“FRATELLO D’ALBA’NIA” DODICESIMO ED ULTIMO CAPITOLO…notare l’accento sulla A di Alba’nia

BUONGIORNO! Ed eccoci giunti all’ultimo capitolo del racconto. Da domani ricominceremo a scrivere di attualità: starnuti e cannoni in primis; con l’obbiettivo di fornire di ogni notizia, di ogni evento, l’altra faccia della medaglia!…Oggi difficilmente i “lacchè” di regime la mostrano… ma non perché la ignorano: perché essere “allineati” al pensiero unico oggi conviene! Come in tutte le undici volte precedenti, corrediamo il racconto con un video; la nostra proposta odierna è :

“Clandestino” eseguita live da

Manu Chao e la sua band

Buona lettura buona visione e buon ascolto.

Capitolo XII

 

04 ottobre, ore 02.45 (sempre del mattino!)

 

“… Ma… Porca puttana! Perché… perché sei ancora qui?”

In verità, non se ne era mai andata del tutto…

“… Perché… sei un coglione! Sei proprio un coglione! Un momento che ti lascio, e rincoglionisci!!!”

Mi sveglio… come se avessi dormito in una vasca da bagno piena!

“Cosa c’è?” chiede quella che dorme dall’altra parte…

“Niente. Dormi!”

Mi alzo, e vado nello studio. Perché non mi lascia? Perché non va fuori dai miei incubi! Se n’è andato anche Batistuta… E poi: chi gliel’ha detto che sono un coglione? Possibile? Oh cazzo… Gilibert!

Anche lui allora è stato un coglione?!

“Pronto? Sei tu?”

“Si: sono io!”

“… Come sta Arben?”

“Meglio! L’aria di casa, gli ha fatto bene. Sembra quello di prima! Se non fosse che non riesce a ricordare quei giorni… è come se non fossero mai esistiti! Se gli chiedo qualcosa, si spaventa e piange!”

“… Allora non sei stato tu!…” (il coglione sono solo io).

“Perché? Cosa avrei fatto?”

“… Voglio dire… non eri tu a Spalato… non sei stato a Spalato ieri?”

“A Spalato?… E che dovevo andare a fare a Spalato?”

“Vuoi dire che non ci sei stato?”

“Ho appena finito di dirtelo…”

“… E… se non ci sei stato… non l’hai ucciso tu!”

“Ma… ti senti bene? Chi avrei dovuto uccidere?”

“Il papa!”

“Il papa?”

“Meno male! Quella ha detto che sono un coglione…”

“Chi ha detto che sei un coglione?”

“La signora del coltello!”

“… La signora del coltello?… Ma che cazzo dici! Sei proprio grave… sei andato poi dallo psichiatra?”

“No, e me ne pento!… Cosa facevi?”

“Io? Dormivo!”

“… Beh… allora dormi.” Riattacco.

Il papa  morto. Gilibert non è stato. Qualcuno gli ha sparato. Chi è stato? (Sembra una filastrocca…). Ho idea che ho truffato a quel quiz… Però: non c’era neanche il premio!

 

06 ottobre, ore 06.00

 

Lo squillo del telefono, irrompe nella casa addormentata… tranne che nella sua componente principale!…

“… Pronto?… Osman: pensavo proprio a te…”

“E facevi bene! Lo abbiamo trovato!”

“Chi avete trovato?”

“Quello! Albanese di tedesco… che poi non era tedesco…”

“… Ho capito tutto!… Prova a ricominciare.”

“Abbiamo beccato il complice albanese dello straniero…”

“Ora ci sono! Buono!…”

“Eris lo ha arrestato.”

“Con che accusa?”

“Tutte quelle possibili… ed anche di più!… Hai visto <chi l’ha visto?>”

“… E che c’entra?… No. Non ho visto <chi l’ha visto?>”

“Ascolta e dopo dici. Tu sai che tutta Albània vede TV italia…”

“… Si: quando c’è la corrente!”

“L’altra sera c’è corrente. Una mamma, cerca figlio, e fanno vedere foto tedesco…”

“Vuoi dire… che… adesso sappiamo chi era?”

“Esatto! Si chiamava Karl Moller ed era svizzero!”

“Vai avanti…”

“Si. Sua mamma, dice anche che lui era ufficiale di guardia… quella di papa!”

