PERLE DI COVID…

BUONGIORNO!        I dati aggiornati al 18 giugno 2022; di EudraVigilance UE sugli effetti avversi dei sieri magici; ricordiamo che, per la scelta di comodo, da parte degli enti regolatori mondiali, europei e nazionali (tutti all’80% nelle mani di bigpharma) la sorveglianza degli effetti avversi è solo passiva…questo significa che quei dati vanno almeno moltiplicati fino a 100 volte, se si fosse adottata la sorveglianza attiva…a seguire nell’articolo, il video in cui l’avv. Renate Holzeisen dimostra come i sieri magici sono ….”abusivi”!

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                                                                                                                                                                       La mattanza dei giovani medici morti all’improvviso: sono ben 15 i decessi, tutti tra i 30 e 40 anni conteggiati negli ultimi due mesi

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Giugno 28, 2022 su “MAG24”

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, oggi su La Verità e (con un drammatico video messaggio al Paese sulla tragedia delle morti improvvise) sulla pagina Facebook, ha reso noto un dato che definisce “choc e inquietante, che non ha precedenti, non solo in Italia. E’, afferma “la morte, per malori improvvisi, negli ultimi sessanta giorni in Italia, di (almeno) 15 medici, in prevalenza uomini, tanti dei quali assai giovani, poco più che trentenni e quarantenni. Erano tutti vaccinati (visto che svolgevano regolare attività) e in salute. C’è un dramma nel dramma, sulle morti improvvise, che risulta incomprensibile e inspiegabile; la scomparsa di un numero impressionante di medici, una quindicina, dall’ultima settimana di aprile a ieri, i più giovani avevano solo 33 e 37 anni. Dell’ultimo medico morto, per un infarto fulminante, si è appreso nelle ultime ore. E’ avvenuto in provincia di Pistoia. Il fatto che a morire siano anche così tanti medici giovani preoccupa e allarma ancora di più. Si tratta di medici tutti vaccinati, che erano operativi nelle loro città. Com è possibile che siano crollati così all’improvviso, tanto da non dare loro nemmeno, in alcuni casi, il tempo di chiedere un soccorso? Cosa sta succedendo? Perché si continua a morire in questo modo, con un numero e un ritmo impressionanti, come mai è avvenuto in passato?”.

“Oltre 15 medici morti all’improvviso”

“In questi ultimi giorni – prosegue – si stanno registrando altre decine di decessi. Non credo esista, in Italia e nel mondo, un solo precedente, in tutti questi anni, di oltre quindici medici morti in sessanta giorni, senza una valida ragione, senza che fossero malati!  Perché il Governo, i cosiddetti tecnici, la stampa mainstream parlano irresponsabilmente di nuove vaccinazioni e continuano invece a tacere su questa immane tragedia? Perché non si informa il Paese e non si fa opera di prevenzione, come Diritti Civili, continua a fare con i suoi interventi su La Verità, sul profilo Facebook di Diritti Civili (con un nuovo accorato video messaggio al Paese che sta facendo migliaia di adesioni e visualizzazioni) e su alcune testate on line regionali, come Calabria7? Si può continuare a parlare addirittura di nuove vaccinazioni (addirittura anche per i bambini sotto i 5 anni – che non corrono rischi con il Covid – come si sta già facendo negli Usa!) e cancellare questo dramma delle morti improvvise? Si possono ignorare i numerosi studi internazionali che, come, ancora una volta, ha riportato ieri La Verità (l’unico, tra i grandi giornali italiani, impegnato sin dall’inizio in questa giusta e fondamentale battaglia), confermano i possibili gravi effetti avversi di questi vaccini, i cui rischi supererebbero gli stessi benefici e in tantissimi casi sarebbero anche letali?”.

“Basta con questo silenzio”

“Basta con il silenzio “assordante” del Governo, delle Istituzioni, della politica e della stampa mainstream, i decessi fulminei e inspiegabili continuano, anche in queste ultime ore, ad un ritmo impressionante! Come si fa a tacere di fronte alla tragedia di queste morti improvvise e alle vittime dei gravi effetti collaterali che dopo la vaccinazione si sono visti la salute e la vita rovinate, persone, prima del siero, del tutto sane, che sono state oggi completamente abbandonate dallo Stato, che non sanno neppure come e dove potersi curare, anche a loro spese, come stanno facendo, senza purtroppo, in molti casi, neanche avere dei risultati soddisfacenti? Questa – conclude – è oggi la vera, drammatica emergenza da affrontare nel Paese”.

“Beneficio negativo”. Il professor Mariano Bizzarri smonta definitivamente il sacro siero: le 4 prove che il vaccino non sta più funzionando

 Dunque, anche uno degli ultimi miti nella narrazione del regime sanitario, l’efficacia dei vaccini anti-Covid nel bloccare i contagi, sta andando letteralmente a picco. In un recente articolo pubblicato su il Sussidiario.net, il professor Mariano Bizzarri, autorevole scienziato che sta smontando a pezzi la citata narrazione, cita quattro autorevoli fonti per dimostrare che sta da tempo avvenendo l’esatto contrario: da una pandemia dei non vaccinati siamo entrati nella pandemia dei vaccinati. Secondo i risultati raccolti dal New England Journal of Medicine, dal Journal of the American Medical Association, dal British Medical Journal e – udite udite! – anche dal nostro Istituto Superiore di Sanità (che tuttavia, come rileva lo stesso Bizzarri, “si guarda bene dal commentarli come dovrebbe”), si dimostra in modo incontrovertibile quanto segue: soprattutto per quanto riguarda i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) la protezione, anche dopo la terza dose, cala inesorabilmente al 50% a partire dalla 15° settimana, finendo addirittura con l’invertirsi intorno al 7°-9° mese. “Da questo momento – tuona lo studioso romano – il beneficio diventa negativo: chi si è vaccinato rischia di ammalarsi di più di chi non è vaccinato!”.

