Prendendo in prestito un vecchio spot con Renato Pozzetto, possiamo dire che il voto è come il Natale: “quando arriva, arriva”. Perché la Democrazia è così. Prima o poi si va a votare e chi cerca di restare avvinghiato alle poltrone evitando il voto, finisce poi per fare harakiri.
Lo sa bene il Partito democratico, che di manovre di palazzo per restare al Governo se ne intende. Lo fece dal 1996 al 2001, cambiando ben 4 governi. E lo ha fatto dal 2013 al 2018, cambiandone 3. E’ pur sempre un miglioramento. Peccato però che alla fine di queste rocambolesche legislature, finisca sempre per prenderne di santa ragione.
Stesso dicasi per i Cinquestelle, ormai in totale crisi d’identità. Partiti come anti-Casta, diventati loro stessi Casta. Alleatisi prima con la Lega, offesa e critica fino a quel momento e poi col Partito democratico. Più che vilipeso per 10 anni.
E cosa dire di Giuseppe Conte, partito con eleganza e in punta di piedi, e finito per diventare un arrogante pagliaccio come tanti. Finendo pure per offendere gli umbri al voto, affermando che il peso di quella regione era meno di quello della provincia di Lecce. E quindi, pure i leccesi stessi.
Ma vediamo nel dettaglio i risultati delle elezioni e chi è il nuovo Governatore dell’Umbria.