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Il suo invito fu inaspettato. Sapevo quanto ci tenesse a non condividere con gli estranei il suo studio. Parlava, quasi con sufficienza, della sua passione per la pittura e si schermiva se gli veniva chiesto se era bravo. “Chi, io? Ma no. Ci provo a dipingere, ma non sono bravo”, poi ad un aperitivo in centro in un bar semideserto, mi chiese se volevo vedere le sue tele.
Lo guardai stranita, con il bicchiere dello spritz fermo a mezz’aria. “Davvero me le farai vedere?”. “Certo”. E mi presentai il giorno successivo. Mi aprì con il sorriso sulle labbra e io ricambiai. Mi fece entrare. “Vuoi un caffè? Vino bianco?”. “Il vino andrà benissimo.” Mi guardai in giro osservando l’appartamento. Stavo guardando i vinili quando tornò con il vino. “Vieni” mi disse. Lo seguii per il corridoio fino a quando aprì una porta. L’odore di pittura e trielina mi invase le narici. La stanza era luminosa ma non grandissima. Molte tele erano appese alle pareti. Altre appoggiate a terra. Mi colpirono i paesaggi. Alcuni sembravano strani, quasi di un altro mondo. “Non dici nulla” mi disse sorseggiando il vino. “Sono piacevolmente sorpresa” gli risposi senza guardarlo ma continuando ad osservare le tele. Si avvicinò, mi mise una mano sul fianco e appoggiò le labbra sul collo. Percepivo il calore della sua mano e il suo fiato leggero che mi solleticava. Mi girai verso di lui. Lo guardai. Lui alzò la bocca quel tanto che bastava per potergli dare un bacio. Gli sfiorai le labbra e lui ricambiò. Poi mi prese il bicchiere dalla mano e lo posò sul tavolo ingombro di pennelli e colori. Le sue mani mi circondarono il viso e mi baciò con enfasi. Pensai che forse stava esagerando. Poi rallentò. Nel contempo mi spingeva all’indietro e mi ritrovai contro il muro. Le sue mani sul viso. Le mie sui suoi fianchi. E quel bacio così bramato nel tempo.  Poi mi prese le mani e le bloccò sul muro. Trattenni il fiato. “Voglio che mi pensi. Sempre. Voglio essere il tuo pensiero fisso. Il tuo tormento. La tua voglia inconfessabile. Il tuo segreto più oscuro.”
Quando feci per andarmene, mi mise una mano sulla nuca baciandomi poco sotto l’orecchio. “Ci rivedremo molto presto. Ne sono sicuro.” Fu il suo sorriso sexy e rassicurante a farmi tornare il giorno dopo.

 

 

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#3#ultima modifica: 2021-03-30T09:16:02+02:00da MAGNETICA_MENTE.2017