“FRATELLO D’ALBA’NIA” DECIMO CAPITOLO…notare l’accento sulla A di Alba’nia

BUONGIORNO! Eccoci giunti al decimo capitolo della storia; presto il quadro apparirà chiaro abbastanza. Oggi ho voluto corredare l’articolo,  con il video del più emblematico pezzo di tutte le rivoluzioni:

“Hasta Siempre Comandante Che Guevara”

: ! Oggi come non mai dovremmo diventare tutti Che Guevara: ognuno nel proprio paese dovrebbe insorgere contro le follie governative che percorrono il mondo e l’Europa in particolare. gli ipocriti arrivano a capovolgere la storia e le motivazioni di questa guerra in corso; il presidente di parte degli italiani…solo di una parte, arrivò a canticchiare “bella ciao” attribuendone la facoltà a quella parte di Ucraina che discrimina perseguita ed uccide quella parte dell’Ucraina che è stata ed è la vera resistenza in quel martoriato paese! Mattarella: i nazi fascisti sono quelli che lei con i suoi governi e l’Europa schiava americana foraggia con armi  che non difendono il popolo ma solo gli oligarghi che fanno gli interessi USA! Abbiate il coraggio di gettare la maschera…oppure affogate nel fango dell’ipocrisia! La NATO quando gli conviene interviene a favore dei perseguitati; e solo se viene loro comodo. Nel caso ucraino, dei perseguitati frega meno di zero; per questo motivo lo ha fatto Putin ed allora diventa aggressione! Ma a Belgrado, in Afganistan, in Libia, in Irak in Siria gli USA ed i servi sciocchi lo hanno fatto…ma quelle erano guerre “democratiche”! 

Capitolo X

 

23 settembre ore 05.00

 

“Lasciami in pace!” urlo nel sonno, svegliando mia moglie.

“Cos’hai?… hai strillato!”

“E’ sempre qui!… E’ sempre qui con me!!!” borbotto, mezzo addormentato.

“…Ma in fondo, è stata solo una partita di calcio…”

“No… è un’altra storia” devo aver risposto.

Alle 07.30 esco. Cerco di reinserirmi nella mia vita precedente… quella prima della mia ultima Albània! Sono in palestra, quando Anna mi rintraccia telefonicamente.

“Era… la sinistra!”

“Grazie!” rispondo.

TV e giornali sono pieni dei fatti di ieri. Alla conferenza stampa indetta dal questore, e trasmessa su una TV locale, noto Anna seduta al suo fianco. Sono contenta per lei!

Io… no!

Comincia ad affiorare qualche <perché>.

Il pomeriggio lo trascorro con Gilibert, all’ospedale.

“Mi spieghi una cosa? Com’è che il <tedesco> ci è venuto dietro?”

“…Evidentemente era in panne! Non riusciva a trovare Fatmir, e si è attaccato al nostro tram…!”

“… Capisco. Domani partiamo?”

“Hai sentito cosa ha detto il dottor Santini…”

“Si ho sentito. La mia famiglia non vede l’ora di riabbracciare Arben!”

“E’ naturale. Ascolta: quello che potete fare voi, nessun medico potrà farlo! Tuo figlio deve ricordare… per poter dimenticare nello stesso tempo! Ma dovete aver pazienza. Tanta pazienza!”

“L’avremo. Intanto, lui c’è! Per il resto… si vedrà!”

 

24 settembre ore 22.00

 

Li ho accompagnati al porto di Bari. Sono partiti.

“Smetti di pensarci!” mi ha detto Gilibert.

Magari…!

Sto rientrando, e quando sono allo svincolo per Matera, lo imbocco senza rendermene conto, e mi trovo sotto casa di Anna. In questi due giorni, non ho fatto altro che rimuginare. Questa storia mi si è appiccicata addosso e non riesco a liberarmene! E’ finita… per tutti, ma non per me! Citofono.

“Sali.” Risponde.