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Pertanto, a posteriori e col beneficio dei numeri, i quali come al solito continuano ad avere la testa dannatamente dura, come è possibile che in questo disgraziato Paese quasi nessuno senta il bisogno di aprire un dibattito su ciò che è stato detto e fatto in nome del dio vaccino, considerato ancora oggi l’unica arma che abbiamo nei confronti di un virus profondamente indebolito, ma che viene ancora considerato dagli artefici del regime della paura più letale della peste bubbonica?

Ed in premessa al suo ponderoso articolo, che non si occupa solo dei vaccini, lo stesso Bizzarri segnala con forza questa grave mancanza: “È quantomeno curioso che nessuno in Italia – né enti istituzionali, né l’Accademia e tantomeno i politici – avvertano l’esigenza di promuovere un momento di riflessone pubblica su quanto è successo in Italia con la comparsa del Covid dai primi del 2020 in poi. Eppure, tanti sono gli interrogativi sospesi – da come è iniziata l’epidemia alla tempestività e appropriatezza delle misure predisposte – e che oggi tornano ad incombere a fronte dell’incertezza delle prospettive che si profilano al nostro orizzonte. Ci sarà una recrudescenza della pandemia? Quali vaccini dovremo utilizzare? Non dovremmo sviluppare una strategia diversificata? È pronto il nostro sistema sanitario a farvi fronte?”.

Dopodiché il direttore del laboratorio di Biologia dei Sistemi presso il dipartimento di Medicina Sperimentale della Sapienza di Roma lancia il suo affondo contro i virologi da salotto, sostenuti da una informazione imbarazzante, che troppi danni stanno causando al Paese: “Queste non sono domande di scarsa irrilevanza ed è scandaloso che l’informazione debba limitarsi a riportare le esternazioni – spesso strampalate, quando non addirittura ispirate ad una visione catastrofista priva di qualunque fondamento – di un manipolo di esperti, invero conosciuti ormai più per le loro intemerate televisive che per le ricerche che realmente conducono in laboratorio o nei reparti.”

Ovviamente, ogni riferimento ai vari Ricciardi, Brusaferro, Locatelli, Pregliasco, Burioni, Cartabellotta e tanti altri è assolutamente casuale.

In questo video l’avvocato altoatesina, ci da il quadro della corruzione che regna negli organi proposti all’approvazione dei nuovi farmaci…e Per i “sieri magici” difettano di un parere che può invalidare qualsiasi approvazione e di conseguenza tutti gli abusi commessi in nome della salute! 

PERLE DI GUERRA

                                                                                                                                                                                                                                                        BUONGIORNO E BUONA DOMENICA                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Intanto la “valanga idiota” ed i “telelacchésguatteridiregime” continuano a raccontar fregnacce!  Ancora oggi un ulteriore dichiarazione del gen. Fabio Mini ed una notizia su cosa accade realmente sul campo.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              UN ULTIMA ORA…

 WAR ZONE. UN ATTACCO DELLE FORZE AEROSPAZIALI RUSSE HA DISTRUTTO UNA BASE NATO/UCRAINA VICINO CONFINE DELLA POLONIA

6 missili da crociera hanno distrutto mercenari della NATO e attrezzature in una base militare a Yavoriv, nella regione di Leopoli a 10 chilometri circa dal confine con la Polonia
Almeno sei attacchi missilistici da crociera sono stati effettuati contro una base di mercenari stranieri a soli 10 chilometri dal confine polacco-ucraino. A seguito degli attacchi, sono state distrutte strutture che potevano contenere diverse centinaia di mercenari stranieri, nonché munizioni e armi occidentali consegnate pochi giorni fa. I colpi, tra l’altro, sono diventati indicativi per la Polonia: a Varsavia è stato direttamente indicato come potrebbe finire il sostegno attivo a Kiev.
Nel filmato presentato, puoi vedere il momento in cui sei missili da crociera di tipo non identificato sono stati colpiti contemporaneamente contro obiettivi sul territorio del campo di addestramento di Yavorovsky. A giudicare dalla frequenza degli attacchi, sono stati lanciati da missili da crociera lanciati dall’aria, tuttavia, il tipo di questi ultimi è ancora sconosciuto.
Su altri frame video, puoi vedere le conseguenze degli attacchi sulle attrezzature delle forze armate ucraine vicino al confine con la Polonia.

 A giudicare da un filmato, la distruzione è colossale. Allo stesso tempo, esiste la possibilità che anche centinaia di mercenari stranieri siano stati liquidati, poiché gli attacchi stessi sono stati lanciati, a quanto pare, dalla direzione nord e sono stati inaspettati: gli allarmi non sono stati attivati in modo tempestivo.
Sulla base delle immagini satellitari, gli attacchi hanno colpito strutture situate a soli 10 chilometri dal confine con la Polonia. Allo stesso tempo, tenendo conto dei dati attuali, l’incendio alle strutture distrutte al momento continua, anche se non con così grande intensità.
Fonte: https://avia.pro/news/

La morsa di Biden stritola l’UE: siamo veramente disposti ad andare fino in fondo?

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i Laura Ru per “l’Antidiplomatico” 

Joe Biden martedì parlando del conflitto in Ucraina ha affermato che il suo esito dipenderà da ciò che i russi possono sopportare e da ciò che l’Europa sarà pronta a sopportare.

