PICCOLE IDEE REGALO

Si avvicina Natale, o avete semplicemente bisogno di fare un regalino all’ultimo momento, oppure avete un piccolo budget di spesa e volete comunque fare un pensiero utile ed originale?

Ecco un paio di idee…

Ricetta per cioccolata calda

Procuratevi un vasetto carino abbastanza grande, magari con un bel tappo, o un coperchio che possiate decorare (oppure stoffa per coprirlo e un fiocco per legarlo) ed i seguenti ingredienti:

  • 180 gr cioccolato fondente (55-65%)
  • 12 cucchiai cacao amaro in polvere
  • 4 cucchiai zucchero di canna
  • 8 cucchiai di zucchero semolato
  • 12 cucchiai rasi di fecola di patate

Procedimento:

Polverizzare nel mixer (con le lame) il cioccolato facendo attenzione a mixare a intermittenza altrimenti il cioccolato si scioglie. Metterlo in un barattolo insieme a tutti gli altri ingredienti e mescolare bene. Conservare in un luogo fresco e asciutto.

Preparazione di 1 tazza:

Mettere in un pentolino 3 cucchiai e sciogliere 250 ml di latte versandolo poco alla volta e mescolando bene con un cucchiaio per sciogliere bene la polvere, facendo attenzione a non fare grumi. Portare a ebollizione a fuoco basso lasciando addensare.

Ricetta per zucchero di canna integrale all’arancia

Procuratevi sempre un bel vasetto, magari decorando il coperchio con pasta di sale o pannolenci e poi i seguenti ingredienti:

  • 3 arance
  • 200 gr di zucchero integrale di canna

Preparazione:

Grattugiate con cura la scorza delle arance, mettetela su un piattino e lasciatela seccare su un termosifone per un giorno intero. Con un piccolo frullatore o un macinacaffè riducetela in polvere e mescolatela con lo zucchero fino a ottenere un composto omogeneo.

Si può utilizzare per addolcire quello che di preferisce, regalando un tocco di aroma all’arancia.

PIANO DEL PARTO, PERCHE’ E COME STILARLO

In una gravidanza fisiologica, ossia quando tutto va come natura vuole, potete fare praticamente tutto ciò che vi pare durante il travaglio e parto, anche partorire in casa se lo desiderate, ma se decidete di partorire in ospedale la situazione non dovrebbe essere per nulla diversa.

L’ospedale dovrebbe ricreare l’ambiente e la protezione che casa vostra può darvi, insieme alla sicurezza di una struttura adeguata.

Come fare per fare in modo che il vostro parto sia come voi lo desiderate?
In primo luogo scegliete con calma il luogo in cui volete andare a partorire, dovrebbe essere almeno quello che più si avvicina alle vostre esigenze, quindi informatevi, chiedete le percentuali di parti fisiologici, cesarei e VBAC, ponendo più domande possibili, affinchè ogni dettaglio che vi interessa venga alla luce, sia per quanto riguarda travaglio e parto, che per quanto concerne la degenza vostra e del bambino.

Praticamente chiedete pure tutto ciò che più vi sta a cuore e se volete chiedete pure di farvi fare una visita alla sala parto.
Se non trovate tutto ciò che vorreste nella stessa struttura potete scrivere un PIANO DEL PARTO o BIRTH PLAIN (in seguito PDP), ossia una proposta rivolta alla struttura contenente esigenze e aspettative per il parto e per i giorni seguenti, preoccupandovi di farlo avere in pronto soccorso, in ginecologia ed ostetricia e, se presente, al nido.

Preoccupatevi soprattutto di trovare personale disposto ad ascoltarvi e a condividere con voi quello che state chiedendo, sottoscrivendolo insieme a voi e a vostro marito.

Io scelsi di stilare il mio piano del parto in occasione del VBAC, per essere sicura di aver predisposto tutto e non precluderne la riuscita (temevo fortemente qualche intervento esterno che mi avrebbe fatto male fisicamente e moralmente), ma credo di essere stata fortunata perché all’epoca, nell’ospedale che scelsi, lavorava un ginecologo veramente a favore del parto naturale dopo cesareo (non per nulla sua moglie è ostetrica e segue parti in casa), pertanto forse anche senza PDP sarei stata ascoltata ed indisturbata in tutto e per tutto, al fine di avere un parto ed una degenza quasi come a casa, come meritano tutte le donne e tutti i bambini

Ecco comunque come indicai le mie richieste:

Piano del parto di …

 “…Questo istante della nascita, questo momento di fragilità estrema, come bisogna rispettarlo!!
Il bambino è tra due mondi. Su una soglia. Esita.
Non fategli fretta. Non spingetelo. Lasciatelo entrare.
Che momento! Che cosa strana! Questo esserino che non è più un feto e non ancora un neonato.
Non è più dentro la madre, l’ha lasciata. Eppure lei respira ancora per lui.
E’ l’istante analogo a quello in cui l’uccello corre con le ali spiegate e poi di colpo, appoggiato sull’aria, volerà.
Quando si è staccato da terra, quando ha decollato? Non si sa.
Come non si sa dire quando la marea che sale comincia a ridiscendere.
Un momento ineffabile, impalpabile, il momento della nascita, quello in cui il bambino lascia la madre…”
Frédérick Leboyer

Premessa
Ho scelto questo Ospedale per via di alcune conoscenze personali che lavorano nell’ambito di codesta struttura e per le informazioni molto positive raccolte, sia per quanto riguarda travaglio e parto, sia per il secondamento e le pratiche neonatali.
Ho scritto infine questo piano del parto per illustrarVi le mie aspettative e considerazioni in merito alle suddette fasi della nascita del mio bambino.

