LA GUERRA SECONDO GLI ESPERTI CON LA TESTA SULLE SPALLE!

                                                                                                                                                                                                                                                     BUONGIORNO! Proponiamo oggi tre interviste di autorevoli “addetti ai lavori”, che smentiscono e condannano  la narrazione di stato sulla scellerata guerra, a cui gli USA stavano lavorando da 10 anni, istigando, fomentando e favorendo con un colpo di stato e la persecuzione etnica contro la popolazione russofona del Donbass. E che oggi prosegue istigando ed obbligando i sudditi nato a creare motivi conflittuali con la Russia (ad esempio la Lituania che infiamma la crisi su Kaliningrad)                                                                                                                                                                                                                                                   

Per l’ex vicepresidente del National Intelligence Council “l’Ucraina ha perso la guerra”

720x410c50“Contrariamente alle dichiarazioni trionfalistiche di Washington, la Russia sta vincendo la guerra e l’Ucraina ha perso la guerra. Sui danni a lungo termine prodotti alla Russia il dibattito è aperto”. Così Graham E. Fuller, ex vicepresidente del National Intelligence Council presso la CIA, il quale dettaglia le conseguenze di questa “guerra americano-russa combattuta per procura fino all’ultimo ucraino”.

Nella nota, Fuller spiega che “le sanzioni americane contro la Russia si sono rivelate molto più devastanti per l’Europa che per la Russia stessa. L’economia globale ha subito un rallentamento e molte nazioni in via di sviluppo devono affrontare gravi carenze alimentari e il rischio di una fame dilagante”.

La devastazione subita dall’Europa sta creando criticità nel rapporto tra questa e Washington, che sta costringendo i propri clienti a supportare a proprie spese la sua linea di “politica estera erratica e ipocrita, basata sul disperato bisogno di preservare la ‘leadership americana’ nel mondo”. Ed è da vedere se acconsentirà a intrupparsi senza riserve anche nella guerra “ideologica” contro la Cina, dalla quale il Vecchio Continente dipende più che dalla Russia.

“Una delle caratteristiche più inquietanti di questa lotta tra USA e Russia in Ucraina è stata l’assoluta corruzione dei media indipendenti. Washington ha vinto a mani basse la guerra dell’informazione e della propaganda, coordinando tutti i media occidentali e costringendoli a cantare lo stesso libro di inni che sta caratterizzando la guerra ucraina. L’Occidente non ha mai assistito a un’imposizione così totale di una prospettiva geopolitica ideologicamente guidata […] Stretti in questa virulenta raffica di propaganda anti-russa, che non ho mai visto neanche durante i miei giorni da Guerriero Freddo, gli analisti seri devono scavare in profondità per avere una comprensione oggettiva di ciò che sta effettivamente accadendo in Ucraina”.

La presa sui media ha avuto l’effetto di tacitare “quasi tutte le voci alternative”. “Ma l’implicazione più pericolosa è che mentre ci dirigiamo verso future crisi globali, assistiamo alla scomparsa di una vera e propria stampa libera e indipendente”, mentre l’opinione pubblica è preda “di media dominati dalle multinazionali vicine ai circoli politici, che godono del supporto dei social media elettronici; tutti attori che manipolano la narrativa secondo propri fini. Mentre andiamo incontro a un’instabilità prevedibilmente più grande e più pericolosa prodotta dal riscaldamento globale, dai flussi di profughi, dai disastri naturali e dalle probabili nuove pandemie, il rigoroso dominio statale e corporativo dei media occidentali diventa davvero molto pericoloso per il futuro della democrazia” (bizzarrie di questa sedicente lotta tra democrazia e autocrazia…).

Per quanto riguarda i cambiamenti geopolitici dettati dalla crisi ucraina, Fuller registra che “le massicce sanzioni statunitensi contro la Russia, tra cui la confisca dei fondi russi nelle banche occidentali, sta inducendo la maggior parte del mondo a riconsiderare l’idea di puntare interamente sul dollaro USA nel futuro. La diversificazione degli strumenti economici internazionali è già in atto e indebolirà la posizione economica un tempo dominante di Washington e la sua ‘arma unilaterale’, il dollaro”.

Inoltre, lo spostamento della Russia verso l’Asia appare ormai destino irreversibile, producendo quell’asse Cina-Russia che Washington da tempo paventa come minaccia esistenziale. Tale processo è arrivato a un punto tale che l’idea di disarticolare tale asse, avanzata da tanti analisti e politici occidentali, è ormai una pura “fantasia”.