Ecco, messa in questi termini, l’Europa non ha nessuna chance di prevalere sulla Russia in questo gioco al massacro orchestrato a Washington e Londra.

Non serve essere degli analisti geopolitici per capire che la posta in gioco è fondamentalmente diversa per Russia ed Europa. La Russia sta riprendendosi territori che storicamente, linguisticamente e culturalmente sono russi e che solo il disfacimento dell’URSS ha artificialmente separato dal mondo russo.

L’Europa invece sta facendo gli interessi di altri per sostenere a proprie spese un paese fallito che le è alieno, un “candidato all’UE” che solo a parole condivide quei misteriosi “valori europei” di cui si riempono la bocca i burocrati di Bruxelles.

Chi in questa situazione è pronto a sopportare di più, chi è pronto ad andare fino in fondo? Se l’Europa non è in grado di rispondere onestamente da sola a questa domanda oggi dovrà farlo tra sei mesi, tra un anno, tra due anni. La risposta sarà sempre la stessa, ma il prezzo che la popolazione europea pagherà continuerà a salire fino all’implosione della stessa UE.                                                                                             Schermata-2022-06-25-alle-15.51.42                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Giugno 25, 2022 NEWS    “MAG24”

“Ma quale ritirata degli Ucraini” Generale Fabio Mini il fondato sospetto su cosa ci nascondono: la disfatta totale di Zelensky e dei delinquenti che lo manovrano da Washington

Severodonetsk come Mariupol. Secondo il generale Fabio Mini la fuga delle truppe ucraine nell’area “viene spacciata per una normale manovra diretta dallo stato maggiore ucraino”. Eppure secondo il già comandante della missione KFOR in Kosovo “le fonti russe raccontano un’altra storia: nell’area del ‘calderone’ non tutti sono riusciti a ritirarsi o fuggire”. Stando ai numeri snocciolati da Mini sulle colonne del Fatto Quotidiano, solo nell’area a sud di Lisichansk sarebbero stati circondati quasi duemila combattenti ucraini. Qui, nel Donbass, per il generale “lo sviluppo tattico è falsato“. A suo dire “la logica dei combattenti regolari è diversa da quella degli irregolari. Mentre i primi hanno comandanti che valutano opportunità e rischi e si preoccupano di minimizzare le perdite e conservare le risorse, i secondi hanno comandanti che tendono a salvare la pelle massimizzando i danni per l’avversario e i non combattenti”. E nella regione contesa tra il governo ucraino e i separatisti i centri urbani sono controllati proprio dalle milizie. “Le milizie ucraine – prosegue – considerano la popolazione del Donbass come non ucraina e quindi spendibile sia come scudi sia come vittime designate. Le milizie repubblicane di Donetsk e Lugansk pur combattendo in casa propria danno la priorità alla eliminazione dei combattenti di Kiev, anche a costo di sacrificare la propria gente”. Per questo Mini non esclude che ci possano essere altre Mariupol e Severodonetsk. Ma, ricorda in conclusione, “con la guerra in corso la strada verso la libertà e l’Ucraina rischiano di farsi sempre più strette”. Secondo il generale, infatti, “Zelensky celebra trionfalmente la candidatura all’Unione europea, che sarebbe potuta avvenire già sei mesi fa con il solo negoziato”.

 

PERLE DI COVID

BUONGIORNO E BUONA DOMENICA! Alcune delle tante notizie sui sieri magici che tutto hanno fatto tranne quello che dovrebbero fare i vaccini…                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              2022-06-25-012022-06-24-032022-06-25-022022-06-25-03                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Chi ha deciso che non c’è “Nessuna correlazione”: la denuncia della madre del 24enne di Trento che perse la vita lo scorso autunno subito dopo aver ricevuto il sacro siero

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Traian Calancea è morto a 24 anni, dieci giorni dopo la prima dose del vaccino Pfizer. A trovare il suo corpo privo di vita, disteso nel bagno di casa, fu la mamma, Svetlana Rosca.
“Malore a domicilio”, così il caso fu inizialmente rubricato dagli operatori sanitari che prestarono il primo, purtroppo, vano soccorso al giovane di Trento.
Nessun autorità dispose d’ufficio l’autopsia. Fu soltanto la mamma, con l’aiuto dell’avvocato Renate Holzeisen, a ottenerla. L’esame stabilì che a causare il decesso fu un’emorragia cerebrale.

Traian era un giovane sportivo e godeva di ottima salute. Studiava economia all’Università e da poco tempo aveva trovato impiego come agente immobiliare. “Non era convinto di sottoporsi all’inoculazione”, ha raccontato la mamma ai microfoni di Byoblu, ma si decise pochi giorni prima del 15 ottobre, quando il governo introdusse l’obbligo per i lavoratori di esibire il green pass per accedere ai luoghi di lavoro.
La somministrazione del siero avvenne in un drive-through vaccinale, un luogo in cui era possibile sottoporsi all’iniezione senza neanche scendere dall’auto, sporgendo il braccio dal finestrino dell’auto: come si fa in una catena di cibo spazzatura americano.
Prima dell’inoculazione Traian non fece alcuna analisi. Del resto, le autorità governative competenti non hanno mai ritenuto opportuno di consigliarle alla popolazione.
Secondo i racconti della madre Traian, al momento della vaccinazione, aveva mal di testa e avrebbe segnalato a voce questo particolare al medico vaccinatore, senza, però scriverlo nel modulo di consenso. La cefalea proseguì nei giorni successivi alla vaccinazione, fino al tragico epilogo.

