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LO STUDIO SUI FARMACI PUBBLICATO E RITIRATO DAL SITO DELL’UE, C’È LA MANO DI BIG PHARMA?
Nei mesi scorsi la Commissione Europea ha proposto una revisione della legislazione farmaceutica in ambito UE. Le intenzioni dichiarate dalla Commissione sarebbero di migliorare “la disponibilità e l’accessibilità, anche in termini di prezzi, dei medicinali”. I termini della riforma sono ancora in fase di discussione, ma finora l’industria farmaceutica non sembra gradirla. Lo scorso 26 aprile l’ufficio stampa di Farmindustria aveva infatti diramato un comunicato in cui dichiarava che la nuova legislazione, se approvata “avrà “conseguenze pesantissime sulla competitività e sull’attrattività dell’industria farmaceutica in Europa e in Italia, quindi sugli investimenti e sull’occupazione”.
Per alimentare il dibattito in vista della nuova direttiva, il Parlamento Europeo ha commissionato degli studi. Uno di questi, redatto da tre esperti in economia sanitaria, era stato presentato lo scorso 19 ottobre a Strasburgo e pubblicato il 27 ottobre sul sito istituzionale dell’Unione Europea, ma dopo appena tre giorni è stato misteriosamente rimosso.
La ricerca, intitolata “Improving access to medicines and promoting pharmaceutical innovation” e fondata sull’analisi di 230 pubblicazioni precedenti, si propone di fornire delle soluzioni per riequilibrare il “disallineamento tra le priorità dell’industria farmaceutica e gli obiettivi di salute pubblica”.
La conclusione principale dello studio è quella di istituire “un’infrastruttura pubblica europea attiva durante il processo di ricerca e sviluppo dei farmaci”. A sostegno della creazione di un soggetto pubblico per controbilanciare i grandi monopoli tecnologici privati si erano già pronunciati due studi precedenti, sempre commissionati dalla Commissione. Facile immaginare che una proposta del genere non abbia fatto stappare lo champagne ai lobbysti dell’industria farmaceutica.
È giallo, al momento, su chi abbia dato ordine di rimuovere la ricerca a tre giorni dalla sua pubblicazione. Secondo Politico e Il Fatto Quotidiano ciò sarebbe accaduto su pressione di Pernille Weiss, eurodeputata danese del PPE. Una sostenitrice di Big Pharma, che si è espressa più volte a favore di periodi più lunghi di protezione dei brevetti per i nuovi farmaci e che in patria è amministratrice delegata di Archimed, una società di consulenza sanitaria e architettonica.
L’ufficio stampa del Parlamento Europeo respinge le accuse di censura e si barrica dietro motivazioni tecniche, dichiarando che la ricerca sarebbe stata “erroneamente pubblicata prima della finalizzazione e dell’aggiunta di chiarimenti metodologici”. Difficile crederlo, dato che dalla prima presentazione fino alla pubblicazione erano passati ben otto giorni, un lasso di tempo in cui la ricerca poteva a doveva essere valutata per la pubblicazione. Sono in tanti, dunque, a credere che dietro la rimozione ci sia la manina di Big Pharma.