“Purtroppo per Washington, quasi tutte le sue aspettative su questa guerra si stanno rivelando errate”, conclude Fuller, secondo il quale in futuro questo tempo potrebbe rivelarsi come il momento in cui l’Occidente ha preso coscienza dell’errore insito nella condiscendenza verso la pretesa americana di “preservare il suo dominio globale”, che inevitabilmente creerà “nuovi confronti, sempre più pericolosi e dannosi con l’Eurasia”. Mentre “la maggior parte del resto del mondo – America Latina, India, Medio Oriente e Africa – non vede alcun interesse nazionale in gioco in questa guerra fondamentalmente americana contro la Russia”.

Se riferiamo tali opinioni, non nuove per questo sito, è perché sono enunciate da una fonte autorevole e non certo tacciabile di filo-putinismo, accusa peraltro abusata durante le guerre infinite dalla propaganda occidentale, che di volta in volta ha tacciato le voci critiche di essere filo-Saddam, filo-Assad. filo-iraniani, filo-terroristi e quanto altro. Nihil sub sole novum.

L’unica novità è che in passato, durante i precedenti passi di questa guerra infinita – che necessariamente doveva rivolgersi contro Russia e Cina (e contro l’Europa, in maniera più o meno indiretta) -, è che mentre morivano gli arabi e gli africani non importava nulla a nessuno (come nulla importa ora dello Yemen). Ora che la guerra incide sul prezzo della benzina e degli alimenti, interessa, eccome. Anche sotto questo profilo.

Generale Fabio Mini – Le nostre armi sono il suicidio assistito dell’Ucraina


720x410c50 (2)    di Fabio Mini – il Fatto quotidiano 21 giugno 2022                                                                                                                                                                                                                                        Mentre in Europa e negli Usa il dibattito politico sulla guerra langue a favore di quello interno, l’analisi del conflitto tende a concentrarsi su domande legittime, ma che non hanno risposta: quando finirà e chi vincerà? La situazione sul terreno e i risultati della tattica vengono oscurati dalla politica e dalla strategia, o meglio dalla pseudo strategia, perché senza conoscere cosa succede sul terreno è anche difficile parlare di strategia e di operazioni militari. E quando si deve parlare di tattica gli analisti e i generali o i generali analisti devono cedere il podio ai colonnelli che assieme ai capitani e ai caporali sono da sempre le tre C maiuscole della guerra guerreggiata. Il colonnello Markus Reisner dell’esercito austriaco è capo del Dipartimento ricerca e sviluppo dell’accademia Militare Teresiana e dall’inizio della guerra pubblica in Rete un aggiornamento sulle operazioni militari in Ucraina. È chiaro, didatticamente perfetto, le sue analisi si basano su fonti aperte ucraine e occidentali e si distaccano notevolmente dal cosiddetto mainstream.

Da marzo a maggio quando si leggeva della clamorosa sconfitta russa imminente e avvenuta, lui avvertiva di usare cautela e di non sottovalutare la Russia. Nel briefing di ieri (https://www.youtube.com/ watch?v=sd4xrbuvs48) ha avvertito di non sopravvalutare gli aiuti militari occidentali diretti all’ucraina.

ALL’INIZIO della guerra, l’ucraina disponeva 260.200 uomini e donne combat ready (pronte al combattimento) inclusi nelle forze di terra, aria e mare, forze speciali, unità d’assalto aereo, unità di difesa territoriale, unità della legione internazionale e brigate di volontari.

Il grosso dell’esercito era formato da 2/2 (attive/di mobilitazione) brigate da montagna, 4/1 brigate motorizzate, 9/5 brigate meccanizzate, 2/4 brigate carri, 4/2 brigate di artiglieria e relativi supporti tattici e logistici. I mezzi da combattimento ammontavano a 2.416 carri armati e altri veicoli corazzati, 1.509 pezzi di artiglieria e mortai, 535 sistemi di lanciarazzi multipli, 152 aerei, 149 elicotteri 36 droni, 180 sistemi di difesa aerea a lungo e medio raggio, 300 stazioni radar. Pochi si sono soffermati sul significato di questi numeri che facevano dell’ucraina una nazione tutt’altro che disarmata, ma venivamo bombardati d’immagini di sparuti elementi della resistenza intenti a confezionare bottiglie incendiarie. Nemmeno Reisner dice quante di queste forze siano oggi rimaste, ma la sua mappa è eloquente: le unità poste lungo la linea del fronte da Karkiv a Kherson formano una sottile linea di compagnie e battaglioni di primo scaglione e poche riserve in profondità. Il resto è disperso in tutto il resto dell’ucraina e principalmente nei centri abitati. Possono resistere, non contrattaccare.