La Procura della Repubblica di Trento aprì un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Dopo l’autopsia, il pubblico ministero, anche su impulso dell’avvocato Holzeisen, ordinò la disposizione di ulteriori esami volti ad accertare o a escludere il nesso causale tra la morte e la somministrazione del vaccino.
Svetlana Rosca ai nostri microfoni, a poco meno di un mese dalla morte del figlio, aveva chiesto ai giudici e ai periti di accertare “la verità e di fare la cosa giusta“.

Il caso di Traian è emblematico, non soltanto per quanto accaduto durante la campagna di vaccinazione, ma anche per quanto sta accadendo adesso con il mancato riconoscimento delle correlazioni tra la vaccinazione e i decessi e reazioni avverse.

Nessuna correlazione” tra la vaccinazione con il siero a mRna Pfizer/Biontech e la morte di Traian, hanno così disposto i consulenti tecnici della Procura della Repubblica di Trento.
Nella perizia, firmata dal professor Pietro Muniz, dalla dottoressa Giovanna Del Balzo e dal professor Ugo Moretti dell’Università di Verona, si legge che la morte di Traian, “dovuta a un’emorragia cerebrale, è conseguita a un evento neurologico secondario a rottura di aneurisma“.

L’avvocato Holzeisen e i consulenti tecnici di parte, tra cui il professor Paolo Bellavite, contestano proprio questo punto. I consulenti della Procura non avrebbero chiarito cosa abbia causato la rottura dell’aneurisma.
Esami per la ricerca della proteina spike nel cervello di Traian, richiesti dall’avvocato Holzeisen, non sono stati effettuati. I consulenti della Procura hanno dichiarato che non sono possibili con i mezzi a loro disposizione.

Inoltre l’avvocato Holzeisen contesta che uno dei consulenti della Procura, il professor Ugo Moretti, avrebbe dovuto astenersi, in quanto gravato da conflitto d’interessi, ricoprendo l’incarico di responsabile della farmacovigilanza per la regione veneto e la Provincia di Bolzano. Insomma, per l’avvocato, il professor Moretti non avrebbe dovuto svolgere l’incarico di accertare o escludere il nesso causale tra il decesso e la vaccinazione, mentre al contempo è il responsabile di tutte quelle attività che dovrebbero garantire che un farmaco venga utilizzato e somministrato in modo che i benefici superino i rischi.
Abbiamo contattato il professor Moretti per chiedergli chiarimenti in merito alla perizia e sul suo possibile conflitto d’interesse, ricoprendo l’incarico di responsabile della farmacovigilanza per la regione Veneto e la provincia di Bolzano. Il professore ha risposto di non essere disponibile per l’intervista.

Sulla base della consulenza, la Procura della Repubblica di Trento ha chiesto l’archiviazione del caso. L’avvocato Holzeisen si è opposto. La decisione spetta al giudice per le indagini preliminari. L’udienza è fissata per il prossimo 5 luglio.

 

È più probabile che i vaccini Covid ti facciano andare all’ ospedale più che tenertene fuori: l’analisi del direttore del BMJ su Pfizer e Moderna

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Un nuovo articolo dell’editore BMJ Dr. Peter Doshi e colleghi ha analizzato i dati degli studi sui vaccini Pfizer e Moderna covid e ha scoperto che è più probabile che i vaccini ti mandino ospedale con un grave evento avverso piuttosto che ti tengano fuori proteggendoti dal Covid .

Il pre-print (non ancora sottoposto a revisione paritaria) si concentra sugli eventi avversi gravi evidenziati in un ” elenco prioritario di potenziali eventi avversi rilevanti per i vaccini COVID-19″ approvato dall’OMS. Gli autori hanno valutato questi gravi eventi avversi di particolare interesse come osservati in “trial randomizzati di fase III di vaccini mRNA COVID-19”.

Un evento avverso grave è stato definito secondo i protocolli di studio come un evento avverso che si traduce in una delle seguenti condizioni:

  • Morte;
  • pericolo di vita al momento dell’evento;
  • ricovero ospedaliero o prolungamento del ricovero in corso;
  • disabilità/incapacità persistente o significativa;
  • un’anomalia congenita/difetto alla nascita;
  • evento clinicamente importante, sulla base del giudizio medico.

Il Dr. Doshi e colleghi hanno scoperto che i vaccini Pfizer e Moderna mRNA COVID-19 erano associati a un aumento del rischio di eventi avversi gravi di particolare interesse di 10,1 eventi per 10.000 vaccinati per Pfizer e 15,1 eventi per 10.000 per Moderna (IC 95% -0,4 rispettivamente a 20,6 e da -3,6 a 33,8). Quando combinati, i vaccini mRNA erano associati a un aumento del rischio di eventi avversi gravi di particolare interesse di 12,5 per 10.000 vaccinati (IC 95% da 2,1 a 22,9).

Gli autori osservano che questo livello di aumento del rischio post-vaccino è maggiore della riduzione del rischio di ricovero per COVID-19 negli studi Pfizer e Moderna, che era 2,3 per 10.000 partecipanti per Pfizer e 6,4 per 10.000 per Moderna. Ciò significa che su questa misura, il vaccino Pfizer determina un aumento netto degli eventi avversi gravi di 7,8 per 10.000 vaccinati e il vaccino Moderna di 8,7 per 10.000 vaccinati.