“… La guardia svizzera. Bravo Osman! Avete fatto un ottimo lavoro! Dici ad Eris che lo chiamerò al più presto. Ti saluto…”

Non avevo dato molta importanza a cercare di scoprire qualcosa sul tedesco… cioè sullo svizzero! La nazionalità non cambia il ruolo del signor Moller… anzi… qualcosa cambia… Mah! Dal momento che ci sono… chiamo Marko, così aiutiamo una povera mamma ad avere notizie del figlio… anche se non sono poi così buone!

 

06 ottobre, ore 23.15

 

“Ci porti… due caffè per favore!…” dice Anna , guardandomi sospettosa. Abbiamo appena finito di cenare…

“… Un momento!” faccio richiamando il cameriere. “Lasci perdere i caffè  e ci porti due amari!…”

“Brutto figlio di!… Niente digestivi! Avevi detto!!!”

“Karl Moller: ufficiale della guardia svizzera.”

“Chi è?”

“Chi era. Il tedesco!… Era svizzero.”

“Ci risiamo! Il papa è morto. Cosa te ne frega? Non era tutto risolto?”

“… Ho cambiato idea…”

“… Ma sei fatto proprio male! Te ne rendi conto?”

“Lo so… ma non ci posso fare niente!”

“… Beh!… Dal momento che ci sei!…”

“Il papa è morto. Gilibert non è stato. Qualcuno gli ha sparato. Chi è stato?”

“Cos’è una filastrocca?”

“Può essere… per ora è solo un problema!”

E gli spiego, come mai avevo creduto che Gilibert… e tutto il resto. Ometto di parlare del mio incubo… non voglio che si sappia in giro che un fantasma mi ha dato del coglione!

“Quindi tu dici che sua Santità non c’entrava niente con la storia di Anglona…”

“Più o meno…”

“Quindi, la tua teoria sulle otto morti non funziona più!!?”

“E chi l’ha detto! E’ ancora valida! Solo che… serviva il nono!”

“Certo che quando le spari, sono sempre grosse! Non so chi mi trattiene, dal mandarti a quel paese…”

“Puoi farlo se vuoi…”

Mi fissa negli occhi… “… E va bene! Sono con te! Che facciamo?”

“Informati di questo Moller. Da chi dipendeva e roba del genere…”

“E tu?”

“Io?… Penso!”

“… Tu… Pensi?”

“Si: vuoi farlo tu?”

“No!… No! Io, la notte… dormo!”

 

07 ottobre, ore 04.00

 

E penso…

Si dice che non meno di mille persone, nel mondo, ogni giorno, immaginano di attentare al papa. Altrettanti sono quelle che pensano di farlo col presidente degli Stati Uniti.

Nessuno nei confronti di Scalfaro…!

Scarto questi mille… Destabilizzazione del quadro politico mondiale da parte di una qualche potenza occulta? Scartato.

Cospirazione?… Scartato.

Resta quel che… resta! (Visto come penso bene?).

Proviamo di nuova ad azzeccare le domande giuste; l’altra volta è andata quasi bene…

  • il papa, era tifoso del Milan? (Non c’entra? C’entra… c’entra).
  • Nove cadaveri, coprono sempre lo stesso segreto?
  • Il nono cadavere, serviva per coprire gli altri otto?
  • Se il papa non era: allora chi era?

La due e la tre, non sono poi tanto difficili… la uno e la quattro lo sono!

Vuoi vedere che prima o poi, riesco a rispondere anche alla quattro, ma non alla uno?

 

07 ottobre, ore 07.45

 

“Oggi trasmettono in diretta i funerali del papa. Te li vedi?” chiede mia moglie.

“Non lo so… ma tu registrameli comunque.”

“… Morto il re, viva il re!… Morto un papa, se ne fa un altro!”

“Cosa hai detto?”

“Nulla… citavo solo vecchi detti popolari. Dovranno pur farne un altro.”

All’improvviso… la luce!!! E poi un nome.

“Brava! Hai risposto alla quattro!!!” quasi l’abbraccio.

“Alla quattro?… Cos’è quest’altra novità?”

“… Niente… Ti raccomando: registra, O. K.?”

“O. K…. Torni a pranzo?”

“Non lo so… ti telefono!”

Eccolo! Eccolo lì il tizio che mi serve: il futuro papa! Il cardinale Fossati. L’ombra del papa… dappertutto… anche ad Anglona!… Ed anche a Spalato… si: fila! Oh! Come fila!

