha già fatto la prima delle cinque preghiere previste giornalmente nel mese di Ramadan. Estrae dal suo zaino alcuni contenitori ermetici, io ho portato posate e piatti di plastica, due banane e due yogurt, come mi aveva indicato il giorno prima.

Nei suoi contenitori ci sono delle fave già sbucciate e del riso con ceci e lenticchie. In una piccola borraccia ha del tè alla menta ed è da qui che iniziamo. Sorseggiamo il tè mentre mi spiega che i pasti sono diversi a secondo della nazione e del posto in cui ci si trova e che ci sono un sacco di varianti, con alimenti che aiutano a resistere durante il giorno. Dopo aver bevuto il tè mi porge delle fave e mi spiega che essendo digerite lentamente dal nostro organismo, l’apporto di energia al nostro corpo sarà distribuito più a lungo durante la giornata. Poi passiamo al riso, tra le altre cose molto buono, integrale con dei ceci e delle lenticchie.

Selim non ce la faccio più! Il riso è buono ma mandarlo giù a quest’ora è abbastanza arduo. Mangia! Mi esorta ridendo. Come pensi di stare in piedi fino a stasera? Mi sforzo un po’ e poi bevo frettolosamente lo yogurt e mangio una delle due banane. Bene Andrea! Sei pronto ad affrontare la giornata. Selim spiegami! Come mai il mese di Ramadan è cosi importante storicamente? Secondo la tradizione Maometto ricevette la rivelazione del Corano durante questo mese. Ramadan è equiparabile alla Quaresima per i cristiani, ma in tutte le grandi religioni è previsto il digiuno.

Cosa succede se interrompi il digiuno? Beh se lo fai consapevolmente devi fare ammenda offrendo dei pasti a dei musulmani bisognosi o dare loro dei soldi equivalenti ad un pasto. Nel caso s’ interrompa involontariamente, non devi fare altro che riprenderlo, consapevole di averlo interrotto e pregare.

Durante le nostre chiacchiere abbiamo raggiunto l’attività di Selim. Lui ha un piccolo stand vicino alla stazione Termini all’interno di un mercato coperto che già dalle prime ore del mattino si popola di persone. Curiosi che si aggirano comprando generi alimentari, chi vestiti e chi invece passeggia solamente. E’ arrivato il furgone che porta la merce al mio amico, iniziamo subito a scaricare e Selim mi ordina di controllare che la merce corrisponda a quella descritta nel documento di accompagno.

La mattinata passa abbastanza velocemente, per ora non mi sento particolarmente provato dal digiuno. Qualcosa inizia a cambiare verso le due del pomeriggio, sono quasi dieci ore che non mangio. Lo stomaco inizia a borbottare e non nego che mi berrei un bel sorso d’acqua, ma resisto. E’ un momento di calma, durante la mattinata abbiamo scaricato il furgone, esposto la merce, servito i clienti, preparato dei pacchi da consegnare. Vicino a noi il proprietario di un altro stand è un vecchietto dall’aria un po’ assente che quando ci sente parlare di digiuno s’intromette nel discorso.

Il digiuno è comune a tante religioni sapete! Gli ebrei ad esempio originariamente lo usavano come rito per ottenere da Dio la protezione dalle calamità. Oggi il più conosciuto è il digiuno del Yom Kippur, ma ci sono molte giornate in cui gli ebrei digiunano in memoria di eventi luttuosi. Anche loro in queste giornate non possono avere rapporti sessuali o lavarsi, ne dedicarsi al corpo.

I cristiani invece praticavano il digiuno nel periodo di Quaresima ricordando i 40 giorni trascorsi da Gesù nel deserto e il venerdì di Pasqua, in ricordo della sua morte. La chiesa vieta di consumare carne il venerdì e prescrive il digiuno il mercoledì delle Ceneri. Va detto che ormai pochi seguono questi dettami.
Gli induisti hanno dei giorni di digiuno prescritti, come la cosiddetta “ Grande notte di Shiva”. Attraverso il controllo del corpo e delle emozioni permette all’uomo di avvicinarsi a Dio.
I buddisti invece credono che i desideri siano la causa prima del male del mondo e che solo rinunciandoci ci si eleva spiritualmente. Il digiuno viene praticato per esercitarsi a controllare il proprio corpo e le proprie pulsioni.