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Affrontando la differenza tra i loro risultati e quelli della FDA quando ha approvato i vaccini, gli autori osservano che l’analisi della FDA sugli eventi avversi gravi “includeva migliaia di partecipanti aggiuntivi con pochissimo follow-up, di cui la grande maggioranza aveva ricevuto solo uno dose”. La FDA ha anche contato le “persone colpite” piuttosto che i singoli eventi, nonostante ci fossero il doppio degli individui nel gruppo del vaccino rispetto al gruppo del placebo che hanno avuto più eventi avversi gravi.

Gli autori si chiedono dove siano gli studi del governo degli Stati Uniti sugli eventi avversi. Notano che nel luglio 2021, la FDA ha riferito di aver rilevato quattro potenziali eventi avversi di interesse a seguito della vaccinazione Pfizer – embolia polmonare, infarto miocardico acuto, trombocitopenia immunitaria e coagulazione intravascolare disseminata – e ha dichiarato che avrebbe indagato ulteriormente sui risultati. Tuttavia, non è ancora apparso alcun aggiornamento.

Notano inoltre che “mentre CDC ha pubblicato un protocollo all’inizio del 2021 per l’utilizzo di rapporti di segnalazione proporzionali per il rilevamento del segnale nel database VAERS, l’agenzia non ha ancora segnalato uno studio del genere”.

Gli autori sottolineano che i loro risultati sono compatibili con una recente analisi pre-stampa degli studi sui vaccini COVID-19 di Benn et al. , che non ha riscontrato “nessuna evidenza di una riduzione della mortalità complessiva negli studi sui vaccini mRNA”, con 31 decessi nei bracci del vaccino contro 30 decessi nei bracci del placebo (aumento del 3%; IC 95% da 0,63 a 1,71).

Notando che il loro studio è limitato dal fatto che i dati grezzi degli studi clinici sui vaccini COVID-19 non sono disponibili pubblicamente, sottolineano che “date le implicazioni sulla salute pubblica globale, è urgente rendere pubblici tutti i dati degli studi sul COVID-19, in particolare in merito a gravi eventi avversi, senza ulteriore ritardo”.

Concludono che sono necessarie analisi formali del danno-beneficio per i vaccini Covid, tenendo conto dei diversi livelli di rischio di Covid grave e di eventi avversi che esistono tra i gruppi demografici. Idealmente, questo sarebbe basato sui dati dei singoli partecipanti, dicono, sebbene tali dati rimangano frustrantemente non disponibili.

Concludono che sono necessarie analisi formali del danno-beneficio per i vaccini Covid, tenendo conto dei diversi livelli di rischio di Covid grave e di eventi avversi che esistono tra i gruppi demografici. Idealmente, questo sarebbe basato sui dati dei singoli partecipanti, dicono, sebbene tali dati rimangano frustrantemente non disponibili.

 

Strage degli innocenti, negli ultimi due giorni ben otto persone hanno perso la vita nel solito modo: un crescendo di decessi ai quali i medici non vogliono dare una spiegazione.

Schermata-2022-06-25-alle-17.02.37       Giugno 25, 2022 NEWS

Malori improvvisi, fatali, dei quali si continua a leggere ogni giorno. Episodi che continuano a verificarsi in ogni parte d’Italia e del mondo e che coinvolgono alle volte anche persone giovanissime, stroncate di colpo da gravi malesseri ai quali i medici non riescono a dare una spiegazione. Con una parte del mondo della scienza che continua a guardare con sospetto alle tante vaccinazioni ravvicinate alle quali il governo ci ha costretto, senza diritto di scelta. Nel nostro Paese, soltanto negli ultimi due giorni si sono contate ben 8 morti “inspiegabili”, in un crescendo che continua a far paura.

In Sardegna, sulla spiaggia di Marina di Sorso nel Sassarese, un uomo di 59 anni si è improvvisamente accasciato mentre si trovava sull’arenile con la famiglia, in preda alle convulsioni. Inutili i tentativi di soccorso da parte del personale del 118, subito accorso sul posto. A San Miniato Basso, in provincia di Pisa in Toscana, il 61enne Stefano Mainardi si è invece sentito male al termine di un matrimonio: l’uomo, apprezzato professionista negli addobbi floreali, ha perso i sensi ed è deceduto poco dopo. L’imprenditore Enrico Pierpaoli, 58 anni, ha accusato un malore improvviso mentre si trovava in moto con gli amici per un giro sull’Altopiano di Asiago. Anche in questo caso, un malore improvviso si è rivelato fatale. A Castelverde, in provincia di Cremona in Lombardia, Giorgio Zucchi è scomparso a soli 50 anni: l’uomo si è sentito poco bene mentre si trovava all’interno della propria abitazione e quando i parenti, insospettiti perché non rispondeva al telefono, sono accorsi, lo hanno trovato esanime. Nel Torinese il mondo dello sport si è stretto intorno alla famiglia di Sebastiano Caputo, 49 anni, allenatore della squadra di calcio giovanel dei Beiborg. A stroncarlo, anche in questo caso, un malore. A Pavia un uomo di 41 anni, di origini peruviane, si è sentito male poco dopo essere entrato in acqua, nel Ticino, affogando sotto gli occhi atterriti degli amici presenti, mentre a Sestri Levante in Toscana ha perso la vita il cicloamatore Christian Brusco, che ha perso i sensi durante una gara sulle due ruote. Tante, tantissime morti improvvise in tutta Italia, senza una spiegazione. Compresa quella di Roberta Casanova, 44 anni, trovata senza vita nella sua abitazione di Castel Volturno. Anche in questo, nessuno è riuscito a spiegarsi il perché.

LA GUERRA SECONDO GLI ESPERTI CON LA TESTA SULLE SPALLE!

