SEMBRA QUASI VI SIA UNA PREDILIZIONE USA PER L’11 SETTEMBRE…

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Buongiorno!     Nella foto, Nixon e Kissinger che 50 anni fa, nel pieno delle loro funzioni di regia dei vari “golpe” neo capitalisti, decisero, esattamente come oggi, che tutti i popoli del pianeta devono leccare i piedi agli USA! Oggi riportiamo il breve articolo di Gilberto Trombetta, edito ieri su “l’Antidiplomatico”   in merito a quanto accade quell’11 settembre 1973 in Cile. A seguire ripropongo una mia canzone scritta qualche anno fa, ma rivelatasi, non solo profetica nel corso degli anni, ma molto attuale, guardando quel che sta succedendo nel mondo, sotto la regia di Washington!                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  

 

50 anni di dittatura neoliberista: le parole di Nixon e Kissinger sul golpe contro Allende

 

L’11 settembre 1973 Salvador Allende venne assassinato e il suo legittimo governo rovesciato a favore della giunta ultra-liberista e golpista del generale Augusto Pinochet.
Dietro al riuscito colpo di Stato c’erano la pianificazione, l’appoggio e gli interessi di una potenza straniera: gli Stati Uniti (tanto per cambiare…).
E il ritorno di un’ideologia economica al servizio dei più ricchi che andava messa alla prova: il neoliberismo (idee vecchie e superate ma presentate come fossero nuove).
Così ne parlava Federico Caffè già sul finire degli anni 70.
«Vi è poi un aspetto della “affermata” crisi della scienza economica che investe direttamente la politica economica, in quanto sono riaffiorate di recente orientamenti di pensiero che, contrapponendo “lo Stato” al “mercato” (secondo una tipica antitesi ottocentesca), attribuiscono agli interventi dei poteri pubblici nella vita economica un carattere perturbatore e destabilizzatore.
[…] si sottolinea la validità del mercato, come forma organizzativa dell’assetto sociale, senza tenere conto delle numerose dimostrazioni fornite, attraverso il tempo, dei “fallimenti del mercato”.
Poiché il mercato è una creazione umana, l’intervento pubblico ne è una componente necessaria e non un elemento di per sé distorsivo e vessatorio.
Non si può non prendere atto di un recente reflusso neoliberista, ma è difficile individuarvi un apporto intellettuale innovatore».
Il Cile fu il primo Paese economicamente devastato dal ritorno di questa ideologia, imposta dagli interessi stranieri con la complicità di una classe politica autoctona inadeguata nella migliore delle ipotesi, di Quisling nella peggiore.
Ma c’è un altro fattore che ricorre, in queste storie che si assomigliano un po’ tutte: il disprezzo per il popolo e per la sua sovranità.

Risulta evidente dalle parole sprezzanti che si scambiarono al telefono Nixon e Kissinger (riportate nel documento).

Fa male, a 50 anni di distanza, notare non solo come nulla sia cambiato, ma come il problema, oggi, riguardi anche noi.

Oggi i rappresentanti di quell’ideologia sono penetrati ovunque, in Italia. Hanno impiegato decenni, ma occupano i posti più rilevanti nelle Istituzioni, nelle facoltà universitarie, nell’informazione.
E hanno inquinato, col loro operato, le menti di una buona parte della popolazione. Abituandola a pensarsi come consumatori anziché come cittadini.
Ecco perché quella per il recupero del diritto all’autodeterminazione di un popolo, cioè del recupero della sovranità, è la madre di tutte le battaglie. Ed ecco perché sarà una battaglia lunga e difficile. E, probabilmente, tutt’altro che indolore.

 

Oggi si è tornati a fare l’apologia del nazifascismo, condito con una spruzzata di imperialismo made in USA ma applicato anche da paesi insignificanti come l’Italietta, colonia americana a sovranità limitata. Anni fa, verso la fine degli anni settanta, quelli del 68…per intenderci, composi una canzone il cui titolo è “la favola del mondo”; e che quasi 30 anni fa, registrai su cassetta con un malandato registratore…lo feci coinvolgendo i miei figli per tenerli “buoni”. Questo pezzo riascoltato qualche giorno fa, improvvisamente l’ho sentito attuale come non mai…tanto da realizzare un video e che vi propongo.! In questo tempo in cui si difendono pseudo valori di un paese che fa del nazismo la sua dottrina guida: l’Ucraina; in cui l’UE con le restrizioni e le imposizioni applicate usando la pandemia per rendere i popoli obbedienti e docili, trovando anche il plauso di chi ci è cascato imbottendosi di dosi del siero magico, resuscita le metodologie fasciste; in cui i padri dell’imperialismo, gli americani, sono tornati a voler prendersi quanto più mondo possibile, passando come hanno sempre fatto, sulla pelle degli altri e per i loro interessi… cantare le tre strofe, che 55 anni fa dedicai agli uomini simbolo delle tre ideologie: Hitler, Mussolini e Kissinger…ed inquadrando nel video l’immagine del “CHE”…che ha consumato la sua breve vita combattendo contro chi professava ed applicava questi pseudovalori, mi è sembrato molto attuale e significativo! Oggi vi è bisogno ancora una volta di rivoluzionari! Oggi la libertà ha un prezzo ancora più alto da pagare! Sorgeranno i nuovi Che Guevara disposti a morire per difendere il bene più grande che l’uomo possiede?…Che non è uno smart di ultima generazione!…