ISLAM IL VIAGGIO 12 – IL VELO seconda parte

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(per i mussulmani)

 

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Il velo, portato dalle donne mussulmane, viene spesso percepito dal mondo occidentale come un rischio per la sicurezza. Gli attacchi terroristici alle torri gemelle di New York e la conseguente guerra in Afghanistan hanno esasperato tale diffidenza.

In realtà il velo è altra cosa. Per le donne mussulmane può rappresentare un’identificazione religiosa, un elemento di moda o di sicurezza personale. Molte donne mussulmane invece scelgono di non portare il velo. Di questo parlerò con Amina che sta arrivando.

Ciao Amina! Che caldo oggi! Grazie per aver accettato di parlare con me dell’importanza e del significato del velo, per la tua cultura e per le donne in particolare.
Ciao! Per me è un piacere, so che farai buon uso delle informazioni che ti darò. Beh Amina la prima cosa, che mi salta agli occhi, è che tu non porti il velo. Mi spieghi come mai?

Partiamo dall’inizio e dal motivo per cui  molte donne mussulmane scelgono di portare il velo, meglio conosciuto come hijab. Molte di loro lo portano per testimoniare visibilmente la loro fede e riflette la loro devozione verso Dio. E’ una scelta personale, che viene fatta generalmente dopo la pubertà. Il significato religioso rappresenta il compimento del volere di Dio legato alla sua richiesta di modestia e di decenza tra membri di sesso diverso.

Quindi mi stai dicendo che l’uso del velo è previsto dal Corano? Non precisamente! Anche se vi è un riferimento. Nel Corano, il Profeta dice agli uomini di abbassare il loro sguardo ed essere casti. Devono tenere lo sguardo verso il basso per evitare le tentazioni e le distrazioni, durante la preghiera. Questo atteggiamento è conosciuto come hijab degli occhi. Nel Corano si parla poi delle donne, che come gli uomini  devono abbassare lo sguardo, per gli stessi motivi. Si indica inoltre, “di non mostrare i propri ornamenti a nessuno che non sia il proprio marito, lasciando scendere il loro velo fino sopra il petto”.

Finalmente capisco l’atteggiamento del mio amico Abdul. Tempo fa  parlando con una mia collega di corso delle imminenti vacanze estive, Abdul si copriva il volto lateralmente con un libro, evitando lo sguardo di Laura. Non avevo avuto il coraggio di chiedergli perché lo stesse facendo, ora mi è chiaro. Tra le altre cose questo fatto è successo nel mese di Ramadan, quindi in un mese, dedicato alla preghiera e al digiuno.
Sì! Mi risponde Amina. Il tuo amico sicuramente stava seguendo l’indicazione del profeta di cui ti ho parlato.

Per quanto riguarda l’indicazione del Profeta, di lasciar scendere il velo fino sul petto, si riferisce al fatto che le donne dell’era precedente a Maometto, erano solite portare un pezzo di stoffa che copriva la testa, con le estremità legate dietro il collo, lasciando a vista le orecchie e il collo stesso.

 

Nel Corano Allah, tramite Maometto, dice alla donna di sciogliere il nodo e far scendere i lembi del velo coprendo quelle parti. Allah comanda al Profeta di dire alle sue spose, alle sue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi col velo così da essere riconosciute come donne rette e non essere molestate.

 

Mi è tutto chiaro, non hai però risposto alla mia domanda. Perché tu non porti il velo? Cercherò di spiegartelo in modo semplice, mi dice Amina. Così come ti ho raccontato, uno degli scopi di portare il velo, è quello di non farsi notare. Per voto di modestia la donna deve nascondere la propria bellezza ed evitare di essere molestata.

Se ci pensi bene, l’espansione del mondo arabo  ha generato diffidenza. Oggi scegliere di portare il velo in occidente, significa essere, al centro dell’attenzione.

Questo è esattamente il contrario di ciò per cui il velo era stato concepito. Io ho sempre pensato di poter raggiungere i valori prescritti dalla mia fede in altro modo. Molte di noi sono convinte che scegliere se indossarlo o meno, sia una prerogativa esclusivamente nostra.