                                                                                                                                                                                                                                                     BUONGIORNO! Proponiamo oggi tre interviste di autorevoli “addetti ai lavori”, che smentiscono e condannano  la narrazione di stato sulla scellerata guerra, a cui gli USA stavano lavorando da 10 anni, istigando, fomentando e favorendo con un colpo di stato e la persecuzione etnica contro la popolazione russofona del Donbass. E che oggi prosegue istigando ed obbligando i sudditi nato a creare motivi conflittuali con la Russia (ad esempio la Lituania che infiamma la crisi su Kaliningrad)                                                                                                                                                                                                                                                   

Per l’ex vicepresidente del National Intelligence Council “l’Ucraina ha perso la guerra”

720x410c50“Contrariamente alle dichiarazioni trionfalistiche di Washington, la Russia sta vincendo la guerra e l’Ucraina ha perso la guerra. Sui danni a lungo termine prodotti alla Russia il dibattito è aperto”. Così Graham E. Fuller, ex vicepresidente del National Intelligence Council presso la CIA, il quale dettaglia le conseguenze di questa “guerra americano-russa combattuta per procura fino all’ultimo ucraino”.

Nella nota, Fuller spiega che “le sanzioni americane contro la Russia si sono rivelate molto più devastanti per l’Europa che per la Russia stessa. L’economia globale ha subito un rallentamento e molte nazioni in via di sviluppo devono affrontare gravi carenze alimentari e il rischio di una fame dilagante”.

La devastazione subita dall’Europa sta creando criticità nel rapporto tra questa e Washington, che sta costringendo i propri clienti a supportare a proprie spese la sua linea di “politica estera erratica e ipocrita, basata sul disperato bisogno di preservare la ‘leadership americana’ nel mondo”. Ed è da vedere se acconsentirà a intrupparsi senza riserve anche nella guerra “ideologica” contro la Cina, dalla quale il Vecchio Continente dipende più che dalla Russia.

“Una delle caratteristiche più inquietanti di questa lotta tra USA e Russia in Ucraina è stata l’assoluta corruzione dei media indipendenti. Washington ha vinto a mani basse la guerra dell’informazione e della propaganda, coordinando tutti i media occidentali e costringendoli a cantare lo stesso libro di inni che sta caratterizzando la guerra ucraina. L’Occidente non ha mai assistito a un’imposizione così totale di una prospettiva geopolitica ideologicamente guidata […] Stretti in questa virulenta raffica di propaganda anti-russa, che non ho mai visto neanche durante i miei giorni da Guerriero Freddo, gli analisti seri devono scavare in profondità per avere una comprensione oggettiva di ciò che sta effettivamente accadendo in Ucraina”.

La presa sui media ha avuto l’effetto di tacitare “quasi tutte le voci alternative”. “Ma l’implicazione più pericolosa è che mentre ci dirigiamo verso future crisi globali, assistiamo alla scomparsa di una vera e propria stampa libera e indipendente”, mentre l’opinione pubblica è preda “di media dominati dalle multinazionali vicine ai circoli politici, che godono del supporto dei social media elettronici; tutti attori che manipolano la narrativa secondo propri fini. Mentre andiamo incontro a un’instabilità prevedibilmente più grande e più pericolosa prodotta dal riscaldamento globale, dai flussi di profughi, dai disastri naturali e dalle probabili nuove pandemie, il rigoroso dominio statale e corporativo dei media occidentali diventa davvero molto pericoloso per il futuro della democrazia” (bizzarrie di questa sedicente lotta tra democrazia e autocrazia…).

Per quanto riguarda i cambiamenti geopolitici dettati dalla crisi ucraina, Fuller registra che “le massicce sanzioni statunitensi contro la Russia, tra cui la confisca dei fondi russi nelle banche occidentali, sta inducendo la maggior parte del mondo a riconsiderare l’idea di puntare interamente sul dollaro USA nel futuro. La diversificazione degli strumenti economici internazionali è già in atto e indebolirà la posizione economica un tempo dominante di Washington e la sua ‘arma unilaterale’, il dollaro”.

Inoltre, lo spostamento della Russia verso l’Asia appare ormai destino irreversibile, producendo quell’asse Cina-Russia che Washington da tempo paventa come minaccia esistenziale. Tale processo è arrivato a un punto tale che l’idea di disarticolare tale asse, avanzata da tanti analisti e politici occidentali, è ormai una pura “fantasia”.

“Purtroppo per Washington, quasi tutte le sue aspettative su questa guerra si stanno rivelando errate”, conclude Fuller, secondo il quale in futuro questo tempo potrebbe rivelarsi come il momento in cui l’Occidente ha preso coscienza dell’errore insito nella condiscendenza verso la pretesa americana di “preservare il suo dominio globale”, che inevitabilmente creerà “nuovi confronti, sempre più pericolosi e dannosi con l’Eurasia”. Mentre “la maggior parte del resto del mondo – America Latina, India, Medio Oriente e Africa – non vede alcun interesse nazionale in gioco in questa guerra fondamentalmente americana contro la Russia”.

Se riferiamo tali opinioni, non nuove per questo sito, è perché sono enunciate da una fonte autorevole e non certo tacciabile di filo-putinismo, accusa peraltro abusata durante le guerre infinite dalla propaganda occidentale, che di volta in volta ha tacciato le voci critiche di essere filo-Saddam, filo-Assad. filo-iraniani, filo-terroristi e quanto altro. Nihil sub sole novum.