Ascolto con attenzione quel vecchio saggio e mi alzo velocemente dallo sgabello su cui mi ero seduto. Opps … mi gira un po’ la testa ed ora ho davvero sete. Selim quanto manca? Ma come fate? Non ridere! Come fanno i bambini a stare a digiuno cosi a lungo?
No Andrea! I bambini non fanno il digiuno, come non lo fanno le donne incinte e le persone malate. Il digiuno deve essere spontaneamente accettato e non vissuto come una costrizione. La donna lo deve sospendere nel periodo mestruale e recupera quei giorni durante l’anno. Sono esentati dal digiuno anche gli uomini che sono in guerra e chi sta in viaggio.

Mentre Selim torna a pregare. Io mi chiedo intanto come fanno a rispettare il digiuno quei popoli dove il giorno dura moltissimo, penso ai paesi nordici o addirittura vicino ai  due Poli, dove giorno e notte si alternano ogni sei mesi. Abram il mio vicino mi toglie ogni dubbio e mi spiega che per convenzione quei popoli seguono l’orario di un paese, dove l’avvicendarsi di giorno e notte sono regolari. Aggiunge inoltre che da sempre si dibatte molto sull’argomento. Sono quasi le sei e Selim decide di chiudere il suo banco perché deve fare una consegna ad una persona. Sono davvero affamato, passo davanti alla vetrina di un forno e vedo uscire un ragazzo che sta mordendo un pezzo di piazza bianca. Lo invidio fortemente ma Selim mi distrae dandomi in mano un pacco da caricare in macchina.

Attraversiamo tutta Roma e arriviamo da Marco, un italiano convertito all’Islam che sorride quando Selim gli racconta del mio digiuno. Le prime volte è difficile, mi dice. Io lo so bene! Mi riprometto di intervistarlo sulla sua scelta e lui mi dice che sarà un piacere raccontarsi.
La mia giornata volge alla fine, sono davvero provato. Ho sete e non vedo l’ora di arrivare in Moschea. Lì ci aspetta la comunità musulmana per la preghiera e per la cena. Aspetto che i miei amici terminino le preghiere e subito dopo ci accomodiamo in un refettorio dove Amina, una signora sulla cinquantina, ci accoglie per l’ Iftar.

Al centro della tavola depone un vassoio pieno di datteri e vi confesso che il mio primo pensiero è di mangiarmene subito una bella quantità. Selim leggendomi nel pensiero mi esorta a prenderne uno solo, poi Amina ci porge una zuppa di legumi ma nel frattempo io mi bevo due bei bicchieri d’acqua. Che sapore straordinario aveva quell’acqua! A destra e sinistra ho persone che parlano in arabo e in italiano raccontandosi la giornata e lodando Dio per quel pasto. L’arrivo del cuscus con la carne mi provoca una gioia immensa.

Mangio ma mi rendo conto che quella grande fame sta passando velocemente e anche la sete si è ora placata. Rido della mia debolezza e del desiderio di strappare quel pezzo di pizza dalle mani del ragazzo che usciva dal forno. Con me ridono anche gli altri quando racconto le mie sensazioni. Non so perché ma quella serata passata in compagnia di tante persone mi mette di buonumore.

Torno a casa quasi a mezzanotte, stanco ma rinvigorito. E’ stata dura ma ce l’ho fatta, so che il mio è stato un modo un po’ strano di provare il digiuno e lontano dalle motivazioni religiose che spingono i musulmani ad effettuarlo. In tutta onestà non ero abituato a quell’autodisciplina, al sacrificio e all’autocontrollo necessario per fare un digiuno. Sono a letto ormai e tra poco credo sprofonderò nel sonno.

Penso a Salim che starà pregando. Penso a quanto mi ha detto a cena sulla donazione che farà alla comunità, pari al cinque per cento dei suoi risparmi.
Ricordate? Parlammo dello zakat nel capitolo dedicato ai cinque pilastri dell’Islam, di cui anche il Ramadan fa parte. Dovreste tutti provare un giorno di digiuno, sarà sicuramente illuminante sulle vostre capacità di autocontrollo e di volontà. Buona notte e buon Ramadan a tutta la comunità musulmana.

ISLAM IL VIAGGIO 10 – RAMADANultima modifica: 2018-05-18T13:24:48+02:00da andreaengl