Intanto sono arrivato a Matera (non ve ne siete accorti?… Neanch’io!).

“Ho notizie dello svizzero” mi dice Anna. “…

“Karl Moller: addetto agli affari riservati del Vaticano, nonché alla sicurezza di sua santità…e alle dirette dipendenze del cardinale Fossati…” rispondo.

“Ma… lo sai anche tu!”

“… Non lo sapevo: le ho indovinate!”

“In toto! Come hai fatto?”

“Se la risposta alla quattro è giusta, doveva essere così; per forza!…”

“… Alla quattro?… E’ un’altra delle tue?!”

“Sembri mia moglie…”

“Magari!” non capto…

“Perché non mi illumini?”

“Va bene. Ascolta e dimmi se fila… Il cardinale Fossati è il futuro papa; anche se non si sapeva quando. Ma, data l’età, e la cagionevole salute di sua santità, non era poi così lontano… Ma, perché coprire le magagne del defunto, quando, il pubblico dominio dello scandalo, poteva accorciare notevolmente i tempi?

Risposta: “le magagne… sono le sue! Come fila?”

“Fila liscio!”

“Ora: metti che il fu pontefice, avendo subodorato la cosa, la sbatte in faccia al nostro uomo; ci sta anche che conviene anticipare comunque la successione. Se ricordi, al papa è stato sparato un solo colpo… un unico colpo preciso; e da non più di due metri di distanza, quando era in mezzo alla folla. Fossati era lì, nel punto giusto!… Si: fila! Era ad Anglona ogni volta che c’era il papa; era il capo di Moller; era lo zio di don Vincenzo, così si spiega meglio il volo di Skender. Era sempre così vicino, che a Spalato, ha preso due piccioni con una fava!” (neanche questa è nuova…).

“Si… è così! Ed ora che facciamo?”

“Nulla.”

“Nulla?!… E perché?”

“… Non abbiamo uno straccio di prova!”

“Come sarebbe?…”

“Non sarebbe! E’ così!”

“Ma: c’è l’albanese… il compare di Moller!!! Dirà che lo svizzero agiva per conto di Fossati!”

“E il cardinale dirà che Moller si muoveva, a sua insaputa, per coprire il papa, e dietro ordine dello stesso pontefice…”

“… Non ci avevo pensato!… Abbiamo Arben… ma non ricorda nulla. E se gli tornasse la memoria, e riconoscesse il cardinale?”

“E tu pensi che un bambino, albanese per giunta, possa permettersi di accusare sua eminenza? Scordatelo!”

“Ma, ha sparato al papa!…”

“Questo lo dico io: e le prove?”

“… Allora siamo fottuti!… E quello diventa papa!”

“Almeno questo… possiamo tentare di evitarlo! Ci stai?”

“E come??… O. K.! Ci sto!”

“Bene. Raccatta due foto di Fossati e andiamo un momento in Albania… dai spicciati! Io intanto avverto i miei…”

Telefono.

“Cosa!?… non solo non vieni a pranzo, ma vai un <momento> in Albania?! Sei… un… non so che!…”

“Si… hai ragione. Ma stavolta è colpa tua; hai risposto alla quattro!…”

E’ sull’incazzata…

“Quando partiamo?” chiede il dottor Mauri (questa volta è venuta così..).

“Alle 14.00 prendiamo il catamarano da Bari e, se i ritardi sono i soliti, riusciamo a prendere la Palladio alle 23.00 da Durazzo. Domani alle 07.00 saremo di ritorno.”

“Allora non prendo ferie… mi bastano un paio di ore di permesso…”

“No. Prendi un paio di giorni, andremo anche un momento a Roma…”

“Ah! Si? Solo un momento?”

Chissà perché mi ricorda mia moglie… Dalla padella alla brace (è più forte di me: mi vengono)!

Mentre Anna sbriga i suoi dettagli, rintraccio Eris a Tirana e lo convoco a Golem per questa sera.

“Il mio programma è: dare una scossa ad Arben; far organizzare da Eris una conferenza stampa internazionale e…” (non ve lo dico: è una sorpresa!”) le comunico una volta in macchina.

Partiamo abbastanza puntuali. Del viaggio non parlo, perché ho fretta… sbizzarritevi!

 

07 ottobre, ore 19.00

 

“… E tu, sei venuto fin qui, per vedere se Arben riconosce quest’uomo?”

“Si, Gilibert.”