L’unica novità è che in passato, durante i precedenti passi di questa guerra infinita – che necessariamente doveva rivolgersi contro Russia e Cina (e contro l’Europa, in maniera più o meno indiretta) -, è che mentre morivano gli arabi e gli africani non importava nulla a nessuno (come nulla importa ora dello Yemen). Ora che la guerra incide sul prezzo della benzina e degli alimenti, interessa, eccome. Anche sotto questo profilo.

Generale Fabio Mini – Le nostre armi sono il suicidio assistito dell’Ucraina


720x410c50 (2)    di Fabio Mini – il Fatto quotidiano 21 giugno 2022                                                                                                                                                                                                                                        Mentre in Europa e negli Usa il dibattito politico sulla guerra langue a favore di quello interno, l’analisi del conflitto tende a concentrarsi su domande legittime, ma che non hanno risposta: quando finirà e chi vincerà? La situazione sul terreno e i risultati della tattica vengono oscurati dalla politica e dalla strategia, o meglio dalla pseudo strategia, perché senza conoscere cosa succede sul terreno è anche difficile parlare di strategia e di operazioni militari. E quando si deve parlare di tattica gli analisti e i generali o i generali analisti devono cedere il podio ai colonnelli che assieme ai capitani e ai caporali sono da sempre le tre C maiuscole della guerra guerreggiata. Il colonnello Markus Reisner dell’esercito austriaco è capo del Dipartimento ricerca e sviluppo dell’accademia Militare Teresiana e dall’inizio della guerra pubblica in Rete un aggiornamento sulle operazioni militari in Ucraina. È chiaro, didatticamente perfetto, le sue analisi si basano su fonti aperte ucraine e occidentali e si distaccano notevolmente dal cosiddetto mainstream.

Da marzo a maggio quando si leggeva della clamorosa sconfitta russa imminente e avvenuta, lui avvertiva di usare cautela e di non sottovalutare la Russia. Nel briefing di ieri (https://www.youtube.com/ watch?v=sd4xrbuvs48) ha avvertito di non sopravvalutare gli aiuti militari occidentali diretti all’ucraina.

ALL’INIZIO della guerra, l’ucraina disponeva 260.200 uomini e donne combat ready (pronte al combattimento) inclusi nelle forze di terra, aria e mare, forze speciali, unità d’assalto aereo, unità di difesa territoriale, unità della legione internazionale e brigate di volontari.

Il grosso dell’esercito era formato da 2/2 (attive/di mobilitazione) brigate da montagna, 4/1 brigate motorizzate, 9/5 brigate meccanizzate, 2/4 brigate carri, 4/2 brigate di artiglieria e relativi supporti tattici e logistici. I mezzi da combattimento ammontavano a 2.416 carri armati e altri veicoli corazzati, 1.509 pezzi di artiglieria e mortai, 535 sistemi di lanciarazzi multipli, 152 aerei, 149 elicotteri 36 droni, 180 sistemi di difesa aerea a lungo e medio raggio, 300 stazioni radar. Pochi si sono soffermati sul significato di questi numeri che facevano dell’ucraina una nazione tutt’altro che disarmata, ma venivamo bombardati d’immagini di sparuti elementi della resistenza intenti a confezionare bottiglie incendiarie. Nemmeno Reisner dice quante di queste forze siano oggi rimaste, ma la sua mappa è eloquente: le unità poste lungo la linea del fronte da Karkiv a Kherson formano una sottile linea di compagnie e battaglioni di primo scaglione e poche riserve in profondità. Il resto è disperso in tutto il resto dell’ucraina e principalmente nei centri abitati. Possono resistere, non contrattaccare.

LE ARMI finora fornite dall’occidente sono: 40 carri armati T72 M1 della Cekia, 60 (su 230 promessi) della Polonia, e una ventina della Bulgaria; il tutto equivalente a quasi una brigata carri. Sono arrivati 60 veicoli corazzati BVP1 dalla Cekia, 40 BWP1 dalla Polonia, 20 M113 dalla Lituania e alcuni YPR765 dall’olanda. Anche questi per un totale insufficiente a dotare una brigata meccanizzata. Artiglierie a traino meccanico: imprecisati FH70 da Estonia e Italia, 9 D-30 da Estonia, imprecisati D-20 dalla Bulgaria, e ben 114 M777 da Stati Uniti, Canada e Australia. Anche questi equivalenti a quasi una brigata di artiglieria.

Artiglierie semoventi: 30 M109 A3 da Norvegia e Polonia, 20 Dana e 20 2S1 da Cekia e 12 Caesar dalla Francia. Equivalenti a quasi una brigata. Artiglierie lanciarazzi: 20 RM 70 da Cekia e 20 BM 21 da Polonia. Sono stati promessi 7 M270A1 MLRS da Germania e UK e 4 M141 HIMARS dagli Usa. Tutte le artiglierie fornite sono equivalenti per gittata a quelle russe (16-24 Km) con l’eccezione degli obici semoventi Panzer 2000 e i Caesar francesi che raggiungono i 36-40 Km. Grande differenza potrebbero fare gli HIMARS e gli M270 che possono sparare fino a 45 – 300 Km, ma il loro scarso numero e le limitazioni annunciate da Biden nella fornitura ne mettono in discussione l’impatto e ne alzano la vulnerabilità agli attacchi aerei e missilistici. Nel frattempo la Russia sta sparando sulle posizioni ucraine fino a 50.000 proiettili al giorno contro i 5-6.000 degli ucraini.