Il mio percorso
Il 04/04/2001 è nata la mia prima bambina, Sophia, con taglio cesareo programmato per via della sua presentazione podalica.
All’epoca, nonostante la posizione della piccola fosse rimasta tale per tutta la gravidanza, né il mio ginecologo, né il personale dell’ospedale di Biella mi consigliarono tecniche naturali o altresì invasive per il capovolgimento del feto in tempi utili.
Io stessa comunque mi accuso di non aver cercato informazioni in tal senso, arrivando però piuttosto serena al giorno dell’intervento.
Soltanto dopo la nascita di Sophia, soprattutto nei primi giorni, colsi alcune sensazioni spiacevoli di impotenza, di distacco, di freddezza mia nei confronti della mia bambina: sentimenti che tutt’oggi mi porto dentro e che mi fanno desiderare con tutte le mie forze e sotto ogni aspetto un parto ed una degenza NATURALI per me e questa nuova creatura in arrivo.

Presupposti
Personalmente considero il parto non una patologia, ma un processo fisiologico; e, dunque, affinché un parto risulti facile, veloce e senza complicazioni, sono convinta che occorra rispettarne primariamente la fisiologia, creando le condizioni che permettano ai naturali processi (come la secrezione ormonale specifica) di attuarsi correttamente, senza interventi esterni.

In linea di principio, in base a quanto stabilito dall’art. 21 della Costituzione Italiana (libertà di opinione), dall’art. 2 e 13 della stessa carta (inviolabilità della propria persona) e dalla legge regionale Lazio n. 84 del 03-06-1985, volta a tutelare la dimensione psico – affettiva del parto, tenendo presente che il potere decisionale dei genitori rimane insostituibile ed insormontabile e che nessun atto sanitario può essere legittimamente imposto, richiedo che eventuali interventi, terapie e procedure mediche attive sia su di me che sul mio bambino mi vengano preventivamente spiegate (anche in caso di urgenza) e che il consenso finale spetti a me ed a mio marito.

Il travaglio

Vorrei avere la possibilità di muovermi liberamente, camminando a mio piacimento e assumendo le posizioni in cui sentirmi a mio agio;
Vorrei poter contare sulla costante e continua presenza e supporto di mio marito e dell’ostetrica;
Desidero non essere sottoposta a monitoraggio continuo, se non effettivamente necessario;
Vorrei poter mangiare e bere durante il travaglio se ne sento il bisogno;
Vorrei poter fare un bagno o una doccia, nel caso ne sentissi il bisogno;
Chiedo di non subire clisteri e rasatura del pube;
Chiedo che le membrane non vengano rotte artificialmente, se non in caso estremo;
Non voglio che il travaglio venga accelerato con flebo, gel o altro;
Non voglio somministrazione di anti-dolorifici o sedativi;
Desidero che venga rispettato il mio diritto ad un travaglio in ambiente protetto ed intimo, nel quale io mi possa esprimere liberamente, senza troppi elementi di disturbo, per questo vorrei che il travaglio si svolgesse in una atmosfera adatta alle sue necessità fisiologiche: dunque in semioscurità, silenzio, privacy, clima caldo;
Vorrei che le visite interne fossero ridotte al minimo indispensabile e che prima di effettuarle mi venga chiesto il permesso;
Desidero sentirmi libera di affrontare il dolore con vocalizzi, urla o altro.

Il cesareo
 se si arrivasse a valutare l’eventualità di un taglio cesareo desidero che prima mi siano spiegate nel dettaglio le motivazioni, dopo averle ottenute concederò l’eventuale consenso;
 anche in caso di cesareo d’urgenza desidero ricevere un’anestesia non totale che mi permetta di vedere il neonato appena uscito dalla pancia;
 desidero che il bambino venga trattato nella maniera più delicata e dolce possibile;
 vorrei che il bambino, se in condizioni di salute normali, venisse consegnato immediatamente al padre o alla persona che mi accompagna per essere poi consegnato a me non appena concluso l’intervento.

La fase espulsiva
 desidero poter scegliere la posizione che mi sembrerà più adeguata al momento dell’espulsione. Gradirei non sentirmi obbligata a partorire in posizione litotomica;
 desidero che tra la fine della dilatazione e l’inizio della fase espulsiva sia rispettata la fisiologica fase di transizione. Non voglio essere costretta a spingere a comando senza lo stimolo essenziale del “riflesso di eiezione del feto”;
 vorrei che la stanza, al momento del parto, fosse silenziosa, minimamente illuminata e ben riscaldata, e che le persone presenti fossero solo l’ostetrica dell’ospedale, il padre del bambino e l’ostetrica che mi accompagna;
 vorrei poter evitare qualsiasi intervento ostetrico operativo o invasivo (uso di ventosa, forcipe, manovra di Kristeller, etc:).