“Ma bastava un colpo di telefono… : è lui! Arben l’ha riconosciuto ieri! E’ apparso in TV: al TG 4 e mio figlio si è come svegliato!”

“Vuoi dire che siamo venuti fin qui… “ interviene Anna, “quando bastava telefonare??… E tu perché non ci hai avvertiti?”

Gilibert tace…

“Sei proprio uno stronzo!… Ho sofferto anche il mal di mare!…”

“No! Non è perché è stronzo, Anna. Stava vedendo se poteva fare quello che io ho creduto avesse fatto a Spalato… è vero?”

Non risponde: chi tace acconsente (scusate: è più forte di me! Ve l’ho detto!).

“ed io? Cosa dovrei fare io?…” domanda Eris, che si è gustato la scena.

“Quello che ho detto! Domani… alle 20.00 convoca quanta più stampa possibile, e racconta tutta la storia… dici anche che Arben, ha riconosciuto il cardinale. Ah!… non dimenticare il fax all’Osservatore Romano! Il giornale del Vaticano.”

“… Alle 20.00 in punto? D’accordo!”

“Allora non ci resta che partire. Chi ci porta al porto?”

“Al porto vi porto io!” dice Landi (si è un gioco di parole!).

“Ancora una cosa… Gilibert: è stato il vescovo a salvare Arben dopo che…”

“Si! Se non era per lui, sarebbe morto non appena il cardinale è partito da Anglona!”

Ci tenevo a saperlo…

08 ottobre, ore 17.30 (Roma)

“Ma non ci riceve!…”

“Ti riceve… ti riceve! Tu dici che hai notizie di Moller…”

“… Ma perché io?”

“Perché sei commissario di PS e puoi permetterti di disturbare monsignore!”

“E se non me la cavo?…”

“Vai tranquilla! La storia la sai!…”

“Si ma entra pure tu!”

“Spiacente, ma sua eminenza e molto presa… le posso fissare un colloquio per la settimana prossima…” ci dice padre Anton, il segretario del cardinale.

“No padre. Ho necessità di incontrare sua eminenza: ora! Dica al cardinale Fossati che si tratta del tenente Moller… la prego!”

“Ma veramente…”

“Non si preoccupi! Lo faccia e vedrà che non si arrabbierà!”

Vinte le ultime resistenze, padre Anton ci lascia per dieci minuti. Al ritorno, ci scorta, attraverso 33,75 metri di corridoio, e ci fa entrare in uno studio, che dimentico di misurare…

“Accomodatevi prego. Sua eminenza vi raggiungerà fra poco!”

E dopo un minuto e venticinque secondi, il cardinale Fossati, irrompe maestoso, andando dritto a sedersi dietro la scrivania…

 

“Ci dica, dottor Mauri…” rivolgendosi a me… (usa già il plurale maestatis!).

“Veramente, il commissario Mauri sono io. Il signore è un mio subalterno…” (stronza!) dice Anna.

“Ci scusi. Ha detto di Moller.”

“Si eminenza. Il tenente Moller, è deceduto in Kossovo… un incidente stradale. Ne era al corrente?”

“No. Non lo sapevamo.”

“Ci risulta che il tenente era alle sue dipendenze…”

“Il tenente Moller era assegnato agli affari riservati a cui noi presiediamo; era quindi, una dipendenza gerarchica.”

“E’ al corrente della missione che Moller aveva svolto in Albania?”

“Non conosciamo la natura dei compiti che il tenente stava svolgendo. Ma: dottor Mauri, è venuta per interrogarci? Le ricordo che il concordato…”

“Sappiamo cosa dice il concordato, eminenza!” brava Anna!

“Allora riteniamo esaurito il nostro colloquio!”

E no eminenza! L’hai fatta incazzare… ora son cavoli tuoi…

Il dottor Mauri, inala un profondo respiro e parte…

“Non ancora Monsignore! La dobbiamo informare che sappiamo quale missione compiva il tenente Moller nei Balcani! Sappiamo quello che succedeva ad Anglona, due volte l’anno” (che fa: usa il maestatis pure lei?).

“Sappiamo dei bambini albanesi!… A proposito: l’ultimo di questi, ha recuperato la memoria eminenza!…” (guarda come è pallido monsignore!!).

“Questa sera, alle ore 20.00, il commissario Eris Berati, della polizia albanese, terrà una conferenza stampa internazionale su questi fatti! Ed il suo nome sarà sulla bocca di tutti!”