LE ARMI finora fornite dall’occidente sono: 40 carri armati T72 M1 della Cekia, 60 (su 230 promessi) della Polonia, e una ventina della Bulgaria; il tutto equivalente a quasi una brigata carri. Sono arrivati 60 veicoli corazzati BVP1 dalla Cekia, 40 BWP1 dalla Polonia, 20 M113 dalla Lituania e alcuni YPR765 dall’olanda. Anche questi per un totale insufficiente a dotare una brigata meccanizzata. Artiglierie a traino meccanico: imprecisati FH70 da Estonia e Italia, 9 D-30 da Estonia, imprecisati D-20 dalla Bulgaria, e ben 114 M777 da Stati Uniti, Canada e Australia. Anche questi equivalenti a quasi una brigata di artiglieria.

Artiglierie semoventi: 30 M109 A3 da Norvegia e Polonia, 20 Dana e 20 2S1 da Cekia e 12 Caesar dalla Francia. Equivalenti a quasi una brigata. Artiglierie lanciarazzi: 20 RM 70 da Cekia e 20 BM 21 da Polonia. Sono stati promessi 7 M270A1 MLRS da Germania e UK e 4 M141 HIMARS dagli Usa. Tutte le artiglierie fornite sono equivalenti per gittata a quelle russe (16-24 Km) con l’eccezione degli obici semoventi Panzer 2000 e i Caesar francesi che raggiungono i 36-40 Km. Grande differenza potrebbero fare gli HIMARS e gli M270 che possono sparare fino a 45 – 300 Km, ma il loro scarso numero e le limitazioni annunciate da Biden nella fornitura ne mettono in discussione l’impatto e ne alzano la vulnerabilità agli attacchi aerei e missilistici. Nel frattempo la Russia sta sparando sulle posizioni ucraine fino a 50.000 proiettili al giorno contro i 5-6.000 degli ucraini.

Non è ben chiaro quanta capacità di fuoco sia rimasta all’ucraina e cosa intenda fare con quella ricevuta, ma l’assistente di Zelensky, Podolyak, aspettava dalla riunione del gruppo di contatto dei ministri della Difesa del 15 giugno a Bruxelles una risposta a questa richiesta: “Parliamo chiaro, per finire questa guerra abbiamo bisogno della parità di armi pesanti. Perciò dovete darci 1.000 obici da 155 mm, 300 MLRS, 500 carri armati, 2.000 mezzi corazzati e 1.000 droni. Le armi finora inviate e quelle promesse, oltre a essere di molto inferiori a quelle richieste, contribuiscono in maniera minima alla funzione operativa di combattimento immediato e a corto raggio.

Non compensano invece l’enorme potenza di attrito sviluppata dai missili a medio e lungo raggio russi (2.600 lanciati dal 24.2) e solo parzialmente le informazioni fornite dalla Nato e dagli Stati Uniti migliorano la funzione informativa ucraina. Inoltre gli “aiuti” occidentali non garantiscono altre funzioni operative determinanti quali la protezione delle forze e il sostegno tattico-logistico e non migliorano le funzioni di comando e controllo, la preparazione tecnico-tattica e la proiezione di potenza. Senza un efficace apparato di difesa aerea e antimissilistica il gap non potrà mai essere colmato. Inoltre le enormi quantità di sistemi mobili come quelli anticarro e antiaerei (i.e. Javelin) introdotti dall’occidente e giunte al fronte senza sostegno logistico e senza autoprotezione sono soggetti alla cattura da parte dei russi che li immettono immediatamente nel proprio sistema di attacco.

Rimane poi il problema di come utilizzare gli aiuti “Heavy metal e Rock ‘n Roll” immessi a spizzico nel tritacarne ucraino. Conviene farli affluire in zone protette dove costituire, equipaggiare e addestrare nuove unità da inviare al fronte solo quando sono pronte per effettuare con successo i contrattacchi?