Non è ben chiaro quanta capacità di fuoco sia rimasta all’ucraina e cosa intenda fare con quella ricevuta, ma l’assistente di Zelensky, Podolyak, aspettava dalla riunione del gruppo di contatto dei ministri della Difesa del 15 giugno a Bruxelles una risposta a questa richiesta: “Parliamo chiaro, per finire questa guerra abbiamo bisogno della parità di armi pesanti. Perciò dovete darci 1.000 obici da 155 mm, 300 MLRS, 500 carri armati, 2.000 mezzi corazzati e 1.000 droni. Le armi finora inviate e quelle promesse, oltre a essere di molto inferiori a quelle richieste, contribuiscono in maniera minima alla funzione operativa di combattimento immediato e a corto raggio.

Non compensano invece l’enorme potenza di attrito sviluppata dai missili a medio e lungo raggio russi (2.600 lanciati dal 24.2) e solo parzialmente le informazioni fornite dalla Nato e dagli Stati Uniti migliorano la funzione informativa ucraina. Inoltre gli “aiuti” occidentali non garantiscono altre funzioni operative determinanti quali la protezione delle forze e il sostegno tattico-logistico e non migliorano le funzioni di comando e controllo, la preparazione tecnico-tattica e la proiezione di potenza. Senza un efficace apparato di difesa aerea e antimissilistica il gap non potrà mai essere colmato. Inoltre le enormi quantità di sistemi mobili come quelli anticarro e antiaerei (i.e. Javelin) introdotti dall’occidente e giunte al fronte senza sostegno logistico e senza autoprotezione sono soggetti alla cattura da parte dei russi che li immettono immediatamente nel proprio sistema di attacco.

Rimane poi il problema di come utilizzare gli aiuti “Heavy metal e Rock ‘n Roll” immessi a spizzico nel tritacarne ucraino. Conviene farli affluire in zone protette dove costituire, equipaggiare e addestrare nuove unità da inviare al fronte solo quando sono pronte per effettuare con successo i contrattacchi?

O conviene farle arrivare direttamente al fronte? Quest’ultimo sembra l’orientamento ucraino, sul quale il colonnello Reisner ha dei dubbi visto che finora i russi sono riusciti a eliminare le forze introdotte alla spicciolata. A tali dubbi si aggiungono alcuni interrogativi. Gli aiuti arriveranno in tempo almeno per fermare l’avanzata russa? A chi arriveranno? E gli ucraini saranno in grado di usarli correttamente, avranno il sostegno logistico (munizioni, carburante, lubrificanti, esperti di manutenzione, officine di riparazione)? Per i semoventi M109 norvegesi giunti in Ucraina sono tenute lezioni sul campo con le istruzioni (in inglese) scritte a mano su fogli di carta appiccicati allo scafo. È sufficiente questo per usarli in maniera efficace? Su questi interrogativi Reisner si ferma e saluta “alla prossima”. Grazie.

NON C’È MOLTO da aggiungere se non osservare che l’ucraina non ha alternative all’impiego dei materiali ricevuti con il sistema dell’usa e getta. Attualmente non ha tempo di rimettere in piedi né una forza combattente strutturata né un’organizzazione di supporto tecnico e logistico in grado di mantenere i materiali ricevuti. Può disporre di non più di 70.000 uomini al fronte sottoposti a un alto tasso di usura. Oltre il fronte le forze non subiscono perdite, ma non sono in grado di compensarle. L’entità degli armamenti richiesti indica che non servono a raggiungere la parità con la Russia né tantomeno a finire la guerra, ma servono a ripianare le perdite perché la guerra possa continuare così com’è: lenta e distruttiva. D’altra parte, le armi promesse non servono né a fare pressione strategica sulla Russia (anzi è il contrario) né a invertire il rapporto di forze sul campo. Non hanno nemmeno valore morale sui combattenti che vedono allontanarsi ogni giorno di più le prospettive di vittoria pompate dalla propaganda di regime. Non hanno neppure valore autoassolutorio per chi le manda. Gli ucraini in combattimento ci hanno già condannato: troppo poco e troppo tardi. Non ci rispettano: dicono di combattere per noi e ora vogliono che combattiamo per loro. Mentre loro muoiono noi pensiamo all’aria condizionata. Se ne fregano dei rischi di escalation e anzi vogliono che li affrontiamo. Anche la logica di Boris Johnson è pericolosa e tende al coinvolgimento della Nato e degli Usa in una guerra di distruzione europea. Ha promesso di addestrare 10.000 ucraini in quattro mesi. Troppo poco e forse troppo tardi: se adesso l’ucraina perde 200-300 soldati al giorno, i 10.000 addestrati dovranno rimpiazzare i 24-36.000 perduti e così via in un crollo esponenziale verso la capitolazione operativa in due soli cicli quadrimestrali. E quante armi occorrerà fornire per rimpiazzare quelle che andranno distrutte o catturate? Per non parlare di quante altre armi e combattenti serviranno all’ucraina per riconquistare i territori perduti se mai sarà possibile. Abbiamo avuto l’occasione di evitare questa guerra tempo fa. Non l’abbiamo considerata e ora siamo in una spirale distruttiva in cui l’ucraina è tenuta in vita dalle macchine belliche mentre invoca il suicidio assistito suo e di tutta l’europa. Una spirale che può essere interrotta o negoziando seriamente non tanto una tregua in Ucraina, quanto un nuovo assetto di sicurezza europea; o “invadendo” noi l’ucraina per combattere ad “armi pari” la Russia, con tutto ciò che questo comporta. Non si profila alcun grande affare per nessuno. Tranne che…

Kaliningrad, Amb. Pontecorvo: “Illegittimo, una follia. La Lituania va a fare una cosa del genere da sola?”La Redazione de l’AntiDiplomatico