“Hai cenato?” mi guarda “no. Non hai cenato! Dai vieni in cucina…imbastisco qualcosa… che brutta cera! Cos’altro c’è?”

“…Te lo dico al digestivo!…”

“Forza! Cosa aspetti? Sputa!” mi esorta, alla fine del pasto.

“… E va bene!” ho alzato la voce?

“Perché Arben era ancora lì? Perché era vivo? E ancora: perché sono morti tutti?… Tutti quelli dentro questa faccenda? Perché quella donna mi perseguita ogni volta che…”

“Quale donna?”

“No! Niente: è un parto della mia mente!”

Mi guarda, come si guarda uno con qualche rotella fuori posto.

“Ma… insomma! Hai trovato il ragazzo. Abbiamo tolto dalla circolazione un po’ di feccia!… E, soprattutto undici altri bambini sono tornati alla loro famiglia!… Non tormentarti!”

“Anna… ci sono stati otto morti… tanti… troppi!”

“Ma sono albanesi! (Razza inferiore?) E sono morti in Albania! Il <tedesco>, come lo chiami tu, in un incidente stradale… quasi! E poi: gli ultimi due, sono un’altra storia!”

“No! Sono la <stessa storia>!”

“Che cavolo dici?”

“Si. Ad Anglona non è andata così… non come sembra!”

“Ma non dire cazzate!!! E’ tutto chiaro! Poi c’è la confessione del vescovo che non lascia dubbi!”

“… E chi ti dice che non l’abbiano costretto a scriverla?… Chi ti dice che l’abbia scritto davvero lui?”

“Cosa?!!?”

“L’avete fatta la perizia calligrafica?”

“… No! Ma…è scontato!”

“E già! E’ scontato!… Ma credi che Colombo scopriva l’America, se dava per scontato che la terra è rotonda?”

Non risponde.

“Anna: quei due sono stati uccisi!”

“… Ma… è impossibile!”

“No!!!”

“Perché?”

“Te l’ho detto: sono la<stessa storia>!”

E’ confusa. Io lo sono di meno, adesso!

“Guardami! Ho un incubo che mi esplode dentro, ogni volta che dormo! Sento che finirà quando saprò!”

Per un po’ non parliamo.

“Qualcuno che sapeva che eravamo arrivati a don Vincenzo… ecco come è andata. Qualcuno li ha avvertiti!”

“… E chi avrebbero avvertiti?”

“Amici del tedesco. Penso.”

All’improvviso, la vedo sbiancare in volto…

“Oh Dio!… Oh mio Dio!” mormora. “Sono stata io!”

Rimango di sasso!

“… Si! Ora capisco!”

Non dico niente. Aspetto che vada avanti.

“I pezzi grossi… ricordi? Ricordi che ti avevo detto di aver ricevuto una telefonata da Roma?… Che ero tesa, quel giorno a pranzo?”

“Certo che lo ricordo! E’ stato soltanto sabato scorso!”

“Ero tesa, perché non sapevo se fare quanto mi avevano chiesto; non era una normale procedura!…”

“Capisco, ma l’hai fatto!”

“Si. Alla fine l’ho fatto! Mi avevano dato un numero da chiamare, quando c’erano novità. Ho chiamato anche dopo il risultato dell’esame del martello! Lasciavo un messaggio ad una segreteria telefonica…”

“… Ad una segreteria telefonica… hai detto?”

…Osman! Al confine… dov’era quel numero!… Cerco nel portafoglio.

“E’ questo il numero che hai chiamato?”

“Si: è questo!… ma come fai ad averlo?”

“… Il tedesco! Dall’Albania. Anche lui chiamava questo numero!”

 

 

 

MAI COME ORA SERVONO VERI RIVOLUZIONARI!

Hasta Siempre Comandante Che Guevara – Jahmila

“FRATELLO D’ALBA’NIA” DECIMO CAPITOLO…notare l’accento sulla A di Alba’niaultima modifica: 2023-03-01T02:12:53+01:00da GUATAMELA1