O conviene farle arrivare direttamente al fronte? Quest’ultimo sembra l’orientamento ucraino, sul quale il colonnello Reisner ha dei dubbi visto che finora i russi sono riusciti a eliminare le forze introdotte alla spicciolata. A tali dubbi si aggiungono alcuni interrogativi. Gli aiuti arriveranno in tempo almeno per fermare l’avanzata russa? A chi arriveranno? E gli ucraini saranno in grado di usarli correttamente, avranno il sostegno logistico (munizioni, carburante, lubrificanti, esperti di manutenzione, officine di riparazione)? Per i semoventi M109 norvegesi giunti in Ucraina sono tenute lezioni sul campo con le istruzioni (in inglese) scritte a mano su fogli di carta appiccicati allo scafo. È sufficiente questo per usarli in maniera efficace? Su questi interrogativi Reisner si ferma e saluta “alla prossima”. Grazie.

NON C’È MOLTO da aggiungere se non osservare che l’ucraina non ha alternative all’impiego dei materiali ricevuti con il sistema dell’usa e getta. Attualmente non ha tempo di rimettere in piedi né una forza combattente strutturata né un’organizzazione di supporto tecnico e logistico in grado di mantenere i materiali ricevuti. Può disporre di non più di 70.000 uomini al fronte sottoposti a un alto tasso di usura. Oltre il fronte le forze non subiscono perdite, ma non sono in grado di compensarle. L’entità degli armamenti richiesti indica che non servono a raggiungere la parità con la Russia né tantomeno a finire la guerra, ma servono a ripianare le perdite perché la guerra possa continuare così com’è: lenta e distruttiva. D’altra parte, le armi promesse non servono né a fare pressione strategica sulla Russia (anzi è il contrario) né a invertire il rapporto di forze sul campo. Non hanno nemmeno valore morale sui combattenti che vedono allontanarsi ogni giorno di più le prospettive di vittoria pompate dalla propaganda di regime. Non hanno neppure valore autoassolutorio per chi le manda. Gli ucraini in combattimento ci hanno già condannato: troppo poco e troppo tardi. Non ci rispettano: dicono di combattere per noi e ora vogliono che combattiamo per loro. Mentre loro muoiono noi pensiamo all’aria condizionata. Se ne fregano dei rischi di escalation e anzi vogliono che li affrontiamo. Anche la logica di Boris Johnson è pericolosa e tende al coinvolgimento della Nato e degli Usa in una guerra di distruzione europea. Ha promesso di addestrare 10.000 ucraini in quattro mesi. Troppo poco e forse troppo tardi: se adesso l’ucraina perde 200-300 soldati al giorno, i 10.000 addestrati dovranno rimpiazzare i 24-36.000 perduti e così via in un crollo esponenziale verso la capitolazione operativa in due soli cicli quadrimestrali. E quante armi occorrerà fornire per rimpiazzare quelle che andranno distrutte o catturate? Per non parlare di quante altre armi e combattenti serviranno all’ucraina per riconquistare i territori perduti se mai sarà possibile. Abbiamo avuto l’occasione di evitare questa guerra tempo fa. Non l’abbiamo considerata e ora siamo in una spirale distruttiva in cui l’ucraina è tenuta in vita dalle macchine belliche mentre invoca il suicidio assistito suo e di tutta l’europa. Una spirale che può essere interrotta o negoziando seriamente non tanto una tregua in Ucraina, quanto un nuovo assetto di sicurezza europea; o “invadendo” noi l’ucraina per combattere ad “armi pari” la Russia, con tutto ciò che questo comporta. Non si profila alcun grande affare per nessuno. Tranne che…

Kaliningrad, Amb. Pontecorvo: “Illegittimo, una follia. La Lituania va a fare una cosa del genere da sola?”La Redazione de l’AntiDiplomatico

 

COVID E SIERI MIRACOLOSI!

Ed ora, la “banda catastrofica di Speranza” prepara l’assalto alla salute della gente, con i soliti allarmismi e le solite balle diffuse ad arte da i soliti “televirolacchèsguatteri di regime”! Bisogna consumare tonnellate di dosi accatastate con un siero inutile ed inefficace, spacciandole per nuove ed aggiornate…ma non esiste uno straccio di studio circa gli aggiornamenti degli intrugli, e non esistono dati ufficiali di sperimentazioni a supporto di quanto pomposamente strombazzato! (come al solito ci si deve accontentare di quanto propina l’amichetto di Ursula Albert Burla)! Ma si sveglierà mai questa massa terrorizzata da uno starnuto? Intanto il mondo si sveglia e le reazioni avverse continuano ad essere note…nel pezzo alcuni cenni, seguiti da un video mutuato da “RadioRadio” e dalla micidiale satira di Silver Nervuti.

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E poi c’é Silver con la sua satira dissacrante…