Passiamo ad un altro argomento. Mi hai riferito che molte donne portano il velo per scelta religiosa, altre per espressione della loro identità culturale. Vuoi spiegarmi meglio cosa intendi?

Certo! Molte donne portano l’hijab per tradizione del loro paese o perché esiste una legge in merito. Altre per i motivi religiosi di cui ti ho parlato. Sono comunque poche le donne che sono realmente obbligate a portare il velo e solo in certi contesti.

Ora ti spiego i diversi tipi di velo, così ti sarà più chiaro. Abbiamo già detto che il velo si chiama in arabo generalmente hijab. Le sue varianti sono molte e dipendono in gran parte dalla cultura e dalla tradizione del paese.

In generale diciamo che l’hijab è uno scialle che copre i capelli, le orecchie e il collo. Sicuramente è il più usato, soprattutto in occidente.

Lo shayla è uno scialle rettangolare, avvolto attorno alla testa e fissato alle spalle. Usato in Arabia Saudita e in molti paesi del Golfo Persico.

Il niqab è un tipo di hijab, che copre tutto il viso lasciando gli occhi liberi. E’ tipico di zone sotto influenza wahhabbita, corrente fondamentalista legata all’Arabia Saudita.

Il burka invece copre tutto il viso e il corpo, è corredato di un piccolo ricamo attraverso il quale la donna può vedere.

Questo inquieta anche me, ti dico la verità Amina!

Capisco! Devi sapere però che il burka è usato esclusivamente dalle donne afghane, è una tradizione locale indipendente dalle prescrizioni religiose dell’Islam.

Mi stai dicendo che non ha nulla a che fare con la religione?

Esatto! L’introduzione del burka risale al 1890. Il re afghano dell’epoca possedeva un harem di 200 donne. Il re impose loro il burka per non indurre in tentazione gli uomini, quando esse lasciavano il palazzo. Essi vedendole capivano che erano un persone di un ceto protetto e superiore e non si azzardavano a disturbarle. In breve tempo il burka divenne un capo di abbigliamento, che contraddistingueva le donne di una certa importanza. Fino al 1950 fu una  prerogativa delle famiglie benestanti e molto ambito dai ceti più poveri. Le classi elevate della società, iniziarono a non farne più uso vista la diffusione generale tra il popolo. Nel 1961 fu proclamata una legge che ne vietava l’uso alle dipendenti pubbliche.

Durante la guerra civile le donne tornarono ad indossarlo e l’avvento del regime dei talebani lo impose a pena della vita. Oggi in Afghanistan nessuna legge impone l’uso del burka ma è ancora molto radicato nella cultura e negli usi del luogo.

Caspita Amina, devo dire molto interessante. Ignoravo la sua origine. Lo percepivo come estremizzazione di un dettame religioso.

Amina mi sorride e mi dice che purtroppo, di molte cose riguardanti il mondo islamico si ignora realmente il significato o la storia. Andiamo avanti, credo che siamo quasi alla fine, vero?

Sì! Risponde Amina mancano due tipi di velo.

Il khimar  è tipo un mantello, avvolto intorno alla testa e copre testa, collo e spalle fino al centro della schiena.

Il chador invece è un lungo mantello avvolto attorno alla testa, che copre tutto il corpo della donna lasciando libero il viso. Il chador è un indumento tradizionale delle donne iraniane.

Un’ ultima domanda Amina! A quale età una donna inizia a indossare il velo?

Anche qui la realtà varia da paese a paese e da cultura a cultura. Per alcune culture solo le donne sposate devono portare il velo, per altre invece,  le donne devono iniziare a portarlo dopo la pubertà. Certe culture prevedono l’uso del velo molto presto, in  altre le donne smettono di indossarlo dopo la menopausa. Alcune lo portano tutta la vita, altre non lo portano affatto, sono scelte spesso personali.

Grazie! Grazie di questo viaggio e di avermi spiegato in modo semplice un altro aspetto della cultura islamica.

Spero di rivederti presto Amina!

ISLAM IL VIAGGIO 12 – IL VELO seconda parteultima modifica: 2019-06-11T15:22:29+02:00da andreaengl

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