“Fuori!” urla sua eminenza, bianco come un cencio. “Faremo le nostre rimostranze al governo italiano, per il vostro comportamento!”

“Certo! Andiamo via. ma anche noi, faremo i nostri passi!”

Stiamo per uscire, quando ho il parto che completa l’opera.

“Ancora una cosa monsignore.” (cazzo! Sto parlando con il cardinale!) “stiamo aspettando il filmato, che un video amatore, ha girato a Spalato, il giorno della morte di sua santità! Proprio il momento in cui accadeva… la polizia croata lo ritiene interessante! Molto interessante!”

Togliamo il disturbo, lasciando il cardinale Fossati, incollato col culo alla poltrona, e lo sguardo verso un quadro che lo raffigura…

“E con questo: addio carriera!” mi fa Anna, nel corridoio.

“E cos’è la carriera di un commissario di fronte a quella di un papa!” la rincuoro. “Consolati perché mi sa che anche la seconda se ne va a puttane!!!”

“… Ma perché non mi hai detto del filmato!”

“Perché non esiste!”

“Un bluff?”

“Si!”

“Ed il motivo?”

“Aspetta e vedrai.”

Siamo in strada, quando succede. Un colpo di pistola…; uno solo! Anna sobbalza…

“Hai sentito?”

“Si!… Dai andiamo!”

“Ma: cos’è stato?”

“Penso che sia il traguardo di sua eminenza… non quello sperato!”

“Te lo aspettavi?”

“Lo speravo!” rispondo; “chi sa se il Vaticano lo dirà?…”

“Che dovrebbe dire… che il cardinale Fossati si è suicidato?”

“Non solo! Ma che il proiettile è partito dalla stessa arma che ha ucciso il papa!”

“Ma no!!!”

“Ma si!!!”

Guarda l’ora…

“Fra poco Eris tiene la conferenza: diventerà famoso!”

“No! Non diventerà famoso…”

“… Scusa, ma non capisco…”

“Ma quale conferenza! Ti pare che in Albània riescono ad organizzare una cosa così?”

“Vuoi dire che… niente conferenza?…”

“Esatto! Niente conferenza.”

“E perché siamo stati in Albania…”

“Per vedere se… soffrivi il mal di mare e perché credendo che ci fosse, la tua parte riusciva meglio…”

“Ah! Quindi ho bluffato anch’io?”

“Si! Un bluff per uno, non fa male a nessuno!” (perdonatemi: giuro che è l’ultima!).

Stiamo andando verso la macchina, quando incrociamo un uomo che mi ricorda qualcuno… si: avevo visto la sua faccia in foto, l’altro giorno.

“Un momento…” dico ad Anna; “Ehi! Lei… signor Colombo!” strillo verso l’uomo il quale per un attimo pare disorientato.

“Presto! Vieni!” esorto Anna. Lo raggiungiamo

“Si: è lui! Dottor Mauri: la invito a dichiarare in arresto il signor Colombo Vincenzo!” Anna mi guarda…

“Perché dovrei arrestarlo?” ma intanto tira fuori tesserino e manette…

“Tentata truffa: il tribunale di Matera, lo ha dichiarato morto l’altro giorno… la mia compagnia sarà lieta di risparmiare 2,5 miliardi…” che culo!

 

09 ottobre, ore 19.00

 

Telefono a Gilibert.

“…Grazie, ora è tutto a posto!” mi dice. “Mi hai evitato un lavoro…”

“Si Gilibert. So bene che lo avresti fatto…!”

Silenzio…

“Ehi!” dice “sei mio fratello?”

“Si: sono tuo fratello…”

“Ed io sono tuo fratello di Albània!”

18 ottobre, ore 23.00

 Ed è tutto O K. Adesso! Anche per me.

Anna è andata in vacanza… niente crociere… mal di mare!

Mia moglie è fiera per aver risolto il caso!…

Dal Vaticano è filtrato qualcosa…

Ho espulso definitivamente <lady coltello>!…

Ho anche risposto alla uno…

No! Non era tifoso del Milan!

Perché, se no, una pezza a Cagliari ce la metteva, oggi! Visto che adesso abita lassù, con tutti quei pezzi grossi del paradiso!!!

Cagliari uno, Milan zero (tanto per notizia).

 

FINE

Cazzo! Per la fretta, ho dimenticato anche di dirvi il mio nome… Beh!… sarà per la prossima volta!…