L’episiotomia
 non vorrei subire l’episiotomia: l’ostetrica potrà aiutare il mio perineo a dilatarsi naturalmente, assecondando la mia voglia di spingere ed eventualmente aiutandomi con olii e/o pezze calde. Preferisco, ammesso che questo accada, una piccola lacerazione spontanea.

Il secondamento e l’approccio al neonato
 gradirei che il bambino mi venisse consegnato immediatamente dopo l’espulsione e che ogni eventuale azione, su di me e su di lui, sia posticipata alla fine del secondamento e/o altro momento più opportuno;
 chiedo che il cordone ombelicale sia lasciato intatto fino all’espulsione della placenta;
 desidero attendere la fine del secondamento nella posizione che mi è più congeniale;
 desidero che si aspetti l’espulsione della placenta secondo i tempi fisiologici e senza somministrarmi farmaci per velocizzare l’espulsione;
 chiedo che al bambino sia praticata l’aspirazione oro-faringea solo se necessaria;
 ogni manovra o somministrazione di farmaci al bambino desidero che venga eseguita su consenso dei genitori e chiedo che la primaria assistenza neonatale sia effettuata accanto a me.

La degenza
 durante la degenza preferirei che il mio bambino rimanesse sempre con me, a meno che non sia io a chiedere il sostegno delle puericultrici;
 desidero che il bambino non sia immediatamente lavato, ma lasciato con il suo odore e ricoperto della vernice caseosa, prezioso elemento per la sua salute, che la sua pelle assorbirà naturalmente;
 nel caso sia io che il bambino fossimo in buona salute mi riservo di chiedere la dimissione precoce, nelle ore immediatamente successive al parto.

L’allattamento
 voglio essere libera di attaccare mio figlio al seno fin dai suoi primi istanti di vita, per tutto il tempo che mamma e bambino desiderano, contando sul massimo supporto e sostentamento del personale ospedaliero;
 conto sul fatto che a mio figlio non vengano somministrate sostanze quali latte artificiale, soluzione glucosata o succhiotti: in casi estremi, per l’aggiunta di latte, richiedo che si tratti di quello che potrò estrarre dal mio seno con un tiralatte.

Vi ringrazio anticipatamente, certa di trovare la Vostra comprensione e collaborazione, fiduciosa che le mie richieste saranno accolte, potendo disporre liberamente del mio corpo in questa esperienza così unica, intima, intensa e naturale che è il partorire.

Luogo, data e firma

Letto approvato e sottoscritto dal papà del nascituro

TORTA DI FIBRE (residui dell’estrattore)

Premettendo che io mi ritengo abbastanza brava in cucina, ma che i dolci non sono il mio forte, sono rimasta abbastanza stupita da quanto le mie figlie amino questa torta più di ogni altra fatta con molto più impegno ed ingredienti molto più sfiziosi.

Inoltre non è una vera e propria ricetta a sé, ma la mescolanza di un paio di ricette già provate, anche con eventuale variante vegana.
Dunque, dopo aver fatto un buonissimo succo con l’estrattore, ad esempio con 2 mele, 2 carote, 2 pompelmi (ma ho usato anche mele, pesche e prugne, insomma a vostra scelta), ho preparato il seguente impasto:

  • 200 g circa di fibra di frutta
  • 350 g di farina (io uso metà integrale)
  • 4 uova intere (oppure in variante vegana 8 cucchiai di latte di soia in polvere mescolato con 8 cucchiai di acqua)
  • 200 g zucchero (io uso quello di canna grezzo) o 250 se si preferisce un po’ più dolce
  • 250 g di mascarpone (o ricotta, o yogurt, o margarina vegetale)
  • 1 bicchiere di latte vaccino (o di soia o di cocco a piacere)
  • Noci, nocciole tritate (oppure nulla) qb
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • Un pizzico di sale

Ho sbattuto le uova con lo zucchero e poi ho aggiunto gli altri ingredienti, compresa la fibra della frutta, mescolando per bene fino ad ottenere un composto omogeneo e abbastanza molle.

Ho acceso il forno a 180° e ho foderato uno stampo con carta da forno, per versarci poi il composto preparato.

Quando il forno ha raggiunto la temperatura ho infornato per circa 20 minuti (ma il mio forno cuoce molto velocemente), o comunque fino a doratura e finchè infilando il coltello in mezzo all’impasto ne esce pulito.

Una volta sfornata la torta e lasciata raffreddare si può gustarla così com’è al naturale, oppure tagliarla a metà in senso orizzontale e farcirla con cioccolato, marmellata o gustarla fetta per fetta con un sottile velo di miele, come piace alle mie bambine!

Si conserva fuori frigo 2/3 gg, è ottima per la colazione del primo mattino o per quella delle 10 a scuola, senza parlare della merenda!
Buon appetito con tantissime fibre!