I mandanti dell’assassinio di Aldo Moro risiedono a Washington e Londra…

BUONGIORNO! Come annunciato ieri nel blog, saremmo tornati su gladio e gladiatori. Ed  oggi cominciamo occupandoci dell’episodio più eclatante dell’ingerenza americana nelle vicende politiche  italiane: l’omicidio commissionato, organizzato e coperto di Aldo Moro. Ieri era il 9 maggio…e proprio il 9 maggio 1978, 45 anni fa Moro fu assassinato; ufficialmente dalle brigate rosse, probabili esecutori, ma su mandato di Washington e di Londra! Se avrete la bontà di ascoltare e vedere i due brevi video proposti probabilmente avrete un quadro più chiaro degli eventi occorsi in questo paese a sovranità limitata, anzi zero…ed io sembrerò meno complottista! Propongo inoltre il breve articolo, a cura di “fronte sovranità popolare”, edito su “L’Antidiplomatico” ieri 09 maggio 2023. Buona lettura e buona visione.                                                                                                                                                     

9 maggio. Di vincolo esterno si muore: in memoria di Aldo Moro

                                                                                                                                                                                                                                     

45 anni fa, il 9 maggio del 1978, Aldo Moro venne assassinato.

Venne assassinato su mandato dei nostri “alleati” (UK e USA su tutti) e col tacito benestare di una buona parte delle istituzioni italiane.
Il 16 marzo 1978 la Fiat 130 che trasportava Aldo Moro fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse. Moro venne rapito e, dopo 55 giorni di sequestro, il 9 maggio 1978, venne ucciso.
Ma perché le Brigate Rosse ammazzarono Moro? Come spiega Gio Fasan, autore de Il puzzle Moro, «le Brigate Rosse furono gli utili idioti di un disegno internazionale che era un attacco all’Italia e alla politica italiana compiuto con l’apporto di quinte colonne interne»*.
In base a documenti desecretati a Londra e a Washington (e alle acquisizioni della commissione d’inchiesta parlamentare sul caso Moro), è dimostrato come USA e Regno Unito, con la complicità di Francia, Germania e Unione Sovietica, avessero interessi convergenti a fermare Moro.
L’omicidio di Aldo Moro costituisce un caso internazionale per eccellenza. Tra gli anni 60 e 70 la politica estera morotea, soprattutto quella mediterranea, e il disgelo tra DC e PCI rappresentarono un pericolo per gli equilibri mondiali.
L’Italia andava fermata. A tutti i costi.
– “Dobbiamo scoraggiare le iniziative indipendenti del governo italiano nel Mediterraneo e in Medio Oriente”. Nota interna del Foreign Office, 1970.
– “Azione a sostegno di un colpo di Stato in Italia o di una diversa azione sovversiva”. Titolo di un documento top secret del governo britannico contro la politica di Aldo Moro, 1976.
– “Le ingerenze sono, sempre e comunque, di parte. Tuttavia, nel caso dell’Italia, dobbiamo fare qualcosa di concreto e non limitarci a discutere”. Reginald Hibbert, sottosegretario del Foreign Office con delega alle questioni europee, 1976.
– “L’influenza di Moro e Berlinguer sulla politica estera italiana è forte e potrebbe avere serie ripercussioni. […] Il governo italiano va mantenuto sulla giusta via”. Rapporto dell’ambasciatore britannico a Roma Alan Hugh Campbell, 1977
Aldo Moro, come Enrico Mattei e altri ancora, venne ucciso dal vincolo esterno. Venne ucciso perché con la sua linea politica stava mettendo in discussione il ruolo di colonia che i nostri “alleati” avevano deciso per l’Italia.
Oggi in Italia abbiamo una classe politica disposta a scarificare noi pur di rispettare il vincolo esterno (UE, euro e NATO).
Oggi, noi cittadini italiani, il nemico lo abbiamo in casa.
Ma come ci spiegò lo stesso Moro durante la seduta per la Costituzione di martedì 3 dicembre 1946, «si precisa come al singolo, o alla collettività, spetti la resistenza contro lo Stato, se esso avvalendosi della sua veste di sovranità, tenta di menomare i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi».